Stilus Magistri
Il basilico e la Basilicata
La vasenecòle canosina e napoletana
lunedì 18 febbraio 2019
22.46
Ricordi di strada quando ero bambino, mentre passava il venditore ambulante con la bicicletta: "la vèees necòle" ♫ ♫. Non capivo e chiedevo a mia madre Rosetta cosa vendesse dicendo e gridando "la vèse de necòle", ma non era "il vaso di Nicola", era la "la vasenecòle", la pianta amica aromatica del Basilico. E' scritta dal 2015 nel libro di Dialettologia "Sulle vie dei ciottoli del dialetto canosino" di Giuseppe Di Nunno.
Il basilico, in dialetto Vasenecòle (sost. f.), et. gr. Βασιλικόν (Basilikòn), etimologia latina Basilicum, significa erba regia.
Nell'archeologia letteraria: il Basilico affonda le sue radici storiche nell'epoca bizantina in Oriente. Il Basilikòn era la sala regia del Basileus, Imperatore Bizantino. Nel IV secolo, queste sale divennero edifici di culto della Cristianità, dette Basiliche. Il Basilikòs gr. βασιλικός era anche il funzionario bizantino che nell'XI sec. amministrava parte della Lucania, che sarà poi chiamata "Basilicata". Nei giardini del Basileus era presente il Basilico, pianta regale, sacra e propiziatoria.
Nell'Antica Grecia la pianta del Basilico era la regina delle spezie.
In Latino era denominata Ocinum basilicum o ocium sanctum. Il cuoco romano Apicio nel trattato di ricette del "De re coquinaria", la cita come "ocinum viridem", (Libro V, cap. III, Pisa, par. 1) …mittis et inferes (metti e offri). Questo profumo regale è il profumo della cucina mediterranea, della pasta col pomodoro e della pizza napoletana, fino al pesto alla genovese. Se nell'epoca romana "cantare ocima" significava mandare maldicenze (Satire di Giovenale), nel '900 per strada si cantava la vendita del basilico…"la vésenecòle!"
Oggi l'abbiamo offerta in una pagina di studio a Matera Capitale Europea della Cultura 2019 nella terra di Basilicata, con lieta condivisione del Sindaco di Matera, che abbiamo contattato.
In Francia è denominata "herbe royale" (erba regale): a Byzance, raconte-t-on, seul le souverain était autorisé à cueillir cette plante sacrée à l'aide d'une faucille d'or, ( a Bisanzio, si racconta, solo il sovrano era autorizzato a raccogliere questa pianta sacra con l'aiuto di una falce d'oro). Nell'Antica Grecia la pianta del Basilico era la regina delle spezie e nel mondo bizantino Ortodosso veniva legata come pianta sacra alla Regina Sant'Elena. Ora la offriamo a Matera terra di Basilicata con un piatto di pennette del Basilikòs, con pomodoro e qualche foglia di Basilico, ma lo possiamo gustare anche noi a tavola, nella Puglia peucezia confinante con la Lucania.
Risento da bambino quella voce di strada gridata e cantata del venditore ambulante ... "la vesenecòle!" ♫ ♫ . E nelle ricerche linguistiche ritrovo con stupore il lemma anche nel Vocabolario delle parole in dialetto napoletano degli Accademici Filopatridi del 1789, che così riporta.
Vasilecòla, basilico
Erba nota e veramente regia pel suo odore, come l'indica nel nome di Basileus (scritto in greco), rex
E la pianta viene evocata nella "canzone del basilico", ballata popolare siciliana di autore anonimo nell'episodio del furto di un vaso di basilico e dell'amore infelice di Lisabetta da Messina: "quale fu lo malo cristiano / che mi furò (rubò) la mia grasta (vaso) / del bassilico mio selemontano? ". La vicenda di Lisabetta da Messina a cui rubarono la grasta del basilico viene citata in una Novella del Decamerone di Boccaccio. La canzone viene dipinta da Holman Hunt nel 1868: "Isabella e il vaso del basilico".
Così evocano alcuni versi della Canzone del basilico: e la mattina, quando lo 'nnaffiava / a la levata del sole, / tutta la gente si maravigliava:- Onde vien cotanto aulore?
Dai balconi dove coltiviamo il basilico sentiamo l'odore e diciamo in dialetto con i nostri padri: "jà l'addàure de la vesenecòle!".
Dedico semplici versi già scritti venti anni fa nella Scuola Elementare De Muro Lomanto, aggiungendo due versi nel 2019 a Matera, alla Basilicata:
Al nostro Basileus imperiale,
fino ai giardini del Quirinale
cresca anche la pianta regale
che unisce la terra dello Stivale,
in ogni tavola, in ogni banchetto,
in bella amicizia e tanto affetto,
con pomodoro e uno spaghetto.
Or che l'abbiamo odorata e studiata
la porgiamo a Matera e alla Basilicata,
riunendoci in festa in una tavolata!
Maestro Peppino Di Nunno da Canosa di Puglia
Qual esso fu lo malo cristiano
che mi furò la mìa grasta
del bassilico mio selemontano?
Il basilico, in dialetto Vasenecòle (sost. f.), et. gr. Βασιλικόν (Basilikòn), etimologia latina Basilicum, significa erba regia.
Nell'archeologia letteraria: il Basilico affonda le sue radici storiche nell'epoca bizantina in Oriente. Il Basilikòn era la sala regia del Basileus, Imperatore Bizantino. Nel IV secolo, queste sale divennero edifici di culto della Cristianità, dette Basiliche. Il Basilikòs gr. βασιλικός era anche il funzionario bizantino che nell'XI sec. amministrava parte della Lucania, che sarà poi chiamata "Basilicata". Nei giardini del Basileus era presente il Basilico, pianta regale, sacra e propiziatoria.
Nell'Antica Grecia la pianta del Basilico era la regina delle spezie.
In Latino era denominata Ocinum basilicum o ocium sanctum. Il cuoco romano Apicio nel trattato di ricette del "De re coquinaria", la cita come "ocinum viridem", (Libro V, cap. III, Pisa, par. 1) …mittis et inferes (metti e offri). Questo profumo regale è il profumo della cucina mediterranea, della pasta col pomodoro e della pizza napoletana, fino al pesto alla genovese. Se nell'epoca romana "cantare ocima" significava mandare maldicenze (Satire di Giovenale), nel '900 per strada si cantava la vendita del basilico…"la vésenecòle!"
Oggi l'abbiamo offerta in una pagina di studio a Matera Capitale Europea della Cultura 2019 nella terra di Basilicata, con lieta condivisione del Sindaco di Matera, che abbiamo contattato.
In Francia è denominata "herbe royale" (erba regale): a Byzance, raconte-t-on, seul le souverain était autorisé à cueillir cette plante sacrée à l'aide d'une faucille d'or, ( a Bisanzio, si racconta, solo il sovrano era autorizzato a raccogliere questa pianta sacra con l'aiuto di una falce d'oro). Nell'Antica Grecia la pianta del Basilico era la regina delle spezie e nel mondo bizantino Ortodosso veniva legata come pianta sacra alla Regina Sant'Elena. Ora la offriamo a Matera terra di Basilicata con un piatto di pennette del Basilikòs, con pomodoro e qualche foglia di Basilico, ma lo possiamo gustare anche noi a tavola, nella Puglia peucezia confinante con la Lucania.
Risento da bambino quella voce di strada gridata e cantata del venditore ambulante ... "la vesenecòle!" ♫ ♫ . E nelle ricerche linguistiche ritrovo con stupore il lemma anche nel Vocabolario delle parole in dialetto napoletano degli Accademici Filopatridi del 1789, che così riporta.
Vasilecòla, basilico
Erba nota e veramente regia pel suo odore, come l'indica nel nome di Basileus (scritto in greco), rex
E la pianta viene evocata nella "canzone del basilico", ballata popolare siciliana di autore anonimo nell'episodio del furto di un vaso di basilico e dell'amore infelice di Lisabetta da Messina: "quale fu lo malo cristiano / che mi furò (rubò) la mia grasta (vaso) / del bassilico mio selemontano? ". La vicenda di Lisabetta da Messina a cui rubarono la grasta del basilico viene citata in una Novella del Decamerone di Boccaccio. La canzone viene dipinta da Holman Hunt nel 1868: "Isabella e il vaso del basilico".
Così evocano alcuni versi della Canzone del basilico: e la mattina, quando lo 'nnaffiava / a la levata del sole, / tutta la gente si maravigliava:- Onde vien cotanto aulore?
Dai balconi dove coltiviamo il basilico sentiamo l'odore e diciamo in dialetto con i nostri padri: "jà l'addàure de la vesenecòle!".
Dedico semplici versi già scritti venti anni fa nella Scuola Elementare De Muro Lomanto, aggiungendo due versi nel 2019 a Matera, alla Basilicata:
Al nostro Basileus imperiale,
fino ai giardini del Quirinale
cresca anche la pianta regale
che unisce la terra dello Stivale,
in ogni tavola, in ogni banchetto,
in bella amicizia e tanto affetto,
con pomodoro e uno spaghetto.
Or che l'abbiamo odorata e studiata
la porgiamo a Matera e alla Basilicata,
riunendoci in festa in una tavolata!
Maestro Peppino Di Nunno da Canosa di Puglia
Qual esso fu lo malo cristiano
che mi furò la mìa grasta
del bassilico mio selemontano?