Stilus Magistri
Il vino cotto sulla neve
I sapori della memoria
sabato 5 gennaio 2019
23.04
Nella storia antica i Greci indicavano l'Italia con l'appellativo di "Enotria", "Terra del Vino". Nella diverse e pregiate produzioni lo stesso Plauto, commediografo del II sec. a. C. scrive sul vino cotto, careonum, la più ricercata delle bevande che lo consiglia in ogni banchetto. Noi lo gustiamo a Natale sulle cartellate pugliesi e lo abbiamo studiato nel libro di Dialettologia "Sulle vie dei ciottoli del dialetto canosino", nel lemma "mire cùtte", dove il lemma "mire" ha la radice latina "mirum", vino èuro, non annacquato .
Mìre cùtte (sost. m.). Sign. vino cotto. Et. lat. merum,i (neutro).
Archeologia lett. Il mosto cotto di uva si ritrova già nella cucina dell'antica Roma. Veniva denominato "caroenum" e figurava nel ricettario De re coquinaria di Apicio.
Isidoro di Siviglia (VI sec.) ne parla: "caroenum eo quod fervendo parte careat; tertia enim parte musti amissa quod remanserit caroenum est".
Per i Romani il vino cotto (caroenum) era la terza parte del mosto bollito, ma la signora Rosetta del mio Condominio usa la quinta parte.
Dopo la recente nevicata nell'Italia meridionale vogliamo approfondire, in una complessa ricerca filologica, le radici lessicali e storiche del vino cotto o mosto cotto, visto che si ricava facendo cuocere lentamente il mosto d'uva, che viene cotto. Un frammento di Varrone Letterato del I sec. a. C. riportato dal Thesaurus linguae latinae attesta : «sapam appellabant quod de musto ad mediam partem decoxerant; defrutum, si ex duabus partibus ad tertiam redegerant defervefaciendo».
Qusto vinum decoctum, di cui restano due parti, "vinum decoctum, ita ut tertia pars absumpta sit, duæ tantum remaneant" viene decantato da Plauto, commediografo romano del II scolo a. C., ma soprattutto, come ricercato nel dizionario di Latino, in Pall. cioè da Tauro Rutilio Palladio letterato e grande proprietario terriero di IV secolo.
Nell'opera ricercata "Opus Agriculturae", che ebbe fortuna nel Medioevo, di 13 libri ritroviamo il testo del caroenum:
Opus de agriculturae Liber XI
XVIII. De defruto, caroeno, sapa.
Nunc defrutum, caroenum, sapam conficies. Cum omnia uno genere conficiantur ex musto, modus his et virtutem mutabit et nomina. Nam defrutum a defervendo dictum, ubi ad spissitudinem fortiter despumarit, effectum est, caroenum, cum tertia perdita duae partes remanserint.
Ma ricercando la radice greca "ϰάροινον", nel lemma composto da ϰάρ οινον (vino), deduciamo l'origine di questa dolce bevanda dalla Caria, dal Popolo dei Cari, grandi navigatori dell'Asia Minore dl VI secolo a. C..Ricercando poi con mio fratello Prof. Pasquale da Vittorio Veneto abbiamo sfogliato il dizionario di Greco Rocci e il Georges-Calonghi che usavo nel Liceo di Canosa con la Prof.ssa Barbarossa.
τò κáϱοıνον (leggi: tò kàironon) è un sostantivo di genere neutro e denominava il "vino dolce cotto".
Se ne ha testimonianza nel medico Galeno di Pergamo, vissuto nel II sec.d.C. (latino caroenum) e nell'Edictum Diocletiani, ed. Mommsen.
ΕΤΥΜΟΛ. < καρύϊνον. Πρόκειται για το ουδ. τού επιθ. καρύϊνος (< κάρυον) που συνδέθηκε παρετυμολ. με το οἶνος λόγω τού χαρακτηρισμού ενός λυδικής προελεύσεως κρασιού (καρύϊνος οἶνος)].
Salutiamo i popoli dell'Oriente, i Cari con il vino dolce, portato sui banchetti dei Romani e del Medioevo, fino alle Cartellate pugliesi e alla neve con il vino cotto in quella festa che ricordo da bambino nel cucchiaio di mio padre Giovanni che raccolse la neve dai tetti, condita poi dal vincotto di mia madre Rosetta.
Buon vincotto a tavola!
Maestro Peppino Di Nunno
Mìre cùtte (sost. m.). Sign. vino cotto. Et. lat. merum,i (neutro).
Archeologia lett. Il mosto cotto di uva si ritrova già nella cucina dell'antica Roma. Veniva denominato "caroenum" e figurava nel ricettario De re coquinaria di Apicio.
Isidoro di Siviglia (VI sec.) ne parla: "caroenum eo quod fervendo parte careat; tertia enim parte musti amissa quod remanserit caroenum est".
Per i Romani il vino cotto (caroenum) era la terza parte del mosto bollito, ma la signora Rosetta del mio Condominio usa la quinta parte.
Dopo la recente nevicata nell'Italia meridionale vogliamo approfondire, in una complessa ricerca filologica, le radici lessicali e storiche del vino cotto o mosto cotto, visto che si ricava facendo cuocere lentamente il mosto d'uva, che viene cotto. Un frammento di Varrone Letterato del I sec. a. C. riportato dal Thesaurus linguae latinae attesta : «sapam appellabant quod de musto ad mediam partem decoxerant; defrutum, si ex duabus partibus ad tertiam redegerant defervefaciendo».
Qusto vinum decoctum, di cui restano due parti, "vinum decoctum, ita ut tertia pars absumpta sit, duæ tantum remaneant" viene decantato da Plauto, commediografo romano del II scolo a. C., ma soprattutto, come ricercato nel dizionario di Latino, in Pall. cioè da Tauro Rutilio Palladio letterato e grande proprietario terriero di IV secolo.
Nell'opera ricercata "Opus Agriculturae", che ebbe fortuna nel Medioevo, di 13 libri ritroviamo il testo del caroenum:
Opus de agriculturae Liber XI
XVIII. De defruto, caroeno, sapa.
Nunc defrutum, caroenum, sapam conficies. Cum omnia uno genere conficiantur ex musto, modus his et virtutem mutabit et nomina. Nam defrutum a defervendo dictum, ubi ad spissitudinem fortiter despumarit, effectum est, caroenum, cum tertia perdita duae partes remanserint.
Ma ricercando la radice greca "ϰάροινον", nel lemma composto da ϰάρ οινον (vino), deduciamo l'origine di questa dolce bevanda dalla Caria, dal Popolo dei Cari, grandi navigatori dell'Asia Minore dl VI secolo a. C..Ricercando poi con mio fratello Prof. Pasquale da Vittorio Veneto abbiamo sfogliato il dizionario di Greco Rocci e il Georges-Calonghi che usavo nel Liceo di Canosa con la Prof.ssa Barbarossa.
τò κáϱοıνον (leggi: tò kàironon) è un sostantivo di genere neutro e denominava il "vino dolce cotto".
Se ne ha testimonianza nel medico Galeno di Pergamo, vissuto nel II sec.d.C. (latino caroenum) e nell'Edictum Diocletiani, ed. Mommsen.
ΕΤΥΜΟΛ. < καρύϊνον. Πρόκειται για το ουδ. τού επιθ. καρύϊνος (< κάρυον) που συνδέθηκε παρετυμολ. με το οἶνος λόγω τού χαρακτηρισμού ενός λυδικής προελεύσεως κρασιού (καρύϊνος οἶνος)].
Salutiamo i popoli dell'Oriente, i Cari con il vino dolce, portato sui banchetti dei Romani e del Medioevo, fino alle Cartellate pugliesi e alla neve con il vino cotto in quella festa che ricordo da bambino nel cucchiaio di mio padre Giovanni che raccolse la neve dai tetti, condita poi dal vincotto di mia madre Rosetta.
Buon vincotto a tavola!
Maestro Peppino Di Nunno