Stilus Magistri
La “Desolata” di Canosa nelle radici del 700 e nell’iconografia dei fregi di argento
A cura del maestro Peppino Di Nunno
sabato 19 aprile 2014
7.24
Sulle vie della Vergine Dolente, evocate a Canosa dal film di Angelo Disanto di Cerignola, i battiti del cuore vibrano con le corde vocali del commovente inno di "Stava Maria Dolente", ma gli occhi si posano, affidando una preghiera agli occhi del simulacro della Madre Desolata, rileggendo il verso dell'Antico Testamento delle Lamentazioni di Geremia: POSUIT ME DESOLATAM.
Se cancellassimo il Latino dalla Scuola, non potremmo comprendere le iscrizioni della civiltà romana e cristiana, e in questi giorni, del Sacro, dove la Parola diventa Storia, Verità, Etica.
Il simulacro risale alla metà del 900, nel rifacimento della statua precedente, ma si ispira alla tela dell'Addolorata, venerata nella Cattedrale di San Sabino, opera dell'artista di Giovinazzo, Giuseppe De Musso nell'anno 1761.
La Vergine Addolorata, con il petto trafitto dallo spadino, si posa seduta, quasi su un trono regale, mentre nello sfondo a destra figura la Croce spoglia sul Golgota, ad evocare il momento della sepoltura del Figlio Gesù.
"Singolare ed eloquente è la figura dell'Angelo vestito di bianco", annota a noi, padre Gerardo Cioffari, Storico della Basilica di San Nicola di Bari; è l'Angelo che accompagna il cammino di Maria, messaggero della Passione e della Crocifissione di Gesù. L'Angelo sostiene il braccio cadente della Madre trafitta, con gli occhi chiusi, come il Sepolcro del Figlio.
Ci soffermiamo con gli occhi dello spirito e del Vangelo sui fregi di argento posti sul petto della Madre Desolata, mentre ci siamo accostati con devozione e riverenza con il Parroco, don Raffaele Biancolillo; sono i fregi che appartenevano alla statua originaria e che rappresentano, quasi un unicum nella simbologia dell'Addolorata: la corona di spine, lo spadino ed un cuore devozionale, a rappresentare la VIA CRUCIS, la VIA MATRIS dei sette dolori di Maria, la DEVOZIONE popolare.
Quella corona di spine di Gesù, Le sarà caduta sul petto, nella deposizione di Gesù dalla Croce, rappresentata dalla Pieta di Michelangelo. È l'Addolorata di Canosa che regge la corona di spine, in quell'intreccio tra la via Matris della Madre e la via Crucis del Figlio di Dio.
Ma anche quel cuore, rappresenta la devozione e la fede del popolo, con le classiche lettere votive:
P G R (Per Grazia Ricevuta).
È il Sabato Santo, mentre si diffonde per le vie di Canosa il big bang del coro della Desolata; ma gli occhi della gente si incrociano con gli occhi della Madre di Gesù, che raccoglie sul suo petto la corona di spine del Figlio, l'epilogo dei Dolori e la devozione e la fede dei credenti e del popolo, mentre un Angelo si appresta a rotolare la pietra del Sepolcro, per annunciare la Resurrezione del Figlio di Dio, che ha vinto la morte e salvato gli uomini.
Grazie Madre Desolata! Grazie o Gesù Santo.
maestro Peppino Di Nunno
Si fa divieto di riproduzione della foto degli argenti, chiedendo di citare le fonti nella diffusione dei testi
Se cancellassimo il Latino dalla Scuola, non potremmo comprendere le iscrizioni della civiltà romana e cristiana, e in questi giorni, del Sacro, dove la Parola diventa Storia, Verità, Etica.
Il simulacro risale alla metà del 900, nel rifacimento della statua precedente, ma si ispira alla tela dell'Addolorata, venerata nella Cattedrale di San Sabino, opera dell'artista di Giovinazzo, Giuseppe De Musso nell'anno 1761.
La Vergine Addolorata, con il petto trafitto dallo spadino, si posa seduta, quasi su un trono regale, mentre nello sfondo a destra figura la Croce spoglia sul Golgota, ad evocare il momento della sepoltura del Figlio Gesù.
"Singolare ed eloquente è la figura dell'Angelo vestito di bianco", annota a noi, padre Gerardo Cioffari, Storico della Basilica di San Nicola di Bari; è l'Angelo che accompagna il cammino di Maria, messaggero della Passione e della Crocifissione di Gesù. L'Angelo sostiene il braccio cadente della Madre trafitta, con gli occhi chiusi, come il Sepolcro del Figlio.
Ci soffermiamo con gli occhi dello spirito e del Vangelo sui fregi di argento posti sul petto della Madre Desolata, mentre ci siamo accostati con devozione e riverenza con il Parroco, don Raffaele Biancolillo; sono i fregi che appartenevano alla statua originaria e che rappresentano, quasi un unicum nella simbologia dell'Addolorata: la corona di spine, lo spadino ed un cuore devozionale, a rappresentare la VIA CRUCIS, la VIA MATRIS dei sette dolori di Maria, la DEVOZIONE popolare.
Quella corona di spine di Gesù, Le sarà caduta sul petto, nella deposizione di Gesù dalla Croce, rappresentata dalla Pieta di Michelangelo. È l'Addolorata di Canosa che regge la corona di spine, in quell'intreccio tra la via Matris della Madre e la via Crucis del Figlio di Dio.
Ma anche quel cuore, rappresenta la devozione e la fede del popolo, con le classiche lettere votive:
P G R (Per Grazia Ricevuta).
È il Sabato Santo, mentre si diffonde per le vie di Canosa il big bang del coro della Desolata; ma gli occhi della gente si incrociano con gli occhi della Madre di Gesù, che raccoglie sul suo petto la corona di spine del Figlio, l'epilogo dei Dolori e la devozione e la fede dei credenti e del popolo, mentre un Angelo si appresta a rotolare la pietra del Sepolcro, per annunciare la Resurrezione del Figlio di Dio, che ha vinto la morte e salvato gli uomini.
Grazie Madre Desolata! Grazie o Gesù Santo.
maestro Peppino Di Nunno
Si fa divieto di riproduzione della foto degli argenti, chiedendo di citare le fonti nella diffusione dei testi