Stilus Magistri
La sete di Canosa di Puglia
Raccontata in greco, in latino e nel culto della Madonna della Fonte.
sabato 19 ottobre 2013
13.37
La sete di Canosa di Puglia
raccontata in greco, in latino e nel culto della Madonna della Fonte.
Nella riscoperta di Piazza Erode Attico, l'Ambasciatore della Repubblica Ellenica in Italia ci scrive e il Museo Archeologico Nazionale di Atene ci invia le foto.
Percorrendo i "Mille Passi" della traslazione del Corpo di San Sabino dell'Anno 800, dal 29 giugno alle Calende di Agosto, dalla vecchia Cattedrale (a vetere Cathedrali) di San Pietro alla nuova Cattedrale (in hanc novam Cathedralem) dedicata a San Sabino (illi subrogatam), abbiamo rintracciato nella "Relatio Ecclasiae Canusinae", opera del Prevosto Tortora del 1758, i riferimenti di un illustre personaggio dimenticato, Erode Attico, cittadino ateniese, munifica persona insediata con la famiglia a Canosa e artefice dell'acquedotto romano, che rese vivibile e progredita Canosa, consentendo anche l'edificazione degli impianti termali della città.
Erode Attico (Ἡρῴδης ὁ Ἀττικός, nato ad Attica in Grecia nel 101 d.C. e morto a Maratona nel 177) anche in Atene edificò, in onore di sua moglie, il sontuoso teatro Odèion, sul pendio dell'Acropoli, con una capienza di 5.000 posti. Il suo busto è custodito ed esposto nel Museo Archeologico Nazionale di Atene, che ci ha inviato con onore le immagini del busto con dati storici..
La lapide della toponomastica, mostratami da giovane nel Palazzo Salomone dal canonico don Vito Di Nunno, riportava il titolo: PIAZZA ERODE ATTICO, nella piazzetta del monumento di M. R. Imbriani, ma è scomparsa da tempo nelle ristrutturazioni edilizie, e attende di essere degnamente ricollocata.
Avvalendoci della competente e volontaria collaborazione della prof.ssa Giulia Giorgio, Docente di Lettere presso il Liceo Scientifico di Canosa, ci accostiamo al testo in greco e alla traduzione, riscoprendo il personaggio di Erode Attico (Ἡρῴδης Ἀττικός, 101-177).
Filostrato, Vite dei Sofisti: Ωϰισε δέ ϰαί τό έν τῆ Ήπείρφ Ώριϰόν ύποδεδωκός ηδη ϰαί τό έν τῆ Ίταλία Κανύσιον ήμερώσας ϋδατι μάλα τούτου δεόμενον, (Okise de Kai tò en te Epeiro Orikòn upodedokòs ede kai tò en te Italia Kanusion emerosas udati mala tutu deòmenon).
Rinnovò Orico nell'Epiro che era decaduta e dopo in Italia rese abitabile anche Canusion che aveva senza dubbio molto bisogno di acqua.
La ringrazio a nome di S.E. Themistoklis Demiris, Ambasciatore della Repubblica Ellenica in Italia, per il suo gentilissimo gesto, l'invio della sua memoria storica su Erode Attico e sul legame con Canosa di Puglia.
Abbiamo molto apprezzato i riferimenti storici raccolti da Lei, sulla sete di Canusium, sia in lingua greca che in latino, come anche sui provvedimenti di Erode Attico, l'artefice dell'acquedotto romano a Canosa ed infine gli accenni sulla sua storia nei secoli in avanti.
Erode Attico resta nella memoria della città di Atene e della Grecia in generale, non solamente per la costruzione dell' Odeion, oggi sede di prestigiosi eventi culturali, chiamato in greco moderno "Erodion" in suo onore, ma soprattutto per lo stadio Panathinaico ( Παναθηναϊκό Στάδιο, "stadio di tutti gli Ateniesi"), costruito da lui, sede dei primi giochi Olimpici dell'Era Moderna nel 1896, e che, restaurato nell'800, rimane il monumento ateniese più visitato in assoluto.
Siamo davvero lieti di scoprire un ulteriore legame tra la Grecia e l'Italia ed in particolare con la Puglia, tramite il Suo scritto, che mette in evidenza la personalità di Erode Attico.
La ringrazio molto, ancora e Le auguro pieno successo a tutte le Sue prossime iniziative.
Cordialmente, Nike Ekaterini Koutrakou, Ministro Consigliere dell'Ambasciata di Grecia a Roma.
Onorati del Suo messaggio, ringraziamo da Canosa di Puglia S.E. L'Ambasciatore di Grecia in Italia.
L'originaria icona bizantina dell'Eleùsa (Madre della Tenerezza), è oggetto di cura, di studio e di venerazione con diligenza da parte di mons. Felice Bacco.
Lo stesso Prevosto Tortora nel 700, come testimone, scrive di queste tracce e dei ruderi: "veggendosi oggigiorno questi magnifici Aquedotti distesi da venti miglia dalla sorgiva, che si vede intorno a Venosa, passando sopra d'un Ponte per il fiumicello Licone, incisi in buona parte in un macigno perforato nell'Appennino, o sia alla falda della Murgia sotto di Minervino; ancorchè oggidì in vari luoghi disfatti, e incapaci di potervi condottar l'acqua come prima"
Qualche traccia resta ancora oggi visibile nei siti museali di Canosa in condotte di piombo di acquedotto romano: si tratta delle fistulae aquariae, tubazioni in piombo lunghe 10 piedi (mt. 2,95), che riportavano incisi i nomi dei funzionari (quaestores) in carica al momento della posa in opera.
Sulle vie degli acquedotti in Canosa di Puglia abbiamo svolto un percorso conoscitivo ed educativo con due classi del Liceo Scientifico "Enrico Fermi", nell'accoglienza della Dirigente, prof.sa Nunzia Silvestri, e dei Docenti Prof.sa Giulia Giorgio con i ragazzi di 1^ G, della Sezione Liceo Classico, e del Prof. Panella Gianluigi con gli studenti di 4^ B.
Ragazzi in gamba, che, dopo aver visitato Palazzo Sinesi, nella scoperta dell'Ipogeo della "Foglia d'oro" del III sec. a.C. tra olle listate, lucerne e poppatoi di creta, hanno partecipato con i secchi zincati a trasportare l'acqua dalla fontana pubblica di piazza Erode Attico, per apprendere la storia, la Letteratura, la lettera dell'Ambasciatore, le radici del territorio. Sono radici dell'acquedotto romano, che hanno dato un nome a Maria SS. della Fonte e ad una stessa bella ragazza fra gli studenti di 4^ B, di nome… Maria Fonte: la storia continua ed è vivente!
Oggi riscopriamo la traccia di Erode Attico a Canosa di Puglia, mentre l'Amministrazione comunale, dal Sindaco La Salvia, all'ass. Sabino Facciolongo, all'ass. Pietro Basile, ha intento di provvedere al ripristino della lapide della toponomastica di PIAZZA ERODE ATTICO nella piazzetta del monumento di M. R. Imbriani, come suggello della storia e come fonte non solo di acqua, ma di cultura ed educazione delle nuove generazioni, nelle radici di Canusion e del magnificum fontem della Cattedrale S. Sabino.
L'uomo non ha solo sete di acqua, ma anche di conoscenza.
E nell'eterno si eleva un canto con il Salmo 41: "L'anima mia ha sete del Dio vivente".
La storia continua ad essere Maestra di Vita.
Canosa di Puglia, 18 ottobre 2013
maestro Peppino Di Nunno
raccontata in greco, in latino e nel culto della Madonna della Fonte.
Nella riscoperta di Piazza Erode Attico, l'Ambasciatore della Repubblica Ellenica in Italia ci scrive e il Museo Archeologico Nazionale di Atene ci invia le foto.
Percorrendo i "Mille Passi" della traslazione del Corpo di San Sabino dell'Anno 800, dal 29 giugno alle Calende di Agosto, dalla vecchia Cattedrale (a vetere Cathedrali) di San Pietro alla nuova Cattedrale (in hanc novam Cathedralem) dedicata a San Sabino (illi subrogatam), abbiamo rintracciato nella "Relatio Ecclasiae Canusinae", opera del Prevosto Tortora del 1758, i riferimenti di un illustre personaggio dimenticato, Erode Attico, cittadino ateniese, munifica persona insediata con la famiglia a Canosa e artefice dell'acquedotto romano, che rese vivibile e progredita Canosa, consentendo anche l'edificazione degli impianti termali della città.
Erode Attico (Ἡρῴδης ὁ Ἀττικός, nato ad Attica in Grecia nel 101 d.C. e morto a Maratona nel 177) anche in Atene edificò, in onore di sua moglie, il sontuoso teatro Odèion, sul pendio dell'Acropoli, con una capienza di 5.000 posti. Il suo busto è custodito ed esposto nel Museo Archeologico Nazionale di Atene, che ci ha inviato con onore le immagini del busto con dati storici..
La lapide della toponomastica, mostratami da giovane nel Palazzo Salomone dal canonico don Vito Di Nunno, riportava il titolo: PIAZZA ERODE ATTICO, nella piazzetta del monumento di M. R. Imbriani, ma è scomparsa da tempo nelle ristrutturazioni edilizie, e attende di essere degnamente ricollocata.
- La sete di Canusion in greco
Avvalendoci della competente e volontaria collaborazione della prof.ssa Giulia Giorgio, Docente di Lettere presso il Liceo Scientifico di Canosa, ci accostiamo al testo in greco e alla traduzione, riscoprendo il personaggio di Erode Attico (Ἡρῴδης Ἀττικός, 101-177).
Filostrato, Vite dei Sofisti: Ωϰισε δέ ϰαί τό έν τῆ Ήπείρφ Ώριϰόν ύποδεδωκός ηδη ϰαί τό έν τῆ Ίταλία Κανύσιον ήμερώσας ϋδατι μάλα τούτου δεόμενον, (Okise de Kai tò en te Epeiro Orikòn upodedokòs ede kai tò en te Italia Kanusion emerosas udati mala tutu deòmenon).
Rinnovò Orico nell'Epiro che era decaduta e dopo in Italia rese abitabile anche Canusion che aveva senza dubbio molto bisogno di acqua.
- La sete di Canusium in Latino
- L'Ambasciatore della Grecia in Italia ci scrive.
La ringrazio a nome di S.E. Themistoklis Demiris, Ambasciatore della Repubblica Ellenica in Italia, per il suo gentilissimo gesto, l'invio della sua memoria storica su Erode Attico e sul legame con Canosa di Puglia.
Abbiamo molto apprezzato i riferimenti storici raccolti da Lei, sulla sete di Canusium, sia in lingua greca che in latino, come anche sui provvedimenti di Erode Attico, l'artefice dell'acquedotto romano a Canosa ed infine gli accenni sulla sua storia nei secoli in avanti.
Erode Attico resta nella memoria della città di Atene e della Grecia in generale, non solamente per la costruzione dell' Odeion, oggi sede di prestigiosi eventi culturali, chiamato in greco moderno "Erodion" in suo onore, ma soprattutto per lo stadio Panathinaico ( Παναθηναϊκό Στάδιο, "stadio di tutti gli Ateniesi"), costruito da lui, sede dei primi giochi Olimpici dell'Era Moderna nel 1896, e che, restaurato nell'800, rimane il monumento ateniese più visitato in assoluto.
Siamo davvero lieti di scoprire un ulteriore legame tra la Grecia e l'Italia ed in particolare con la Puglia, tramite il Suo scritto, che mette in evidenza la personalità di Erode Attico.
La ringrazio molto, ancora e Le auguro pieno successo a tutte le Sue prossime iniziative.
Cordialmente, Nike Ekaterini Koutrakou, Ministro Consigliere dell'Ambasciata di Grecia a Roma.
Onorati del Suo messaggio, ringraziamo da Canosa di Puglia S.E. L'Ambasciatore di Grecia in Italia.
- L'acqua di Canosa nel magnificum fontem della Madonna della Fonte
L'originaria icona bizantina dell'Eleùsa (Madre della Tenerezza), è oggetto di cura, di studio e di venerazione con diligenza da parte di mons. Felice Bacco.
- La sete di Canosa nelle fistulae aquariae
Lo stesso Prevosto Tortora nel 700, come testimone, scrive di queste tracce e dei ruderi: "veggendosi oggigiorno questi magnifici Aquedotti distesi da venti miglia dalla sorgiva, che si vede intorno a Venosa, passando sopra d'un Ponte per il fiumicello Licone, incisi in buona parte in un macigno perforato nell'Appennino, o sia alla falda della Murgia sotto di Minervino; ancorchè oggidì in vari luoghi disfatti, e incapaci di potervi condottar l'acqua come prima"
Qualche traccia resta ancora oggi visibile nei siti museali di Canosa in condotte di piombo di acquedotto romano: si tratta delle fistulae aquariae, tubazioni in piombo lunghe 10 piedi (mt. 2,95), che riportavano incisi i nomi dei funzionari (quaestores) in carica al momento della posa in opera.
Sulle vie degli acquedotti in Canosa di Puglia abbiamo svolto un percorso conoscitivo ed educativo con due classi del Liceo Scientifico "Enrico Fermi", nell'accoglienza della Dirigente, prof.sa Nunzia Silvestri, e dei Docenti Prof.sa Giulia Giorgio con i ragazzi di 1^ G, della Sezione Liceo Classico, e del Prof. Panella Gianluigi con gli studenti di 4^ B.
Ragazzi in gamba, che, dopo aver visitato Palazzo Sinesi, nella scoperta dell'Ipogeo della "Foglia d'oro" del III sec. a.C. tra olle listate, lucerne e poppatoi di creta, hanno partecipato con i secchi zincati a trasportare l'acqua dalla fontana pubblica di piazza Erode Attico, per apprendere la storia, la Letteratura, la lettera dell'Ambasciatore, le radici del territorio. Sono radici dell'acquedotto romano, che hanno dato un nome a Maria SS. della Fonte e ad una stessa bella ragazza fra gli studenti di 4^ B, di nome… Maria Fonte: la storia continua ed è vivente!
Oggi riscopriamo la traccia di Erode Attico a Canosa di Puglia, mentre l'Amministrazione comunale, dal Sindaco La Salvia, all'ass. Sabino Facciolongo, all'ass. Pietro Basile, ha intento di provvedere al ripristino della lapide della toponomastica di PIAZZA ERODE ATTICO nella piazzetta del monumento di M. R. Imbriani, come suggello della storia e come fonte non solo di acqua, ma di cultura ed educazione delle nuove generazioni, nelle radici di Canusion e del magnificum fontem della Cattedrale S. Sabino.
L'uomo non ha solo sete di acqua, ma anche di conoscenza.
E nell'eterno si eleva un canto con il Salmo 41: "L'anima mia ha sete del Dio vivente".
La storia continua ad essere Maestra di Vita.
Canosa di Puglia, 18 ottobre 2013
maestro Peppino Di Nunno