Stilus Magistri
La Luna piena di Pasqua
Rievocato un proverbio in dialetto di Canosa di Puglia
lunedì 25 marzo 2024
17.30
Ieri sera Domenica delle Palme 24 marzo 2024 la nostra amica Antonietta OFS si è affacciata al balcone di Puglia ammirando la luna piena del giorno successivo rievocata in un proverbio in dialetto canosino della Settimana Santa. Dice nonna Maria Scolletta di 87 anni al nipote Antonio Carbone: "nan ce vène la settemèna sànda / ce la léuna nan jà chiàne tutta quànde" "Non viene la Settimana Santa / se la luna non è piena tutta quanta". E nonna Maria commenta che la luna illuminava il cammino di Maria Santissima fino al Giovedì Santo. La sapienza proverbiale delle nostre madri ci rimanda alla lettura della data di Pasqua che varia e che segue la Luna Piena, il Plenilunio di Primavera.
La luna piena di Pasqua
La Pasqua cristiana segue la pasqua ebraica e varia nella data. Un meccanismo che risale al 325 d.C., quando al Concilio di Nicea, si stabilì che la Pasqua (cristiana) si sarebbe celebrata la prima domenica dopo la prima Luna piena di primavera, ossia la prima domenica dopo l'equinozio di primavera e la prima luna piena della primavera. La data della Domenica di Pasqua è sempre compresa dal 22 marzo al 25 aprile, supponendo il Plenilunio di Primavera nel 21 Marzo. La stessa voce popolare dei nostri padri parla di "Pasqua bassa e Pasqua alta"
Il primo giorno di ogni mese ebraico coincide con il novilunio, tra il 14 e il 15 di Nisan avviene il plenilunio, generalmente la prima luna piena di primavera.
La data della Pasqua cristiana, riferita al Venerdì Santo era il giorno al tramonto del quale aveva inizio la Pasqua ebraica. Per questo il primo Concilio di Nicea (325 d.C.) stabilì che la Pasqua dovesse essere celebrata la domenica successiva al primo plenilunio di primavera, interpretando un passo di San Paolo.
San Paolo Prima Lettera ai Corinzi
Il Card. Ravasi su Famiglia Cristiana
«Togliete via il lievito vecchio, per essere pasta nuova, poiché siete azzimi. E infatti Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato! Celebriamo dunque la festa non con il lievito vecchio, né con lievito di malizia e di perversità, ma con azzimi di sincerità e di verità» (5,6-8).
L'apostolo rimanda al rituale pasquale ebraico che impone ancor oggi di eliminare ogni residuo di pane lievitato presente nelle case. Al centro della tavola si deponeva l'agnello immolato, circondato da pani non lievitati, in greco «azzimi». La sua è una rilettura esistenziale e morale del rito: nella Pasqua cristiana al centro è collocato Cristo sacrificato, attorno a lui non possono fare corona persone corrotte, come lo è il pane fermentato raffermo, ma anime e corpi puri, simili per candore al pane azzimo.
Dunque venga la prima Luna piena di Primavera
e... Buona Settimana Santa
maestro Giuseppe Di Nunno
La luna piena di Pasqua
La Pasqua cristiana segue la pasqua ebraica e varia nella data. Un meccanismo che risale al 325 d.C., quando al Concilio di Nicea, si stabilì che la Pasqua (cristiana) si sarebbe celebrata la prima domenica dopo la prima Luna piena di primavera, ossia la prima domenica dopo l'equinozio di primavera e la prima luna piena della primavera. La data della Domenica di Pasqua è sempre compresa dal 22 marzo al 25 aprile, supponendo il Plenilunio di Primavera nel 21 Marzo. La stessa voce popolare dei nostri padri parla di "Pasqua bassa e Pasqua alta"
Il primo giorno di ogni mese ebraico coincide con il novilunio, tra il 14 e il 15 di Nisan avviene il plenilunio, generalmente la prima luna piena di primavera.
La data della Pasqua cristiana, riferita al Venerdì Santo era il giorno al tramonto del quale aveva inizio la Pasqua ebraica. Per questo il primo Concilio di Nicea (325 d.C.) stabilì che la Pasqua dovesse essere celebrata la domenica successiva al primo plenilunio di primavera, interpretando un passo di San Paolo.
San Paolo Prima Lettera ai Corinzi
Il Card. Ravasi su Famiglia Cristiana
«Togliete via il lievito vecchio, per essere pasta nuova, poiché siete azzimi. E infatti Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato! Celebriamo dunque la festa non con il lievito vecchio, né con lievito di malizia e di perversità, ma con azzimi di sincerità e di verità» (5,6-8).
L'apostolo rimanda al rituale pasquale ebraico che impone ancor oggi di eliminare ogni residuo di pane lievitato presente nelle case. Al centro della tavola si deponeva l'agnello immolato, circondato da pani non lievitati, in greco «azzimi». La sua è una rilettura esistenziale e morale del rito: nella Pasqua cristiana al centro è collocato Cristo sacrificato, attorno a lui non possono fare corona persone corrotte, come lo è il pane fermentato raffermo, ma anime e corpi puri, simili per candore al pane azzimo.
Dunque venga la prima Luna piena di Primavera
e... Buona Settimana Santa
maestro Giuseppe Di Nunno