Stilus Magistri
Il primo tempio cristiano di Barletta, edificato dal Santo Giovane Sabino nel VI sec..
Accoglienza e intercultura con l’Oriente
domenica 9 febbraio 2014
09.00
Accostandoci alla figura del Vescovo Santo Sabino, canosino e Patrono di Canosa di Puglia, Vescovo nel 514 all'età di 53 anni, riscopriamo le sue opere, da giovane sacerdote, quando non era ancora Vescovo, al tempo di Papa Gelasio, come riporta il paragrafo § I dell'opera storica del Prevosto Angelo Andra Tortora del 700: Gesta S. Sabini nondum Episcopi tempore S. Gelasii Papae.
Lo storico "Anonimo" del IX secolo, scrivendo la Vita di S. Sabino (461-566) lo definisce: Vir Venerabilis Restaurator Ecclesiarum. In realtà non fu soltanto restauratore, ma anche Edificatore (Verum non solum restaurator fuit, sed etiam Ædificator).
Le fonti storiche riportate dal Tortora sono attestate dallo storico canonico, padre Giovan. Paolo Grimaldi, Gesuita napoletano, nella VITA DI S. RVGGIERO, del MDCVII, ove sono citati peraltro gli altri Vescovi Santi di Canosa, Probo, Rufino e Memore.
Nel testo "Cattedrali di Puglia", l'emerito prof. Damiano Fonseca attesta le tracce della storia di Canosa, nei monumenti degli insediamenti costieri di Bardulos (Barletta) e di Turenum (Trani), "Al tempo del Vescovo Sabino, quando Canosa godeva di grande prestigio religioso ed economico". " I mattoni con il monogramma di Sabino, inseriti nelle murature della Chiesa di Bardulos (Barletta), confermerebbero questa ipotesi". Con la collaborazione di Paolo Pinnelli ed in particolare della ricerca di Giuseppe Dimiccoli, operatori della Gazzetta del Mezzogiorno nella sede di Barletta, abbiamo ricevuto foto e fonti presenti nell'area archeologica della Cattedrale di Barletta, dove le tracce attestano un "edificio sacro paleocristiano del VI sec., che rappresenta la più antica testimonianza del culto cristiano a Barletta". Dell'impianto della "basilica paleocristiana appare certa la committenza di San Sabino, Vescovo della Diocesi di Canne e Canosa dal 514 al 566 d. C.; sono stati rinvenuti infatti diversi mattoni in cotto con il monogramma del Vescovo canosino".
Nella Chiesa è custodito anche un prezioso busto argenteo di S. Sabino, del 700, dove un reliquiario sul petto riporta il sigillo "Ex ossibus S. Sabini". Il busto si congiunge al busto gemello di San Ruggero Vescovo, che fu presente alla consacrazione della Basilica di San Sabino di Canosa avvenuta il 7 settembre del 1101 alla presenza di Papa Pasquale II, come attesta la lapide monumentale della Cattedrale, che lo riporta primo fra cinque Vescovi: RVCERIVS CANNENSIS EPISCOPUS.
Lo stesso Parroco nel 1997 è stato il committente di due pregevoli icone, custodite nella Chiesa di Barletta, che raffigurano San Sabino, con il nome scritto in greco e l'incontro del Vescovo Sabino con l'abate San Benedetto. Le due icone sono opera dell'artista bulgaro Gheorghi Dimov. Il nome, Savino o Sabino, si ritrova ancora oggi a Barletta nel nome di Battesimo di numerose persone, come il rev.ndo Parroco di San Giacomo, Savino come suo nonno, pellegrino ogni anno nella Cattedrale San Sabino di Canosa nel dies natalis del 9 febbraio e come Savino Silecchia, Luogotenente del Comando Stazione dei Carabinieri di Canosa, originario di Barletta.
Quest'anno 2014 don Sabino Lattanzio nella sera della vigilia celebra la Santa Messa nella Cattedrale S. Sabino di Canosa, nel culto del Vescovo Sabino. Lo stesso Sindaco di Barletta, dott. Pasquale Cascella, ci ha inviato nel 2013 un messaggio di apprezzamento della figura di S. Sabino radicata nel territorio e a Barletta. La Chiesa e il nome sono un legame nel territorio del Vescovo Sabino, che ha oltrepassato i confini regionali, verso l'abate Benedetto di Montecassino, verso l'Oriente e la terra bizantina, in un dialogo di intercultura e di cristianità, sulle vie della fede e del dialogo, dove le pietre edificate sono in piedi e ancora viventi.
maestro Peppino Di Nunno
Canosa, 9 febbraio 2014
Lo storico "Anonimo" del IX secolo, scrivendo la Vita di S. Sabino (461-566) lo definisce: Vir Venerabilis Restaurator Ecclesiarum. In realtà non fu soltanto restauratore, ma anche Edificatore (Verum non solum restaurator fuit, sed etiam Ædificator).
- Il molo di Barletta, Porto romano di Canosa.
Le fonti storiche riportate dal Tortora sono attestate dallo storico canonico, padre Giovan. Paolo Grimaldi, Gesuita napoletano, nella VITA DI S. RVGGIERO, del MDCVII, ove sono citati peraltro gli altri Vescovi Santi di Canosa, Probo, Rufino e Memore.
- Un tempio sabiniano per viandanti Cristiani, Pagani ed Eretici.
- La Chiesa di S. Andrea Apostolo
- Il sigillo sabiniano nella Cattedrale di Barletta
Nel testo "Cattedrali di Puglia", l'emerito prof. Damiano Fonseca attesta le tracce della storia di Canosa, nei monumenti degli insediamenti costieri di Bardulos (Barletta) e di Turenum (Trani), "Al tempo del Vescovo Sabino, quando Canosa godeva di grande prestigio religioso ed economico". " I mattoni con il monogramma di Sabino, inseriti nelle murature della Chiesa di Bardulos (Barletta), confermerebbero questa ipotesi". Con la collaborazione di Paolo Pinnelli ed in particolare della ricerca di Giuseppe Dimiccoli, operatori della Gazzetta del Mezzogiorno nella sede di Barletta, abbiamo ricevuto foto e fonti presenti nell'area archeologica della Cattedrale di Barletta, dove le tracce attestano un "edificio sacro paleocristiano del VI sec., che rappresenta la più antica testimonianza del culto cristiano a Barletta". Dell'impianto della "basilica paleocristiana appare certa la committenza di San Sabino, Vescovo della Diocesi di Canne e Canosa dal 514 al 566 d. C.; sono stati rinvenuti infatti diversi mattoni in cotto con il monogramma del Vescovo canosino".
- La Chiesa di S. Giacomo in Barletta
Nella Chiesa è custodito anche un prezioso busto argenteo di S. Sabino, del 700, dove un reliquiario sul petto riporta il sigillo "Ex ossibus S. Sabini". Il busto si congiunge al busto gemello di San Ruggero Vescovo, che fu presente alla consacrazione della Basilica di San Sabino di Canosa avvenuta il 7 settembre del 1101 alla presenza di Papa Pasquale II, come attesta la lapide monumentale della Cattedrale, che lo riporta primo fra cinque Vescovi: RVCERIVS CANNENSIS EPISCOPUS.
Lo stesso Parroco nel 1997 è stato il committente di due pregevoli icone, custodite nella Chiesa di Barletta, che raffigurano San Sabino, con il nome scritto in greco e l'incontro del Vescovo Sabino con l'abate San Benedetto. Le due icone sono opera dell'artista bulgaro Gheorghi Dimov. Il nome, Savino o Sabino, si ritrova ancora oggi a Barletta nel nome di Battesimo di numerose persone, come il rev.ndo Parroco di San Giacomo, Savino come suo nonno, pellegrino ogni anno nella Cattedrale San Sabino di Canosa nel dies natalis del 9 febbraio e come Savino Silecchia, Luogotenente del Comando Stazione dei Carabinieri di Canosa, originario di Barletta.
Quest'anno 2014 don Sabino Lattanzio nella sera della vigilia celebra la Santa Messa nella Cattedrale S. Sabino di Canosa, nel culto del Vescovo Sabino. Lo stesso Sindaco di Barletta, dott. Pasquale Cascella, ci ha inviato nel 2013 un messaggio di apprezzamento della figura di S. Sabino radicata nel territorio e a Barletta. La Chiesa e il nome sono un legame nel territorio del Vescovo Sabino, che ha oltrepassato i confini regionali, verso l'abate Benedetto di Montecassino, verso l'Oriente e la terra bizantina, in un dialogo di intercultura e di cristianità, sulle vie della fede e del dialogo, dove le pietre edificate sono in piedi e ancora viventi.
maestro Peppino Di Nunno
Canosa, 9 febbraio 2014