Stilus Magistri
C'era una volta Il banditore di paese
U scettabànne di Canosa di Puglia e il Trombetta del Veneto
domenica 5 settembre 2021
13.19
Il banditore di un tempo è stato presentato già nel 2015 nella Biblioteca comunale di Canosa di Puglia, alla presenza del Sindaco La Salvia e della Presidente della Pro Loco, Dottoressa Annamaria Fiore, sfogliando una pagina del libro di Dialettologia "Sulle vie dei ciottoli del dialetto canosino".
Riportiamo quanto riportato: Scettabbànne (sost. m.).- banditore (lett. colui che 'getta il bando'). Etimologia latina. latino: il verbo iacio, is, ieci, iactum, iacere (gettare, scagliare, emettere, divulgare), e il sostantivo del tardo latino bandum (edictum publicum) e poi bannum (glossarium latinitatis), danno origine al lessico dialettale."Bannum mittere… edictum publicum"(glossarium latinitatis). U scettabbànne era un dipendente comunale, un messaggero preposto a trasmettere oralmente, per strada, gli avvisi del Sindaco e i messaggi per la città. La sua e-mail era costituita da un tamburo, portato a tracolla, con cui annunciava agli angoli di strada la sua parola gridata in dialetto: bum, bum, bum, "ò dìtte u Sìneche….".
Lo ricordo nella metà del '900 e lo ritrovo nella sua memoria, tramite la figlia Brigida: si chiamava Inchingolo Michele, (nato il 1920 e deceduto il 1980), "giornaliero di campagna", assunto poi dal Comune come "banditore". Da tale figura popolare scaturisce il proverbio del divulgare una notizia in paese: "ò mannète u bànne attùrne o pajòse". Oggi, dopo 60 anni, dalla strada di paese si divulga il bando nel mondo, nel web, ma attenti ai messaggi-pirata! Era un tamburino, un banditore, dipendente comunale con il compito di informare i cittadini su avvenimenti e iniziative delle autorità cittadine o sulle vendite di prodotti alimentari. Girando per le strade, il banditore si fermava nelle piazzette più abitate o all'inizio dei vicoli in modo che lo potessero sentire un numero maggiore di persone e si faceva annunciare dalla percussione del tamburo. Mia madre Rosetta al suono del tamburo diceva a noi figli; "cìtte, cìtte, pàsse u scettabbànne!" (zitti, zitti, passa il bando!).
Lo ritroviamo a Molfetta, a Vasto, a Pontelandolfo nella Provincia di Benevento in un articolo di Antichi Mestieri di Gabriele Palladino che riporta questi ricordi come quelli vissuti da me a Canosa: Al suono della trombetta la mamma intimava ai figli: "Uagliù' scetàteve zitti, ca sceta passènne r 'bbànne!!" (Ragazzi fate silenzio, che stanno annunciando il bando). Anche a Matera, già Capitale della cultura veniva chiamato "u sciettabònne", mentre nel Manfredoniano era chiamato "u bannjùle". E lo ritroviamo in foto a Molfetta, a Vasto, a Gravina e a Gioia Del Colle, dove la figura del banditore è stata dipinta in un olio su tela da Eliseo Locci. Nella Lucania ritroviamo il banditore, u Jettabànne e nel Napoletano dove si faceva annunziare da uno squillo di trombetta di ottone, come figura il grande Totò.
Il banditore romano era anche nel 1856 il titolo di un Giornale di Roma, "Il Banditore", giornale di commercio e di interessanti cognizioni con annunci, con la sede della Direzione in Piazza Torre Argentina, n. 39. Il costo di un foglio era di 5 baiocchi e l'abbonamento per re mesi era di baj 90. Oggi in Puglia aspettiamo che ritorni il banditore de "La Gazzetta del Mezzogiorno" con il banditore del luogo Paolo Pinnelli! Ma in rete nel web c'è il banditore volontario Bartolo Carbone che scrive e informa nel portale di Canosaweb.
Risaliamo dalla Sicilia nella terra trans-Padum, nel Veneto tra amici e familiari e da Pederobba la gentilissima Matilde Forlin, Segretaria del Comune di Amicizia ci indica il lemma "mediator". Nel Trevigiano annunciando il Prosecco in vendemmia ritroviamo il lemma dialettale del banditore nel Dizionario Dialettale Veneziano di Giuseppe Boerio del 1819 nella figura del "Trombéta,banditore, gridatore. Colui che suona la tromba e pubblica gli editti". Il familiare del Veneto, Amedeo Gerolimetto, mentre annuncia il bando della vendemmia del suo Prosecco, ci informa della "Casa del trombetta" contigua alla Torre civica di Castelfranco Veneto, dove aveva sede il "trombetta", araldo civico che al suono della trombetta richiamava ai Consigli comunali e annunciava leggi e provvedimenti della Serenissima. Apprezziamo il restauro in corso della casa del trombetta e della Torre civica, per deliberazione del Comune di Castelfranco, con cui abbiamo operato uno studio ed opera di stampa sulla Casa Museo del Giorgione. Trombetta o tamburo del banditore, tutto il mondo è paese!Tutto il mondo è paese!
Ritroviamo il banditore anche oggi nella rievocazione di cortei storici, annunciato da squilli di tromba. Oggi la tecnologia comunicativa ha innovazioni, ma è eloquente fare memoria che il banditore dal Medioevo al '900 comunicava in diretta da voce a udito, ammaestrando ancora oggi il valore di comunicare con la voce e di persona nelle relazioni interpersonali. Bum, bum, bum! Cìtte, cìtte, passe u scettabbànne!
Maestro Peppino Di Nunno
Riproduzione@riservata
Riportiamo quanto riportato: Scettabbànne (sost. m.).- banditore (lett. colui che 'getta il bando'). Etimologia latina. latino: il verbo iacio, is, ieci, iactum, iacere (gettare, scagliare, emettere, divulgare), e il sostantivo del tardo latino bandum (edictum publicum) e poi bannum (glossarium latinitatis), danno origine al lessico dialettale."Bannum mittere… edictum publicum"(glossarium latinitatis). U scettabbànne era un dipendente comunale, un messaggero preposto a trasmettere oralmente, per strada, gli avvisi del Sindaco e i messaggi per la città. La sua e-mail era costituita da un tamburo, portato a tracolla, con cui annunciava agli angoli di strada la sua parola gridata in dialetto: bum, bum, bum, "ò dìtte u Sìneche….".
Lo ricordo nella metà del '900 e lo ritrovo nella sua memoria, tramite la figlia Brigida: si chiamava Inchingolo Michele, (nato il 1920 e deceduto il 1980), "giornaliero di campagna", assunto poi dal Comune come "banditore". Da tale figura popolare scaturisce il proverbio del divulgare una notizia in paese: "ò mannète u bànne attùrne o pajòse". Oggi, dopo 60 anni, dalla strada di paese si divulga il bando nel mondo, nel web, ma attenti ai messaggi-pirata! Era un tamburino, un banditore, dipendente comunale con il compito di informare i cittadini su avvenimenti e iniziative delle autorità cittadine o sulle vendite di prodotti alimentari. Girando per le strade, il banditore si fermava nelle piazzette più abitate o all'inizio dei vicoli in modo che lo potessero sentire un numero maggiore di persone e si faceva annunciare dalla percussione del tamburo. Mia madre Rosetta al suono del tamburo diceva a noi figli; "cìtte, cìtte, pàsse u scettabbànne!" (zitti, zitti, passa il bando!).
Lo ritroviamo a Molfetta, a Vasto, a Pontelandolfo nella Provincia di Benevento in un articolo di Antichi Mestieri di Gabriele Palladino che riporta questi ricordi come quelli vissuti da me a Canosa: Al suono della trombetta la mamma intimava ai figli: "Uagliù' scetàteve zitti, ca sceta passènne r 'bbànne!!" (Ragazzi fate silenzio, che stanno annunciando il bando). Anche a Matera, già Capitale della cultura veniva chiamato "u sciettabònne", mentre nel Manfredoniano era chiamato "u bannjùle". E lo ritroviamo in foto a Molfetta, a Vasto, a Gravina e a Gioia Del Colle, dove la figura del banditore è stata dipinta in un olio su tela da Eliseo Locci. Nella Lucania ritroviamo il banditore, u Jettabànne e nel Napoletano dove si faceva annunziare da uno squillo di trombetta di ottone, come figura il grande Totò.
Il banditore romano era anche nel 1856 il titolo di un Giornale di Roma, "Il Banditore", giornale di commercio e di interessanti cognizioni con annunci, con la sede della Direzione in Piazza Torre Argentina, n. 39. Il costo di un foglio era di 5 baiocchi e l'abbonamento per re mesi era di baj 90. Oggi in Puglia aspettiamo che ritorni il banditore de "La Gazzetta del Mezzogiorno" con il banditore del luogo Paolo Pinnelli! Ma in rete nel web c'è il banditore volontario Bartolo Carbone che scrive e informa nel portale di Canosaweb.
Risaliamo dalla Sicilia nella terra trans-Padum, nel Veneto tra amici e familiari e da Pederobba la gentilissima Matilde Forlin, Segretaria del Comune di Amicizia ci indica il lemma "mediator". Nel Trevigiano annunciando il Prosecco in vendemmia ritroviamo il lemma dialettale del banditore nel Dizionario Dialettale Veneziano di Giuseppe Boerio del 1819 nella figura del "Trombéta,banditore, gridatore. Colui che suona la tromba e pubblica gli editti". Il familiare del Veneto, Amedeo Gerolimetto, mentre annuncia il bando della vendemmia del suo Prosecco, ci informa della "Casa del trombetta" contigua alla Torre civica di Castelfranco Veneto, dove aveva sede il "trombetta", araldo civico che al suono della trombetta richiamava ai Consigli comunali e annunciava leggi e provvedimenti della Serenissima. Apprezziamo il restauro in corso della casa del trombetta e della Torre civica, per deliberazione del Comune di Castelfranco, con cui abbiamo operato uno studio ed opera di stampa sulla Casa Museo del Giorgione. Trombetta o tamburo del banditore, tutto il mondo è paese!Tutto il mondo è paese!
Ritroviamo il banditore anche oggi nella rievocazione di cortei storici, annunciato da squilli di tromba. Oggi la tecnologia comunicativa ha innovazioni, ma è eloquente fare memoria che il banditore dal Medioevo al '900 comunicava in diretta da voce a udito, ammaestrando ancora oggi il valore di comunicare con la voce e di persona nelle relazioni interpersonali. Bum, bum, bum! Cìtte, cìtte, passe u scettabbànne!
Maestro Peppino Di Nunno
Riproduzione@riservata