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La "mangiatoia" di Greccio a Canosa di Puglia
Stilus Magistri

La "mangiatoia" di Greccio in rime

Simboleggia in modo incomparabile la nascita di Gesù

Nell'Anno del Signore 2023 ricorre l'Ottavo Centenario del Presepio Francescano della Grotta di Greccio(AD 1223), che simboleggia in modo incomparabile la nascita di Gesù. In queste ore, focalizziamo l'attenzione solo e soltanto sul presepe "il solo oggetto - o meglio, il solo compendio di oggetti - che possa rappresentare la festa cristiana più famosa del mondo." Nel 2005, a Canosa di Puglia abbiamo realizzato un dipinto su legno cm 200 x 90 esposto permanentemente nella Scuola Primaria "E.De Muro Lomanto", nell'ambito delle attività del "Progetto-Presepe" con gli alunni delle classi 3^ e 3^ D. Nella continuità storica e formativa riproponiamo il componimento didattico che racchiude l'evento di Greccio con San Francesco d'Assisi.

La "mangiatoia" di Greccio

Era l'autunno del 1223 tra i monti dell'Appennino,
un anno lontano di otto secoli, ma a noi molto vicino,
quando Francesco, il poverello di Assisi, l'umile frate
che ha scritto il Cantico a Dio, cantando "Laudate",
ritornava da Roma, dal Papa con la Sua benedizione (1)
che alla Regola Francescana dava approvazione.
Nell'udienza pontificia il frate poverello di Cristo
chiese di evocare ciò che a Betlemme aveva visto.

Nell'eremo di Greccio si fermò il suo viaggio
per lasciare al mondo un fraterno messaggio.
Con i suoi frati così apprezzò Greccio:
"Non esiste una grande città
dove si sono convertiti al Signore
tante quante ne ha un paese così piccolo".
Tra cielo e terra si fermarono i suoi passi,
un pensiero si accese fra le rocce e i sassi
di rappresentare a Natale la Nascita del Redentore
celebrando nella notte santa il mistero del Signore.

Chiamò messer Giovanni Velita, di Greccio Castellano
e gli chiese per la notte di Natale di dargli una mano:
"Voglio celebrare teco la notte di Natale. Scegli una grotta dove farai di riprodurre,
per quanto è possibile, la grotta con il Bambino nato a Betlemme!
Questo è il mio desiderio, perché voglio vedere con gli occhi del corpo i disagi
in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato,
come fu adagiato in una greppia e come giaceva sul fieno tra il bue e l'asinello". (2)

In quindici giorni si prodigò il cavalier Velita
e con la gente a questo progetto diede vita,
anche donna Alticàma, sua nobile sposa
con le sue mani e la sua fede operosa
costruì l'immagine del Bambino Gesù,
la prima statuetta del Presepe che fu.
Nobili, araldi, pastori e frati
nel presepe vivente convocati.

Sulla nuda roccia, in una delle grotte
fu fatta una mangiatoia per quella notte.
In una chiesa di grotta,era la notte di Natale,
sulla nuda roccia, nella fede immortale,
fu costruita di paglia una mangiatoia,
evangelica, povera e piena di gioia.
Lì fu deposto il Bambinello
con il bue e l'asinello,
con Francesco poverello.
Così è scritto in verità: "Lo avvolse in fasce
e lo depose in una mangiatoia" e così nasce. (3)

Quella mangiatoia diventò sacro altare
memoria di Natale e pietra miliare.
Fra le mani di Francesco, che pregava e cantava,
"il Fanciullo di Betlemme" di prodigio si animava,
come attestano anche i presenti
che videro una luce per tutte le genti.

Gloria, Gloria , Gloria in excelsis Deo…
Anche a Greccio c'erano gli angeli di un paese etereo!
E se a Betlemme venne alla luce il mistero dell'Incarnazione,
a Greccio, Francesco diede inizio alla mistica rievocazione.
Da quella notte santa di Greccio, da quell'evento
nacque l'arte del Presepio che suggellò il momento.
Giotto nella Basilica di Assisi dipinse un affresco
che ritrae il divino infante con san Francesco,
mentre in grotta, sull'altare del beato Francesco
il maestro di Narni nel 1409 dipinse un affresco.
La natività di Betlemme dipinse nell'arco destro,
a sinistra il Natale di Greccio dipinse con estro,
in ginocchio Francesco, Alticàma sposa al Velita
con i frati e la gente buona nell'animo convertita.
Così ogni anno Greccio rievoca il Presepe vivente,
che dà pace agli uomini nel cuore e nella mente.

In questa grotta di francescana memoria
nacque il primo presepe vivente della storia
e il nome "presepio" fu proprio "mangiatoia" (4)
a rappresentare il Natale e la sua gioia.
"Chi l'avrebbe mai detto!", dice una bambina,
a scuola, nella lezione di una bella mattina.
Una mangiatoia che evoca povertà e regalità,
evangelica culla di paglia per la divinità.

E già un'altra bambina col nome dell'Annunciazione,
"maestro, che significa Presepio?"- mi fa interrogazione..
"Sfogliate il dizionario" – è stato il mio invito-
e i bambini sapienti a leggere col piccolo dito.
In una edizione la parola "Presepio"non era più citata,
ma in ogni calendario è scritta sempre la sua data,
perché è scritto 2005 A. D. Anno del Signore,
contando gli anni dalla nascita del Signore.

In molte case quand'ero bambino
al tempo di mio padre contadino,
c'era una stalla e una mangiatoia di fieno
che svegliava al lavoro tra pioggia o sereno.
Anche tu nella tua casa oggi a Natale
rappresenta e vivi il segno che più vale.
Prendi un po' di paglia e fai una mangiatoia,
distendi un fazzoletto bianco con la tua gioia,
avvolgi il Bambinello e fai un presepe
segno di storia, di arte e di fede.

"Chi ha detto che il presepio è storia?"
ha chiesto Emanuella alla mia memoria.
Lo storico del tempo Tommaso da Celano
ha scritto su Francesco con la sua mano,
mentre Luca, cronista della Natività
ha scritto il Vangelo della Maternità,
così Betlemme, non è una favola,
ma storia da leggere su ogni tavola,
in ogni casa, in ogni cuore,
Natale è festa e mai muore.
Buon Natale ad ogni bambino,
Buon Natale a chi è lontano e vicino,
gli uomini e gli angeli cantano a Gesù Bambino,

Buon Natale! È un augurio umano e divino.

Buon Natale! Maestro Giuseppe Di Nunno
(1) Pontefice Onorio III
(2) Biografo Tommaso da Celano – Vita Prima di S. Francesco D'Assisi, cap. XXX, 468.
(3) Luca, cap. 2, v. 7.
(4) Evangelium Secundum Lucam – Vulgata: "et pannis eum involvit et reclinavit eum in praesepio".
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