Stilus Magistri
L’imago pietatis dell’iconografia del Cristo Morto
A Barletta, nel Real Monte di Pietà
giovedì 2 giugno 2016
23.08
Nel cuore del centro storico di Barletta in Via Cialdini, sorge il complesso architettonico "Real Monte di Pietà" del 1578, sede un tempo del sodalizio di opere pie di benemeriti uomini per soccorrere poveri, assistere ammalati, educare le orfane, sede di Istituzioni scolastiche pubbliche dopo l'Unità d'Italia e oggi sede prestigiosa della Prefettura Barletta AndriaTrani. Al Palazzo è annessa la Chiesa monumentale del Monte di Pietà del 1670. Varcando il portone monumentale del Palazzo, sulla cui facciata sventolano le bandiere d'Italia e d'Europa sormontati dal sigillo marmoreo del Monte di Pietà, sostando nell'androne e levando lo sguardo, si offre al nostro animo un affresco che parla di arte pittorica e iscrizioni in latino.
La Deposizione del Cristo
L'affresco di autore anonimo raffigura la deposizione di Gesù nel sepolcro, sorretto da Giuseppe di Arimatea, raffigurato con turbante e da Nicodemo, che furono preposti alla sepoltura. Si affacciano Giovanni l'evangelista e pie donne, mentre la tela di lino (in greco σινδών, sindôn), acquistata dal discepolo Giuseppe di Arimatea per la sepoltura lambisce il grembo della Vergine Maria in preghiera nella Pietà verso il Figlio (Matteo, 27, 59-61). In alto una mano sorregge una fiaccola, che nell'iconografia della sepoltura del Cristo Morto significa la mente che si accende all'amore di Dio. Identico tema di arte sacra viene raffigurato nella Deposizione di Luca Giordano venerata nell'abside dell'attigua Chiesa del Monte di Pietà e illustrata dall'arch. Michele Sarcina, Emerito Priore dell'Arciconfraternita "Real Monte di Pietà".
L'imago pietatis
L'imago pietatis dell'iconografia del Cristo Morto nel sepolcro approda dall'Oriente bizantino in Occidente nel corso del XIII secolo e fu associata agli Istituti noti come "Monti di Pietà" e alle pie istituzioni di carattere assistenziale ai poveri, bisognosi e ammalati. È il tema della compassione verso il prossimo o "Pietas", spesso vestita di rosso, "perchè è compagna e sorella della Carità", come riporta l'iconologia di Cesare Ripa Perugino del MDXCIII. L'iconografia della Pietà della Vergine Maria verso il Cristo viene così suggellata dal Mons Pietatis, con il Monte Santo sormontato da una Croce, come ritroviamo negli stemmi marmorei del corridoio che scorre intorno all'atrio del Palazzo del Real Monte di Pietà della Prefettura di Barletta.
I Monti di Pietà dei Pegni e Risparmi
Anche nel Municipio di Canosa di Puglia(BT), dopo l'Unità d'Italia fu fondato il "Monte di Pietà dei Pegni e Risparmi" con Regio Decreto del 2 Ottobre 1870 "con lo scopo principale di sovvenire i poveri... e aiutare l'agricoltura", come attestano le fonti dell'Archivio Storico Comunale (cart. 54), che indicano la sede in Piazza Cavallotti, n.11 e 12 nel Palazzo di Città. I documenti riportano l'autorizzazione del Prefetto Regionale con il logo della "Prefettura di Bari - Opere Pie", auspicio augurale per la sede di Barletta della Prefettura, un tempo Palazzo di Istituzioni di Opere Pie.
La PIETAS
Nella lettura filologica la Pietas viene così commentata dal Du Cange nel Glossarium Latinitatis Mediae et Infimae Latinitatis del 1678: "Pietas, imago Deiparae mortuum filium gremio tenens" (La Pietà, immagine della Madre di Dio che tiene in grembo il figlio morto). Ma la Pietas latina è anche un sentimento e un valore laico e universale, come riporta il poeta Virgilio nell'Eneide nell'amore del figlio verso il padre Anchise, nel Libro VI, al v. 688: "tuaque vicit iter durum pietas" (la tua pietà ha vinto il duro cammino).
L'iscrizione biblica dell'affresco
L'affresco della deposizione del Cristo che esprime lo spirito delle opere pie del Real Monte di Pietà di Barletta, viene suggellato in alto da un'iscrizione in latino, che ci riporta alle radici giudaico-cristiane della nostra cultura integrata in una civiltà interetnica, crocevia di popoli e culture di crescita civile. L'epigrafe è tratta integralmente dal Salmo XXXX dell'Antico Testamento della Bibbia:
"Beatus qui intelligit super egenum et pauperem: in die mala liberabit eum Dominus". Psalmus XXXX
(Beato l'uomo che ha cura del debole e del povero: nel giorno della sventura il Signore lo libererà).
È un Salmo di Davide, del X secolo a. C., poesia lirica come i Salmi intonati e accompagnati dallo strumento musicale a corde del Salterio.
L'iscrizione della Pietà umana
In basso all'affresco viene riportata l'iscrizione che estende la Pietas della Vergine Maria al sentimento laico e universale dell'uomo. "Ut pietate tua mundum regina beavisti, sic pietas eadem nosque beare velit"
(Come con la tua pietà o Regina hai dato beatitudine al mondo, così quella stessa pietà voglia rendere beati anche noi). In una certosina ricerca ritroviamo l'origine dell'iscrizione nelle Lauretanae Historiae di Horatius Tursellinus, opera edita a Roma nell'anno MDLXXXXVII (1597). La Storia di Loreto del Gesuita Orazio Tursellino Romano fu tradotta in otto lingue e sarebbe risultata nota all'autore dell'affresco del Monte di Pietà di Barletta. Nel libro V, al cap. IV, nel culto della B. Vergine Maria della Santa Casa di Loreto, lo scrittore descrive una tazza preziosa, scyphus, donata dal Re di Francia Enrico III, "cun Lauretanam Virginem dono" nell'anno 1584; sul piede della tazza è inciso un distico con le parole che indicano il motivo del dono del Re di Francia: "ut quae prole tua mundum Regina beasti, et regnum et regem prole beare velis" (come, o Regina hai reso beato il mondo con la tua discendenza, così tu voglia dare felicità anche al regno e al re nella discendenza). Il primo verso si sipira al Magnificat di Maria: "tutte le generazioni mi chiameranno beata" (Luca, 1,48).
Il noto distico del culto della Vergine di Loreto ha ispirato verosimilmente l'autore delle iscrizioni dell'affresco della Pietatis della Vergine Maria nell'affresco del Monte di Pietà di Barletta. La Pietas -la Pietà- è un concetto e un valore evocato nell'udienza giubilare del 14 maggio 2016 da Papa Francesco, che, indicando le radici del mondo greco-romano e cristiano, porge l'immagine della Vergine Maria come "icona della pietà", citando i versi 19-21 del Paradiso di Dante nel Canto XXXIII. Lo "spirito di evangelica carità al sollievo degli umili" viene additato nella lapide monumentale nel corridoio interno del Palazzo, nella figura del Vescovo Mons. Ignazio Monterisi, legato al "natio loco" di Barletta e al sostegno del Reale Orfanotrofio del Monte di Pietà. Presso l'androne del Palazzo, come viandanti, notiamo una pietra incastonata nella parete con l'epigrafe in latino: "VIATOR PECCATA TUA ELEMOSINIS REDIME" ( Viandante, redimi i tuoi peccati con elemosine). La frase è tratta dal Libro sacro del Profeta Daniele, al Cap. IV, v. 24, indirizzata come consiglio al Re, per scontare i peccati con elemosine ed opere di misericordia ai poveri (misericordis pauperum), e richiama lo spirito divino e umano delle opere di misericordia nell'Anno del Giubileo della Misericordia promosso da Papa Francesco.
La preghiera della Pietà di Giovanni Paolo II
Il Salmo 40 (Psalmus XXXX) o Preghiera del malato abbandonato riportato nell'iscrizione biblica del Real Monte di Pietà di Barletta è stato evocato e commentato da Giovanni Paolo II, nell'udienza generale del Mercoledì 2 Giugno 2004: "Il Salmo 40 si apre con una beatitudine. Essa ha per destinatario l'amico vero, colui che «ha cura del debole»: egli sarà ricompensato dal Signore nel giorno della sua sofferenza". Era il 2 Giugno con il messaggio augurale del Pontefice per la Festa della Repubblica, nel rapporto tra Ecclesia e Civitas, tra Stato e Chiesa: "Nell'odierna Festa Nazionale della Repubblica, esprimo fervidi auguri all'intero popolo italiano e alle sue Autorità. Auspico inoltre che l'Italia, grazie all'apporto responsabile delle varie realtà sociali e di ogni cittadino, e restando ancorata ai grandi valori che stanno alla base della sua cultura, della sua arte e della sua tradizione religiosa, possa conoscere un futuro di speranza, aperto alla concordia, alla coesione interna e alla solidarietà".
Il Messaggio di S. E. Prefetto Barletta AndriaTrani , Dott.ssa Clara Minerva: """Ringrazio il Maestro Giuseppe Di Nunno per avere realizzato e offerto questo pieghevole che ha il pregio di rappresentare una sintetica illustrazione storica e artistica del Palazzo " Real Monte di Pietà" di Barletta, sede della Prefettura di Barletta-Andria-Trani, in occasione dei settant'anni della Repubblica Italiana, con il contributo dell'Arch. Michele Sarcina cui sono grata. Lo storico Palazzo svela, all'ingresso, al visitatore un'affresco raffigurante la deposizione del Cristo con iscrizioni di ispirazione religiosa che testimoniano i valori universali della cura del debole cui l'Opera Pia del Monte di Pietà fu destinata ad assolvere. Mi piace immaginare un filo conduttore ideale tra la storia di questo Palazzo e i valori di solidarietà a cui è ispirata la nostra Costituzione e ai cui principi fondamentali ciascuno nel proprio ruolo deve uniformare i propri comportamenti quotidiani. É questo l'auspicio che desidero formulare in occasione di questo importante anniversario per la Repubblica Italiana: il consolidamento di un diffuso modello di cittadinanza consapevole e responsabile cui è ispirato l'art.2 della Costituzione"""
70° Anniversario della Repubblica Italiana
2 giugno 1946 – 2 giugno 2016
Ricerche storiche ed opera a cura del maestro Giuseppe Di Nunno di Canosa di Puglia.
Servizio fotografico di Sabino Mazzarella
La Deposizione del Cristo
L'affresco di autore anonimo raffigura la deposizione di Gesù nel sepolcro, sorretto da Giuseppe di Arimatea, raffigurato con turbante e da Nicodemo, che furono preposti alla sepoltura. Si affacciano Giovanni l'evangelista e pie donne, mentre la tela di lino (in greco σινδών, sindôn), acquistata dal discepolo Giuseppe di Arimatea per la sepoltura lambisce il grembo della Vergine Maria in preghiera nella Pietà verso il Figlio (Matteo, 27, 59-61). In alto una mano sorregge una fiaccola, che nell'iconografia della sepoltura del Cristo Morto significa la mente che si accende all'amore di Dio. Identico tema di arte sacra viene raffigurato nella Deposizione di Luca Giordano venerata nell'abside dell'attigua Chiesa del Monte di Pietà e illustrata dall'arch. Michele Sarcina, Emerito Priore dell'Arciconfraternita "Real Monte di Pietà".
L'imago pietatis
L'imago pietatis dell'iconografia del Cristo Morto nel sepolcro approda dall'Oriente bizantino in Occidente nel corso del XIII secolo e fu associata agli Istituti noti come "Monti di Pietà" e alle pie istituzioni di carattere assistenziale ai poveri, bisognosi e ammalati. È il tema della compassione verso il prossimo o "Pietas", spesso vestita di rosso, "perchè è compagna e sorella della Carità", come riporta l'iconologia di Cesare Ripa Perugino del MDXCIII. L'iconografia della Pietà della Vergine Maria verso il Cristo viene così suggellata dal Mons Pietatis, con il Monte Santo sormontato da una Croce, come ritroviamo negli stemmi marmorei del corridoio che scorre intorno all'atrio del Palazzo del Real Monte di Pietà della Prefettura di Barletta.
I Monti di Pietà dei Pegni e Risparmi
Anche nel Municipio di Canosa di Puglia(BT), dopo l'Unità d'Italia fu fondato il "Monte di Pietà dei Pegni e Risparmi" con Regio Decreto del 2 Ottobre 1870 "con lo scopo principale di sovvenire i poveri... e aiutare l'agricoltura", come attestano le fonti dell'Archivio Storico Comunale (cart. 54), che indicano la sede in Piazza Cavallotti, n.11 e 12 nel Palazzo di Città. I documenti riportano l'autorizzazione del Prefetto Regionale con il logo della "Prefettura di Bari - Opere Pie", auspicio augurale per la sede di Barletta della Prefettura, un tempo Palazzo di Istituzioni di Opere Pie.
La PIETAS
Nella lettura filologica la Pietas viene così commentata dal Du Cange nel Glossarium Latinitatis Mediae et Infimae Latinitatis del 1678: "Pietas, imago Deiparae mortuum filium gremio tenens" (La Pietà, immagine della Madre di Dio che tiene in grembo il figlio morto). Ma la Pietas latina è anche un sentimento e un valore laico e universale, come riporta il poeta Virgilio nell'Eneide nell'amore del figlio verso il padre Anchise, nel Libro VI, al v. 688: "tuaque vicit iter durum pietas" (la tua pietà ha vinto il duro cammino).
L'iscrizione biblica dell'affresco
L'affresco della deposizione del Cristo che esprime lo spirito delle opere pie del Real Monte di Pietà di Barletta, viene suggellato in alto da un'iscrizione in latino, che ci riporta alle radici giudaico-cristiane della nostra cultura integrata in una civiltà interetnica, crocevia di popoli e culture di crescita civile. L'epigrafe è tratta integralmente dal Salmo XXXX dell'Antico Testamento della Bibbia:
"Beatus qui intelligit super egenum et pauperem: in die mala liberabit eum Dominus". Psalmus XXXX
(Beato l'uomo che ha cura del debole e del povero: nel giorno della sventura il Signore lo libererà).
È un Salmo di Davide, del X secolo a. C., poesia lirica come i Salmi intonati e accompagnati dallo strumento musicale a corde del Salterio.
L'iscrizione della Pietà umana
In basso all'affresco viene riportata l'iscrizione che estende la Pietas della Vergine Maria al sentimento laico e universale dell'uomo. "Ut pietate tua mundum regina beavisti, sic pietas eadem nosque beare velit"
(Come con la tua pietà o Regina hai dato beatitudine al mondo, così quella stessa pietà voglia rendere beati anche noi). In una certosina ricerca ritroviamo l'origine dell'iscrizione nelle Lauretanae Historiae di Horatius Tursellinus, opera edita a Roma nell'anno MDLXXXXVII (1597). La Storia di Loreto del Gesuita Orazio Tursellino Romano fu tradotta in otto lingue e sarebbe risultata nota all'autore dell'affresco del Monte di Pietà di Barletta. Nel libro V, al cap. IV, nel culto della B. Vergine Maria della Santa Casa di Loreto, lo scrittore descrive una tazza preziosa, scyphus, donata dal Re di Francia Enrico III, "cun Lauretanam Virginem dono" nell'anno 1584; sul piede della tazza è inciso un distico con le parole che indicano il motivo del dono del Re di Francia: "ut quae prole tua mundum Regina beasti, et regnum et regem prole beare velis" (come, o Regina hai reso beato il mondo con la tua discendenza, così tu voglia dare felicità anche al regno e al re nella discendenza). Il primo verso si sipira al Magnificat di Maria: "tutte le generazioni mi chiameranno beata" (Luca, 1,48).
Il noto distico del culto della Vergine di Loreto ha ispirato verosimilmente l'autore delle iscrizioni dell'affresco della Pietatis della Vergine Maria nell'affresco del Monte di Pietà di Barletta. La Pietas -la Pietà- è un concetto e un valore evocato nell'udienza giubilare del 14 maggio 2016 da Papa Francesco, che, indicando le radici del mondo greco-romano e cristiano, porge l'immagine della Vergine Maria come "icona della pietà", citando i versi 19-21 del Paradiso di Dante nel Canto XXXIII. Lo "spirito di evangelica carità al sollievo degli umili" viene additato nella lapide monumentale nel corridoio interno del Palazzo, nella figura del Vescovo Mons. Ignazio Monterisi, legato al "natio loco" di Barletta e al sostegno del Reale Orfanotrofio del Monte di Pietà. Presso l'androne del Palazzo, come viandanti, notiamo una pietra incastonata nella parete con l'epigrafe in latino: "VIATOR PECCATA TUA ELEMOSINIS REDIME" ( Viandante, redimi i tuoi peccati con elemosine). La frase è tratta dal Libro sacro del Profeta Daniele, al Cap. IV, v. 24, indirizzata come consiglio al Re, per scontare i peccati con elemosine ed opere di misericordia ai poveri (misericordis pauperum), e richiama lo spirito divino e umano delle opere di misericordia nell'Anno del Giubileo della Misericordia promosso da Papa Francesco.
La preghiera della Pietà di Giovanni Paolo II
Il Salmo 40 (Psalmus XXXX) o Preghiera del malato abbandonato riportato nell'iscrizione biblica del Real Monte di Pietà di Barletta è stato evocato e commentato da Giovanni Paolo II, nell'udienza generale del Mercoledì 2 Giugno 2004: "Il Salmo 40 si apre con una beatitudine. Essa ha per destinatario l'amico vero, colui che «ha cura del debole»: egli sarà ricompensato dal Signore nel giorno della sua sofferenza". Era il 2 Giugno con il messaggio augurale del Pontefice per la Festa della Repubblica, nel rapporto tra Ecclesia e Civitas, tra Stato e Chiesa: "Nell'odierna Festa Nazionale della Repubblica, esprimo fervidi auguri all'intero popolo italiano e alle sue Autorità. Auspico inoltre che l'Italia, grazie all'apporto responsabile delle varie realtà sociali e di ogni cittadino, e restando ancorata ai grandi valori che stanno alla base della sua cultura, della sua arte e della sua tradizione religiosa, possa conoscere un futuro di speranza, aperto alla concordia, alla coesione interna e alla solidarietà".
Il Messaggio di S. E. Prefetto Barletta AndriaTrani , Dott.ssa Clara Minerva: """Ringrazio il Maestro Giuseppe Di Nunno per avere realizzato e offerto questo pieghevole che ha il pregio di rappresentare una sintetica illustrazione storica e artistica del Palazzo " Real Monte di Pietà" di Barletta, sede della Prefettura di Barletta-Andria-Trani, in occasione dei settant'anni della Repubblica Italiana, con il contributo dell'Arch. Michele Sarcina cui sono grata. Lo storico Palazzo svela, all'ingresso, al visitatore un'affresco raffigurante la deposizione del Cristo con iscrizioni di ispirazione religiosa che testimoniano i valori universali della cura del debole cui l'Opera Pia del Monte di Pietà fu destinata ad assolvere. Mi piace immaginare un filo conduttore ideale tra la storia di questo Palazzo e i valori di solidarietà a cui è ispirata la nostra Costituzione e ai cui principi fondamentali ciascuno nel proprio ruolo deve uniformare i propri comportamenti quotidiani. É questo l'auspicio che desidero formulare in occasione di questo importante anniversario per la Repubblica Italiana: il consolidamento di un diffuso modello di cittadinanza consapevole e responsabile cui è ispirato l'art.2 della Costituzione"""
70° Anniversario della Repubblica Italiana
2 giugno 1946 – 2 giugno 2016
Ricerche storiche ed opera a cura del maestro Giuseppe Di Nunno di Canosa di Puglia.
Servizio fotografico di Sabino Mazzarella