Stilus Magistri
Le Calende di Agosto di S. Sabino
La Nuova Cattedrale dedicata a Santa Maria
giovedì 1 agosto 2013
17.54
La traslazione del Corpo di S. Sabino avviene intorno all'anno 800, dal 29 Giugno alle Calende di Agosto, che corrispondono al I° Agosto, giorno della Festa patronale canosina d'estate.
- Le fonti storiche
Il Prevosto Tortora descrive l'evento solenne della traslazione nel Cap. VI, paragrafo § I, Translatio Corporis S. Sabini a vetere Cathedrali ad aliam Ecclesiam illi subrogatam ("Traslazione del Corpo di S. Sabino dalla vecchia Cattedrale ad un'altra Chiesa a lui rinominata").
- L'opera della traslazione curata dal Vescovo Pietro
Eapropter Episcopus Petrus aliam eidem substituere cogitavit ("Perciò il Vescovo Pietro pensò di sostituire la stessa Chiesa con un'altra").
- La nuova Chiesa sede vescovile, dedicata alla Beata Vergine Maria
Lo stesso Anonimo, storico del IX secolo, riporta la traslazione curata del predetto Vescovo Pietro (Praefatus Venerabilis Vir) ad Sedem Pontificalem Canusinæ Urbis Christi Famuli Corpus introducere studuit ("decise di trasferire il Corpo del Servo di Cristo presso la Sede Vescovile della Città di Canosa") .
Il Tortora aggiunge: Itaque corpore s. Sabini an. 800, in hanc novam Cathedralem Ecclesiam, translato, ….
Emerge quindi che l'Attuale Cattedrale S. Sabino all'epoca della traslazione era la Sede Vescovile (Sedem Pontificalem) della Città di Canosa (Canusinae Urbis), dedicata secondo il Tortora alla Beata Vergine Maria.
- Calende di Agosto: l'inumazione di S. Sabino sotto l'Altare dei Santi Martiri Giovanni e Paolo
Non viene mai menzionata l'intitolazione della Novam Ecclesiam ai Santi Martiri, ma le fonti riportano di un Altare devozionale dei Santi Martiri Giovanni e Paolo, "nondum mancipato" , non ancora completato fino al 1° Agosto: era consuetudine scavare una fossa (fovea) per collocare le reliquie dei Santi sotto un altare.
Alcuni (nonnulli), riporta il Tortora, hanno dedotto che questa nuova Cattedrale fu consacrata ai Santi Martiri Giovanni e Paolo, "ma in verità l'Anonimo non dice che la Chiesa, ma che l'Altare era dedicato a quei Santi e che era stato costruito nella Confessione della stessa Cattedrale, sotto il Presbiterio" ( Verum Anonymus non dicit, quod Ecclesia, sed quod Altare illis Sanctis erat dicatum, quod in confessione ejusdem Cathedralis subter Presbyterium constructum erat).
- L'attuale Cattedrale edificata da S. Sabino
- La Cattedrale della Beata Vergine Maria
- L'icona della Madonna della Fonte
Ogni anno nel mese di Aprile si svolgeva una solenne festività a Maria SS. della Fonte con processione, a spese della Cittadinanza, (quotannis mense Aprili Solemnissimam festivitatem, Civitatis sumptibus, ….Sanctissimae Virginis A FONTE nomen habentis Imaginem deferunt, et circumgestant).
Il Tortora riconduce la denominazione di Maria Santissima della Fonte, alla presenza del magnificum fontem dell'acquedotto romano di Erode Attico del II° Sec., nelle cui adiacenze sorgerà la Chiesa del VI secolo.
Nella linea del tempo risulta molto distante l'icona della Madonna della Fonte (Madre della Tenerezza), se attribuita al XII secolo, mentre il Tortora l'accosta nello spazio e nel tempo al magnificum fontem dell'acquedotto romano.
Viene poi da considerare che il Vescovo Sabino, di ritorno da Costantinopoli, avrebbe portato con sé non solo i grafici della cupole bizantine, ma soprattutto il culto bizantino della Θεοτόκος (Teotòkos, Madre di Dio), e quindi un'icona della Madre della Tenerezza, che avrebbe costituito la stessa dedicazione e intitolazione della Novam Cathedralem, da Lui edificata, e dedicata a Santa Maria (nuncuputata fuit), come sostiene la tesi dello stesso Prevosto Tortora, dotto storico.
Ho avuto modo personalmente di vedere l'antica Icona di Maria SS. della Fonte, spoglia dei fregi argentei, distesa nella Cappella di San Sabino, nell'ottobre del 1983, in procinto di partire verso Firenze per il restauro, promosso dal sapiente Vescovo mons. Giuseppe Lanave. La fecero incresciosamente ritornare per il restauro fatto in Episcopio, con il rincrescimento di mons. Lanave di cui ricordo il pensiero: "A Firenze avrebbero fatto un'analisi stratigrafica, per ricercare le radici dell'icona", che forse fu rimaneggiata nei secoli successivi. Avremmo così scoperto la datazione originaria della tavola artistica della nostra Patrona.
Ma la ricerca stratigrafica non è stata fatta nel tempo negli intonaci della Cattedrale, sciupando risorse, nonostante la lettura del Tortora attesta che l'attuale Cattedrale dedicata a San Sabino (illi subrogatam), fu costruita dalla Stesso Sabino, mentre era ancora in vita, nel VI secolo.
Oggi la rimozione degli intonaci ha portato alla scoperta della cupola cristocentrica con il sigillo del bollo sabiniano del Vescovo (EPISCOPVS SAVINVS) .
Dunque la tesi del Tortora viene confermata dopo secoli nella edificazione della Chiesa da parte del Vescovo Sabino, con il prosieguo degli altri Vescovi successori fino al IX sec..
Ma per l'intitolazione della Chiesa alla Beata Vergine Maria, potremmo obiettare che il Tortora non avrebbe visto e conosciuto i ruderi della Chiesa detta di Santa Maria, scoperta presso il Battistero, ad un livello inferiore di tre metri, risalente al IV secolo. Avrebbe così interpretato quel "iuxta" (vicino a) con la vicinanza della Chiesa edificata da San Sabino, distante duecento passi.
Il Tortora identifica la Chiesa di Santa Maria , citata dall'Anonimo, nell'attuale Cattedrale, Nova Cathedralis, intermedia enim jacet inter duo memorata Templa (è situata intermedia fra i due templi) del SS. Salvatore e di S. Giovanni Battista, ormai dirutum (crollato).
Si potrebbe avanzare anche l'ipotesi che il Vescovo Sabino abbia dedicato la Chiesa, custode poi della traslazione, alla Vergine Maria, anche in continuità della Chiesa di Santa Maria del IV secolo, ormai in degrado nel VI secolo. Peraltro la citazione dell'Anonimo sui tre templi (Battistero San Giovanni, Chiesa di Santa Maria e chiesa di S. Salvatore, sembra che parli di tre edifici coevi, senza specificazione di un Tempio di Santa Maria precedente di due secoli.
Resta la tesi del Tortora e gli elementi storici del culto a Santa Maria importato dall'Oriente, insieme anche all'icona di Maria SS. della Fonte, e forse anche del sigillo costantiniano, del monogramma di Cristo (Chi, Ro).
Oggi dopo aver trascurato le fonti archivistiche degli Affreschi del Duomo di San Sabino nell'Archivio di Stato di Roma, occorre continuare a scavare, a scavare con radiografia tecnologica, non solo sotto l'altare della Cripta verso la Tomba del Santo (Subtus Altare), ma soprattutto a scavare negli intonaci, che potranno svelare la storia, le radici di una Chiesa unica, che sta ancora in piedi ed è vivente dal VI secolo, quale monumento giustinianeo.
Non chiediamoci se l'autore di questa lettura sistematica e traduzione personale della "translatio corporis " scritta dal Tortora, sia un Cattedratico o un Presidente di …; rileggiamo insieme la lettura suddetta, le fonti del Tortora e le ragioni attendibili, alla luce delle nuove conoscenze storiche: in questo pellegrinaggio di storia, si continua a scavare nel passato, mentre la Fede illumina il presente e dà origine al futuro.
- S. Sabino Profeta potente nell'opera e nella parola (Lc. 24,19)
maestro Peppino Di Nunno
[1] Un passus, unità di misura romana, equivale a cinque piedi, cioè a 148 cm. (un pes =29 cm.). Mille passi, vale a dire
un miglio, equivalgono a Km. 1,48, che corrispondono alla distanza della Cattedrale S. Sabino dalla via della
Murgetta presso Colle San Pietro.