Stilus Magistri
Dalla Preistoria eneolitica al dialetto ‘du vrìcce de l’Óffete’
Parla un ciottolo del fiume Ofanto
venerdì 19 agosto 2016
17.42
Canosa di Puglia(BT) si affaccia sulle rive del fiume Ofanto, i cui ciottoli parlano diverse lingue e raccontano la storia di una civiltà millenaria. Se non parlassero gli uomini, parlerebbero le pietre: ascolta la mia voce!
Le mie origini: Sono nato milioni di anni fa dal trasporto alluvionale di rocce sedimentarie disgregate e levigate, arrotondate ad arte dalla natura e dalla forza dei flutti del fiume.
Il ciottolo dell'Eneolitico: Sulle vie della civilizzazione del fiume della Puglia sorsero villaggi dell'Eneolitico nel 3.500 a.C. con punte di lancia di selce. Mi hanno scheggiato con un ciottolo scheggiato, il chopper, e hanno scritto il nome della pietra, litos, nelle epoche neolitiche.Su di me si sono posati i passi di questi uomini della Preistoria, che hanno scheggiato le dure pietre di selce facendo utensili.
Sassi di fiume portati dalle rive come segno di una tomba dove furono sepolti nella sabbia una madre e un figlio in posizione fetale, nel sonno eterno, in una tomba scoperta a Canosa dopo 5.500 anni.
Dall'antica Grecia alla Via Traiana: Già nell'isola di Creta e nell'antica Grecia sono stato collocato nei pavimenti musivi di ciottoli di fiume. Anche il leggendario Diomede approdato sulle rive dell'Ofanto ha fondato Canosa posando i suoi piedi scalzi sui ciottoli di fiume. E anche nell'antica Roma tanti ciottolati hanno pavimentato le strade. Mi chiamavano silex,.silicis e mi hanno conficcato sul tratto della Via Traiana presso l'Arco Traiano di Canusium Apuliae: mi hanno riscoperto nel 900 meravigliati di tanti ciottoli posti di taglio a spina di pesce, ma era l'ingegneria degli antichi Romani! E anche nell'epoca cristiana nella pavimentazione del tempio sabiniano di San Leucio del VI secolo, hanno pavimentato alcune parti con ciottoli tagliati a metà, accanto ai pregevoli mosaici.
Sul Regio Tratturo del Ponte Romano del fiume Aufidus: Nel I secolo d.C. hanno costruito il monumentale Ponte Romano a cinque arcate a schiena d'asino, ma nella platea delle fondamenta hanno fatto un basamento con ciottoli di fiume in una malta cementizia. E gli stessi ciottoli hanno lastricato la via del ponte, che ha conosciuto tante greggi di pecore sulle vie della Transumanza. Oggi purtroppo sulla mia pelle levigata scorrono sostanze inquinanti che fanno ammalare il fiume depauperato anche dal disboscamento delle verdeggianti rive invase a volte dalle coltivazioni.
"U vrìcce de l'Óffete" nel dialetto del borgo antico del Castello: Quante lingue ho parlato dall'epoca eneolitica, alla Magna Grecia, al Latino dell'antica Roma, ai Bizantini, ai Longobardi e ai Normanni, ai Crociati, ai Principi di Napoli, alla povera gente dei nostri antenati con i ciottolati di alcuni vicoli del Borgo Antico del Castello di Canosa di Puglia.Sono venuti dall'Università di Torino con la giovane Marzia, figlia di donna Giulia canosina, con i passi del maestro Peppino a riscoprire un vicolo stretto nelle origini del panettiere Clemente, che racconta in dialetto la storia du vricce de l'Óffete che ha visto la sua nascita e la sua vita.Infatti la sua strada, Vico Vittore Pisani, è intitolata ad un docente di Glottologia, di Linguistica all'Università di Firenze e di Milano nella prima metà del 900. L'intitolazione del vico trova continuità nel ciottolato della pavimentazione, depauperata dalle infrastrutture urbanistiche senza criterio e rispetto, ma recuperata dal corridoio di accesso alla casa del panettiere Clemente, fatta di ciottoli che evocano in dialetto la storia di quel vicolo stretto.Ora quel ciottolo in dialetto canosino, figura nella tesi di Laurea di Marzia Festa presso l'Università di Torino, nel corso di Laurea di Lettere Moderne.
In Latino e in dialetto: ho visto le terribili inondazioni del fiume Ofanto. Così scrive nel I sec.a. C. il poeta Orazio nelle Odi (Libro IV, Ode 14, verso 25): sic tauriformis volvitur Aufidus, qui regna Dauni praefluit Apuli, cum saevit horrendamque cultis diluviem meditatur agris, così si svolge l'Aufido dal capo taurino,che attraversa il regno di Dàuno nell'Apulia,quando s'infuria e trama una terribile inondazione nei campi coltivati.
Horrendam diluviem, che i nostri nonni nel 900 dicevano in dialetto: "la chiàne de l'Óffete" (la piena del fiume Ofanto) jinde a la cambagne! Ho ritrovato tanti ciottoli piccoli a formare lo stemma di Canosa ai piedi della zona 167, la nuova zona cittadina: hanno fatto bene a usare la piccola breccia di fiume, però potevano intorno usare i ciottoli autentici di fiume, senza usare quelli colorati di bianco, dove la modernizzazione cancella la natura e la storia. Porterei anche qualche piccolo ciottolo a Scuola fra i bambini, a raccontare la storia dell'Aritmetica, quando un piccolo ciottolo, calculus, veniva usato per rappresentare le cifre, i numeri e per…"calcolare".
Una pagina di pietra di linguistica tra Preistoria e futuro: La mia voce di ciottolo del fiume Ofanto (lat. Aufidus) racconta la storia e la linguistica di 5.500 anni dal neolitico al dialetto del Borgo Antico, dalla silex della Via Traiana al vricce de l'Óffete dei nostri padri, scrigno di millenni del passato e risorsa edilizia, urbanistica e artistica dell'oggi e del domani. Raccogli un ciottolo sulle rive del fiume Ofanto di Canosa e portalo a casa tua, a Scuola, al Museo, in vetrina in città, ascolta la mia voce: sono il testimone delle tue radici!
maestro Peppino Di Nunno
P.S. Ho suggellato il ciottolo del fiume Ofanto nel mio libro "Sulle vie dei ciottoli del dialetto canosino", approdato a Roma all'Ambasciata di Grecia, a Firenze, all'Accademia della Crusca, ad Atene nel Museo Archeologico Nazionale, in Sicilia e nel Veneto, a Foggia presso l'Università, dove racconta la storia del ponte romano da pagina 125 con il Regio Tratturo S. Sabino.
Il Ponte Romano sul fiume Ofanto è in gara a "I Luoghi del Cuore", promosso dal FAI – Fondo Ambiente Italiano - in collaborazione con Intesa Sanpaolo, insieme ad altri luoghi dimenticati, inaccessibili, abbandonati all'incuria che meriterebbero di essere valorizzati, tutelati o recuperati. Il tutto attraverso il voto on line ed alla raccolta di firme cartacee fino al prossimo 30 novembre 2016 , un'occasione unica per esprimere il proprio amore per il Ponte Romano e condividerlo con chi riconosce nelle bellezze storiche culturali dell'Italia e di Canosa di Puglia(BT).
Le mie origini: Sono nato milioni di anni fa dal trasporto alluvionale di rocce sedimentarie disgregate e levigate, arrotondate ad arte dalla natura e dalla forza dei flutti del fiume.
Il ciottolo dell'Eneolitico: Sulle vie della civilizzazione del fiume della Puglia sorsero villaggi dell'Eneolitico nel 3.500 a.C. con punte di lancia di selce. Mi hanno scheggiato con un ciottolo scheggiato, il chopper, e hanno scritto il nome della pietra, litos, nelle epoche neolitiche.Su di me si sono posati i passi di questi uomini della Preistoria, che hanno scheggiato le dure pietre di selce facendo utensili.
Sassi di fiume portati dalle rive come segno di una tomba dove furono sepolti nella sabbia una madre e un figlio in posizione fetale, nel sonno eterno, in una tomba scoperta a Canosa dopo 5.500 anni.
Dall'antica Grecia alla Via Traiana: Già nell'isola di Creta e nell'antica Grecia sono stato collocato nei pavimenti musivi di ciottoli di fiume. Anche il leggendario Diomede approdato sulle rive dell'Ofanto ha fondato Canosa posando i suoi piedi scalzi sui ciottoli di fiume. E anche nell'antica Roma tanti ciottolati hanno pavimentato le strade. Mi chiamavano silex,.silicis e mi hanno conficcato sul tratto della Via Traiana presso l'Arco Traiano di Canusium Apuliae: mi hanno riscoperto nel 900 meravigliati di tanti ciottoli posti di taglio a spina di pesce, ma era l'ingegneria degli antichi Romani! E anche nell'epoca cristiana nella pavimentazione del tempio sabiniano di San Leucio del VI secolo, hanno pavimentato alcune parti con ciottoli tagliati a metà, accanto ai pregevoli mosaici.
Sul Regio Tratturo del Ponte Romano del fiume Aufidus: Nel I secolo d.C. hanno costruito il monumentale Ponte Romano a cinque arcate a schiena d'asino, ma nella platea delle fondamenta hanno fatto un basamento con ciottoli di fiume in una malta cementizia. E gli stessi ciottoli hanno lastricato la via del ponte, che ha conosciuto tante greggi di pecore sulle vie della Transumanza. Oggi purtroppo sulla mia pelle levigata scorrono sostanze inquinanti che fanno ammalare il fiume depauperato anche dal disboscamento delle verdeggianti rive invase a volte dalle coltivazioni.
"U vrìcce de l'Óffete" nel dialetto del borgo antico del Castello: Quante lingue ho parlato dall'epoca eneolitica, alla Magna Grecia, al Latino dell'antica Roma, ai Bizantini, ai Longobardi e ai Normanni, ai Crociati, ai Principi di Napoli, alla povera gente dei nostri antenati con i ciottolati di alcuni vicoli del Borgo Antico del Castello di Canosa di Puglia.Sono venuti dall'Università di Torino con la giovane Marzia, figlia di donna Giulia canosina, con i passi del maestro Peppino a riscoprire un vicolo stretto nelle origini del panettiere Clemente, che racconta in dialetto la storia du vricce de l'Óffete che ha visto la sua nascita e la sua vita.Infatti la sua strada, Vico Vittore Pisani, è intitolata ad un docente di Glottologia, di Linguistica all'Università di Firenze e di Milano nella prima metà del 900. L'intitolazione del vico trova continuità nel ciottolato della pavimentazione, depauperata dalle infrastrutture urbanistiche senza criterio e rispetto, ma recuperata dal corridoio di accesso alla casa del panettiere Clemente, fatta di ciottoli che evocano in dialetto la storia di quel vicolo stretto.Ora quel ciottolo in dialetto canosino, figura nella tesi di Laurea di Marzia Festa presso l'Università di Torino, nel corso di Laurea di Lettere Moderne.
In Latino e in dialetto: ho visto le terribili inondazioni del fiume Ofanto. Così scrive nel I sec.a. C. il poeta Orazio nelle Odi (Libro IV, Ode 14, verso 25): sic tauriformis volvitur Aufidus, qui regna Dauni praefluit Apuli, cum saevit horrendamque cultis diluviem meditatur agris, così si svolge l'Aufido dal capo taurino,che attraversa il regno di Dàuno nell'Apulia,quando s'infuria e trama una terribile inondazione nei campi coltivati.
Horrendam diluviem, che i nostri nonni nel 900 dicevano in dialetto: "la chiàne de l'Óffete" (la piena del fiume Ofanto) jinde a la cambagne! Ho ritrovato tanti ciottoli piccoli a formare lo stemma di Canosa ai piedi della zona 167, la nuova zona cittadina: hanno fatto bene a usare la piccola breccia di fiume, però potevano intorno usare i ciottoli autentici di fiume, senza usare quelli colorati di bianco, dove la modernizzazione cancella la natura e la storia. Porterei anche qualche piccolo ciottolo a Scuola fra i bambini, a raccontare la storia dell'Aritmetica, quando un piccolo ciottolo, calculus, veniva usato per rappresentare le cifre, i numeri e per…"calcolare".
Una pagina di pietra di linguistica tra Preistoria e futuro: La mia voce di ciottolo del fiume Ofanto (lat. Aufidus) racconta la storia e la linguistica di 5.500 anni dal neolitico al dialetto del Borgo Antico, dalla silex della Via Traiana al vricce de l'Óffete dei nostri padri, scrigno di millenni del passato e risorsa edilizia, urbanistica e artistica dell'oggi e del domani. Raccogli un ciottolo sulle rive del fiume Ofanto di Canosa e portalo a casa tua, a Scuola, al Museo, in vetrina in città, ascolta la mia voce: sono il testimone delle tue radici!
maestro Peppino Di Nunno
P.S. Ho suggellato il ciottolo del fiume Ofanto nel mio libro "Sulle vie dei ciottoli del dialetto canosino", approdato a Roma all'Ambasciata di Grecia, a Firenze, all'Accademia della Crusca, ad Atene nel Museo Archeologico Nazionale, in Sicilia e nel Veneto, a Foggia presso l'Università, dove racconta la storia del ponte romano da pagina 125 con il Regio Tratturo S. Sabino.
Il Ponte Romano sul fiume Ofanto è in gara a "I Luoghi del Cuore", promosso dal FAI – Fondo Ambiente Italiano - in collaborazione con Intesa Sanpaolo, insieme ad altri luoghi dimenticati, inaccessibili, abbandonati all'incuria che meriterebbero di essere valorizzati, tutelati o recuperati. Il tutto attraverso il voto on line ed alla raccolta di firme cartacee fino al prossimo 30 novembre 2016 , un'occasione unica per esprimere il proprio amore per il Ponte Romano e condividerlo con chi riconosce nelle bellezze storiche culturali dell'Italia e di Canosa di Puglia(BT).