Stilus Magistri
La tomba della «damigella greca» MEDELLA
Ritrovata l’immagine artistica della scoperta nell’Ipogeo Lagrasta I
domenica 26 luglio 2020
23.27
L'ipogeo (dal gr. ὑπό "sotto" e γῆ "terra") della "damigella greca" Medella in sposa ad un cittadino romano fu rinvenuto nel 1843-44 "in contrada nomata Rosale di pertinenza Lagrasta". Fu descritto nel febbraio del 1854 nella sua magnificenza dal Direttore degli scavi di Pompei, l'Architetto e Archeologo Carlo Bonucci (Napoli 1799-1870), inviato dal Real Museo Borbonico di Napoli in terra di Bari in visita con la carrozza a Canosa nel sito con il Sindaco Ferdinando Lopez e l'Arcidiacono Giuseppe Basta, tesoriere della Cattedrale di S. Sabino. Fu illustrato dal Bonucci nel «Poliorama Pittoresco» di Napoli del 1854, con le pagine storiche concesse oggi dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli (Direttore Archivio Dott. Andrea Milanese) e le illustrazioni delle tavole acquerellate del Bonucci eseguite con il figlio Raffaele, Architetto.
Epigrafe del graffito sepolcrale
MEDELLA DASM. F.
SITA AN. D. III K. IANV.
C. PISONE M. ACILIO COS.
MEDELLA DASMI FILIA, SITA ANTE
DIEM TERTIUM KALENDARUM IANUARII
C. PISONE - M. ACILIO CONSULIBUS.
Traduzione:
"Medella Figlia di Dasmo deposta in questa tomba
il terzo giorno prima delle Calende di Gennaio
(il 28 Dicembre) sotto il Consolato di
Calpurnio Pisone e Manio Acilio".
La datazione dell'epigrafe di Medella segna
l'anno di Roma 687 a. U. c. (ab Urbe condita),
corrispondente al 67 a. C. anno dei
Consoli Manio Acilio e Calpurnio Pisone
Così descrive il Bonucci nella visita a Canosa
"Il pavimento era coverto di una stoffa d'oro, col muro
di rimpetto abbellito da un ordine di colonne joniche e sulle
pareti due finestrini.
Nel mezzo della stanza dormiva un eterno sonno il capo della famiglia. Esso era disteso su di un letto di bronzo dorato sostenuto da fregi e da geni in avorio.
Figuravano lampade di vetro meraviglioso e pendenti con pavoni sacri a Giunone. Una tavola sontuosa sembrava attendere questi illustri defunti... con piramidi di pomi e di melegrane e piatti, bacini e coppe. Il pavimento era coverto di asfodelo (fiore) sacro a Proserpina (dea degli Inferi)".
Gli Ipogei Lagrasta che risalgono dalla fine del IV secolo al I sec. a. C.,, scoperti nel 1844 furono chiamati volgarmente "il tesoro" e la via del sito, oggi "Cadorna", fu intitolata a MEDELLA DASME, come riporta l' A. S. C.. Nel corredo funerario emergevano "due grandissime patere, quattro profericoli, tre grandi vasi a forma di calice... due grandi lampade e piatti di vetro bianco e colorato", esposti poi a Napoli nel 1845 e detti "i vetri di Canosa".
Le stampe donate
Dai documenti concessi da Napoli sono state elaborate e donate due stampe dell'acquerello a colori dell'Ipogeo alla Fondazione Archeologica Canosina (FAC) per la divulgazione ai visitatori dell'Ipogeo Lagrasta, che non vedano solo i "fossi vuoti" lasciati nel Regno di Napoli e una stmpa alla Direzione del Museo Archeologico Canosino per la Dott.ssa Anita Rocco, per concorrere a promuovere la cultura museale. Sono grato ad Antonio Capacchione e Nicola Luisi e al Presidente FAC Dott. Sergio Fontana, a Mons. Felice Bacco, al dott. Bartolo Carbone della Redazione di Canosaweb , per aver seguito in condivisione le recenti ricerche storiche.
La monografia degli Ipogei Lagrasta
Dai documenti concessi dal Museo Archeologico di Napoli sul "Viaggio in Terra di Bari" del Bonucci, è stata studiata e scritta una monografia di 4 pagine, nuova e unica, disponibile per quanti siano interessati. Consente di ricostruire il viaggio in visita nella terra di Bari fino alla tomba greca dell'Ipogeo del sito Lagrasta in una memoria di storia, di arte, di cultura. La monografia di Medella fa parte delle sette monografie storiche di "rerum novarum" in corso dall'anno scorso che pongo alla condivisione: 1) B. V. di Loreto con la Dalmatica (compiuta e consegnata; 2) L'ipogeo di Medella; 3) la colonna dantesca sconosciuta del Centenario, trasmessa al Ministero dei Beni Culturali; 4) Giovanni Bovio da Napoli; 5) I Decurioni di strada; 6) Sant'Ambrogio Prefetto; 7) Diomede fondatore nel bronzo "dei Canosini".
Dispiace che nei momenti ufficiali delle presentazioni ai Mezzi di Comunicazioni, si omettono tali e tante ricerche e scoperte storiche avvenute dal 2009, e approdate ai Ministeri, alle Ambasciate, al Museo Archeologico Nazionale di Atene, alle Università, all'Europa da Bruxelles, alla terra Santa, alla Santa Casa di Loreto.Nelle mie fragilità motorie, si auspica che non si tratti di un pregiudizio "ad personam", che sarebbe meschinità e discriminazione, e neanche si tratti di pregiudizio "ad rem", che sarebbe insipienza del sapere e delle scoperte culturali volontarie, condivise tante volte dalla Scuola Primaria con la Dirigente Dott.ssa Nadia Landolfi, dagli Studenti Liceali e dai Docenti e dalla Dirigente Prof.ssa Nunzia Silvestri, cui va il nostro saluto di stima e gratitudine nel commiato di pensionamento dal mondo della Scuola. L'appello à proprio al mondo della Scuola, dai piccoli ai grandi, dove la cultura di fa lievito e dove la cultura del territorio con le ricerche e scoperte storiche diventa patrimonio umano e cammino sociale ..."sulle vie dei ciottoli..." dei sentieri di Canosa.
Ob amorem patriae
Opera e ricerche storiche a cura del Maestro Cav. Giuseppe Di Nunno
Epigrafe del graffito sepolcrale
MEDELLA DASM. F.
SITA AN. D. III K. IANV.
C. PISONE M. ACILIO COS.
MEDELLA DASMI FILIA, SITA ANTE
DIEM TERTIUM KALENDARUM IANUARII
C. PISONE - M. ACILIO CONSULIBUS.
Traduzione:
"Medella Figlia di Dasmo deposta in questa tomba
il terzo giorno prima delle Calende di Gennaio
(il 28 Dicembre) sotto il Consolato di
Calpurnio Pisone e Manio Acilio".
La datazione dell'epigrafe di Medella segna
l'anno di Roma 687 a. U. c. (ab Urbe condita),
corrispondente al 67 a. C. anno dei
Consoli Manio Acilio e Calpurnio Pisone
Così descrive il Bonucci nella visita a Canosa
"Il pavimento era coverto di una stoffa d'oro, col muro
di rimpetto abbellito da un ordine di colonne joniche e sulle
pareti due finestrini.
Nel mezzo della stanza dormiva un eterno sonno il capo della famiglia. Esso era disteso su di un letto di bronzo dorato sostenuto da fregi e da geni in avorio.
Figuravano lampade di vetro meraviglioso e pendenti con pavoni sacri a Giunone. Una tavola sontuosa sembrava attendere questi illustri defunti... con piramidi di pomi e di melegrane e piatti, bacini e coppe. Il pavimento era coverto di asfodelo (fiore) sacro a Proserpina (dea degli Inferi)".
Gli Ipogei Lagrasta che risalgono dalla fine del IV secolo al I sec. a. C.,, scoperti nel 1844 furono chiamati volgarmente "il tesoro" e la via del sito, oggi "Cadorna", fu intitolata a MEDELLA DASME, come riporta l' A. S. C.. Nel corredo funerario emergevano "due grandissime patere, quattro profericoli, tre grandi vasi a forma di calice... due grandi lampade e piatti di vetro bianco e colorato", esposti poi a Napoli nel 1845 e detti "i vetri di Canosa".
Le stampe donate
Dai documenti concessi da Napoli sono state elaborate e donate due stampe dell'acquerello a colori dell'Ipogeo alla Fondazione Archeologica Canosina (FAC) per la divulgazione ai visitatori dell'Ipogeo Lagrasta, che non vedano solo i "fossi vuoti" lasciati nel Regno di Napoli e una stmpa alla Direzione del Museo Archeologico Canosino per la Dott.ssa Anita Rocco, per concorrere a promuovere la cultura museale. Sono grato ad Antonio Capacchione e Nicola Luisi e al Presidente FAC Dott. Sergio Fontana, a Mons. Felice Bacco, al dott. Bartolo Carbone della Redazione di Canosaweb , per aver seguito in condivisione le recenti ricerche storiche.
La monografia degli Ipogei Lagrasta
Dai documenti concessi dal Museo Archeologico di Napoli sul "Viaggio in Terra di Bari" del Bonucci, è stata studiata e scritta una monografia di 4 pagine, nuova e unica, disponibile per quanti siano interessati. Consente di ricostruire il viaggio in visita nella terra di Bari fino alla tomba greca dell'Ipogeo del sito Lagrasta in una memoria di storia, di arte, di cultura. La monografia di Medella fa parte delle sette monografie storiche di "rerum novarum" in corso dall'anno scorso che pongo alla condivisione: 1) B. V. di Loreto con la Dalmatica (compiuta e consegnata; 2) L'ipogeo di Medella; 3) la colonna dantesca sconosciuta del Centenario, trasmessa al Ministero dei Beni Culturali; 4) Giovanni Bovio da Napoli; 5) I Decurioni di strada; 6) Sant'Ambrogio Prefetto; 7) Diomede fondatore nel bronzo "dei Canosini".
Dispiace che nei momenti ufficiali delle presentazioni ai Mezzi di Comunicazioni, si omettono tali e tante ricerche e scoperte storiche avvenute dal 2009, e approdate ai Ministeri, alle Ambasciate, al Museo Archeologico Nazionale di Atene, alle Università, all'Europa da Bruxelles, alla terra Santa, alla Santa Casa di Loreto.Nelle mie fragilità motorie, si auspica che non si tratti di un pregiudizio "ad personam", che sarebbe meschinità e discriminazione, e neanche si tratti di pregiudizio "ad rem", che sarebbe insipienza del sapere e delle scoperte culturali volontarie, condivise tante volte dalla Scuola Primaria con la Dirigente Dott.ssa Nadia Landolfi, dagli Studenti Liceali e dai Docenti e dalla Dirigente Prof.ssa Nunzia Silvestri, cui va il nostro saluto di stima e gratitudine nel commiato di pensionamento dal mondo della Scuola. L'appello à proprio al mondo della Scuola, dai piccoli ai grandi, dove la cultura di fa lievito e dove la cultura del territorio con le ricerche e scoperte storiche diventa patrimonio umano e cammino sociale ..."sulle vie dei ciottoli..." dei sentieri di Canosa.
Ob amorem patriae
Opera e ricerche storiche a cura del Maestro Cav. Giuseppe Di Nunno