Stilus Magistri
La cupola mancante del Mausoleo di Boemondo
Recuperiamo la volta piramidale dei marmi bianchi!
giovedì 23 gennaio 2014
15.07
Nell'anniversario storico del 2011 del Principe Boemondo, custodito nel Mausoleo della Cattedrale S. Sabino di Canosa di Puglia, abbiamo riscoperto e tradotto le epigrafi trascurate del Mausoleo, documenti storici del principe normanno, avvalendoci della preziosa e volontaria collaborazione della prof.sa Giulia Giorgio del Liceo Fermi di Canosa..
L'inizio delle epigrafi attesta: "Sotto questa volta giace il nobile principe della Siria" (Magnanimus Siriae iacet hoc sub tegmine princeps), ma la volta del Mausoleo originaria si presentava ai nostri occhi di forma piramidale ottagonale, ben diversa da quella semisferica attuale.
La cupola tondeggiante, se ha inteso richiamare la cupola del Santo Sepolcro di Gerusalemme, ha stravolto la teologia architettonica della cupola ottagonale, che si riferisce all'Octava Dies, all'ottavo giorno della Gerusalemme Celeste.
Non sono io, maestro studioso a riportarlo, ma studiosi di storia dell'arte, teologi e documenti, dalla tesi di laurea dell'arch. Giuseppe Ricchizzi, docente del Liceo di Canosa, alla pubblicazione della tesi di laurea dell'arch. Michele Cilla, discussa nell'anno 1989/90 presso la Cattedra di Restauro Architettonico dell'Università degli Studi di Firenze. L'autore, nativo di Genzano nella Lucania, contattato personalmente a Ponte di Piave nel Veneto, nel 2012, ci ha precisato di aver ritrovato, all'epoca della tesi, frammenti di lastre di marmo provenienti dalla cupola, che oltra ad essere di forma ottagonale era lastricata di marmi.
La stessa precedente relazione del 9 aprile 1845 dell'Intendenza della Provincia riporta lo stato di degrado della cupola e le riparazioni occorrenti per il "lastricato di marmo che riveste la parte a vista della piramide del cupolino". Nella relazione inviata al Sindaco e "ad uso del Ministro della Pubblica Istruzione", che svolgeva le funzioni per la tutela dei Beni Culturali, l'Intendenza descrive "la piramide di coronamento dell'Edificio, ricoperta nella parte a vista con marmi di Paros".
Sono i pregevoli marmi bianchi dell'isola di Paros in Grecia, e dalle cave di marmo.
Nel restauro del 1904 il progetto, invece di essere conservativo, diventa innovativo e modifica non solo l'architettura del Mausoleo, ma anche la filosofia e la teologia della Piramide, che terminava all'apice con una sfera.
La stessa interpretazione ci era stata riportata in chiave di storia dell'arte dal senatore Giovanni Procacci di Bitonto, laureato in Lettere e Storia dell'Arte, in visita a Canosa, in Cattedrale il 21 marzo 2010. Così interpreta la piramide ottagonale della cupola del Mausoleo: "il passaggio dal quadrato all'ottagono e dall'ottagono al vertice, al punto, ricostruisce il passaggio dalla ratio terrena all'infinito, all'immortalità della vita. Il punto, come elemento indefinibile rappresenta l'Infinito".
Il docente si congeda lasciando la firma sul registro dei visitatori con il seguente messaggio "Uno straordinario mausoleo. Attendo e spero di vederlo con la piramide che è simbolo dell'ascensione a Dio".
Nella prima metà del 700, il canonico Francesco Maria Pratilli, storico ed archeologo, nell'opera "Della Via Appia da Roma a Brindisi", Napoli, 1745, così descrive il Mausoleo, visitato, studiato, letto con rigore letterario nelle epigrafi: "Al sinistro lato della Chiesa di S. Sabino vi ha una porta, la qual riesce in un atrio scoverto, e in esso trovasi un mausoleo di forma quadrata di bella fabbrica, e ricco di scelti marmi, con cupola ottangonale fornita di colonnette, la quale dovette forse essere coverta di metallo, per li segnali che ne dimostra". Forse la lucentezza dei marmi anneriti nel tempo, avrà fatto pensare al metallo?
Ma dobbiamo essere grati al visitatore che fece disegnare il Mausoleo nel 1780, all'Abate di Saint-Non, autore dell'opera illustrata "Voyage Pittoresque", nel viaggio nel Regno di Napoli. Sono le diffuse cartoline d'epoca della veduta di Canosa del 1780, che disegnano, con il Desprez, il Mausoleo con la cupola piramidale ottagonale, con la sfera all'apice e con l'iscrizione: "Vue de l'entrée d'une Eglise appellée la Chiesa Madre, près de CANOSA, e d'une Chappelle gothique ou est renfermé le Tombeau de Boemond Prince d'Antioche".
Siamo grati al Saint-Non del disegno del Mausoleo e della cupola, ma non siamo stati attenti custodi di quanto ci è stato consegnato nelle generazioni.
Ma occorre valutare che la storia con l'architettura non può essere identificata solo nel secolo scorso, ma lungo il percorso della linea del tempo dei secoli scorsi. Quando poi un restauro innovativo va a cancellare e stravolgere le radici filosofiche e teologiche dell'Architettura e a rimuovere i marmi bianchi di Paros, la storicizzazione risulta… antistorica.
Guardando ancora oggi il Mausoleo dalla base quadrangolare, dal basso verso l'alto, viene poi da chiedersi : "ma dove sono finiti i marmi?".
Va comunque apprezzato il recente restauro del 2013 tra Soprintendenza, Architetto referente e opera diligente restauratrice di don Felice, per il consolidamento del muro di cinta, per la pulitura dei marmi, dove comunque vanno evidenziate le epigrafi storiche della cornice, e per il cocciopesto della cupola tonda che ha eliminato l'aspetto grezzo della stessa, conferendo un aspetto lapideo.
E se la storia è anche memoria e maestra di vita, occorre che all'esterno o all'interno del Mausoleo sia presenta una riproduzione ampia del Saint-Non, per poter fare la lettura della cupola. La cartolina d'epoca presente in diversi studi e ambienti di Canosa, deve essere esposta prima di tutto nel Mausoleo per i visitatori.
Sarebbe oggi auspicabile che si levi una voce del mondo addetto, di tecnici o Soprintendenze, a formulare un progetto di ripristino della cupola ottagonale!
Il tempo del Mausoleo di Boemondo non è finito, se guardiamo all'Infinito!
maestro Peppino Di Nunno
Canosa di Puglia, 16 gennaio A. D. 2014
L'inizio delle epigrafi attesta: "Sotto questa volta giace il nobile principe della Siria" (Magnanimus Siriae iacet hoc sub tegmine princeps), ma la volta del Mausoleo originaria si presentava ai nostri occhi di forma piramidale ottagonale, ben diversa da quella semisferica attuale.
La cupola tondeggiante, se ha inteso richiamare la cupola del Santo Sepolcro di Gerusalemme, ha stravolto la teologia architettonica della cupola ottagonale, che si riferisce all'Octava Dies, all'ottavo giorno della Gerusalemme Celeste.
Non sono io, maestro studioso a riportarlo, ma studiosi di storia dell'arte, teologi e documenti, dalla tesi di laurea dell'arch. Giuseppe Ricchizzi, docente del Liceo di Canosa, alla pubblicazione della tesi di laurea dell'arch. Michele Cilla, discussa nell'anno 1989/90 presso la Cattedra di Restauro Architettonico dell'Università degli Studi di Firenze. L'autore, nativo di Genzano nella Lucania, contattato personalmente a Ponte di Piave nel Veneto, nel 2012, ci ha precisato di aver ritrovato, all'epoca della tesi, frammenti di lastre di marmo provenienti dalla cupola, che oltra ad essere di forma ottagonale era lastricata di marmi.
- Il cupolino nelle fonti dell'Archivio Storico Comunale
La stessa precedente relazione del 9 aprile 1845 dell'Intendenza della Provincia riporta lo stato di degrado della cupola e le riparazioni occorrenti per il "lastricato di marmo che riveste la parte a vista della piramide del cupolino". Nella relazione inviata al Sindaco e "ad uso del Ministro della Pubblica Istruzione", che svolgeva le funzioni per la tutela dei Beni Culturali, l'Intendenza descrive "la piramide di coronamento dell'Edificio, ricoperta nella parte a vista con marmi di Paros".
Sono i pregevoli marmi bianchi dell'isola di Paros in Grecia, e dalle cave di marmo.
Nel restauro del 1904 il progetto, invece di essere conservativo, diventa innovativo e modifica non solo l'architettura del Mausoleo, ma anche la filosofia e la teologia della Piramide, che terminava all'apice con una sfera.
- La teologia della piramide ottagonale
La stessa interpretazione ci era stata riportata in chiave di storia dell'arte dal senatore Giovanni Procacci di Bitonto, laureato in Lettere e Storia dell'Arte, in visita a Canosa, in Cattedrale il 21 marzo 2010. Così interpreta la piramide ottagonale della cupola del Mausoleo: "il passaggio dal quadrato all'ottagono e dall'ottagono al vertice, al punto, ricostruisce il passaggio dalla ratio terrena all'infinito, all'immortalità della vita. Il punto, come elemento indefinibile rappresenta l'Infinito".
Il docente si congeda lasciando la firma sul registro dei visitatori con il seguente messaggio "Uno straordinario mausoleo. Attendo e spero di vederlo con la piramide che è simbolo dell'ascensione a Dio".
- Gli illustri visitatori del '700
Nella prima metà del 700, il canonico Francesco Maria Pratilli, storico ed archeologo, nell'opera "Della Via Appia da Roma a Brindisi", Napoli, 1745, così descrive il Mausoleo, visitato, studiato, letto con rigore letterario nelle epigrafi: "Al sinistro lato della Chiesa di S. Sabino vi ha una porta, la qual riesce in un atrio scoverto, e in esso trovasi un mausoleo di forma quadrata di bella fabbrica, e ricco di scelti marmi, con cupola ottangonale fornita di colonnette, la quale dovette forse essere coverta di metallo, per li segnali che ne dimostra". Forse la lucentezza dei marmi anneriti nel tempo, avrà fatto pensare al metallo?
Ma dobbiamo essere grati al visitatore che fece disegnare il Mausoleo nel 1780, all'Abate di Saint-Non, autore dell'opera illustrata "Voyage Pittoresque", nel viaggio nel Regno di Napoli. Sono le diffuse cartoline d'epoca della veduta di Canosa del 1780, che disegnano, con il Desprez, il Mausoleo con la cupola piramidale ottagonale, con la sfera all'apice e con l'iscrizione: "Vue de l'entrée d'une Eglise appellée la Chiesa Madre, près de CANOSA, e d'une Chappelle gothique ou est renfermé le Tombeau de Boemond Prince d'Antioche".
Siamo grati al Saint-Non del disegno del Mausoleo e della cupola, ma non siamo stati attenti custodi di quanto ci è stato consegnato nelle generazioni.
- Storicizzazione della cupola tonda
Ma occorre valutare che la storia con l'architettura non può essere identificata solo nel secolo scorso, ma lungo il percorso della linea del tempo dei secoli scorsi. Quando poi un restauro innovativo va a cancellare e stravolgere le radici filosofiche e teologiche dell'Architettura e a rimuovere i marmi bianchi di Paros, la storicizzazione risulta… antistorica.
Guardando ancora oggi il Mausoleo dalla base quadrangolare, dal basso verso l'alto, viene poi da chiedersi : "ma dove sono finiti i marmi?".
Va comunque apprezzato il recente restauro del 2013 tra Soprintendenza, Architetto referente e opera diligente restauratrice di don Felice, per il consolidamento del muro di cinta, per la pulitura dei marmi, dove comunque vanno evidenziate le epigrafi storiche della cornice, e per il cocciopesto della cupola tonda che ha eliminato l'aspetto grezzo della stessa, conferendo un aspetto lapideo.
- Recuperiamo la storia della cupola piramidale
E se la storia è anche memoria e maestra di vita, occorre che all'esterno o all'interno del Mausoleo sia presenta una riproduzione ampia del Saint-Non, per poter fare la lettura della cupola. La cartolina d'epoca presente in diversi studi e ambienti di Canosa, deve essere esposta prima di tutto nel Mausoleo per i visitatori.
Sarebbe oggi auspicabile che si levi una voce del mondo addetto, di tecnici o Soprintendenze, a formulare un progetto di ripristino della cupola ottagonale!
- "Sotto questo tetto"
Il tempo del Mausoleo di Boemondo non è finito, se guardiamo all'Infinito!
maestro Peppino Di Nunno
Canosa di Puglia, 16 gennaio A. D. 2014