Stilus Magistri
La "Via Appia.Regina Viarum" per Canusium
Patrimonio UNESCO con Orazio in taberna e in una “chianca scritta”
martedì 30 luglio 2024
18.06
Lo scorso 27 luglio, il Comitato del Patrimonio Mondiale, riunitosi a Nuova Delhi nella 46esima sessione, ha deliberato l'iscrizione della "Via Appia. Regina Viarum" nella Lista del Patrimonio Mondiale che diventa così il 60esimo sito italiano riconosciuto dall'UNESCO. Tracciata per esigenze militari dal censore Appio Claudio nel 321 a. C. per collegare Roma a Capua e successivamente estesa fino a Brindisi, l'Appia divenne subito strada di grande comunicazione commerciale e di primarie trasmissioni culturali, in quanto concepita fin dall'inizio come via publica, percorribile gratuitamente da tutti perché realizzata su terreni espropriati allo scopo dallo Stato romano. La strada fu ampliata nel corso del tempo, per questo il sito Patrimonio Mondiale comprende anche la variante al tracciato originale, fatta costruire da Traiano nel 109 d.C.
Si tratta della prima candidatura promossa direttamente dal Ministero della Cultura, che ha coordinato tutte le fasi del processo e ha predisposto tutta la documentazione necessaria per la richiesta d'iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale. Il risultato è il frutto di un lavoro di squadra che ha visto il coinvolgimento di molteplici istituzioni: 4 Regioni (Lazio, Campania, Basilicata e Puglia), 13 Città metropolitane e Province, 74 Comuni(tra i quali Canosa di Puglia), 14 Parchi, 25 Università, numerosissime rappresentanze delle comunità territoriali, nonché il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra della Santa Sede.
La Via Appia per Canusium da Roma fino a Brindisi con la via Traiana promuove le pietre solcate dai carretti, su cui anche il Poeta Orazio nel 37 a. C. nell'iter brundisinum fa sosta a Canusium alloggiando in una taberna.
Orazio, (Odi, I, 11, 7-8)
Era la primavera del 37 a.C. quando l'imperatore romano Ottaviano inviò a Brindisi, in Puglia, una delegazione diplomatica capeggiata da Mecenate, suo influente consigliere, alleato ed amico, per incontrarsi con i rappresentanti di Antonio (uno dei quali, Fonteio Capitone, si mise in viaggio con lo stesso Mecenate. Dopo Benevento, attraverso Venosa, la via Appia raggiungeva il mare di Tarentum (Taranto) e da qui terminava a Brundisium (Brindisi). I nostri viaggiatori tuttavia scelsero di non seguire questo tragitto e deviarono lungo un altro tracciato risalente all'età repubblicana, quello sul quale molti anni dopo, fra il 108 ed il 110 d.C., Traiano fece costruire la via Appia-Traiana. Si trattava di una variante della via Appia e collegava Beneventum (Benevento) a Brundisium (Brindisi), attraverso Aecae (Troia), Herdonia (Ordona), Canusium (Canosa di Puglia), Rubi (Ruvo di Puglia), Butontum (Bitonto); da qui proseguiva lungo la costa toccando Barium (Bari) ed Egnatia (centro presso Fasano). Nelle campagne pugliesi e in qualche città (Bari) o borgo (Polignano) è possibile trovarne ancora alcuni tratti lastricati e le relative colonne miliari.
Orazio fa sosta a Canusium
Orazio Sermones Libro I Satira v. 134-135
Nam Canusi lapidosus, aquae non ditior urna: qui locus a forti Diomede est conditus olim.
Canosa località un tempo fondata dall'eroe Diomede.
Infatti il pane duro e non più ricca di un'urna di acqua.
Brundisium longae finis chartaeque viaeque est.
Brindisi pone fine al lungo viaggio e alla mia satira
La "chianca scritta" di Canosa sulla via Appia
«Dalla Via Appia da Roma a Brindisi»
Opera letteraria del MDCCXLV del Canonico Francesco Maria Pratilli
Nel ritrovamento della "chianca scritta" in Canosa nel 1741
Il Pratilli la ritrova e la legge nel 1741 lo storico, archeologo e letterato Canonico Francesco Maria Pratilli, ( Santa Maria Capua Vetere 1689 – Napoli 1763). Nell'opera "Dalla Via Appia da Roma a Brindisi" del MDCCXLV, al Libro IV, cap. XIII, pag. 521, scrive: "un grosso spezzone di pietra rustica giace a terra, poco lontano dal Convento del Carmine, verso via Melfi, da' paesani chiamata "chianca scritta" (corrotta dalla parola planca, com'è detto altrove).
In esso si legge POBLICIVS PO... LIBEROS
SABELLIA Ͻ. L . SALVIA
CN. POBLICIVS FELIX.
La chianca riscoperta è stata consegnata per la promozione all'Assessore Comunale Saverio Di Nunno, che ha lavorato di fronte in Corso Garibaldi. Abbiamo riscoperto questi percorsi della Via Appia nel Libro del Dialetto "Sulle vie dei ciottoli" a cura del Maestro Giuseppe Di Nunno Ed. Il Campanile 2015
Ritroviamo il cartello "Via TRAIANA" a Canosa all'inizio di Via Varrone prima di accedere all'Arco Traiano o di Terenzio Varrone. In prossimità al passaggio a livello ferroviario ho potuto nei decenni scorsi ammirare gli scavi di un selciato della via Traiana con ciottoli di fiume conficcati di taglio a spina di pesce. Forse le vie del Borgo Antico del Castello così acciottolate hanno riprodotto queste antiche radici!
Auspichiamo un murales di questo tratto della via Appia-Traiana a Canosa per salutare i viandanti da venti secoli dai sette colli di Roma ai Sette colli di Cansuium. Ritroviamoci in cammino sulla "Via Appia.Regina Viarum" , viandanti dell'Umanità e "viatores" romani e canosini.
Maestro Giuseppe Di Nunno
Si tratta della prima candidatura promossa direttamente dal Ministero della Cultura, che ha coordinato tutte le fasi del processo e ha predisposto tutta la documentazione necessaria per la richiesta d'iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale. Il risultato è il frutto di un lavoro di squadra che ha visto il coinvolgimento di molteplici istituzioni: 4 Regioni (Lazio, Campania, Basilicata e Puglia), 13 Città metropolitane e Province, 74 Comuni(tra i quali Canosa di Puglia), 14 Parchi, 25 Università, numerosissime rappresentanze delle comunità territoriali, nonché il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra della Santa Sede.
La Via Appia per Canusium da Roma fino a Brindisi con la via Traiana promuove le pietre solcate dai carretti, su cui anche il Poeta Orazio nel 37 a. C. nell'iter brundisinum fa sosta a Canusium alloggiando in una taberna.
Orazio, (Odi, I, 11, 7-8)
Era la primavera del 37 a.C. quando l'imperatore romano Ottaviano inviò a Brindisi, in Puglia, una delegazione diplomatica capeggiata da Mecenate, suo influente consigliere, alleato ed amico, per incontrarsi con i rappresentanti di Antonio (uno dei quali, Fonteio Capitone, si mise in viaggio con lo stesso Mecenate. Dopo Benevento, attraverso Venosa, la via Appia raggiungeva il mare di Tarentum (Taranto) e da qui terminava a Brundisium (Brindisi). I nostri viaggiatori tuttavia scelsero di non seguire questo tragitto e deviarono lungo un altro tracciato risalente all'età repubblicana, quello sul quale molti anni dopo, fra il 108 ed il 110 d.C., Traiano fece costruire la via Appia-Traiana. Si trattava di una variante della via Appia e collegava Beneventum (Benevento) a Brundisium (Brindisi), attraverso Aecae (Troia), Herdonia (Ordona), Canusium (Canosa di Puglia), Rubi (Ruvo di Puglia), Butontum (Bitonto); da qui proseguiva lungo la costa toccando Barium (Bari) ed Egnatia (centro presso Fasano). Nelle campagne pugliesi e in qualche città (Bari) o borgo (Polignano) è possibile trovarne ancora alcuni tratti lastricati e le relative colonne miliari.
Orazio fa sosta a Canusium
Orazio Sermones Libro I Satira v. 134-135
Nam Canusi lapidosus, aquae non ditior urna: qui locus a forti Diomede est conditus olim.
Canosa località un tempo fondata dall'eroe Diomede.
Infatti il pane duro e non più ricca di un'urna di acqua.
Brundisium longae finis chartaeque viaeque est.
Brindisi pone fine al lungo viaggio e alla mia satira
La "chianca scritta" di Canosa sulla via Appia
«Dalla Via Appia da Roma a Brindisi»
Opera letteraria del MDCCXLV del Canonico Francesco Maria Pratilli
Nel ritrovamento della "chianca scritta" in Canosa nel 1741
Il Pratilli la ritrova e la legge nel 1741 lo storico, archeologo e letterato Canonico Francesco Maria Pratilli, ( Santa Maria Capua Vetere 1689 – Napoli 1763). Nell'opera "Dalla Via Appia da Roma a Brindisi" del MDCCXLV, al Libro IV, cap. XIII, pag. 521, scrive: "un grosso spezzone di pietra rustica giace a terra, poco lontano dal Convento del Carmine, verso via Melfi, da' paesani chiamata "chianca scritta" (corrotta dalla parola planca, com'è detto altrove).
In esso si legge POBLICIVS PO... LIBEROS
SABELLIA Ͻ. L . SALVIA
CN. POBLICIVS FELIX.
La chianca riscoperta è stata consegnata per la promozione all'Assessore Comunale Saverio Di Nunno, che ha lavorato di fronte in Corso Garibaldi. Abbiamo riscoperto questi percorsi della Via Appia nel Libro del Dialetto "Sulle vie dei ciottoli" a cura del Maestro Giuseppe Di Nunno Ed. Il Campanile 2015
Ritroviamo il cartello "Via TRAIANA" a Canosa all'inizio di Via Varrone prima di accedere all'Arco Traiano o di Terenzio Varrone. In prossimità al passaggio a livello ferroviario ho potuto nei decenni scorsi ammirare gli scavi di un selciato della via Traiana con ciottoli di fiume conficcati di taglio a spina di pesce. Forse le vie del Borgo Antico del Castello così acciottolate hanno riprodotto queste antiche radici!
Auspichiamo un murales di questo tratto della via Appia-Traiana a Canosa per salutare i viandanti da venti secoli dai sette colli di Roma ai Sette colli di Cansuium. Ritroviamoci in cammino sulla "Via Appia.Regina Viarum" , viandanti dell'Umanità e "viatores" romani e canosini.
Maestro Giuseppe Di Nunno