Matteo Renato Imbriani
Matteo Renato Imbriani
Stilus Magistri

Imbriani, il “monumento abbattuto per la Guerra”

A ottanta anni dell’accadimento

Passiamo davanti ogni giorno e salutiamo Matteo Renato Imbriani, ma ... non è quello delle origini! La foto d'epoca, concessa dallo Studio Cioci, e presente anche nell'Archivio Storico Comunale, ci fa ammirare la statua originaria, rimossa e portata via dai Tedeschi come riporta la testimonianza di Fogetto Savino, di anni 89, confermata da altre fonti orali, come quella del mio nonno paterno Pasquale Di Nunno, nato il 1870. Incontrammo Fogetto Savino proprio seduto sulla panchina presso il monumento di Imbriani: "Fùrene li Tedeske a purtarse Embriène. Jò nan tenève fàcce, ca purtève u distintive. Prevessò, pìgghjeme e prìkeme vòive. Quéra statue jève bélle!". Nel 1940 siamo agli inizi del conflitto mondiale (1939-45), all'indomani del "Patto di Acciaio" tra il regime di Mussolini e la Germania e questa "rapina bellica" di Imbriani segna una pagina nera della sudditanza italiana al regime nefasto dei Tedeschi di Hitler: è la ragione militare, che in tempi di guerra prevale sulla ragione politica e soffoca la ragione culturale e spirituale di un popolo. La delibera di Consiglio Comunale C. C. n.106/1954 per il rifacimento della statua, avvenuto nel 1955, attesta: "Il Consiglio, premesso che nel 1940, per esigenze di guerra in Canosa venne abbattuto, per essere mutato in strumento bellico, il monumento a M. R. Imbriani, che la cittadinanza di questo Comune aveva eretto a chi si era adoperato perché la Puglia sitibonda avesse il suo acquedotto". La statua attuale fu fusa nella Fonderia Artigianale Laganà di Napoli, come attesta l'incisione ai piedi del bronzo.

Oggi la statua attende di essere ripulita dalle incrostazioni di calcare dell'acqua piovana, ma nel frattempo restauriamo la memoria storica , artistica del POPOLO canosino, che ha inciso il nome ai piedi del monumento "ara della patria". È caduta anche nell'oblio dopo il 1955 la toponomastica invariata di Piazza Erode Attico, documentata dalla foto d'epoca dello Studio Cioci e di Pasquale Ieva e ritrovata dai nostri studi nell'Archivio Storico Comunale che documenta. Il monumento originario inaugurato il 12 maggio 1907 con il manifesto ritrovato degli "Italiani di Puglia", fu riconosciuto "patrimonio artistico" e fu rispettato nella Prima Guerra Mondiale , quando nel periodo epidemico della Spagnola del 1918, si disponeva di imbiancare con calce viva i monumenti pubblici e privati. Una nota del Prefetto, a seguito del richiamo del Ministero, chiedeva che "le opere d'arte siano risparmiate, anche nei particolari, da simili brutture" e chiedeva di accordarsi con i Regi Ispettori alle Antichità. Ma nella seconda Guerra Mondiale il monumento "fu abbattuto" dal regime nazifascista del 1940, quando eravamo asserviti dei Tedeschi nazisti. Recuperiamo la dignità storica e artistica del monumento del Deputato Repubblicano Matteo Renato Imbriani! Chiediamo perdono, Imbriani!
Maestro Peppino Di Nunno

L'acqua di Imbriani
"Che sia benedetto quell'Imbriani",
diceva nonno Pasquale con il bicchiere in mano.
Cresceva con l'acqua dei pozzi del Comune,
dal Pozzillo, da Pozzo Lantenna si trasportava,
per le strade di paese l'acqua passava,
passava nei barili e con l'asinello,
si comprava l'acqua ed eravamo poverelli.
Mi ricordo nonno Pasquale, ero ragazzo,
parlava di Imbriani, di Dante e della Ferrovia,
con due occhi celesti morì disteso sul letto,
a mio fratello e a me ci è rimasto in petto.

"Che sia benedetto quell'Imbriani",
diceva nonno Pasquale con il bicchiere in mano.
Arrivò la fontana pubblica prima della Guerra,
portò l'acqua alla Puglia assetata di terra,
lo disse Imbriani con Bovio al Parlamento,
era Repubblicano ed il Re non stette a sentire.

Che storia sta scritta nell'Archivio del Municipio!
ora ve la dico e la scrivo dal principio.
Fu una festa a Imbriani nel Novecento sette,
a nonno Pasquale gli anni erano trentasette,
don Vito Di Nunno mi mostrò una fotografia,
dal Palazzo di Salomone stava donna Maria.
Nel Quaranta, oggi fanno ottanta anni,
portarono via Imbriani e fu un danno,
«per essere mutato in strumento bellico»,
Che peccato! quel bronzo era un artista,
il nonno disse, "fu un giorno triste!",
fu un dolore di cuore di chi l'ha visto,
piansero pure le lacrime di Cristo,
quei Tedeschi, contro al profeta Isaia,
che forgiava vomeri da spade in profezia.

Veniamo ad oggi e alla statua nuova,
sta sporca di acqua quando piove,
ha bisogno di una lavata di faccia,
e così più decente si affaccia,
si affaccia a salutare tutti i Canosini
e anche i turisti che passano al mattino.

Di Erode Attico, di Atene, racconta la piazza,
fece l'acquedotto romano a braccia, a braccia,
e la Madonna di San Sabino si chiamò della Fonte,
vera Primizia in processione, di grazie Lei è Fonte.

Ma quella piazza ha perso la lapide, non il titolo,
quando vi decidete a rimettere a posto il titolo?
Piazza Erode Attico e la statua di Imbriani,
sono due acquedotti di storia, a mano, a mano.

Pure Orazio passò da Canosa, mangiò nella taverna,
mannaggia! Pane duro e acqua di pozzo gli diedero,
e fu tutta una critica da Canosa alla Roma eterna.

A parlare di Imbriani mi è venuta sete,
ora vado a bere alla fontana,
e mi ricordo quando portavo l'acqua a casa mia,
con i secchi di zinco sopra le braccia,
sopra le spalle per riempire la giara,
ogni giorno con il freddo o sotto il sole.
Poi, che gioia, arrivò l'acqua corrente,
ero ragazzo ed ero presente,
era di ottone quel bel rubinetto,
e ora l'acqua è... salata nella bolletta.

A parlare di Imbriani mi è venuta sete,
ora vado a bere alla fontana,
alla fontana dell'acqua che ha creato il Signore,
che rimanga bella da quando si nasce a quando si muore!
Buona acqua a tutti!

Maestro Peppino Di Nunno

Link video di Sabino Mazzarella
https://youtu.be/EpXNghyBXbE
1907. Imbriani a Canosa di Puglia - CopiaMonumento  ImbrianiImbriani - 1907M. R. Imbriani
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