Stilus Magistri

I rintocchi di legno del Venerdì Santo

Il ‘crepitaculum’ religioso in Italia, in Spagna e Sud America

Il venerdì Santo, giorno della Crocifissione e morte di Gesù, nel silenzio, anche in Chiesa si legavano le funi alle campane, i cui rintocchi tacevano. In sostituzione dei Sacri Bronzi veniva usata, ieri come oggi, la Troccola, strumento liturgico sacro, campana di legno, come riporta la cultura dell'Italia meridionale fino alla Sicilia, alla Sardegna, alle Marche, al Veneto. In provincia di Enna nel Venerdì Santo dicono che "lu Venniri è di lignu la campana". Era il tempo di Isidoro, Sagrestano di San Sabino, come ricordo con mio fratello Pasquale, quando cinquanta anni fa, si usava la Troccola in Cattedrale, a Canosa.

La Troccola è una tavoletta di legno, composta da maniglie di ferro che ruotando in senso alternato con l'impugnatura della mano, sbatte su chiodi di ferro infissi nel legno, producendo un suono stridente, un crepitio, che rievoca i colpi di ferro sui chiodi infissi nel legno sacro della Croce di Gesù, "quando si fece buio su tutta la terra… e la terra si scosse" (Matteo, cap. 27, v. 45 e 51). La radice etimologica del termine risale al greco τροχός (trokòs), "ruota", allo strumento latino Crotalum, composto da due valve di legno o ferro e corrisponde nel suono al Crepitaculum di un antico strumento. Lo strumento medievale cristiano riconduce all'antichità classica e a strumenti di legno presenti nelle danze religiose, quali il crepitaculum (sonaglio di legno) e il crotalum, (gr. Krotalon), citato nell'appendice virgiliana (Copa). Il "crepitacolo" religioso figura nell'Enciclopedia Cattolica e nel Vocabolario liturgico veneto, associato al nome di bàttola o raganella, diffusa nel Veneto. Lo strumento liturgico del Crepitaculum o Matratum (voce gallica da cui deriva la Matraca spagnola), nelle origini medievali, viene riportato nel Tomo IV del Glossarium Latinitatis del Du Cange del MDCCXXXIII: "tabula lignea quae pluribus malleolis pulsatur, sive ad excitandos fratres in monasteriis, sive ad horas divini Officii indicandas diebus infra hebdomadam sanctam quibus silent campanae" (la tavoletta di legno, che viene battuta da molti martelletti, sia per richiamare i frati nei monasteri, sia per manifestare la Liturgia delle ore dell'Ufficio Divino nei giorni della Settimana Santa, in cui tacciono le campane).

A Gallipoli in Puglia, i Troccolanti col saio rosso portano la Troccola "un povero strumento che scandisce le ore più toccanti della liturgia cristiana". Anche in provincia di Treviso, a Salvatronda di Castelfranco Veneto, il parente di famiglia Amedeo attesta: "quando ero bambino, la usavamo nel Venerdì Santo, con il nome di racoéta" e don Mauro Simeoni, Parroco della Chiesa Madre di Salvatronda, con il laico Maurizio Sbrissa, e con mio figlio Davide, ci mostra la grande "racoèta" datata nell'800, usata ancora oggi. Sul fianco della racoleta, rileviamo una data storica: 1822 S. P. (forse Pieve di Salvatronda). A Villanova d'Istrana (TV), nella cella campanaria suona "el rebegòn", simile a quello di Salvatronda. Nella stessa cara Pederobba (TV), il caro professor Agostino Vendramin, già Assessore alla Cultura, mi riferisce dell'esistenza in passato della "raganella", di questo "strumento di legno, che faceva un gran fragore nella notte del Venerdì Santo". La versione della raganella (o racanella) è la ruota dentata su cui scorre un lamella di legno, presente anche a Canosa nella bottega del falegname Sabino Morea. La raganella, trae il nome onomatopeico dal gracidare della 'ranocchia' (ragana) di colore verde, e ritroviamo il lemma nel Vocabolario della Lingua Italia, già compilato dagli Accademici della Crusca di Firenze, nell'Edizione del 1838, alla pagina 726 decifrata gentilmente da Francesca Carletti, della Biblioteca dell'Accademia della Crusca: "Raganella, chiamano i fanciulli uno Strumento fatto di canne con una girella, colla quale suonano in Chiesa la Settimana santa, quando si fanno le tenebre".

La Troccola figura come tavoletta in Puglia a Taranto con i 'Troccolanti' incappuciati a piedi scalzi, sul Gargano mistico a Monte Sant'Angelo, con i Troccolanti col saio rosso a Gallipoli (Lecce), a Siracusa in Sicilia, a Belvedere Marittimo (Cosenza) con il nome di "maschitto", nell'Alto Sannio del Molise, nelle Marche a Belvedere Ostrense, nella Lombardia, a Mantova con il nome di 'bàttola', nel Veneto con la "ràcola" nella Cattedrale di Vittorio Veneto (TV) o "racolèta" nella Marca Trevigiana; nel Veneto, in provincia di Belluno, lo strumento figura con il nome di "bàttola", a Pieve di Livinallongo, come attesta l'Archivista del Museo comunale. Ma la Troccola figura ancora oggi anche in Hallschlag, nella Germania meridionale con il nome di Ratschen (cricchetto) nel giorno del Karfreitag (Venerdì Santo), portata dai bambini per strada nell'ora santa del Venerdì Santo.

E, la Troccola del Venerdì Santo, strumento liturgico in uso in Italia, è presente anche nella Spagna (en todos le iglesias catolicas) e nelle Chiese del Messico, sotto il nome di Matraca, che viene portata mano a tavoletta o diventa monumentale nei campanili delle Cattedrali di Spagna, come a Santiago de Compostela, e del Messico, come a Morelia. La ricerca con la riscoperta è stata guidata all'inizio dal padre spagnolo Redentorista Emilio Lage dell'Accademia Alfonsiana di Roma. In Messico l'arcivescovo della Cattedrale de Morelia, Arzobispo Alberto Suarez Inda, con una catechesi evangelica, ha presentato la matraca monumentale nel Campanile nel Venerdì Santo del 2013. La Matraca è stata usata da quattro Scout del Brasile, nella Via Crucis a Rio de Janeiro del 26 luglio 2013, nella G.M.G. alla presenza di Papa Francesco. Lo attesta la foto dell'Archivio dell'Osservatore Romano. Così a Canosa di Puglia(BT), nella Processione del Venerdì Santo, dalla Chiesa della B. V. del Carmelo, gli Scout precedono il rito con la sacra Troccola, nella illuminata condivisione dei Parroci don Michele Malcangio, don Nicola Fortunato, don Peppino Balice, don Felice Bacco.

Lo spirito di oggi, immerso in tanti rumori, ha bisogno, nel silenzio sacro di preghiera del Venerdì Santo, di percepire lo scuotimento della terra nella Crocifissione e Morte di Gesù e oggi nel martirio dei Cristiani perseguitati e uccisi nel mondo, dove " il sangue dei nostri fratelli cristiani è una testimonianza che grida", come ha detto Papa Francesco (16 febbraio 2015). Mentre lo spirito si pone in silenzio, in preghiera, il Crepitaculum del Venerdì Santo, scuote l'indifferenza del mondo ed emette lo scuotimento della terra dopo "l'alto grido", quando spirò il Signore e quando spirano i nostri Fratelli cristiani perseguitati. Il rischio di svuotare di storia e di fede i rintocchi di legno del Venerdì Santo, può accadere anche ai simulacri della cristianità, ma questo non deve portare a farli scomparire, quali segni di spiritualità, di storia, di devozione, di catechesi, di fede. É un suono che scuote l'udito e lo spirito umano, nel dolore, ma nella fede del suono di gloria della Pasqua, perché "Gesù Cristo ha vinto la morte… ed è RISORTO!" (seconda lettera dell'Apostolo Paolo a Timoteo, v. 10).

Questi nonni ci consegnano oggi, nelle mani, i rintocchi sacri del Venerdì Santo, che dovrebbero essere riportati in ogni luogo, per le strade del paese, nell'ora più santa dell'umanità, all'ora nona del Venerdì Santo . Il crepitacolo religioso ha la stessa dignità di una campana, dei Sacri Bronzi, e pur essendo di legno povero, è quasi un big bang del Golgota e continua a rievocare: "si fece buio su tutta la terra… e la terra si scosse", mentre gli uomini si inginocchiano ai piedi della Tua Croce, o Signore.


Trokos
(la campana del Venerdì Santo)

Il rintocco più povero,
fatto di legno e di ferro,

il rintocco più storico,
perché risuonò sul Golgota,

il rintocco eco del tempo,
quando si fece buio sulla terra,

il rintocco più stridente,
nel dolore della Croce,

il rintocco più sacro
sulla Via del Venerdì Santo,

il rintocco più vicino alla Chiesa,
perché scende dai Campanili
per andare in mano per le strade,

il rintocco di tanti Continenti,
d'Italia, di Spagna, del Sud America,
Troccola, Matraca,
a mani nude, a piedi scalzi,

il rintocco che si fa preghiera
sulla Via Crucis del Cristo Morto,

il rintocco che si fa eterna fede,
nella luce del Cristo Risorto.

maestro Giuseppe Di Nunno da Canosa di Puglia
Si prega di citare le fonti e l'autore, nella diffusione.
Troccola Chiesa della B.V.del CarmeloRacolèta di Salvatronda(TV)
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