Stilus Magistri
La devozione dei portatori dell’Addolorata
Mezzo secolo di storia di tradizioni popolari a Canosa
martedì 26 marzo 2024
16.05
I portatori a spalla dei simulacri in processione sono testimoni di fede e devozione popolare. Motivati dalla fotografia degli anni '70 della Processione dell'Addolorata, posta nel mese di marzo 2024 del Calendario "Il Campanile", rivediamo nella memoria degli estinti Don Peppino Luisi, Don Peppino Pinnelli, Don Nicola Lombardi, Vigili Urbani a noi noti, e i Portatori. Rivediamo i portatori oggi nell'anno 2024 nella Cattedrale di San Sabino con 70 portatori e due personaggi cresciuti a portare a spalla l'Addolorata cantando l'inno storico "Madonna delle Lacrime". Ricordo nel 2008 quando Don Saverio Manco, nato e cresciuto nella "Via della Passione", ritornato vegliardo da Roma porgeva prima della processione dell'Addolorata un messaggio di dignità ai portatori. "Quello dei portatori di statue non è un mestiere ma una vocazione, che non si impara ma si ha nel cuore, affianco alla fede. Non sbiadisce con il passare del tempo, anzi, si rinvigorisce." E tra i portatori del simulacro dell'Addolorata nel Venerdì di Passione percorriamo un itinerario di devozione popolare di cinquanta anni. Era il 1974 quando in via Kennedy fotografai nel mio primo anno di Maestro Don Peppino Luisi e a fianco il ragazzo Sergio Fontana.
Oggi il devoto Sergio Fontana ci presenta nella Cattedrale di San Sabino il "portatore storico" quasi ottantenne, Cosimo Vitanostra, conosciuto come "Memìne u chiazzìre". Nel 2008, lo abbiamo incontrato in Piazza Galluppi visitando il suo magazzino di "fruttivendolo" in una traversa della Piazza del Mercato dove custodisce con le cassette della frutta quasi una cappella di immagini sacre e cimeli di San Sabino, di Santa Rita, dei Santi Medici, essendo stato un promotore e curatore di pellegrinaggi cittadini, come lo ricordano ancora oggi. Consideriamo che l'Addolorata era chiamata "la Madònne de li chiazzìre", dei venditori di piazza, devoti a portare il simulacro nella processione. Rivediamo la cappellina di Memìne e scorgiamo l'effigie dei Santi Medici con "I Devoti di Canosa di Puglia"; la Madonna di Pompei; Padre Pio, l'effigie impreziosita della Madonna dell'Altomare; la stampa rara di San Sabino del 1966 con "Ricordo del 14 Centenario della morte di San Sabino". Su una mensa di altarino sono presenti le fotografie dei familiari antenati defunti di Cosimo Vitanostra, nel significato delle fede dei nostri padri, Che bello! La storia e la fede si tramandano nelle generazioni. Sono le donne vestite di nero che portano anche loro sulle spalle del cuore l'immagine sacra dell'Addolorata.
Maestro Peppino Di Nunno
Oggi il devoto Sergio Fontana ci presenta nella Cattedrale di San Sabino il "portatore storico" quasi ottantenne, Cosimo Vitanostra, conosciuto come "Memìne u chiazzìre". Nel 2008, lo abbiamo incontrato in Piazza Galluppi visitando il suo magazzino di "fruttivendolo" in una traversa della Piazza del Mercato dove custodisce con le cassette della frutta quasi una cappella di immagini sacre e cimeli di San Sabino, di Santa Rita, dei Santi Medici, essendo stato un promotore e curatore di pellegrinaggi cittadini, come lo ricordano ancora oggi. Consideriamo che l'Addolorata era chiamata "la Madònne de li chiazzìre", dei venditori di piazza, devoti a portare il simulacro nella processione. Rivediamo la cappellina di Memìne e scorgiamo l'effigie dei Santi Medici con "I Devoti di Canosa di Puglia"; la Madonna di Pompei; Padre Pio, l'effigie impreziosita della Madonna dell'Altomare; la stampa rara di San Sabino del 1966 con "Ricordo del 14 Centenario della morte di San Sabino". Su una mensa di altarino sono presenti le fotografie dei familiari antenati defunti di Cosimo Vitanostra, nel significato delle fede dei nostri padri, Che bello! La storia e la fede si tramandano nelle generazioni. Sono le donne vestite di nero che portano anche loro sulle spalle del cuore l'immagine sacra dell'Addolorata.
Maestro Peppino Di Nunno