Stilus Magistri
Il poeta Ovidio ci scrive da Sulmona e Claudio abruzzese si sposa con Mariarosa a Canosa
A cura del maestro Peppino Di Nunno
lunedì 22 settembre 2014
15.21
Dal Centro storico di Sulmona, dalla Piazza XX Settembre, riceviamo dal fotografo Sergio di Benedetto, le immagini del monumento del poeta latino, il poeta dell'Ars Amatoria, rileggendo le iscrizioni in latino e rintracciando le fonti letterarie.
Ai piedi del monumento è scritto: SVLMO MIHI PATRIA EST ("Mi è patria Sulmona, ricchissima di fresche acque, / distante novanta miglia da Roma"). La frase è riportata dall'esilio di Ovidio, nell'opera Tristia, Libro III, Elegia X, vv. 3-4).
L'altra iscrizione porta il vanto del poeta, attestato dal monumento in bronzo: PELIGNÆ DICAR GLORIA GENTIS EGO, tratta dall'opera Amores, Libro III, Elegia XV, v. 7-8 ("Se Mantova è famosa di Virgilio, Verona di Catullo, io sarò chiamato gloria della gente peligna").
Ma da Sulmona giungono a Canosa i "confetti di Sulmona" , nelle mani dello sposo Claudio, vissuto tra la gente Peligna, a Sulmona.
Già a Canosa di Puglia, i nostri nonni, come scrivo nel mio saggio letterario sul dialetto canosino, erano presenti e chiamati "li cumbìtte de Selemòne".
E nelle tradizioni abruzzesi il giovane sposo ha portato con la chitarra e con i suoi amici e parenti la serenata di notte alla sua amata affacciata al balcone in via Montenevoso, come avveniva anche nelle nostre tradizioni popolari.
Si rinnova così un legame affettivo e sociale tra l'Abruzzo ed il Tavoliere delle Puglia, sulle vie della Transumanza (dal lat. trans, oltre, e humus, terra), quando le greggi dei pastori abruzzesi, sui tratturi antichi, come evoca il poeta d'Annunzio di Pescara, migravano a Settembre verso il piano della Puglia.
Nell'accoglienza di Canosa di Puglia agli amici abruzzesi, si sono uniti in matrimonio nella Cattedrale San Sabino, Mariarosa e Claudio, con i calici levati nella Sala Smeraldo, con il vino bianco Pecorino d'Abruzzo ed il prosciutto abruzzese ed il Nero di Troia di Canosa accanto alle orecchiette di grano arso (li cuppetìdde de grène jàrse).
Ѐ il 20 Settembre, mentre riscopriamo le radici storiche di Via XX Settembre a Canosa e di Piazza XX Settembre a Sulmona, dove il poeta Ovidio, continua a parlare dei versi della sua Ars Amatoria.
Ma la benedizione del vincolo matrimoniale, come per tutti gli sposi credenti, è discesa dal cielo sul bianco velo, nel sigillo del Vangelo del Signore.
Auguri agli sposi Mariarosa e Claudio, con i rintocchi della Campana del Terzo Millennio.
maestro Peppino Di Nunno
20 Settembre A. D. 2014
Ai piedi del monumento è scritto: SVLMO MIHI PATRIA EST ("Mi è patria Sulmona, ricchissima di fresche acque, / distante novanta miglia da Roma"). La frase è riportata dall'esilio di Ovidio, nell'opera Tristia, Libro III, Elegia X, vv. 3-4).
L'altra iscrizione porta il vanto del poeta, attestato dal monumento in bronzo: PELIGNÆ DICAR GLORIA GENTIS EGO, tratta dall'opera Amores, Libro III, Elegia XV, v. 7-8 ("Se Mantova è famosa di Virgilio, Verona di Catullo, io sarò chiamato gloria della gente peligna").
Ma da Sulmona giungono a Canosa i "confetti di Sulmona" , nelle mani dello sposo Claudio, vissuto tra la gente Peligna, a Sulmona.
Già a Canosa di Puglia, i nostri nonni, come scrivo nel mio saggio letterario sul dialetto canosino, erano presenti e chiamati "li cumbìtte de Selemòne".
E nelle tradizioni abruzzesi il giovane sposo ha portato con la chitarra e con i suoi amici e parenti la serenata di notte alla sua amata affacciata al balcone in via Montenevoso, come avveniva anche nelle nostre tradizioni popolari.
Si rinnova così un legame affettivo e sociale tra l'Abruzzo ed il Tavoliere delle Puglia, sulle vie della Transumanza (dal lat. trans, oltre, e humus, terra), quando le greggi dei pastori abruzzesi, sui tratturi antichi, come evoca il poeta d'Annunzio di Pescara, migravano a Settembre verso il piano della Puglia.
Nell'accoglienza di Canosa di Puglia agli amici abruzzesi, si sono uniti in matrimonio nella Cattedrale San Sabino, Mariarosa e Claudio, con i calici levati nella Sala Smeraldo, con il vino bianco Pecorino d'Abruzzo ed il prosciutto abruzzese ed il Nero di Troia di Canosa accanto alle orecchiette di grano arso (li cuppetìdde de grène jàrse).
Ѐ il 20 Settembre, mentre riscopriamo le radici storiche di Via XX Settembre a Canosa e di Piazza XX Settembre a Sulmona, dove il poeta Ovidio, continua a parlare dei versi della sua Ars Amatoria.
Ma la benedizione del vincolo matrimoniale, come per tutti gli sposi credenti, è discesa dal cielo sul bianco velo, nel sigillo del Vangelo del Signore.
Auguri agli sposi Mariarosa e Claudio, con i rintocchi della Campana del Terzo Millennio.
maestro Peppino Di Nunno
20 Settembre A. D. 2014