Stilus Magistri
La Deposizione di Cristo nell’arte
L’affresco della PIETAS nel Monte di Pietà presso Prefettura BAT
sabato 3 aprile 2021
10.03
Il 2 aprile 2021 Venerdì Santo, nel mattino di RAI UNO alle ore 9,45 veniva rappresenta la Deposizione di Cristo dalla Croce nell'arte e nell'arte di Raffaello. Motivati da questo servizio pubblico intendiamo rileggere l'opera della Deposizione presente in affresco all'ìngresso del Palazzo Monte di Pietà, sede prestigiosa della Prefettura Barletta, Andria, Trani. Al Palazzo è annessa la Chiesa monumentale del Monte di Pietà del 1670. Varcando il portone monumentale del Palazzo, sulla cui facciata sventolano le bandiere d'Italia e d'Europa sormontati dal sigillo marmoreo del Monte di Pietà, sostando nell'androne e levando lo sguardo, si offre al nostro animo un affresco che parla di arte pittorica e iscrizioni in latino.
La Deposizione del Cristo
L'affresco di autore anonimo raffigura la deposizione di Gesù nel sepolcro, sorretto da Giuseppe di Arimatea, raffigurato con turbante e da Nicodemo, che furono preposti alla sepoltura. Si affacciano Giovanni l'evangelista e pie donne, mentre la tela di lino (in greco σινδών, sindôn), acquistata dal discepolo Giuseppe di Arimatea per la sepoltura lambisce il grembo della Vergine Maria in preghiera nella Pietà verso il Figlio (Matteo, 27, 59-61). In alto una mano sorregge una fiaccola, che nell'iconografia della sepoltura del Cristo Morto significa la mente che si accende all'amore di Dio.
L'imago pietatis
L'imago pietatis dell'iconografia del Cristo Morto nel sepolcro approda dall'Oriente bizantino in Occidente nel corso del XIII secolo e fu associata agli Istituti noti come "Monti di Pietà" e alle pie istituzioni di carattere assistenziale ai poveri, bisognosi e ammalati. È il tema della compassione verso il prossimo o "Pietas", spesso vestita di rosso, "perchè è compagna e sorella della Carità", come riporta l'iconologia di Cesare Ripa Perugino del MDXCIII. L'iconografia della Pietà della Vergine Maria verso il Cristo viene così suggellata dal Mons Pietatis, con il Monte Santo sormontato da una Croce, come ritroviamo negli stemmi marmorei del corridoio che scorre intorno all'atrio del Palazzo del Real Monte di Pietà della Prefettura di Barletta.
La PIETAS
Nella lettura filologica la Pietas viene così commentata dal Du Cange nel Glossarium Latinitatis Mediae et Infimae Latinitatis del 1678: "Pietas, imago Deiparae mortuum filium gremio tenens" (La Pietà, immagine della Madre di Dio che tiene in grembo il figlio morto). Ma la Pietas latina è anche un sentimento e un valore laico e universale, come riporta il poeta Virgilio nell'Eneide nell'amore del figlio verso il padre Anchise, nel Libro VI, al v. 688: "tuaque vicit iter durum pietas" (la tua pietà ha vinto il duro cammino).
L'iscrizione biblica dell'affresco
L'affresco della deposizione del Cristo che esprime lo spirito delle opere pie del Real Monte di Pietà di Barletta, viene suggellato in alto da un'iscrizione in latino, che ci riporta alle radici giudaico-cristiane della nostra cultura integrata in una civiltà interetnica, crocevia di popoli e culture di crescita civile. L'epigrafe è tratta integralmente dal Salmo XXXX dell'Antico Testamento della Bibbia: "Beatus qui intelligit super egenum et pauperem: in die mala liberabit eum Dominus". Psalmus XXXX
(Beato l'uomo che ha cura del debole e del povero: nel giorno della sventura il Signore lo libererà). È un Salmo di Davide, del X secolo a. C., poesia lirica come i Salmi intonati e accompagnati dallo strumento musicale a corde del Salterio.
L'iscrizione della Pietà umana
In basso all'affresco viene riportata l'iscrizione che estende la Pietas della Vergine Maria al sentimento laico e universale dell'uomo.
"Ut pietate tua mundum regina beavisti, sic pietas eadem nosque beare velit"
(Come con la tua pietà o Regina hai dato beatitudine al mondo, così quella stessa pietà voglia rendere beati anche noi).
La Pietas -la Pietà- è un concetto e un valore evocato nell'udienza giubilare del 14 maggio 2016 da Papa Francesco, che, indicando le radici del mondo greco-romano e cristiano, porge l'immagine della Vergine Maria come "icona della pietà", citando i versi 19-21 del Paradiso di Dante nel Canto XXXIII.
Il 2 aprile nel giorno della morte del Santo Papa Giovanni Paolo II evochiamo il Suo pensiero sulla "pietà".
Il Salmo 40 (Psalmus XXXX) o Preghiera del malato abbandonato riportato nell'iscrizione biblica del Real Monte di Pietà di Barletta è stato evocato e commentato da Giovanni Paolo II, nell'udienza generale del Mercoledì 2 Giugno 2004: "Il Salmo 40 si apre con una beatitudine. Essa ha per destinatario l'amico vero, colui che «ha cura del debole»: egli sarà ricompensato dal Signore nel giorno della sua sofferenza".
Era il 2 Giugno 2016 con il messaggio augurale del Pontefice per la Festa della Repubblica, nel rapporto tra Ecclesia e Civitas, tra Stato e Chiesa: "Nell'odierna Festa Nazionale della Repubblica, esprimo fervidi auguri all'intero popolo italiano e alle sue Autorità. Auspico inoltre che l'Italia, grazie all'apporto responsabile delle varie realtà sociali e di ogni cittadino, e restando ancorata ai grandi valori che stanno alla base della sua cultura, della sua arte e della sua tradizione religiosa, possa conoscere un futuro di speranza, aperto alla concordia, alla coesione interna e alla solidarietà".
Il Prefetto della BAT del tempo del 2016, Dott.ssa Clara Minerva volle suggellare l'opera esposta all'ingresso del Palazzo della Prefettura. Mi piace immaginare un filo conduttore ideale tra la storia di questo Palazzo e i valori di solidarietà a cui è ispirata la nostra Costituzione e ai cui principi fondamentali ciascuno nel proprio ruolo deve uniformare i propri comportamenti quotidiani. É questo l'auspicio che desidero formulare: il consolidamento di un diffuso modello di cittadinanza consapevole e responsabile cui è ispirato l'art.2 della Costituzione
Porgendo il saluto di stima a S.E. il Prefetto Dott. Maurizio Valiante, porgiamo la lettura dell'opera d'arte in questo Venerdì' Santo nei valori solidali nel tempo travagliato dal Covid.
Maestro Cav. Giuseppe Di Nunno.
Foto a cura di Sabino Mazzarella
La Deposizione del Cristo
L'affresco di autore anonimo raffigura la deposizione di Gesù nel sepolcro, sorretto da Giuseppe di Arimatea, raffigurato con turbante e da Nicodemo, che furono preposti alla sepoltura. Si affacciano Giovanni l'evangelista e pie donne, mentre la tela di lino (in greco σινδών, sindôn), acquistata dal discepolo Giuseppe di Arimatea per la sepoltura lambisce il grembo della Vergine Maria in preghiera nella Pietà verso il Figlio (Matteo, 27, 59-61). In alto una mano sorregge una fiaccola, che nell'iconografia della sepoltura del Cristo Morto significa la mente che si accende all'amore di Dio.
L'imago pietatis
L'imago pietatis dell'iconografia del Cristo Morto nel sepolcro approda dall'Oriente bizantino in Occidente nel corso del XIII secolo e fu associata agli Istituti noti come "Monti di Pietà" e alle pie istituzioni di carattere assistenziale ai poveri, bisognosi e ammalati. È il tema della compassione verso il prossimo o "Pietas", spesso vestita di rosso, "perchè è compagna e sorella della Carità", come riporta l'iconologia di Cesare Ripa Perugino del MDXCIII. L'iconografia della Pietà della Vergine Maria verso il Cristo viene così suggellata dal Mons Pietatis, con il Monte Santo sormontato da una Croce, come ritroviamo negli stemmi marmorei del corridoio che scorre intorno all'atrio del Palazzo del Real Monte di Pietà della Prefettura di Barletta.
La PIETAS
Nella lettura filologica la Pietas viene così commentata dal Du Cange nel Glossarium Latinitatis Mediae et Infimae Latinitatis del 1678: "Pietas, imago Deiparae mortuum filium gremio tenens" (La Pietà, immagine della Madre di Dio che tiene in grembo il figlio morto). Ma la Pietas latina è anche un sentimento e un valore laico e universale, come riporta il poeta Virgilio nell'Eneide nell'amore del figlio verso il padre Anchise, nel Libro VI, al v. 688: "tuaque vicit iter durum pietas" (la tua pietà ha vinto il duro cammino).
L'iscrizione biblica dell'affresco
L'affresco della deposizione del Cristo che esprime lo spirito delle opere pie del Real Monte di Pietà di Barletta, viene suggellato in alto da un'iscrizione in latino, che ci riporta alle radici giudaico-cristiane della nostra cultura integrata in una civiltà interetnica, crocevia di popoli e culture di crescita civile. L'epigrafe è tratta integralmente dal Salmo XXXX dell'Antico Testamento della Bibbia: "Beatus qui intelligit super egenum et pauperem: in die mala liberabit eum Dominus". Psalmus XXXX
(Beato l'uomo che ha cura del debole e del povero: nel giorno della sventura il Signore lo libererà). È un Salmo di Davide, del X secolo a. C., poesia lirica come i Salmi intonati e accompagnati dallo strumento musicale a corde del Salterio.
L'iscrizione della Pietà umana
In basso all'affresco viene riportata l'iscrizione che estende la Pietas della Vergine Maria al sentimento laico e universale dell'uomo.
"Ut pietate tua mundum regina beavisti, sic pietas eadem nosque beare velit"
(Come con la tua pietà o Regina hai dato beatitudine al mondo, così quella stessa pietà voglia rendere beati anche noi).
La Pietas -la Pietà- è un concetto e un valore evocato nell'udienza giubilare del 14 maggio 2016 da Papa Francesco, che, indicando le radici del mondo greco-romano e cristiano, porge l'immagine della Vergine Maria come "icona della pietà", citando i versi 19-21 del Paradiso di Dante nel Canto XXXIII.
Il 2 aprile nel giorno della morte del Santo Papa Giovanni Paolo II evochiamo il Suo pensiero sulla "pietà".
Il Salmo 40 (Psalmus XXXX) o Preghiera del malato abbandonato riportato nell'iscrizione biblica del Real Monte di Pietà di Barletta è stato evocato e commentato da Giovanni Paolo II, nell'udienza generale del Mercoledì 2 Giugno 2004: "Il Salmo 40 si apre con una beatitudine. Essa ha per destinatario l'amico vero, colui che «ha cura del debole»: egli sarà ricompensato dal Signore nel giorno della sua sofferenza".
Era il 2 Giugno 2016 con il messaggio augurale del Pontefice per la Festa della Repubblica, nel rapporto tra Ecclesia e Civitas, tra Stato e Chiesa: "Nell'odierna Festa Nazionale della Repubblica, esprimo fervidi auguri all'intero popolo italiano e alle sue Autorità. Auspico inoltre che l'Italia, grazie all'apporto responsabile delle varie realtà sociali e di ogni cittadino, e restando ancorata ai grandi valori che stanno alla base della sua cultura, della sua arte e della sua tradizione religiosa, possa conoscere un futuro di speranza, aperto alla concordia, alla coesione interna e alla solidarietà".
Il Prefetto della BAT del tempo del 2016, Dott.ssa Clara Minerva volle suggellare l'opera esposta all'ingresso del Palazzo della Prefettura. Mi piace immaginare un filo conduttore ideale tra la storia di questo Palazzo e i valori di solidarietà a cui è ispirata la nostra Costituzione e ai cui principi fondamentali ciascuno nel proprio ruolo deve uniformare i propri comportamenti quotidiani. É questo l'auspicio che desidero formulare: il consolidamento di un diffuso modello di cittadinanza consapevole e responsabile cui è ispirato l'art.2 della Costituzione
Porgendo il saluto di stima a S.E. il Prefetto Dott. Maurizio Valiante, porgiamo la lettura dell'opera d'arte in questo Venerdì' Santo nei valori solidali nel tempo travagliato dal Covid.
Maestro Cav. Giuseppe Di Nunno.
Foto a cura di Sabino Mazzarella