Stilus Magistri
Le epigrafi del Mausoleo di Boemondo
Una cornice di marmo scritta di storia a cura di Peppino Di Nunno
mercoledì 13 aprile 2011
Sulla cornice del tamburo ottagonale che terminava con la sontuosa piramide ottagonale, anch'essa lastricata di marmo cipollino di Tessaglia del Mausoleo di Boemondo, sono incise da nove secoli le epigrafi del Mausoleo, pagine di storia del principe Normanno, verosimilmente curate dalla moglie Costanza ed in particolare dalla Madre Alberada, sepolta nell'arca monumentale dell'Abbazia di Venosa, ove rievoca il figlio : "Si genitum quaeres hunc Canusinus habet".
Come riporta Stefania Mola nello studio "Cultura artistica in Puglia e nel Mezzogiorno Normanno", i Normanni consideravano l'opera d'arte manifesto del potere, riportando messaggi culturali.
Ma tutta la Cristianità è suggellata di epigrafi in Latino, che rischiano di restare incomprese nel testo e nel contesto. Considerato che da un decennio mi sono dedicato con alcuni collaboratori alla traduzione e interpretazione di tutte le epigrafi in latino della Basilica Cattedrale San Sabino, ho voluto dall'aprile scorso 2010, dedicarmi alle epigrafi marmoree del Mausoleo.
Feci risalire l'amico D'Aquino, che ringrazio, per fotografare in primo piano le cinque iscrizioni, avvalendomi infine quest'anno della collaborazione volontaria dello Studio D'Alessandro, allegando qui le foto.
Iniziai la traduzione, rivolgendomi anche ad un autorevole studioso e letterato della Basilica di San Nicola e chiedendo collaborazione alla prof.ssa Giulia Giorgio del Liceo Scientifico Enrico Fermi di Canosa.
Mi sono inceppato in verità su alcuni termini, come indena, abena e partia, ma ho voluto ricordare la guida di Padre Gerardo Cioffari sulle epigrafi della Cattedrale episcopale, i quale mi precisava che nel Latino medievale ricorrono forme contratte e spesso si omette la lettera H.
Infatti aggiungendo l'H ad abena riusciamo a decifrare il termine Habena, coraggio.
Ma siamo rimasti con l'intoppo di PARTIA, cui non basta il vocabolario se non si sfoglia prima il testo.
Sono riuscito in seguito a rintracciare il testo in latino, non tradotto, di un autorevole storico, canonico e letterato, che visitò il Mausoleo di Boemondo intorno al 1740, ancor prima dell'Abate Saint Non . Francesco Maria Pratilli (1689-1763), Canonico della Cattedrale di Capua e storico in visita sulla Via Traiana pubblica[1] nel 1741 l'opera "Della Via Traiana riconosciuta e documentata da Roma a Brindisi".
Aveva circa 50 anni il Canonico storico, cui possiamo attribuire il merito di aver per primo sfogliato il testo in Latino delle iscrizioni del Mausoleo di Boemondo, insieme a quelle delle porte bronzee. L'opera però non riporta la traduzione in italiano.
Il Canonico si sarebbe soffermato per diversi giorni a Canosa di Puglia e nella Cattedrale per poter decifrare e descrivere meticolosamente il Mausoleo, che già versava in uno stato di degrado.
Nelle iscrizioni del Pratilli abbiamo così potuto decifrare il termine PARTHIA, rileggendo la storia e la Geografia delle gesta del principe Normanno.
Il termine "PARTHIA" è da attribuirsi all'area geografica estesa dell'Asia Minore, confinante con la Siria, di cui Boemondo fu sovrano. Lo stesso architetto Claudio Cilla, autore della nota Tesi di Laurea sul Mausoleo, rintracciato telefonicamente dopo anni da me personalmente ha precisato che certamente i prigionieri di guerra ad Antiochia, catturati dalle aree limitrofe avrebbero dichiarato della provenienza dalla Parthia ( il grande Impero Persiano), esteso territorio del Medio Oriente.
Riportiamo così di seguito le iscrizioni e traduzioni compiute liberamente e autonomamente dall'inizio del 2011 con la collaborazione della prof.ssa Giulia Giorgio e con le foto dello Studio D'Alessandro, avendo atteso per la pubblicazione le celebrazioni ufficiali di cui ci sentiamo di fatto partecipi, con spirito di testimonianza e di servizio.
Le epigrafi del Mausoleo proiettano il Principe di Antiochia verso il futuro in quel verbo NASCETUR, che non può essere interpretato al passato (natus est) e neanche al presente (nascitur), ma, come futuro semplice del verbo deponente (nascetur), proietta Boemondo fra quanti nasceranno in seguito, come viviamo nell'anno 2011 dopo nove secoli della morte del Principe Boemondo d'Altavilla.
Rievochiamo la scrittura indelebile dei marmi del Mausoleo.
Riferimenti foto:
1. Sotto questo tetto giace il magnanimo Principe della Siria;
2. E nessuno al mondo nascerà in seguito migliore di Lui;
3. La Grecia vinta per la quarta volta, la Partia, massima parte del mondo;
4. Conobbero a lungo l'ingegno e le forze di Boemondo;
5. Costui in decine di battaglie vinse con il governo della virtù mille eserciti,
cosa che anche la Città di Antiochia attesta.
maestro Peppino Di Nunno (stylus magistri)
prof.ssa Giulia Giorgio
foto Studio D'Alessandro
Come riporta Stefania Mola nello studio "Cultura artistica in Puglia e nel Mezzogiorno Normanno", i Normanni consideravano l'opera d'arte manifesto del potere, riportando messaggi culturali.
Ma tutta la Cristianità è suggellata di epigrafi in Latino, che rischiano di restare incomprese nel testo e nel contesto. Considerato che da un decennio mi sono dedicato con alcuni collaboratori alla traduzione e interpretazione di tutte le epigrafi in latino della Basilica Cattedrale San Sabino, ho voluto dall'aprile scorso 2010, dedicarmi alle epigrafi marmoree del Mausoleo.
Feci risalire l'amico D'Aquino, che ringrazio, per fotografare in primo piano le cinque iscrizioni, avvalendomi infine quest'anno della collaborazione volontaria dello Studio D'Alessandro, allegando qui le foto.
Iniziai la traduzione, rivolgendomi anche ad un autorevole studioso e letterato della Basilica di San Nicola e chiedendo collaborazione alla prof.ssa Giulia Giorgio del Liceo Scientifico Enrico Fermi di Canosa.
Mi sono inceppato in verità su alcuni termini, come indena, abena e partia, ma ho voluto ricordare la guida di Padre Gerardo Cioffari sulle epigrafi della Cattedrale episcopale, i quale mi precisava che nel Latino medievale ricorrono forme contratte e spesso si omette la lettera H.
Infatti aggiungendo l'H ad abena riusciamo a decifrare il termine Habena, coraggio.
Ma siamo rimasti con l'intoppo di PARTIA, cui non basta il vocabolario se non si sfoglia prima il testo.
Sono riuscito in seguito a rintracciare il testo in latino, non tradotto, di un autorevole storico, canonico e letterato, che visitò il Mausoleo di Boemondo intorno al 1740, ancor prima dell'Abate Saint Non . Francesco Maria Pratilli (1689-1763), Canonico della Cattedrale di Capua e storico in visita sulla Via Traiana pubblica[1] nel 1741 l'opera "Della Via Traiana riconosciuta e documentata da Roma a Brindisi".
Aveva circa 50 anni il Canonico storico, cui possiamo attribuire il merito di aver per primo sfogliato il testo in Latino delle iscrizioni del Mausoleo di Boemondo, insieme a quelle delle porte bronzee. L'opera però non riporta la traduzione in italiano.
Il Canonico si sarebbe soffermato per diversi giorni a Canosa di Puglia e nella Cattedrale per poter decifrare e descrivere meticolosamente il Mausoleo, che già versava in uno stato di degrado.
Nelle iscrizioni del Pratilli abbiamo così potuto decifrare il termine PARTHIA, rileggendo la storia e la Geografia delle gesta del principe Normanno.
Il termine "PARTHIA" è da attribuirsi all'area geografica estesa dell'Asia Minore, confinante con la Siria, di cui Boemondo fu sovrano. Lo stesso architetto Claudio Cilla, autore della nota Tesi di Laurea sul Mausoleo, rintracciato telefonicamente dopo anni da me personalmente ha precisato che certamente i prigionieri di guerra ad Antiochia, catturati dalle aree limitrofe avrebbero dichiarato della provenienza dalla Parthia ( il grande Impero Persiano), esteso territorio del Medio Oriente.
Riportiamo così di seguito le iscrizioni e traduzioni compiute liberamente e autonomamente dall'inizio del 2011 con la collaborazione della prof.ssa Giulia Giorgio e con le foto dello Studio D'Alessandro, avendo atteso per la pubblicazione le celebrazioni ufficiali di cui ci sentiamo di fatto partecipi, con spirito di testimonianza e di servizio.
Le epigrafi del Mausoleo proiettano il Principe di Antiochia verso il futuro in quel verbo NASCETUR, che non può essere interpretato al passato (natus est) e neanche al presente (nascitur), ma, come futuro semplice del verbo deponente (nascetur), proietta Boemondo fra quanti nasceranno in seguito, come viviamo nell'anno 2011 dopo nove secoli della morte del Principe Boemondo d'Altavilla.
Rievochiamo la scrittura indelebile dei marmi del Mausoleo.
Riferimenti foto:
1. Sotto questo tetto giace il magnanimo Principe della Siria;
2. E nessuno al mondo nascerà in seguito migliore di Lui;
3. La Grecia vinta per la quarta volta, la Partia, massima parte del mondo;
4. Conobbero a lungo l'ingegno e le forze di Boemondo;
5. Costui in decine di battaglie vinse con il governo della virtù mille eserciti,
cosa che anche la Città di Antiochia attesta.
maestro Peppino Di Nunno (stylus magistri)
prof.ssa Giulia Giorgio
foto Studio D'Alessandro