Stilus Magistri
Da Canosa di Puglia a Ceprano
Omaggio al Monumento dei Caduti della Grande Guerra
martedì 3 novembre 2015
22.39
Nella riscoperta del pregevole monumento ai Caduti di Ceprano(FR), abbiamo realizzato e inviato una itinerario sistematico nelle radici storiche della Città bombardata nel secondo Conflitto mondiale, nelle radici filologiche, agresti, nel legame con Canosa di Puglia(BT). Il Sindaco Marco Galli di Ceprano ci ha inviato l'accoglienza dell'opera, che, come riporta il Sindaco di Canosa Ernesto La Salvia, "getta un ponte" da Canosa ad altri paesi: """Maestro, non so come ringraziarLa dell'attenzione che dedica al monumento di Ceprano, quindi, all'intera città. Ho gradito molto il lavoro da Lei svolto nell'ambito 'dell'itinerario culturale' e, con l'attivissima assessora alla scuola e alla cultura Anna Letizia Celani, stiamo valutando come 'beneficiare' di un lavoro così ben fatto."""
Dalla Via Traiana di Canusium alla Via di Latina di Ceprano, antica Fregelle O amata ITALIA, dalla Via Traiana di Canosa di Puglia approdiamo alla Via Latina di Ceprano verso Roma, nelle radici della terra italica.
Fregelle (Ceprano), la polis scritta in greco Φρεγέλλαι
Strabone, storico e geografo greco del I sec. a. C., tra le città della Via Latina, parla di Ceprano e del fiume Liri nel trattato "Geografia" (Libro V, capo III, 10): ἔτι δὲ Φρεγέλλαι, παρ´ ἣν ὁ Λεῖρις ῥεῖ ὁ εἰς τὰς Μιντούρνας ἐκδιδούς, "et Fregellae, quam urbem praeterit Liris fluvius ad Minturnas se effundens" (La città di Fregelle, lungo la quale scorre il fiume Liri, che si riversa in mare presso Minturno); ῦν μὲν κώμη, πόλις δέ ποτε γεγονυῖα ἀξιόλογος καὶ τὰς πολλὰς τῶν ἄρτι λεχθεισῶν περιοικίδας πρότερον ἐσχηκυῖα, "Fregellae nunc vicus est, olim urbs celebris, multarumque iam dictarum caput…" (Fregelle, ora è un borgo, un tempo città celebre, capitale della maggior parte dei luoghi circonvicini, già menzionati).
La Via Latina di "Fregellae", Ceparianum nel Medioevo.
La colonia latina di Fregelle fu fondata nel 328 a. C. lungo la Via Latina, presso il fiume Liri.Lo storico latino Tito Livio, patavinus, cita la colonia Latina di Fregelle, odierna Ceprano, nel conflitto tra Romani e Sanniti, nei 'Compendi' delle Periochae (Ab Urbe Condita) al cap. VIII, 8: "Ausonibus victis et oppido ex is capto Cales item Fregellae coloniae deductae sunt" (Sconfitti gli Ausoni ed espugnata la loro città, ugualmente furono fondate le colonie di Cales e di Fregelle).
Fregellani: un popolo fiero per aver sostenuto i diritti civili italici, fino alla distruzione della Città nell'anno di Roma 627 (125 a. C.), citata da Cicerone e paragonata alla distruzione di Cartagine e di Sagunto: "Populus Romanus… Fregellas evertit" (Ad Herennium, Lib. IV, cap. 27).
Nella "Dissertazione istorica sui primi popoli d'Italia", D. Pasquale Cayro, patrizio anagnino nel MDCCXCV riporta "quale fusse stato il dolore de' Fregellani in veder distrutta la loro patria".
La distruzione della Città e del ponte sul fiume Liri appartiene alla storia di Ceprano, ma anche alla sua dignità nel "rinascere" e ricostruire sempre dalle macerie le radici e nel far progredire il suo operato
Le vie agresti dell'uva nera di Ceprano e di Canosa di Puglia
E sulla via agreste di Fregelle (odierna Ceprano) incontriamo l'uva nera, di cui gustiamo il robusto vino, 'nero fregellano', stillato dal vitigno citato da Columella, scrittore di agronomia del I sec. d. C. nell'Antica Roma, "vitis autem… ut nigra Fregellana" (De Re Rustica", lib. III, cap. II, v. 27).
Nel Frusinate si riscoprono oggi gli antichi vitigni autoctoni di uva nera: il Lecinaro nero, il Cesanese, l'Olivella nera (in Latino, Oleagina).
Nell'italica Enotria, "terra del vino", sulle vie agresti latine, a Canosa di Puglia la "nigra vitis" si chiama "uva di Troia", in quel vitigno nero portato, secondo la tradizione, dall'eroe Diomede nella Daunia del Gargano. Ancora oggi a Canosa stilliamo il vino "Nero di Troia".
"Nero il racemo, ed un filar prolisso", canta Omero nell'Iliade (libr. XVIII, v.785), ma a Canosa, come a Ceprano, bambini e grandi, possiamo bere il succo d'uva spremuta nell'antico torchio, come scrive lo stesso poeta latino Orazio nelle Odi (1,20):
"et prelo domitam Caleno tu bibes uvam"
( e tu berrai l'uva spremuta col torchio caleno).
"In ogni chicco d'uva, un raggio di sole", come nei versi 77-78 del Canto XXV del Purgatorio di Dante Alighieri: "Guarda il calor del sol che si fa vino, / giunto a l'omor che de la vite cola.
Onore al Monumento ai Caduti di Ceprano
Amata ITALIA, nel saluto del poeta Virgilio, "Salve, magna parens frugum, Saturnia tellus, magna virum" (Georgiche, Libro II, vv.173-174), "Salute a te, terra di Saturno, grande genitrice di messi, grande madre di eroi".
E rendiamo onore agli "umili oscuri eroi" del Monumento ai Caduti di Ceprano, riscoperto anche nell'Archivio Storico Comunale di Canosa di Puglia (cart. 146 del 1923) con la foto in bianco e nero del soldato scolpito in bronzo a Ceprano.
Nel pregevole monumento di Ceprano in piazza Marconi, il soldato giace esanime con la mano sinistra ancora posata sul petto, evocando nella voce muta il palpito immortale nell'epigrafe: ESSI GITTARONO LA GIOVINEZZA ALLA MORTE E I LORO NOMI ALL'IMMORTALITÁ.
Ceprano, 8 Ottobre 1922.
Il monumento ai Caduti del 1922
La ricerca dall'Archivio Storico Comunale con gli studi del maestro Giuseppe Di Nunno, dalle mani del Sindaco di Canosa di Puglia, Ernesto La Salvia e dell'Assessore alla Cultura, Sabino Facciolongo, è approdata alle mani del Sindaco di Ceprano, Marco Galli, coadiuvato dal prof. Franco Palombi e dal sig. Loreto Ippoliti. Artefice del monumento nel 1922, fu lo scultore prof. Torquato Tamagnini, fondatore e Direttore della "Casa d'Arte per la Scultura CORINTHIA" di Roma.
Il Soldato giace esanime ai piedi della Madre Patria che posa la corona dell'onore.
Ai piedi del monumento
Un fregio bronzeo in basso riporta lo stemma del Comune di Ceprano fra le date della Grande Guerra MCMXV - MCMXVIII.
I gradini ai piedi dei sacri bronzi fanno memoria dei MILITARI E CIVILI CADUTI NELLA GUERRA del 1940 – 1945.
Nei bombardamenti tra i Caduti, al centro, il nome di "Coppola Antonio di anni 10".
Poso i miei passi dinanzi al monumento,
congiungo a Te il mio patrio sentimento,
ammiro il bronzo e la bellezza dell'arte,
ascolto la tua voce che si fa maestra,
ripongo e offro il mio civico impegno,
di cultura, di lavoro, di pace e unità,
e mentre sulla terra oggi si fa sera,
affido al Signore la mia preghiera.
A quel Soldato, a quel bambino innocente, ai Caduti di tutte le guerre, rintocca ogni sera da Rovereto a distesa la Campana dei Caduti o Campana della Pace, presentata da Papa Francesco il 1° Gennaio 2015, nell'anelito di PACE dei popoli liberi.
Centenario della Grande Guerra e 70° Anniversario della Liberazione. 4 Novembre 2015
Studi e dono del maestro Giuseppe Di Nunno di Canosa di Puglia
Dalla Via Traiana di Canusium alla Via di Latina di Ceprano, antica Fregelle O amata ITALIA, dalla Via Traiana di Canosa di Puglia approdiamo alla Via Latina di Ceprano verso Roma, nelle radici della terra italica.
Fregelle (Ceprano), la polis scritta in greco Φρεγέλλαι
Strabone, storico e geografo greco del I sec. a. C., tra le città della Via Latina, parla di Ceprano e del fiume Liri nel trattato "Geografia" (Libro V, capo III, 10): ἔτι δὲ Φρεγέλλαι, παρ´ ἣν ὁ Λεῖρις ῥεῖ ὁ εἰς τὰς Μιντούρνας ἐκδιδούς, "et Fregellae, quam urbem praeterit Liris fluvius ad Minturnas se effundens" (La città di Fregelle, lungo la quale scorre il fiume Liri, che si riversa in mare presso Minturno); ῦν μὲν κώμη, πόλις δέ ποτε γεγονυῖα ἀξιόλογος καὶ τὰς πολλὰς τῶν ἄρτι λεχθεισῶν περιοικίδας πρότερον ἐσχηκυῖα, "Fregellae nunc vicus est, olim urbs celebris, multarumque iam dictarum caput…" (Fregelle, ora è un borgo, un tempo città celebre, capitale della maggior parte dei luoghi circonvicini, già menzionati).
La Via Latina di "Fregellae", Ceparianum nel Medioevo.
La colonia latina di Fregelle fu fondata nel 328 a. C. lungo la Via Latina, presso il fiume Liri.Lo storico latino Tito Livio, patavinus, cita la colonia Latina di Fregelle, odierna Ceprano, nel conflitto tra Romani e Sanniti, nei 'Compendi' delle Periochae (Ab Urbe Condita) al cap. VIII, 8: "Ausonibus victis et oppido ex is capto Cales item Fregellae coloniae deductae sunt" (Sconfitti gli Ausoni ed espugnata la loro città, ugualmente furono fondate le colonie di Cales e di Fregelle).
Fregellani: un popolo fiero per aver sostenuto i diritti civili italici, fino alla distruzione della Città nell'anno di Roma 627 (125 a. C.), citata da Cicerone e paragonata alla distruzione di Cartagine e di Sagunto: "Populus Romanus… Fregellas evertit" (Ad Herennium, Lib. IV, cap. 27).
Nella "Dissertazione istorica sui primi popoli d'Italia", D. Pasquale Cayro, patrizio anagnino nel MDCCXCV riporta "quale fusse stato il dolore de' Fregellani in veder distrutta la loro patria".
La distruzione della Città e del ponte sul fiume Liri appartiene alla storia di Ceprano, ma anche alla sua dignità nel "rinascere" e ricostruire sempre dalle macerie le radici e nel far progredire il suo operato
Le vie agresti dell'uva nera di Ceprano e di Canosa di Puglia
E sulla via agreste di Fregelle (odierna Ceprano) incontriamo l'uva nera, di cui gustiamo il robusto vino, 'nero fregellano', stillato dal vitigno citato da Columella, scrittore di agronomia del I sec. d. C. nell'Antica Roma, "vitis autem… ut nigra Fregellana" (De Re Rustica", lib. III, cap. II, v. 27).
Nel Frusinate si riscoprono oggi gli antichi vitigni autoctoni di uva nera: il Lecinaro nero, il Cesanese, l'Olivella nera (in Latino, Oleagina).
Nell'italica Enotria, "terra del vino", sulle vie agresti latine, a Canosa di Puglia la "nigra vitis" si chiama "uva di Troia", in quel vitigno nero portato, secondo la tradizione, dall'eroe Diomede nella Daunia del Gargano. Ancora oggi a Canosa stilliamo il vino "Nero di Troia".
"Nero il racemo, ed un filar prolisso", canta Omero nell'Iliade (libr. XVIII, v.785), ma a Canosa, come a Ceprano, bambini e grandi, possiamo bere il succo d'uva spremuta nell'antico torchio, come scrive lo stesso poeta latino Orazio nelle Odi (1,20):
"et prelo domitam Caleno tu bibes uvam"
( e tu berrai l'uva spremuta col torchio caleno).
"In ogni chicco d'uva, un raggio di sole", come nei versi 77-78 del Canto XXV del Purgatorio di Dante Alighieri: "Guarda il calor del sol che si fa vino, / giunto a l'omor che de la vite cola.
Onore al Monumento ai Caduti di Ceprano
Amata ITALIA, nel saluto del poeta Virgilio, "Salve, magna parens frugum, Saturnia tellus, magna virum" (Georgiche, Libro II, vv.173-174), "Salute a te, terra di Saturno, grande genitrice di messi, grande madre di eroi".
E rendiamo onore agli "umili oscuri eroi" del Monumento ai Caduti di Ceprano, riscoperto anche nell'Archivio Storico Comunale di Canosa di Puglia (cart. 146 del 1923) con la foto in bianco e nero del soldato scolpito in bronzo a Ceprano.
Nel pregevole monumento di Ceprano in piazza Marconi, il soldato giace esanime con la mano sinistra ancora posata sul petto, evocando nella voce muta il palpito immortale nell'epigrafe: ESSI GITTARONO LA GIOVINEZZA ALLA MORTE E I LORO NOMI ALL'IMMORTALITÁ.
Ceprano, 8 Ottobre 1922.
Il monumento ai Caduti del 1922
La ricerca dall'Archivio Storico Comunale con gli studi del maestro Giuseppe Di Nunno, dalle mani del Sindaco di Canosa di Puglia, Ernesto La Salvia e dell'Assessore alla Cultura, Sabino Facciolongo, è approdata alle mani del Sindaco di Ceprano, Marco Galli, coadiuvato dal prof. Franco Palombi e dal sig. Loreto Ippoliti. Artefice del monumento nel 1922, fu lo scultore prof. Torquato Tamagnini, fondatore e Direttore della "Casa d'Arte per la Scultura CORINTHIA" di Roma.
Il Soldato giace esanime ai piedi della Madre Patria che posa la corona dell'onore.
Ai piedi del monumento
Un fregio bronzeo in basso riporta lo stemma del Comune di Ceprano fra le date della Grande Guerra MCMXV - MCMXVIII.
I gradini ai piedi dei sacri bronzi fanno memoria dei MILITARI E CIVILI CADUTI NELLA GUERRA del 1940 – 1945.
Nei bombardamenti tra i Caduti, al centro, il nome di "Coppola Antonio di anni 10".
Poso i miei passi dinanzi al monumento,
congiungo a Te il mio patrio sentimento,
ammiro il bronzo e la bellezza dell'arte,
ascolto la tua voce che si fa maestra,
ripongo e offro il mio civico impegno,
di cultura, di lavoro, di pace e unità,
e mentre sulla terra oggi si fa sera,
affido al Signore la mia preghiera.
A quel Soldato, a quel bambino innocente, ai Caduti di tutte le guerre, rintocca ogni sera da Rovereto a distesa la Campana dei Caduti o Campana della Pace, presentata da Papa Francesco il 1° Gennaio 2015, nell'anelito di PACE dei popoli liberi.
Centenario della Grande Guerra e 70° Anniversario della Liberazione. 4 Novembre 2015
Studi e dono del maestro Giuseppe Di Nunno di Canosa di Puglia