Stilus Magistri
La festività della Madonna delle Primizie
Le fonti storiche del 1914
domenica 19 aprile 2020
13.54
La festività della Madonna delle Primizie viene riportata dalla Relatio del Prevosto Tortora del 1758, trasmessa dovutamente a suo tempo alla Santa Sede Apostolica, da cui dipendeva la Chiesa Canosina, Sede di Prevosti e Res Nullius, non dipendente da "nessuna" Diocesi.
Fonti del Prevosto Tortora del 1758
Rileggendo i testi in latino abbiamo ritrovato la documentazione .
"Per tale ragione ogni anno nel mese di Aprile (i Canosini) celebrano una devota festività molto solenne, a spese della Cittadinanza", (quamobrem quotannis mense Aprili Solemnissimam votivam festivitatem, Civitatis sumptibus, peragunt), e fanno una pia pubblica preghiera (et piam habent supplicationem), in cui espongono e portano intorno in processione l'icona della stessa Santissima Vergine denominata DALLA FONTE (in qua ipsius Sanctissimae Virginis A FONTE nomen habentis Imaginem deferunt, et circumgestant).
Fonti del Can.co de Muro della Cattedrale del 1914
Nell'Archivio Storico della Cattedrale di San Sabino viene custodito il manoscritto del 1914 del Canonico Vincenzo de Muro, insigne studioso del tempo, da noi ritrovato nel 2019 nella Biblioteca Apostolica Vaticana, BAV, congiuntamente alla scoperta della pergamena del Decretum di Incoronazione dell'Icona di Maria SS.ma de Fonte, di cui l'anno scorso abbiamo celebrato il Centenario di Incoronazione avvenuta nel 1919. Il manoscritto di 42 pagine, prezioso documento storico della Chiesa e del Paese, descrive la processione nella Domenica in Albis dell'Icona prodigiosa della Madonna Protettrice di Canosa. L'icona su tavola della Madonna de Fonte fu adornata nel 1906 del tempietto di argento a cura della pia donna Filomena Sinesi.
«Così adornato il vetusto simulacro, è portato trionfalmente in processione nella solenne festività che si celebra in onore di Lei, nella domenica in albis, ottava della Pasqua di Resurrezione di ogni anno. Oltre alle solenni funzioni in Chiesa e alle illuminazioni e musiche che allietano la città festante, è degna di nota la caratteristica offerta delle primizie, così dette, che si fanno alla Augusta Vergine, cioè l'offerta dei primi frutti, che nella incipiente stagione primaverile la terra produce. Grossi baccelli di fave e piselli pendenti dalle verdi piante, manipoli di spighe di grano e biada ancora immature, ramoscelli frontoni di alberi di svariate qualità di frutti del tutto acerbi, prugna, mele, pere, albicocche; tutto viene religiosamente portato dalle campagne e se ne costruiscono degl'ingegnosi trofei, intrecciati con nastri di seta e con eleganti serti di fiori artificiali. Dei più belli di tali trofei se ne adorna la miracolosa Effigie; gli altri poi, innumerevoli e foggiati a varie guise, vanno ad ornare gli stendardi, i crocifissi e i funali delle numerose Confraternite, in modo che le vie percorse dalla solenne processione vi sembrano fantastici e semimoventi giardini, adorni di piante illegiadrite di fiori e di frutti. A questa guisa, preceduta la caratteristica e imponente processione da tutte le Confraternite religiose, dai Chierici e da tutto il Clero, e seguita, lungo il percorso delle strade principali della città, da tutto il popolo devoto, composto di paesani e forestieri, che, in bell'ordine disposto, fa ala e corteggio al miracoloso quadro, recitando devote e supplici preghiere».
La dignità del dialetto dei nostri padri riporta nel lessico il nome della "Madonne de li gùnghele" per la presenza ornamentale dei baccelli delle fave, denominati in dialetto "gùnghele" da una etimologia bizantina presente anche nel Salento degli "onguli". La devozione e tradizione interrotta nella metà del 900 è stata sapientemente recuperata e ripristinata da Mons. Felice Bacco e insignita dell'Inno Madre Amorosa, con il testo di Don Felice e la Musica dello stimato Maestro Salvatore Sica.
E' un canto preghiera che eleviamo alla Madonna delle Primizie con il lavoro agricolo delle terra, che possa quest'anno essere ritrovato nelle mani e nel cuore dell'offerta del Popolo, in questo tempo travagliato dalla pandemia e affidato alla Divina Misericordia di Gesù Risorto e della Vergine Maria, nella Fede dei nostri Padri e nell'amore dei figli dei nostri figli.
Nella Festività della DIVINA MISERICORDIA, vogliamo riportare alla mente e all'animo il patrimonio della Campana della Divina Misericordia del 1628 nel Campanile della Chiesa del Carmelo, che riporta in bronzo l'iscrizione SANTUS DEUS – SANTUS FORTIS – SANTUS IMMORTALIS MISERERE NOBIS (Santo Dio, Santo Forte, Santo Immortale, abbi pietà di Noi), che risuona come invocazione in questo tempo di dolore dell'umanità. La campana del Decor Carmeli e della Divina Misericordia è un unicum artistico, culturale e spirituale nel territorio e per non cadere nell'oblio iniuria temporum, attende da due anni il riconoscimento proposto di Bene Culturale.
Devota Festività della Madonna delle Primizie
Maestro Peppino Di Nunno (stilus magistri).
Riproduzione riservata nelle fonti e nelle ricerche storiche.
Si prega di divulgare nel riconoscimento delle ricerche storiche.
Canosa di Puglia, Domenica in Albis del 19 aprile 2020
Fonti del Prevosto Tortora del 1758
Rileggendo i testi in latino abbiamo ritrovato la documentazione .
"Per tale ragione ogni anno nel mese di Aprile (i Canosini) celebrano una devota festività molto solenne, a spese della Cittadinanza", (quamobrem quotannis mense Aprili Solemnissimam votivam festivitatem, Civitatis sumptibus, peragunt), e fanno una pia pubblica preghiera (et piam habent supplicationem), in cui espongono e portano intorno in processione l'icona della stessa Santissima Vergine denominata DALLA FONTE (in qua ipsius Sanctissimae Virginis A FONTE nomen habentis Imaginem deferunt, et circumgestant).
Fonti del Can.co de Muro della Cattedrale del 1914
Nell'Archivio Storico della Cattedrale di San Sabino viene custodito il manoscritto del 1914 del Canonico Vincenzo de Muro, insigne studioso del tempo, da noi ritrovato nel 2019 nella Biblioteca Apostolica Vaticana, BAV, congiuntamente alla scoperta della pergamena del Decretum di Incoronazione dell'Icona di Maria SS.ma de Fonte, di cui l'anno scorso abbiamo celebrato il Centenario di Incoronazione avvenuta nel 1919. Il manoscritto di 42 pagine, prezioso documento storico della Chiesa e del Paese, descrive la processione nella Domenica in Albis dell'Icona prodigiosa della Madonna Protettrice di Canosa. L'icona su tavola della Madonna de Fonte fu adornata nel 1906 del tempietto di argento a cura della pia donna Filomena Sinesi.
«Così adornato il vetusto simulacro, è portato trionfalmente in processione nella solenne festività che si celebra in onore di Lei, nella domenica in albis, ottava della Pasqua di Resurrezione di ogni anno. Oltre alle solenni funzioni in Chiesa e alle illuminazioni e musiche che allietano la città festante, è degna di nota la caratteristica offerta delle primizie, così dette, che si fanno alla Augusta Vergine, cioè l'offerta dei primi frutti, che nella incipiente stagione primaverile la terra produce. Grossi baccelli di fave e piselli pendenti dalle verdi piante, manipoli di spighe di grano e biada ancora immature, ramoscelli frontoni di alberi di svariate qualità di frutti del tutto acerbi, prugna, mele, pere, albicocche; tutto viene religiosamente portato dalle campagne e se ne costruiscono degl'ingegnosi trofei, intrecciati con nastri di seta e con eleganti serti di fiori artificiali. Dei più belli di tali trofei se ne adorna la miracolosa Effigie; gli altri poi, innumerevoli e foggiati a varie guise, vanno ad ornare gli stendardi, i crocifissi e i funali delle numerose Confraternite, in modo che le vie percorse dalla solenne processione vi sembrano fantastici e semimoventi giardini, adorni di piante illegiadrite di fiori e di frutti. A questa guisa, preceduta la caratteristica e imponente processione da tutte le Confraternite religiose, dai Chierici e da tutto il Clero, e seguita, lungo il percorso delle strade principali della città, da tutto il popolo devoto, composto di paesani e forestieri, che, in bell'ordine disposto, fa ala e corteggio al miracoloso quadro, recitando devote e supplici preghiere».
La dignità del dialetto dei nostri padri riporta nel lessico il nome della "Madonne de li gùnghele" per la presenza ornamentale dei baccelli delle fave, denominati in dialetto "gùnghele" da una etimologia bizantina presente anche nel Salento degli "onguli". La devozione e tradizione interrotta nella metà del 900 è stata sapientemente recuperata e ripristinata da Mons. Felice Bacco e insignita dell'Inno Madre Amorosa, con il testo di Don Felice e la Musica dello stimato Maestro Salvatore Sica.
E' un canto preghiera che eleviamo alla Madonna delle Primizie con il lavoro agricolo delle terra, che possa quest'anno essere ritrovato nelle mani e nel cuore dell'offerta del Popolo, in questo tempo travagliato dalla pandemia e affidato alla Divina Misericordia di Gesù Risorto e della Vergine Maria, nella Fede dei nostri Padri e nell'amore dei figli dei nostri figli.
Nella Festività della DIVINA MISERICORDIA, vogliamo riportare alla mente e all'animo il patrimonio della Campana della Divina Misericordia del 1628 nel Campanile della Chiesa del Carmelo, che riporta in bronzo l'iscrizione SANTUS DEUS – SANTUS FORTIS – SANTUS IMMORTALIS MISERERE NOBIS (Santo Dio, Santo Forte, Santo Immortale, abbi pietà di Noi), che risuona come invocazione in questo tempo di dolore dell'umanità. La campana del Decor Carmeli e della Divina Misericordia è un unicum artistico, culturale e spirituale nel territorio e per non cadere nell'oblio iniuria temporum, attende da due anni il riconoscimento proposto di Bene Culturale.
Devota Festività della Madonna delle Primizie
Maestro Peppino Di Nunno (stilus magistri).
Riproduzione riservata nelle fonti e nelle ricerche storiche.
Si prega di divulgare nel riconoscimento delle ricerche storiche.
Canosa di Puglia, Domenica in Albis del 19 aprile 2020