Stilus Magistri
La campana di un Papa e del Presidente della Repubblica: “Diligite Iustitiam”
La campana oggi rintocca l’insediamento del Presidente della Repubblica
martedì 23 aprile 2013
10.14
Il giorno 22 aprile 2013, per l'insediamento del Presidente della Repubblica, dott. Giorgio Napolitano, la Campana Maggiore di Palazzo Montecitorio, rintocca il giuramento del Presidente della Repubblica.
È un rituale della nostra Repubblica democratica, di una campana che un tempo annunciava i grandi eventi.
Palazzo Montecitorio era la "Curia Innocenziana" con la committenza del completamento dell'edificio, ad opera di Papa Innocenzo XII, Antonio Pignatelli, (pontif. 1691-1700), che ha avuto i natali nella conterranea città di Spinazzola, sede anche del Palazzo Pignatelli.
L'Architetto Carlo Fontana fu il progettista del Campanile a vela, sulla cui cuspide è posta una clessidra alata, di simbologia antica, e una Croce in ferro battuto.
Così scriveva l'arch. Carlo Fontana al Pontefice: "un mio parere sarebbe di ridurlo ad uso di Curia pubblica, essendo posto nel luogo comunemente chiamato Monte Citorio".
Ignorare per conoscere arricchisce lo spirito e l'intelletto e devo essere grato all'Ufficio dei Beni Architettonici del Palazzo e al funzionario gentilissimo, per aver ricevuto una foto della Campana Maggiore e della clessidra alata e per aver appreso dell'iscrizione riportata sul Sacro Bronzo:
MDCCXXXVIII - DILIGITE IUSTITIAM QUI IUDICATIS TERRAM.
Nella data del 1738, successiva a Papa Pignatelli, possiamo intravedere una coincidenza significativa con i 738 voti con cui è stato rieletto Giorgio Napolitano: sia un segno di buon auspicio!
L'iscrizione rappresenta un invito, un messaggio ed una lezione educativa agli uomini che governano la Terra.
Essa è l'incipit del Libro della Sapienza, I, v.1, attribuito a Salomone nel primo sec. a. C. e dalla Vulgata traduce: "AMATE LA GIUSTIZIA, VOI CHE GOVERNATE LA TERRA.
Il messaggio divino e universale ai governanti dei popoli è riportato anche nella storia dell'arte italiana, nel Palazzo Pubblico di Siena, nella Sala del Mappamondo, nell'opera "La Maestà" di Simone Martini (1312-1315).
La magnificenza dell'opera rappresenta La Vergine Maria e Gesù Bambino benedicente in piedi, mentre regge un cartiglio con la suddetta iscrizione: visitando il sito web del Comune di Siena, possiamo ammirare virtualmente l'opera ed il particolare.
Ma l'iscrizione è riportata anche nella Letteratura insigne della Divina Commedia del Sommo poeta Alighieri, che nel canto XVIII del Paradiso, nei versi 91-94, vede gli spiriti giusti nel cielo cantando e volando, disponendosi in modo da formare le lettere che compongono la frase: "Mostrarsi dunque in cinque volte sette / Vocali e consonanti; ed io notai / Le parti si, come mi parver dette. / Diligite justitiam, primai / Fur verbo e nome di tutto il dipinto; / Qui judicatis terram, fur sezzai".
La campana oggi rintocca l'insediamento del Presidente della Repubblica ed irraggia le parole del Libro della Sapienza, educando le coscienze dei governanti e, democraticamente, di noi tutti Cittadini, che formiamo la società civile e concorriamo con le Istituzioni al bene comune, il quale anche in tempo di crisi, non può essere avvilito in termini dispregiativi, e dove, accanto alle ombre, ci sono le luci, perché "non tutto è da buttare" e generalizzare deprime l'intelletto e inquina i testimoni della storia e della vita quotidiana, rubando ai giovani la Speranza.
Quando si trascura nella società civile, l'educazione al Bene comune e alla Cittadinanza, la terra arida viene infestata dalla zizzania, ma il bene alla fine germoglia e prevale, dopo aver assaporato il malessere.
La Campana rintocca, sull'alto del Campanile a vela del Palazzo di Montecitorio, ed, entrando, ai lati del portale, due tondi artistici, richiamano sul nostro capo le due grandi virtù religiose e laiche: la CARITA' (a sin.) e la GIUSTIZIA (a dx).
La storia è maestra di vita e noi uniamo le nostre campane all'insediamento del gran Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che rappresenta l'Unità e la dignità nazionale e affronta momenti difficili e travagliati per il Paese che ci fa Italiani.
Auguri Italia!
Ob amorem patriae
maestro Peppino Di Nunno – www.canosaweb.it
Canosa di Puglia e Pederobba (TV), 22 aprile 2013
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