Stilus Magistri
La culla, “navicella” dei neonati
La “navicula” dall’Antica Grecia all’Antica Roma, alle Regioni italiane del ‘900, a casa mia
lunedì 30 novembre 2020
18.45
Nella memoria dei padri il viaggio di studio inizia nel 2015 nel libro di Dialettologia "Sulle vie dei ciottoli del dialetto canosino" :
Navìchele (sost. f. dialettale canosino). Culla di legno a forma di navicella. Etimologia latina, navicula (navicella). Si faceva dondolare lentamente, in dialetto "se nazzechève u menìnne" (si cullava il bambino). La culla era una cesta ovale di stecche di legno o di vimini , posta su due supporti di legno convessi, che si faceva dondolare, anche con un piede", come ho fatto da bambino a mia sorella Piccola Rosanna.
La culla nell'Antica Roma, «cuna»
Archeologia letteraria. La culla di legno a forma di navicella si ritrova nell'antica Grecia e nell'antica Roma, dove era denominata "cuna o cunabula" ( n. pl.) ad indicare in senso figurato anche il luogo nativo, la prima dimora, come cita Cicerone. Questo senso figurato si ritrova anche oggi nella lingua italiana (es. la culla della civiltà), e viene citato in Sant'Agostino di Ippona nel V sec., con riferimento alla lingua nativa: "ibi natum, ubi huius linguae cunabula". Plauto nelle Commedie ricorda spesso cunae e cunabula e nell'Antica Roma si invocava la Dea Cunina, che proteggeva i lattanti nella culla e propiziava sogni tranquilli.
La culla nell'Antica Grecia, «λίκνον»
Nell'antica Grecia la culla, cesto a forma di navicella, era denominata, già nel IV sec. a.C., λίκνον (Lìknon, cesto, culla) o σκαϕη (scafe, barca) e viene citata da Omero nell'Iliade. I Greci adoperaravano delle culle (λίκνον o σκάϕη) in forma di barca per dondolare i bambini.
Il lìknon, culla a navicella, viene rappresentata nei vasi attici, come culla primitiva di Dioniso bambino e lo stesso dio Hermes viene rappresentato nella navicula greca, su un vaso del 540 a. C., di cui abbiamo ricevuto foto dal Museo Archeologico Nazionale di Atene.
Hermes, figlio di Zeus, dio dei Pastori, adorato dai Romani con l'appellativo di Mercurio, è stato rinvenuto in una statuetta in bronzo, nel sito archeologico di Giove Toro, a Canosa nel 1980, presso casa mia. Dopo la culla, Hermes, approdò nella 'Saturnia Tellus' virgiliana (Italia), con "I Greci in Occidente", fermandosi a Canosa di Puglia nella civiltà della pastorizia.
La culla nel Medioevo
Nella letteratura latina medievale, troviamo la citazione del 1668, di questo antico cesto di vimini o di legno nell'opera De Phisiologia Christiana (Amsterdam, MDCLXVIII) dello studioso e teologo olandese, Gerardus Joannes Vossius, al cap. V: "nec e vimine minus, quam ligno, fiunt cunae, sive alvei, in quibus cunabula infantium" (tanto di vimini, quanto di legno sono fatte le culle e anche gli alvei, in cui ci sono le culle degli infanti). Un dipinto raffigura una madre che culla il bambino.
La culla nel dialetto veneto e nel Trentino
Nel dialetto veneto, come mi riferisce mio figlio Davide, interpellando le bisnonne materne venete dei suoi figli, nonna Zita e nonna Santina, si usa in dialetto il termine latino "cuna" (culla), presente anche nel Trentino. Troviamo conferma del lemma veneto nel Dizionario del Dialetto Veneziano di Giuseppe Boerio, Venezia 1867, che riporta il termine «cuna, s.f. culla; cuna e zana, con il verbo cunàr, cullare, ninnare". Il Boerio riporta alcuni proverbi familiari. Il lemma "zana" (di origine longobarda) viene riportato da Giovanni Pascoli nella nota poesia "L'orfano (la neve)": "Senti:una zana dondola pian piano, un bimbo piange, le neve fiocca, canta una vecchia)".
La ninna nanna di Pascoli
E ritroviamo la nostra navicula del '900 nelle poesie in Latino di Giovanni Pascoli, che ne "Il tuono" descrive "il moto di una culla": Carmina, 1911, Thallusa,II, v. 163 e 164, "Idem vagitus, puer idem, mater eodem / naviculam pellens solatur carmine nautam…Lalla, lalla, lalla", ("Il pianto del neonato è lo stesso, identico è il bambino, e con la stessa nenia la madre, muovendo la culla, fa rilassare il navigante, …Ninna nanna, Ninna nanna").
Materna e commovente poesia della mamma che culla il bambino, come facevano i nostri nonni con la navicula canosina al neonato navigante!
Quel dondolio della culla-navicella è il dondolio dell'abbraccio materno.
In fondo nei tempi attuali il seggiolino usato in auto per trasportare i bambini piccoli viene chiamato "navicella"..... il viaggio continua!
La sacra culla del Bambino Gesù
Il termine latino "cunabula" lo ritroviamo scritto su una lamina di argento, CUNABULA D. N. JESU CHRISTI, sulla teca aurea della reliquia della santa culla, della "mangiatoia" (ad praesepem), dove fu posto il Bambino Gesù, custodita nella Basilica Papale di Santa Maria Maggiore in Roma, portata secondo la tradizione da Sant'Elena. Si tratta di un ovale a culla con cinque asticelle di acero. Le ricognizioni archeologiche hanno confermato la provenienza di legno di acero di duemila anni della Palestina. Papa Francesco nel 2019 ha donato un pezzo della reliquia al Custode di Terra Santa Padre Francesco Patton, portata nella cerimonia dell'Avvento 2020, alla Grotta della Natività di Betlemme, in processione riservata alla Chiesa Francescana di Santa Caterina del XII secolo.
Messaggio da Betlemme
Abbiamo trasmesso la suddetta pagina di studio della culla o navicula alla Custodia di Terra Santa in Betlemme e con gioia riceviamo il messaggio da Padre Francesco Patton, Custode di Terra Santa, che custodisce dallo scorso Natale un nostro manufatto della Stella della Natività a 14 punte con la lampada ad olio della Luce della Pace di Betlemme. Estendiamo il saluto ed il messaggio ai Parroci della Chiesa locale e alla Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma, da noi contattata in condivisione.
Caro Signor Giuseppe,
la ringrazio per questa segnalazione e per il ricordo. Ieri a Betlemme abbiamo dato inizio a un nuovo anno liturgico. Possa il Bambino di Betlemme, il nostro Signore Gesù Cristo portarci un anno di serenità e di ritorno alla normalità dopo la tribolazione che abbiamo passato nel corso di questo 2020.
Fraterni saluti, fr. Francesco Patton
In questo duro anno evochiamo "La Dottoressa con la mascherina che culla l'Italia" nel commovente disegno del sapiente Franco Rivolli. Lasciamoci cullare dalla cura fraterna e dall'amore della Beata Vergine Maria nel mistero di Betlemme.
Maestro Cav. Giuseppe Di Nunno
Navìchele (sost. f. dialettale canosino). Culla di legno a forma di navicella. Etimologia latina, navicula (navicella). Si faceva dondolare lentamente, in dialetto "se nazzechève u menìnne" (si cullava il bambino). La culla era una cesta ovale di stecche di legno o di vimini , posta su due supporti di legno convessi, che si faceva dondolare, anche con un piede", come ho fatto da bambino a mia sorella Piccola Rosanna.
La culla nell'Antica Roma, «cuna»
Archeologia letteraria. La culla di legno a forma di navicella si ritrova nell'antica Grecia e nell'antica Roma, dove era denominata "cuna o cunabula" ( n. pl.) ad indicare in senso figurato anche il luogo nativo, la prima dimora, come cita Cicerone. Questo senso figurato si ritrova anche oggi nella lingua italiana (es. la culla della civiltà), e viene citato in Sant'Agostino di Ippona nel V sec., con riferimento alla lingua nativa: "ibi natum, ubi huius linguae cunabula". Plauto nelle Commedie ricorda spesso cunae e cunabula e nell'Antica Roma si invocava la Dea Cunina, che proteggeva i lattanti nella culla e propiziava sogni tranquilli.
La culla nell'Antica Grecia, «λίκνον»
Nell'antica Grecia la culla, cesto a forma di navicella, era denominata, già nel IV sec. a.C., λίκνον (Lìknon, cesto, culla) o σκαϕη (scafe, barca) e viene citata da Omero nell'Iliade. I Greci adoperaravano delle culle (λίκνον o σκάϕη) in forma di barca per dondolare i bambini.
Il lìknon, culla a navicella, viene rappresentata nei vasi attici, come culla primitiva di Dioniso bambino e lo stesso dio Hermes viene rappresentato nella navicula greca, su un vaso del 540 a. C., di cui abbiamo ricevuto foto dal Museo Archeologico Nazionale di Atene.
Hermes, figlio di Zeus, dio dei Pastori, adorato dai Romani con l'appellativo di Mercurio, è stato rinvenuto in una statuetta in bronzo, nel sito archeologico di Giove Toro, a Canosa nel 1980, presso casa mia. Dopo la culla, Hermes, approdò nella 'Saturnia Tellus' virgiliana (Italia), con "I Greci in Occidente", fermandosi a Canosa di Puglia nella civiltà della pastorizia.
La culla nel Medioevo
Nella letteratura latina medievale, troviamo la citazione del 1668, di questo antico cesto di vimini o di legno nell'opera De Phisiologia Christiana (Amsterdam, MDCLXVIII) dello studioso e teologo olandese, Gerardus Joannes Vossius, al cap. V: "nec e vimine minus, quam ligno, fiunt cunae, sive alvei, in quibus cunabula infantium" (tanto di vimini, quanto di legno sono fatte le culle e anche gli alvei, in cui ci sono le culle degli infanti). Un dipinto raffigura una madre che culla il bambino.
La culla nel dialetto veneto e nel Trentino
Nel dialetto veneto, come mi riferisce mio figlio Davide, interpellando le bisnonne materne venete dei suoi figli, nonna Zita e nonna Santina, si usa in dialetto il termine latino "cuna" (culla), presente anche nel Trentino. Troviamo conferma del lemma veneto nel Dizionario del Dialetto Veneziano di Giuseppe Boerio, Venezia 1867, che riporta il termine «cuna, s.f. culla; cuna e zana, con il verbo cunàr, cullare, ninnare". Il Boerio riporta alcuni proverbi familiari. Il lemma "zana" (di origine longobarda) viene riportato da Giovanni Pascoli nella nota poesia "L'orfano (la neve)": "Senti:una zana dondola pian piano, un bimbo piange, le neve fiocca, canta una vecchia)".
La ninna nanna di Pascoli
E ritroviamo la nostra navicula del '900 nelle poesie in Latino di Giovanni Pascoli, che ne "Il tuono" descrive "il moto di una culla": Carmina, 1911, Thallusa,II, v. 163 e 164, "Idem vagitus, puer idem, mater eodem / naviculam pellens solatur carmine nautam…Lalla, lalla, lalla", ("Il pianto del neonato è lo stesso, identico è il bambino, e con la stessa nenia la madre, muovendo la culla, fa rilassare il navigante, …Ninna nanna, Ninna nanna").
Materna e commovente poesia della mamma che culla il bambino, come facevano i nostri nonni con la navicula canosina al neonato navigante!
Quel dondolio della culla-navicella è il dondolio dell'abbraccio materno.
In fondo nei tempi attuali il seggiolino usato in auto per trasportare i bambini piccoli viene chiamato "navicella"..... il viaggio continua!
La sacra culla del Bambino Gesù
Il termine latino "cunabula" lo ritroviamo scritto su una lamina di argento, CUNABULA D. N. JESU CHRISTI, sulla teca aurea della reliquia della santa culla, della "mangiatoia" (ad praesepem), dove fu posto il Bambino Gesù, custodita nella Basilica Papale di Santa Maria Maggiore in Roma, portata secondo la tradizione da Sant'Elena. Si tratta di un ovale a culla con cinque asticelle di acero. Le ricognizioni archeologiche hanno confermato la provenienza di legno di acero di duemila anni della Palestina. Papa Francesco nel 2019 ha donato un pezzo della reliquia al Custode di Terra Santa Padre Francesco Patton, portata nella cerimonia dell'Avvento 2020, alla Grotta della Natività di Betlemme, in processione riservata alla Chiesa Francescana di Santa Caterina del XII secolo.
Messaggio da Betlemme
Abbiamo trasmesso la suddetta pagina di studio della culla o navicula alla Custodia di Terra Santa in Betlemme e con gioia riceviamo il messaggio da Padre Francesco Patton, Custode di Terra Santa, che custodisce dallo scorso Natale un nostro manufatto della Stella della Natività a 14 punte con la lampada ad olio della Luce della Pace di Betlemme. Estendiamo il saluto ed il messaggio ai Parroci della Chiesa locale e alla Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma, da noi contattata in condivisione.
Caro Signor Giuseppe,
la ringrazio per questa segnalazione e per il ricordo. Ieri a Betlemme abbiamo dato inizio a un nuovo anno liturgico. Possa il Bambino di Betlemme, il nostro Signore Gesù Cristo portarci un anno di serenità e di ritorno alla normalità dopo la tribolazione che abbiamo passato nel corso di questo 2020.
Fraterni saluti, fr. Francesco Patton
In questo duro anno evochiamo "La Dottoressa con la mascherina che culla l'Italia" nel commovente disegno del sapiente Franco Rivolli. Lasciamoci cullare dalla cura fraterna e dall'amore della Beata Vergine Maria nel mistero di Betlemme.
Maestro Cav. Giuseppe Di Nunno