San Sabino
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Stilus Magistri

I Santi in dialetto

Proverbi dei nonni

Il riferimento del sonno alla figura evangelizzatrice di San Paolo, "mu vène paulùcce", non è unico ed episodico, ma ritroviamo altri accostamenti significativi e figurativi tra proverbi dialettali e iconografia dei Santi. Nei miei studi pubblicati di Dialettologia riportiamo alcuni esempi. "Sand'Andùne / màscekere e sùne" (nel primo giorno di Carnevale di Sant'Antonio Abate del 17 gennaio); " u fùche de sand'Andònie", ad indicare l'herpes zoster e la tradizione dei falò e oggi della fòcara di Novoli; "tène la chèpe cùme a sand'Alfònze", cioè inclinata come viene rappresentato Sant'Alfonso a causa di una severa artrosi cervicale; "o sunnète a sanda Brìgede", "ha sognato a Santa Brigida" con l'approssimarsi della morte in riferimento ad un'orazione quaresimale a santa Brigida di Svezia; "u vèse de Giéude", "il bacio di Giuda", significativo di tradimento, di non sincerità; "scàlze all'Engurnète", con riferimento ai pellegrinaggi all'Incoronata di Foggia; "desciéune e senza mésse", "a digiuno e senza messa", con riferimento al digiuno prima della celebrazione eucaristica, a significare che una persona si è preparata ma poi non si è recata a Messa. Dialettando con i Santi ricorrono poi invenzioni significative quali: "sande nìnde", "santo niente" per conservare il rispetto dei Santi; "san Benedìtte, mange le castagne e stàtte cìtte" evocato dalla gente nella festa della Madonna di Costantinopoli a Canosa, ma dove la statua col dito alla bocca esprime la regola benedettina del silenzio, "de taciturnitate": "la mène de San Zavòne" , "la mano di San Sabino", ad indicare la protezione sulla città del Santo Vescovo Patrono, nella visione popolare raccontata del terremoto del 1930 sulle case di Canosa; "san Zavòne poverìdde", "san Zavòne ricche"; "jà bélle cùme a na Madònne", "è bella come una Madonna"; "sànde Mangiàune fèce quattòdece grazie", "San Mangione fa 14 grazie" in confronto a Sant'Antonio che fa 13 grazie, a significare la negativa situazione di offerte materiali per ottenere favori. Ma in dialetto prevaleva la fede nel Signore, nella Madonna, in Dio: "Déu t'aiéute!", "Déu t'aiéute!", "Che Dio ti aiuti!". E ogni momento si concludeva con l'auspicio di un Amen, di un "così sia!", di una cosa nuova da avverarsi: "passésse l'Àngele e decésse amménde!", "che passi l'Angelo e dica Amen". Questa espressioni dialettali connotano da un lato la tendenza della gente a chiosare il vissuto e dall'altro lo stretto legame tra Santi, cristianità, vita della Chiesa e mentalità popolare sapienziale. Non cade foglia che dio non voglia! Espressione in dialetto.Parlando con i Santi
Maestro Peppino Di Nunno
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