Stilus Magistri

I marmi della Porta Santa della Cattedrale S. Sabino

Pietre di romanità, di cristianità, di graffiti medievali di pellegrini

L'apertura della Porta Santa della Cattedrale S. Sabino di Canosa di Puglia(BT) ha riportato all'attenzione le radici storiche e architettoniche della stessa porta, che incorporata nell'ingresso ottocentesco della Cattedrale, fu trasferita dal portale della Cattedrale palatina dei Normanni. Riscoperta solo di recente, dopo un "buco nero" di conoscenze architettoniche, come monumento giustinianeo del VI secolo edificato dalle fondamenta dal Vescovo Sabino mentre era ancora in vita, come attesta Il Prevosto Tortora nel '700:
Porro praesens Cathedralis, est una ex illis Ecclesiis, ab ipso Sabino dum in humanis ageret, a fundamentis excitatis.
In realtà l'attuale Cattedrale è una delle Chiese, edificate dalle fondamenta, dallo stesso Sabino, mentre era ancora in vita. Queste radici vengono attestate dall'epigrafe in latino della lapide collocata accanto alla stessa porta nell'anno 1885, dopo il completamento del prolungamento riportato nella data del 1858 della banderuola ferrea del Campanile.
Il testo in Latino documenta:

HAEC IPSA PRIMAEVA CAPELLAE PALATINAE
MARMOREA IANUA
AD AETERNAM REI MEMORIAM
HUC TRANSFERRI EXISTIMATA EST
QUO
POPULUS CANUSINUS
CONATA PERFICIENS
ANGUSTOS ECCLESIAE FINES
PROTULIT
D. MDCCCLXXXV


La traduzione negli studi del 2003 si avvale anche del supporto della Prof.ssa Giulia Giorgio del Liceo Statale "Enrico Fermi" e così riporta: Questa stessa porta marmorea / originaria della Cappella Palatina / per la memoria indelebile dell'avvenimento / è stata stimata di essere trasferita / in questo punto / dove / il popolo canosino / conducendo a termine l'impresa / ha esteso in avanti / gli angusti limiti del tempio.
Anno del Signore 1885.


La stessa data viene riportata sulla porta lignea del portale esterno sostenuta nelle spese da Francesco Saverio Stringani: HAEC IANUA SUMPTIBUS F. XAVERII STRINGANI 1885. Sul portale marmoreo si possono notare ancora i graffiti medievali lasciati dai visitatori, nella consuetudine che ritroviamo anche presso il Santuario di San Michele Arcangelo sul Gargano, dove notiamo anche impronte di mani sui gradini. Come comunicato dall'architetto emerito Michele Menduni da Firenze, possiamo ipotizzare nel periodo normanno-svevo, in epoca medioevale, pellegrinaggi di visita ai luoghi santi della cristianità che transitavano da Canosa verso il Gargano.
Pongo all'attenzione due graffiti che riportano la data del 28 lug. 1742 e soprattutto quello più antico del MDII MARC BEAT VEN, o stemmi a forma di scudo e figure umane di visitatori. Ma la riscoperta di questi marmi della Porta Santa, nelle parole del Parroco, Mons. Felice Bacco nella cerimonia di apertura del Giubileo, riconduce al reimpiego di marmi provenienti dal tempio pagano romano di Giove Toro in Canusium. Il reimpiego di materiale di edifici della romanità nei templi della Cristianità, si ritrova anche a Roma, dove le pietre del Colosseo furono destinate alle Chiese di Roma, a significare anche una continuità non solo architettonica, ma anche culturale, come avvenne nella Natività del Signore, che racchiuse la festività pagana del Dies Natalis Solis Invicti nella stessa data del Solstizio d'Inverno. Ricordo con gusto cognitivo questo principio di "sublimazione" ascoltato dalle parole competenti dello scomparso Vescovo di Andria, Mons. Giuseppe Lanave. Ora le parole e gli studi di Don Felice, riscoprono nei saggi che i marmi della stessa architrave della Porta Antica furono collocati al contrario nelle direzione fronte-retro: infatti sul retro di scorgono profili decorativi alquanto logori, che presumibilente furono occultati intenzionalmente. Se l'evento architteonico del 1885, salvò l'antica porta "per la memoria indelebile dell'avvenimento", oggi la Porta Santa salva la nostra vita nella Misericordia del Signore per la memoria indelebile del Giubileo voluto da Papa Francesco. Con questa memoria storica, architettonica, ecclesiale, spirituale, come Pellegrini dell'Anno Santo, attraversiamo la soglia di questa "porta marmorea" della Cattedrale di San Sabino, mentre ricorrono 1450 anni dal dies natalis della morte del Vescovo Sabino.

Ieri 23 gennaio l'anima del carissimo collega di Scuola, maestro Giovanni Minerva, ha attraversato la porta santa dell'esistenza terrena, verso la vita eterna dinanzi alla Misericordia del Signore, dove i maestri di Scuola incontrano il divino Maestro, da lui tante volte evocato nel servizio alla Chiesa. Addio Giovanni! Lo sguardo si eleva sui marmi della Porta Santa dela Cattedrale e si pone infine sull'iscrizione posta nell'800 sull'arco del portale: DOMUS MEA DOMUS ORATIONIS. Sono le parole che Gesù evoca, entrando nel tempio di Gerusalemme, come riporta la Vulgata del Vangelo di Luca, al v. 46 del cap. 19: Scriptum est: "et erit domus mea domus orationis", "Sta scritto, la mia casa sarà casa di preghiera", come scrive infatti Isaia (cap. 56,7), "sarà chiamata casa di preghiera per tutti i popoli"… e così sia!

maestro Peppino Di Nunno
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