Stilus Magistri
Donne romane in bikini alle Terme
Le incontriamo a Piazza Terme a Canosa di Puglia
sabato 6 luglio 2024
9.02
In un itinerario turistico della Canusium romana imperiale, muovo i passi di studio dal Tempio di Giove Toro su cui mi affaccio ogni giorno, verso Piazza Terme il cui titolo in toponomastica riconduce alle Terme Ferrara, proprietario del sito nell'800. Le abbiamo una volta esplorato sottoterra negli anni '80 accedendo da un privato garage. Era un impianto termale della Canusium romana imperiale di significativa struttura, che riporta anche alle Terme Lomuscio in una traversa di Via Imbriani con edifici termali del III-IV sec. ricostruiti in età tardo antica, in cui negli scavi del 900 è stato ricostruito un frigidarium. Ma anche in fondo a Via Duca di Genova è stato ritrovato un impianto termale.
L'Acquedotto di Erode Attico...un Ateniese da salvare nella Piazza di Imbriani!
L'esistenza di bagni termali a Canosa si lega funzionalmente all'acquedotto romano del II sec. di Erode Attico, che dalle fonti di Montemilone terminava a Canosa per 35 KM verso l'attuale via Imbriani, da noi riscoperta nell'Amministrazione La Salvia e intitolata nella fine '800 "Via Aquedotti" nella flessione latina.
Infatti nel percorso viario sono state riscoperte le fistule aquariae di piombo custodite nella Scuola Giovanni Bovio e nel Museo Civico Iliceto, mentre sono state disegnate dal grande artista Matteo Barboni nella storica pergamena del 1892 scoperta dai miei studi con il nipote di Roma omonimo che ha costituito un blog visitabile.
Certo il Prevosto Tortora nel '700 ha esplorato e descritto i ruderi dell'acquedotto romano da Minervino a Canosa, ancora oggi esistenti come ha visto l'amico delle grotte Michele Tarallo Matarrese. Anche il Saint Non avrà visto i ruderi del balneum romano di Piazza Terme.
Le terme romane
Ma torniamo a visitare le Terme Ferrara nel contesto dell'Antica Roma che edificava già in epoca Repubblicana impianti termali, luoghi di ritrovo dove, come a Pompei, uomini e donne di qualsiasi ceto sociale si ritrovavano nel benessere fisiologico del calidarium, del tepidarium, del frigidarium di successive vasche terminando nelle piscine , nella natatio.
Era un bel idromassaggio presente oggi in alcuni impianti termali".
Ingresso alle terme separati per sesso ed orari
Come riporta l'editto dell'Imperatore Adrianus "lavacra pro sexibus separavit", in quanto l'accesso era separato tra uomini e donne. Le donne vestivano il due pezzi, composto da una fascia di lino, una sorta di perizoma che avvolgeva le cosce allacciato in vita, chiamato "subligaculum", da subligo, "legare sotto", mentre il reggiseno era la fascia subligaris o mammillare, menzionato anche dal poeta Ovidio nei distici dell'Ars Amatoria.
Non solo bagni termali
Ma non solo bagni termali, in quanto si praticava poi palestra, esercizi ginnici e si visitava biblioteche, in incontri di vita di relazione dove, a detta degli studiosi, non mancavano le confabulationes o susurrium, le dicerie e i pettegolezzi, che i nostri padri evocavano come "li zingremìnde".
Il proverbio dialettale evoca "mùnne jève e mùnne jà" in una poesia dialettale riportata nel mio libro "Sulle vie dei ciottoli" e che riportiamo nel sorriso benevolo alle nostre belle donne, come mi motivò la signora Vincenza. Si ritrova nel portale di Canosaweb diretto da Bartolo Carbone.
Il mosaico del cavallo marino
Un mosaico pavimentale di tessere in bianco e nero, esposto in Piazza Terme, attesta l'imponenza del balneum canosino in una scena marina. "Segmenti di tessere nere, disposte su sette file, …onde del mare su cui si dispone un ippocampo". Nella autorevole lettura non compare mai l'appellativo di "drago", ma si parla di "cavallo marino", ricorrente fra gli "ippocampi degli ambienti termali". Infatti l'Ippocampo è un decoro dei pavimenti musivi di edifici di "thermae" romane, dalle terme Nettuno di Ostia, fino alla Britannia e in molti siti archeologici campani e vesuviani, che avrebbero anche influenzato l'urbe canusina.
L'ippocampo, rappresenta il cavallo marino o "cavallo di Poseidone", del dio Nettuno del mare, che a volte viene raffigurato a cavalcare la figura mitologica, non di drago, ma di "cavallo marino" che fa parte del "corteggio del dio" in epoca romana.
Disegnate un murales in Piazza Terme con la mano artistica di Piskv e disegnate anche le belle donne che frequentavano le Terme in...bikini.
Già perché se il bikini si è affacciato in pubblico sui lidi del mare nel 1946 ideato dall'audace sarto francese Louis Reard , era già in uso nelle donne romane alle Terme che indossavano una tunica e si scoprivano vestite in ...due pezzi! come mostrano gli affreschi ritrovati nelle terme romane di Pompei.
Ho invitato un amico commerciante Rino in Piazza Terme di essere attento ala presenza di donne romane canosine in tunica o bikini nel viaggio del tempo. Vorrei intervistarle negli studi che sono patrimonio storico dalla nostra amata Canosa, ob amorem patriae! Potrebbero svelarci il nome del balneum nel tempo, che potremmo chiamare in ogni caso. Le terme del cavallo marino di Canusium!
Architetto Piskv , buon disegno d'arte!
Buone terme a tutti!
Maestro Giuseppe Di Nunno
L'Acquedotto di Erode Attico...un Ateniese da salvare nella Piazza di Imbriani!
L'esistenza di bagni termali a Canosa si lega funzionalmente all'acquedotto romano del II sec. di Erode Attico, che dalle fonti di Montemilone terminava a Canosa per 35 KM verso l'attuale via Imbriani, da noi riscoperta nell'Amministrazione La Salvia e intitolata nella fine '800 "Via Aquedotti" nella flessione latina.
Infatti nel percorso viario sono state riscoperte le fistule aquariae di piombo custodite nella Scuola Giovanni Bovio e nel Museo Civico Iliceto, mentre sono state disegnate dal grande artista Matteo Barboni nella storica pergamena del 1892 scoperta dai miei studi con il nipote di Roma omonimo che ha costituito un blog visitabile.
Certo il Prevosto Tortora nel '700 ha esplorato e descritto i ruderi dell'acquedotto romano da Minervino a Canosa, ancora oggi esistenti come ha visto l'amico delle grotte Michele Tarallo Matarrese. Anche il Saint Non avrà visto i ruderi del balneum romano di Piazza Terme.
Le terme romane
Ma torniamo a visitare le Terme Ferrara nel contesto dell'Antica Roma che edificava già in epoca Repubblicana impianti termali, luoghi di ritrovo dove, come a Pompei, uomini e donne di qualsiasi ceto sociale si ritrovavano nel benessere fisiologico del calidarium, del tepidarium, del frigidarium di successive vasche terminando nelle piscine , nella natatio.
Era un bel idromassaggio presente oggi in alcuni impianti termali".
Ingresso alle terme separati per sesso ed orari
Come riporta l'editto dell'Imperatore Adrianus "lavacra pro sexibus separavit", in quanto l'accesso era separato tra uomini e donne. Le donne vestivano il due pezzi, composto da una fascia di lino, una sorta di perizoma che avvolgeva le cosce allacciato in vita, chiamato "subligaculum", da subligo, "legare sotto", mentre il reggiseno era la fascia subligaris o mammillare, menzionato anche dal poeta Ovidio nei distici dell'Ars Amatoria.
Non solo bagni termali
Ma non solo bagni termali, in quanto si praticava poi palestra, esercizi ginnici e si visitava biblioteche, in incontri di vita di relazione dove, a detta degli studiosi, non mancavano le confabulationes o susurrium, le dicerie e i pettegolezzi, che i nostri padri evocavano come "li zingremìnde".
Il proverbio dialettale evoca "mùnne jève e mùnne jà" in una poesia dialettale riportata nel mio libro "Sulle vie dei ciottoli" e che riportiamo nel sorriso benevolo alle nostre belle donne, come mi motivò la signora Vincenza. Si ritrova nel portale di Canosaweb diretto da Bartolo Carbone.
Il mosaico del cavallo marino
Un mosaico pavimentale di tessere in bianco e nero, esposto in Piazza Terme, attesta l'imponenza del balneum canosino in una scena marina. "Segmenti di tessere nere, disposte su sette file, …onde del mare su cui si dispone un ippocampo". Nella autorevole lettura non compare mai l'appellativo di "drago", ma si parla di "cavallo marino", ricorrente fra gli "ippocampi degli ambienti termali". Infatti l'Ippocampo è un decoro dei pavimenti musivi di edifici di "thermae" romane, dalle terme Nettuno di Ostia, fino alla Britannia e in molti siti archeologici campani e vesuviani, che avrebbero anche influenzato l'urbe canusina.
L'ippocampo, rappresenta il cavallo marino o "cavallo di Poseidone", del dio Nettuno del mare, che a volte viene raffigurato a cavalcare la figura mitologica, non di drago, ma di "cavallo marino" che fa parte del "corteggio del dio" in epoca romana.
Disegnate un murales in Piazza Terme con la mano artistica di Piskv e disegnate anche le belle donne che frequentavano le Terme in...bikini.
Già perché se il bikini si è affacciato in pubblico sui lidi del mare nel 1946 ideato dall'audace sarto francese Louis Reard , era già in uso nelle donne romane alle Terme che indossavano una tunica e si scoprivano vestite in ...due pezzi! come mostrano gli affreschi ritrovati nelle terme romane di Pompei.
Ho invitato un amico commerciante Rino in Piazza Terme di essere attento ala presenza di donne romane canosine in tunica o bikini nel viaggio del tempo. Vorrei intervistarle negli studi che sono patrimonio storico dalla nostra amata Canosa, ob amorem patriae! Potrebbero svelarci il nome del balneum nel tempo, che potremmo chiamare in ogni caso. Le terme del cavallo marino di Canusium!
Architetto Piskv , buon disegno d'arte!
Buone terme a tutti!
Maestro Giuseppe Di Nunno