Stilus Magistri
La medaglia votiva di S. Sabino
Dal ciglio di strada al cuore di devozione
mercoledì 6 febbraio 2013
18.40
È la storia autentica del ritrovamento di una medaglia votiva di san Sabino, Patrono di Canosa di Puglia. Nel mese di ottobre 2012, un gruppo di amici va in bicicletta per attività sportiva non agonistica; mentre passano sulla salita di fronte alla Chiesa agreste di Maria SS. di Costantinopoli, uno di loro, Cosimo D'Alessandro, di anni 55, scorge sul ciglio della strada un laccetto, che raccoglie fermandosi, rilevando una medaglia indecifrabile ricoperta di ossido verdastro.
Nella pulitura curata anche da un orafo, la medaglia svela l'effigie di S. Sabino e sul retro l'effigie della Madonna. La medaglia viene mostrata a don Felice Bacco, Canonicus Doctus Restaurator Ecclesiarum, parroco e custode del patrimonio sabiniano, che sottolinea la singolarità della medaglia al sig. Cosimo: "tienila cara, cara!".
Ma suo genero Luigi Di Molfetta, mio ex alunno degli anni settanta, viene a trovarmi a casa con suo figlio, Cosimo, per consigli sulla sua crescita scolastica. Lo stesso bambino chiede a sua nonna: "Fai vedere quella cosa!".
Mi mostrano questa medaglia ovale di ottone, giallo oro, di cui leggo l'iscrizione in latino, che affascina il sapere, la ricerca e il culto di S. Sabino.
Le dimensioni della medaglia ovale, di ottima fattura, corrispondono a cm. 3,4 di lunghezza, a cm. 3,0 di larghezza, a mm. 2,5 di spessore.
Avvalendoci della disponibilità dello Studio D'Alessandro, otteniamo due fotografie ingrandite, che consentono una dettagliata lettura della medaglia.
Intorno all'effigie del busto antico di S. Sabino è riportata l'iscrizione:
S. SABINUS . CIVIS . EPŨS. PÑUS PLĨS . CANUSII.
L'iscrizione sfogliata dalla sincope linguistica delle contrazioni sillabiche, viene così letta:
SANCTUS SABINUS. CIVIS. EPISCOPUS. PATRONUS PRINCIPALIS CANUSII, che in Italiano si traduce: San Sabino, Cittadino, Vescovo, Patrono Principale di Canosa.
L'iscrizione in latino riprende il testo inciso su lamina d'argento del busto originario di San Sabino del 1767, mentre l'iscrizione in italiano compare sulle stampe in bianco e nero del 900, presenti nella sede del Comitato Feste Patronali e nel Bar Boemondo (ex Di Miccoli) di fronte alla Cattedrale.
Sul retro l'iscrizione intorno all'effigie mariana riporta il culto della Madre della Consolazione, uno degli appellativi della Chiesa Cattolica nella venerazione di Maria SS.:
B.V.M. CONSOLATIONIS MATER.
Su entrambe le facce della medaglia votiva è riportata l'iscrizione: De Gregorio – NAPOLI, che dovrebbe ricondurre alla bottega dove sarebbe stata coniata la medaglia, forse unica, di cui conosciamo solo questo esemplare.
Nell'iconografia mariana della medaglia la Vergine ed il Bambino Gesù sono entrambi aureolati e ai piedi della Vergine Madre, sotto un nuvolato è rappresentato abbattuto il demonio, secondo l'iconografia biblica della Genesi (cap, 3, v.15): "una donna ti schiaccerà la testa".
La ricerca si estende alla lettura della Madre della Consolazione, diffusa anche a Napoli, dove esiste una Chiesa intitolata a Santa Maria della Consolazione e un'altra nel culto della Mater Consolationis, con la presenza dei Padri Agostiniani.
E l'iconografia della medaglia riconduce da Napoli al nostro territorio, nella Diocesi di Andria, nel Santuario della Madonna dei Miracoli, Patrona di Andria.
Nel Santuario, Basilica pontificia, che porta in origine la presenza dei padri Benedettini e poi dei Padri Agostiniani, nel Cappellone della navata destra, riscopriamo la tela (mt. 2,5 x 2) del 1902 che ritrae la Mater Consolationis tra Santa Monica e Sant'Agostino; la tela datata al 1902 è firmata dall'autore Tito Troja, pittore degli Agostiniani, affermato artista della Roma di Leone XIII tra fine 800 ed inizio 900.
Le Vergine detta anche "Madonna della cintura" è in atteggiamento del dono della cintura a Santa Monica. Secondo un'antica leggenda, Monica, rimasta vedova, si rivolse alla Madonna per
chiederle come vestisse dopo la morte del marito. La Vergine le apparve vestita con un abito scuro e dimesso, legato in vita da una lunga cintura in cuoio. Maria si tolse la cintura e la donò a Monica, raccomandandole di indossarla sempre e di esortare coloro che avessero voluto la sua protezione a fare lo stesso. L'iscrizione sulla tela del Santuario attesta questa devozione: cingulo suo confortavit nos.
La cintura è segno di fede e di legame a Dio e il riferimento teologico della "Madonna della cintura" è collocato nelle Sacre Scritture, nella profezia di Isaia, nel noto capitolo del Tronco di Jesse, che riporta al cap. 11, v. 5: Et erit Iustitia cingulum lumborum eius et Fides cinctorium renis eius, Fascia dei suoi lombi sarà la giustizia, cintura dei suoi fianchi la fedeltà.
Il culto alla Madonna della Cintura iniziato nel 1575, con la costituzione di numerose Confraternite (Confraternitas Cinturatorum), è attestato da numerosi dipinti su tela presenti in tutta Italia, in Puglia a San Vito dei Normanni, come nel Veneto e nell'Arcidiocesi di Siena, da cui abbiamo ricevuto un'immagine.
I padri Agostiniani riportano questo culto orientale della Mater Consolationis e l'Ordine Agostiniano La invoca come celeste Patrona nel 4 Settembre.
Incontriamo padre Mennato Cerulo, Agostiniano, Rettore del Santuario di Andria, e il sig. Sebastiano Di Pasquale, guida storica, e riscopriamo, con mio figlio Gianfranco e l'amico Sabino Di Noia, autore del repertorio fotografico, anche altre opere dedicate a Santa Monica e Sant'Agostino, tra cui statue lignee e dipinti.
Il Santuario di S.M. dei Miracoli, dopo i padri Benedettini della prima metà del '700, fu affidato dal Vescovo mons.Cosenza nel 1837 ai padri Agostiniani di Napoli, che nel 1886 curarono il restauro in un periodo che potrebbe essere associato alla datazione della medaglia di San Sabino.
L'iconografia della Mater Consolationis della medaglia, sottolinea la paternità dei padri Agostiniani, con la figura di Sant'Agostino Vescovo nel 395 d.C., che sorregge in mano il cuore fiammante, simbolo, con il libro, dell'Ordine Agostiniano.
Furono i padri Agostiniani di Napoli a curare in Andria la medaglia preziosa della incoronazione della Madonna dei Miracoli, come attesta l'iscrizione della medaglia di emissione partenopea: MIRACULORUM REGINAE …ANNO 1857… AUREA CORONA DONATA…CIVITAS ANDRIEN (sis).
Gli stessi Padri Agostiniani con la Confraternita della Madonna della Cintura, avrebbero fatto coniare, in un incontro con la comunità canosina, la medaglia di San Sabino nella stessa Napoli, dove operavano le "Officine DE GREGORIO", artefici nell'epoca borbonica e nel periodo di Papa Pio IX di preziose
Monete e Medaglie Religiose Borboniche e Napoletane, come attesta il sito omonimo.
La datazione della medaglia riconduce pertanto all'800 intorno alla data dell'Unità d'Italia.
Ma la presenza degli Agostiniani in Andria è radicata dal XIV secolo con l'antica Chiesa di Sant'Agostino, come ci riferisce il Parroco, don Vito Gaudioso, che ci presenta su un altare la tela della Madonna della Consolazione, opera dei pittore Gian Battista Calò di Trani, il quale pinxit A.D. 1789, raffigurando La Madonna della Cintura tra Sant'Agostino e Santa Monica.
Anche il committente, devoto di Canosa o della Diocesi di Andria, risulta sconosciuto, ma certamente egli fa coniare un unicum ed esprime la competenza di un ecclesiastico, avendo riportato iscrizioni in Latino con sincope linguistica, attingendo dalla base dell'antico busto sabiniano del 700 realizzato a Napoli. L'ecclesiastico potrebbe essere un padre Agostiniano anche attraverso la stessa Confraternita della Madonna della Cintura, nell'aver riportato il culto agostiniano della Madonna della Consolazione, radicato in Andria e nel Santuario della Madonna dei Miracoli..
Di certo San Sabino si è fatto ritrovare abbandonato sul ciglio di strada, nei pressi della Chiesa di Costantinopoli, che riporta all'interno un manufatto di devozione popolare del terremoto del 1930 e che evoca il suo ruolo di delegato pontificio nel 535 e Vescovo ambasciatore a Costantinopoli.
Per le strade del paese in via Imbriani in un negozio di tessuti ritroviamo anche una litografia ad inchiostro dall'artista compianto, prof. Sabino Germinario, custodita dal sig. Giuseppe Sciannamea.
Dal ciglio di strada, la medaglia è custodita sul petto del devoto che l'ha ritrovata ed invia il suo messaggio di Santità con la Vergine Maria alla Cattedrale di San Sabino, alla Chiesa diocesana, alla nostra Città di Canosa, di cui San Sabino è Cittadino, Vescovo e Patrono Principale.
Da oggi, nel Dies Natalis del 9 Febbraio, anche questa medaglia fa parte del patrimonio sabiniano.
Lodiamo il Signore per la santità ed il magistero di San Sabino benedicente e per l'amore della Madre di Dio.
Ricerche storiche a cura del maestro Peppino Di Nunno
Nella pulitura curata anche da un orafo, la medaglia svela l'effigie di S. Sabino e sul retro l'effigie della Madonna. La medaglia viene mostrata a don Felice Bacco, Canonicus Doctus Restaurator Ecclesiarum, parroco e custode del patrimonio sabiniano, che sottolinea la singolarità della medaglia al sig. Cosimo: "tienila cara, cara!".
Ma suo genero Luigi Di Molfetta, mio ex alunno degli anni settanta, viene a trovarmi a casa con suo figlio, Cosimo, per consigli sulla sua crescita scolastica. Lo stesso bambino chiede a sua nonna: "Fai vedere quella cosa!".
Mi mostrano questa medaglia ovale di ottone, giallo oro, di cui leggo l'iscrizione in latino, che affascina il sapere, la ricerca e il culto di S. Sabino.
Le dimensioni della medaglia ovale, di ottima fattura, corrispondono a cm. 3,4 di lunghezza, a cm. 3,0 di larghezza, a mm. 2,5 di spessore.
Avvalendoci della disponibilità dello Studio D'Alessandro, otteniamo due fotografie ingrandite, che consentono una dettagliata lettura della medaglia.
Intorno all'effigie del busto antico di S. Sabino è riportata l'iscrizione:
S. SABINUS . CIVIS . EPŨS. PÑUS PLĨS . CANUSII.
L'iscrizione sfogliata dalla sincope linguistica delle contrazioni sillabiche, viene così letta:
SANCTUS SABINUS. CIVIS. EPISCOPUS. PATRONUS PRINCIPALIS CANUSII, che in Italiano si traduce: San Sabino, Cittadino, Vescovo, Patrono Principale di Canosa.
L'iscrizione in latino riprende il testo inciso su lamina d'argento del busto originario di San Sabino del 1767, mentre l'iscrizione in italiano compare sulle stampe in bianco e nero del 900, presenti nella sede del Comitato Feste Patronali e nel Bar Boemondo (ex Di Miccoli) di fronte alla Cattedrale.
Sul retro l'iscrizione intorno all'effigie mariana riporta il culto della Madre della Consolazione, uno degli appellativi della Chiesa Cattolica nella venerazione di Maria SS.:
B.V.M. CONSOLATIONIS MATER.
Su entrambe le facce della medaglia votiva è riportata l'iscrizione: De Gregorio – NAPOLI, che dovrebbe ricondurre alla bottega dove sarebbe stata coniata la medaglia, forse unica, di cui conosciamo solo questo esemplare.
Nell'iconografia mariana della medaglia la Vergine ed il Bambino Gesù sono entrambi aureolati e ai piedi della Vergine Madre, sotto un nuvolato è rappresentato abbattuto il demonio, secondo l'iconografia biblica della Genesi (cap, 3, v.15): "una donna ti schiaccerà la testa".
La ricerca si estende alla lettura della Madre della Consolazione, diffusa anche a Napoli, dove esiste una Chiesa intitolata a Santa Maria della Consolazione e un'altra nel culto della Mater Consolationis, con la presenza dei Padri Agostiniani.
E l'iconografia della medaglia riconduce da Napoli al nostro territorio, nella Diocesi di Andria, nel Santuario della Madonna dei Miracoli, Patrona di Andria.
Nel Santuario, Basilica pontificia, che porta in origine la presenza dei padri Benedettini e poi dei Padri Agostiniani, nel Cappellone della navata destra, riscopriamo la tela (mt. 2,5 x 2) del 1902 che ritrae la Mater Consolationis tra Santa Monica e Sant'Agostino; la tela datata al 1902 è firmata dall'autore Tito Troja, pittore degli Agostiniani, affermato artista della Roma di Leone XIII tra fine 800 ed inizio 900.
Le Vergine detta anche "Madonna della cintura" è in atteggiamento del dono della cintura a Santa Monica. Secondo un'antica leggenda, Monica, rimasta vedova, si rivolse alla Madonna per
chiederle come vestisse dopo la morte del marito. La Vergine le apparve vestita con un abito scuro e dimesso, legato in vita da una lunga cintura in cuoio. Maria si tolse la cintura e la donò a Monica, raccomandandole di indossarla sempre e di esortare coloro che avessero voluto la sua protezione a fare lo stesso. L'iscrizione sulla tela del Santuario attesta questa devozione: cingulo suo confortavit nos.
La cintura è segno di fede e di legame a Dio e il riferimento teologico della "Madonna della cintura" è collocato nelle Sacre Scritture, nella profezia di Isaia, nel noto capitolo del Tronco di Jesse, che riporta al cap. 11, v. 5: Et erit Iustitia cingulum lumborum eius et Fides cinctorium renis eius, Fascia dei suoi lombi sarà la giustizia, cintura dei suoi fianchi la fedeltà.
Il culto alla Madonna della Cintura iniziato nel 1575, con la costituzione di numerose Confraternite (Confraternitas Cinturatorum), è attestato da numerosi dipinti su tela presenti in tutta Italia, in Puglia a San Vito dei Normanni, come nel Veneto e nell'Arcidiocesi di Siena, da cui abbiamo ricevuto un'immagine.
I padri Agostiniani riportano questo culto orientale della Mater Consolationis e l'Ordine Agostiniano La invoca come celeste Patrona nel 4 Settembre.
Incontriamo padre Mennato Cerulo, Agostiniano, Rettore del Santuario di Andria, e il sig. Sebastiano Di Pasquale, guida storica, e riscopriamo, con mio figlio Gianfranco e l'amico Sabino Di Noia, autore del repertorio fotografico, anche altre opere dedicate a Santa Monica e Sant'Agostino, tra cui statue lignee e dipinti.
Il Santuario di S.M. dei Miracoli, dopo i padri Benedettini della prima metà del '700, fu affidato dal Vescovo mons.Cosenza nel 1837 ai padri Agostiniani di Napoli, che nel 1886 curarono il restauro in un periodo che potrebbe essere associato alla datazione della medaglia di San Sabino.
L'iconografia della Mater Consolationis della medaglia, sottolinea la paternità dei padri Agostiniani, con la figura di Sant'Agostino Vescovo nel 395 d.C., che sorregge in mano il cuore fiammante, simbolo, con il libro, dell'Ordine Agostiniano.
Furono i padri Agostiniani di Napoli a curare in Andria la medaglia preziosa della incoronazione della Madonna dei Miracoli, come attesta l'iscrizione della medaglia di emissione partenopea: MIRACULORUM REGINAE …ANNO 1857… AUREA CORONA DONATA…CIVITAS ANDRIEN (sis).
Gli stessi Padri Agostiniani con la Confraternita della Madonna della Cintura, avrebbero fatto coniare, in un incontro con la comunità canosina, la medaglia di San Sabino nella stessa Napoli, dove operavano le "Officine DE GREGORIO", artefici nell'epoca borbonica e nel periodo di Papa Pio IX di preziose
Monete e Medaglie Religiose Borboniche e Napoletane, come attesta il sito omonimo.
La datazione della medaglia riconduce pertanto all'800 intorno alla data dell'Unità d'Italia.
Ma la presenza degli Agostiniani in Andria è radicata dal XIV secolo con l'antica Chiesa di Sant'Agostino, come ci riferisce il Parroco, don Vito Gaudioso, che ci presenta su un altare la tela della Madonna della Consolazione, opera dei pittore Gian Battista Calò di Trani, il quale pinxit A.D. 1789, raffigurando La Madonna della Cintura tra Sant'Agostino e Santa Monica.
Anche il committente, devoto di Canosa o della Diocesi di Andria, risulta sconosciuto, ma certamente egli fa coniare un unicum ed esprime la competenza di un ecclesiastico, avendo riportato iscrizioni in Latino con sincope linguistica, attingendo dalla base dell'antico busto sabiniano del 700 realizzato a Napoli. L'ecclesiastico potrebbe essere un padre Agostiniano anche attraverso la stessa Confraternita della Madonna della Cintura, nell'aver riportato il culto agostiniano della Madonna della Consolazione, radicato in Andria e nel Santuario della Madonna dei Miracoli..
Di certo San Sabino si è fatto ritrovare abbandonato sul ciglio di strada, nei pressi della Chiesa di Costantinopoli, che riporta all'interno un manufatto di devozione popolare del terremoto del 1930 e che evoca il suo ruolo di delegato pontificio nel 535 e Vescovo ambasciatore a Costantinopoli.
Per le strade del paese in via Imbriani in un negozio di tessuti ritroviamo anche una litografia ad inchiostro dall'artista compianto, prof. Sabino Germinario, custodita dal sig. Giuseppe Sciannamea.
Dal ciglio di strada, la medaglia è custodita sul petto del devoto che l'ha ritrovata ed invia il suo messaggio di Santità con la Vergine Maria alla Cattedrale di San Sabino, alla Chiesa diocesana, alla nostra Città di Canosa, di cui San Sabino è Cittadino, Vescovo e Patrono Principale.
Da oggi, nel Dies Natalis del 9 Febbraio, anche questa medaglia fa parte del patrimonio sabiniano.
Lodiamo il Signore per la santità ed il magistero di San Sabino benedicente e per l'amore della Madre di Dio.
Ricerche storiche a cura del maestro Peppino Di Nunno