Stilus Magistri
Le uova di Pasqua senza questua
L’antipasto “Benedetto”
domenica 12 aprile 2020
11.29
Pasqua in casa e non "dove vuoi", racchiusi in casa senza andare in giro "dove vuoi", come evoca il detto proverbiale. È consentita comunque una passeggiata "fuori porta", aprendo la porta e uscendo sul balcone con questo sole di primavera.E ci ritroviamo familiarmente a tavola, alla tavola di Pasqua, mentre mamme e bambini hanno riscoperto l'arte delle massaie di impastare la farina, di impastare col lievito e con le uova.
Le uova della notte di Pasqua
Quest'anno nella Pasqua della travagliata primavera, in questa notte di Pasqua non ci hanno bussato alla porta cantando nel dialetto dei padri "Jàlze, jàlze, za cummère, / mitte d'òve jind'o panère", per la questa delle uova. Avevamo fatto una ricerca storica su questa bella tradizione diffusa dal Medioevo fino ad oggi, dalla Valle d'Itria, al Veneto, dove passavano anche in chierichetti a Salvatronda nei giorni precedenti alla Pasqua, al Piemonte con i canti popolari, alla Valle d'Aosta a Gressoney nella denominazione francese "La quête des oeufs de Pâques", promossa dalla Pro Loco, alla Francia, alla Provenza, alla Normandia. Così anche la Pro Loco di Canosa aveva fatto negli anni scorsi. E le uova già vengono chieste nella notte di Pasqua in un rituale contadino, bussando alle porte e cantando, come nelle nostre terre d'Italia: "C'est la tournée de la quête des oeufs, la nuit, en frappant aux portes et en chantant". Avevamo svolto questa ricerca inedita e nuova in Italia e avevamo preparato la pubblicazione stampata a colori con illustrazioni documentali, ma.... uno sconosciuto ed imprevisto nemico contagioso ci ha privati della libertà. Rimandiamo la pubblicazione dell'opera che resta a casa mia a disposizione della cultura della notte di Pasqua per la Scuola, le Associazioni, le Istituzioni civili e religiose.
Il significato dell'uovo
Resta confermato il significato dell'uovo, allegoria e simbolo dall'antichità di fecondità, di rinascita della vita, cibo della vita contadina, legato anche al Cristo Risorto. Resta confermato "il miglior boccone, l'uovo", ma dell'uovo di gallina, confermato anche dalla voce di mio nonno paterno Pasquale Di Nunno, nato nel 1870, che riportava la voce di Dante, rimasta impressa sul "Sasso di Dante" a Firenze. Un omaggio con questo boccone alle celebrazioni del poeta Dante in questo 2020.
"U Benedìtte" di Pasqua
E l'uovo sodo affettato lo ritroviamo nell'usanza bella, santa e salutare dell'antipasto di Pasqua, "u Benedìtte". Infatti le uova sode e la soppressata con le olive facevano parte dell'antipasto del giorno di Pasqua, chiamato "u benedìtte", piatto che veniva benedetto dal capofamiglia con un ramo d'ulivo o un fiore di primavera, come la viola, prima del pranzo di Pasqua. Ritroviamo questa tradizione tra sacro e sapori di festa nel territorio della Capitanata e a Barletta. Quest'anno è bello riscoprire e rivivere questo rito in questa Domenica di Pasqua in casa.
La scarcella di Pasqua
E alla fine possiamo gustare anche il dolce di Pasqua, la "scarcella", la "squarcédde" ricoperta di "celéppe" e riscoperta nel libro di dialettologia, "sulle vie dei ciottoli", a forma di luna, di bambola, di stella, infornata nelle forme di latta, opera di artigianato dei nostri stagnini, come ricordo nella strada di casa mia in via Regina Elena, nella bottega di Di Donna. L'usanza diffusasi nel Barese nasce a Molfetta dove i pellegrini nel celebrare la festa, recandosi alla Basilica della Madonna dei Martiri, nell'ottava di Pasqua, consumavano questo tipico dolce, detto "scarcella", nel significato simbolico di essere "scarcerati", liberati dal peccato, con l'indulgenza. Anche la Pasqua è la liberazione dal peccato e dalla morte. Speriamo quest'anno cha la Scarcella pasquale, possa anche "scarcerarci" presto dalle case e dal malefico virus, potendola gustare anche dopo Pasqua insieme, nella ritrovata vita comunitaria, che sembrava fino a ieri scontata, quando eravamo felici e non lo sapevamo. Nel frattempo per far passare i tempo in casa, piccoli e grandi possono preparare il "giulèbbe" con una ciotola di albume d'uovo e una forchetta, come facevamo noi da bambini aiutando le nostre mamme. È il bianco dell'uovo, simbolo di Pasqua che diventa dolce pasquale, nel connubio tra cibo e fede, tra gastronomia e cristianità. È mezzogiorno, fra poco è ora di andare a pranzo, nella Domenica di Pasqua con "u Benedìtte" delle uova di Pasqua e con il dolce delle scarcelle, che ci possano "scarcerare".
Il Giorno del Signore
Un bambino Emanuele, sa cosa significa "Domenica", il giorno nato dalla Pasqua, il giorno più bello, il giorno più santo, il giorno di festa, il ..... "Dies Domini", il "Giorno del Signore". Senza la Pasqua non ci sarebbe stata la Domenica. Il malefico virus non può toglierla a nessuno e in nessuna parte del mondo!
Buona Domenica di Pasqua!
Maestro Peppino Di Nunno
Le uova della notte di Pasqua
Quest'anno nella Pasqua della travagliata primavera, in questa notte di Pasqua non ci hanno bussato alla porta cantando nel dialetto dei padri "Jàlze, jàlze, za cummère, / mitte d'òve jind'o panère", per la questa delle uova. Avevamo fatto una ricerca storica su questa bella tradizione diffusa dal Medioevo fino ad oggi, dalla Valle d'Itria, al Veneto, dove passavano anche in chierichetti a Salvatronda nei giorni precedenti alla Pasqua, al Piemonte con i canti popolari, alla Valle d'Aosta a Gressoney nella denominazione francese "La quête des oeufs de Pâques", promossa dalla Pro Loco, alla Francia, alla Provenza, alla Normandia. Così anche la Pro Loco di Canosa aveva fatto negli anni scorsi. E le uova già vengono chieste nella notte di Pasqua in un rituale contadino, bussando alle porte e cantando, come nelle nostre terre d'Italia: "C'est la tournée de la quête des oeufs, la nuit, en frappant aux portes et en chantant". Avevamo svolto questa ricerca inedita e nuova in Italia e avevamo preparato la pubblicazione stampata a colori con illustrazioni documentali, ma.... uno sconosciuto ed imprevisto nemico contagioso ci ha privati della libertà. Rimandiamo la pubblicazione dell'opera che resta a casa mia a disposizione della cultura della notte di Pasqua per la Scuola, le Associazioni, le Istituzioni civili e religiose.
Il significato dell'uovo
Resta confermato il significato dell'uovo, allegoria e simbolo dall'antichità di fecondità, di rinascita della vita, cibo della vita contadina, legato anche al Cristo Risorto. Resta confermato "il miglior boccone, l'uovo", ma dell'uovo di gallina, confermato anche dalla voce di mio nonno paterno Pasquale Di Nunno, nato nel 1870, che riportava la voce di Dante, rimasta impressa sul "Sasso di Dante" a Firenze. Un omaggio con questo boccone alle celebrazioni del poeta Dante in questo 2020.
"U Benedìtte" di Pasqua
E l'uovo sodo affettato lo ritroviamo nell'usanza bella, santa e salutare dell'antipasto di Pasqua, "u Benedìtte". Infatti le uova sode e la soppressata con le olive facevano parte dell'antipasto del giorno di Pasqua, chiamato "u benedìtte", piatto che veniva benedetto dal capofamiglia con un ramo d'ulivo o un fiore di primavera, come la viola, prima del pranzo di Pasqua. Ritroviamo questa tradizione tra sacro e sapori di festa nel territorio della Capitanata e a Barletta. Quest'anno è bello riscoprire e rivivere questo rito in questa Domenica di Pasqua in casa.
La scarcella di Pasqua
E alla fine possiamo gustare anche il dolce di Pasqua, la "scarcella", la "squarcédde" ricoperta di "celéppe" e riscoperta nel libro di dialettologia, "sulle vie dei ciottoli", a forma di luna, di bambola, di stella, infornata nelle forme di latta, opera di artigianato dei nostri stagnini, come ricordo nella strada di casa mia in via Regina Elena, nella bottega di Di Donna. L'usanza diffusasi nel Barese nasce a Molfetta dove i pellegrini nel celebrare la festa, recandosi alla Basilica della Madonna dei Martiri, nell'ottava di Pasqua, consumavano questo tipico dolce, detto "scarcella", nel significato simbolico di essere "scarcerati", liberati dal peccato, con l'indulgenza. Anche la Pasqua è la liberazione dal peccato e dalla morte. Speriamo quest'anno cha la Scarcella pasquale, possa anche "scarcerarci" presto dalle case e dal malefico virus, potendola gustare anche dopo Pasqua insieme, nella ritrovata vita comunitaria, che sembrava fino a ieri scontata, quando eravamo felici e non lo sapevamo. Nel frattempo per far passare i tempo in casa, piccoli e grandi possono preparare il "giulèbbe" con una ciotola di albume d'uovo e una forchetta, come facevamo noi da bambini aiutando le nostre mamme. È il bianco dell'uovo, simbolo di Pasqua che diventa dolce pasquale, nel connubio tra cibo e fede, tra gastronomia e cristianità. È mezzogiorno, fra poco è ora di andare a pranzo, nella Domenica di Pasqua con "u Benedìtte" delle uova di Pasqua e con il dolce delle scarcelle, che ci possano "scarcerare".
Il Giorno del Signore
Un bambino Emanuele, sa cosa significa "Domenica", il giorno nato dalla Pasqua, il giorno più bello, il giorno più santo, il giorno di festa, il ..... "Dies Domini", il "Giorno del Signore". Senza la Pasqua non ci sarebbe stata la Domenica. Il malefico virus non può toglierla a nessuno e in nessuna parte del mondo!
Buona Domenica di Pasqua!
Maestro Peppino Di Nunno