Stilus Magistri
Madonna delle Lacrime
Il pianto di Dio, di Gesù, di Maria SS., dell’uomo
sabato 8 aprile 2017
16.28
Sulle vie della Passione e della Settimana Santa, il canto "Madonna delle Lacrime" accompagna il simulacro dell'Addolorata del Venerdì delle Palme della Chiesa della Passione di Canosa di Puglia, dove il volto della Vergine Maria è provato dalle lacrime e dove la sua mano materna porta un bianco fazzoletto. Quel canto nato nel 1954 nel prodigio delle lacrime della Madonna di Siracusa, approdato poi a Canosa, che ha ospitato il reliquiario dopo mezzo secolo, ci invita alla riflessione sul pianto di Maria Addolorata. La teologia del Pianto di Maria ha radici antiche, se consideriamo il Tractatus de Planctu beatae Mariae Virginis, "Il Pianto della Vergine Maria" di San Bernardo, teologo e Dottore della Chiesa.Ed è Papa Francesco che nel maggio del 2016 riporta il pianto di Dio, davanti al reliquiario e all'icona della Madonna delle Lacrime di Siracusa, rievocando il pianto di Dio, di Gesù che "scoppiò in pianto" davanti alla morte dell'amico Lazzaro (Giovanni, cap. 11, v. 35), dove il pianto non è disperazione, ma amore, come ritroviamo nelle parole dei Giudei: "Guarda, come lo amava!". "Se Dio ha pianto – ha commentato Papa Francesco – anch'io posso piangere sapendo di essere compreso. Il pianto di Gesù è l'antidoto contro l'indifferenza per la sofferenza dei miei fratelli. Quel pianto insegna a fare mio il dolore degli altri, a rendermi partecipe del disagio e della sofferenza di quanti vivono nelle situazioni più dolorose". Nel Luglio del 2013 Papa Francesco, il Papa del sorriso e del pianto, a Lampedusa ha parlato di lacrime dell'uomo: "la globalizzazione dell'indifferenza ci ha tolto la capacità di piangere". Così queste lacrime dell'Addolorata della Passione di Gesù, ci educano alla capacità di piangere, di commuoverci e diventano "com-passione" e poi impegno concreto ad aiutare chi soffre e chi piange.
"Stava Maria Dolente", "iuxta Crucem lacrimosa","lacrimante presso la Croce", scriveva il poeta mistico Jacopone da Todi tra il 1200 e 1300, come si canta in versione gregoriana o di marcia funebre nel Veneto e a Canosa nel Sabato Santo, rievocando quel testo poetico, che rappresentando l'Addolorata o Desolata pone un interrogativo senza tempo, intriso di pietà umana e di fede cristiana: Quis est homo, qui non fleret / Matrem Christi si videret / in tanto supplicio?" , "Chi è quell'uomo, che non piangerebbe / nel vedere la Madre di Cristo / in così grande tormento?". Anche noi abbiamo bisogno di un fazzoletto, non di carta, ma di stoffa, da portare in mano come l'Addolorata e poter partecipare al Pianto di Maria e poter asciugare qualche lacrima nostra, o in famiglia o fra la gente. Seguendo la Processione dell'Addolorata che muove con Don Felice Bacco e Don Nicola Caputo dalla Cattedrale San Sabino di Canosa, vediamo un popolo femminile in nero, con molte donne con la veletta nera sul capo ed il cero acceso in mano, in silenzio, in preghiera. I portatori accompagnano a spalla il simulacro dell'Addolorata, dove compaiono ancora i portatori "piazzieri" di Piazza Galluppi, accanto ai devoti del Comitato della Chiesa della Passione, mentre il medaglione sul petto diffonde l'invocazione: VIRGO DOLOROSA ORA PRO NOBIS. Un bambino di cinque anni, Andrea, accompagnato dalla mamma, porta in mano il suo disegno con i cuori e la Croce: è una presenza di bellezza! Il pianto di Dio, il pianto di Gesù, le lacrime di Maria Addolorata, le lacrime dell'uomo, parlano in silenzio, nel big-bang della Croce, che trapassa ancora la storia dell'umanità di oggi, tra terrorismo, malattie, incidenti e guerre, nel giorno di oggi 7 aprile 2017 nel drammatico dolore del terrorismo a Stoccolma e dei missili di guerra nel Mediterraneo, nell'umanità che ancora e sempre spera e attende la gioia e la consolazione della Resurrezione.
maestro Peppino Di Nunno
"Stava Maria Dolente", "iuxta Crucem lacrimosa","lacrimante presso la Croce", scriveva il poeta mistico Jacopone da Todi tra il 1200 e 1300, come si canta in versione gregoriana o di marcia funebre nel Veneto e a Canosa nel Sabato Santo, rievocando quel testo poetico, che rappresentando l'Addolorata o Desolata pone un interrogativo senza tempo, intriso di pietà umana e di fede cristiana: Quis est homo, qui non fleret / Matrem Christi si videret / in tanto supplicio?" , "Chi è quell'uomo, che non piangerebbe / nel vedere la Madre di Cristo / in così grande tormento?". Anche noi abbiamo bisogno di un fazzoletto, non di carta, ma di stoffa, da portare in mano come l'Addolorata e poter partecipare al Pianto di Maria e poter asciugare qualche lacrima nostra, o in famiglia o fra la gente. Seguendo la Processione dell'Addolorata che muove con Don Felice Bacco e Don Nicola Caputo dalla Cattedrale San Sabino di Canosa, vediamo un popolo femminile in nero, con molte donne con la veletta nera sul capo ed il cero acceso in mano, in silenzio, in preghiera. I portatori accompagnano a spalla il simulacro dell'Addolorata, dove compaiono ancora i portatori "piazzieri" di Piazza Galluppi, accanto ai devoti del Comitato della Chiesa della Passione, mentre il medaglione sul petto diffonde l'invocazione: VIRGO DOLOROSA ORA PRO NOBIS. Un bambino di cinque anni, Andrea, accompagnato dalla mamma, porta in mano il suo disegno con i cuori e la Croce: è una presenza di bellezza! Il pianto di Dio, il pianto di Gesù, le lacrime di Maria Addolorata, le lacrime dell'uomo, parlano in silenzio, nel big-bang della Croce, che trapassa ancora la storia dell'umanità di oggi, tra terrorismo, malattie, incidenti e guerre, nel giorno di oggi 7 aprile 2017 nel drammatico dolore del terrorismo a Stoccolma e dei missili di guerra nel Mediterraneo, nell'umanità che ancora e sempre spera e attende la gioia e la consolazione della Resurrezione.
maestro Peppino Di Nunno