Stilus Magistri
Monumento a M. R. Imbriani: una pietra “altare della Patria” a Canosa di Puglia
Di un bronzo “mutato in strumento bellico” e riconsegnato alla storia dal popolo Riproduzione vietata anche parziale
venerdì 14 giugno 2013
10.09
Monumento a M. R. Imbriani: una pietra "altare della Patria" a Canosa di Puglia di un bronzo "mutato in strumento bellico" e riconsegnato alla storia dal popolo.
A Città di Castello riscoperte le radici scultoree della statua del 1907.
Le vie della storia scavano nei siti della nostra memoria, riscoprono le radici e promuovono le nostre coscienze. Così si è levata con patrio sentimento la voce del sig. Sabino Silvestri sulla scomparsa della statua originaria di Matteo Renato Imbriani; lo ringrazio per la condivisione civica e culturale, apportando le conoscenze in merito, assunte da testimonianze orali e da fonti archivistiche del Comune di Canosa.
Imbriani non vide il progetto dell'Acquedotto Pugliese, evocato dalla testimonianza della terra che lo aveva eletto: "vengo dalla Puglia assetata d'acqua e di giustizia"; i primi zampilli di acqua nelle fontane pubbliche portano la data del 1914, come si può leggere ancora a Canosa davanti alla Scuola Elementare "Giuseppe Mazzini" e in via Aurelio Saffi nel quartiere "Pozzo Nuovo".
Riceviamo grati una foto storica, del 12 maggio 1907 dell'inaugurazione del monumento, da don Mario Porro e dall'Archivio Vice Postulazione Padre Antonio Losito - Museo, in cui sono visibili i drappi (rosso e bianco) del Regno d'Italia, le bandiere delle Associazioni,la banda musicale e, presumibilmente, tre personaggi: Sindaco Sabino Caporale, Raffele Cotugno e il presidente del Comitato Sabino Miccoli: che bella!
"Fùrene li Tedeske a purtarse Embriène. Jò nan tenève facce, ca purtève u distintive. Prevessò, pìgghjeme e prìkeme vòive. Quéra statue jève bélle!".
Non ritroviamo in quegli anni di guerra, atti scritti di questa "rapina bellica", certamente piovuta dall'alto, che il Comune ha dovuto subire, come avvenne in altre località defraudate dei Monumenti ai Caduti.
Nel 1940 siamo agli inizi del conflitto mondiale (1939-45), all'indomani del "Patto di Acciaio" tra il regime di Mussolini e la Germania e questa "rapina bellica" di Imbriani segna una pagina nera della sudditanza italiana al regime nefasto dei Tedeschi di Hitler: è la ragione militare, che in tempi di guerra prevale sulla ragione politica e soffoca la ragione culturale e spirituale di un popolo.
Per circa una generazione, per 15 anni, si scavò un buco nero a Canosa, con il piedistallo monumentale orfano della statua di Imbriani rifatta nel 1955, come attesta l'epigrafe incisa sul retro del monumento, riconsegnato al "gran patriota". Il 1955 segna la data del "cinquantenario" della Società Acquedotto Pugliese, istituita nel 1905.
Il Comune di Canosa, dopo il conflitto bellico e la povertà del dopoguerra, recupera questo vuoto e con dignità riconsegna alla comunità e alla storia la figura di Imbriani.
La delibera di Consiglio Comunale, C. C. n. 106 del 1954 all'epoca del Sindaco De Salvia Sabino, attesta "il contributo di Lire 200.000 per il ripristino del monumento a M. R. Imbriani", promosso dal Comitato presieduto dal dott. Franco Saccinto" .
La delibera all'unanimità cita la raccolta di fondi da parte del Comitato di £. 558.000 per una spesa prevista di £. 1.500.000, cui concorse anche i Vigli Urbani nel "girare per il paese con una cassettina per riscuotere l'obolo dei cittadini".
La delibera riporta l'intervento del Consigliere Giuseppe Matarrese, che come Consigliere Provinciale chiese un Contributo per Canosa, interprete anche del contributo della Provincia di Bari ad istituire la Biblioteca a Corato intitolata a M. R. Imbriani. Apprezziamo la figura dell'on.le Giuseppe Matarrese, già Sindaco nel 1948, con cui ho condiviso la presenza in Consiglio comunale negli anni 70.
C. C. n.106/1954: "Il Consiglio, premesso che nel 1940, per esigenze di guerra in Canosa venne abbattuto, per essere mutato in strumento bellico, il monumento a M. R. Imbriani, che la cittadinanza di questo Comune aveva eretto a chi si era adoperato perché la Puglia sitibonda avesse il suo acquedotto".
La statua attuale fu fusa nella Fonderia Artigianale Laganà di Napoli, come attesta l'incisione ai piedi del bronzo.
Viene da chiedersi quale sia stato il ruolo dei Regi Ispettori ai Beni Artistici dell'epoca, visto che il monumento fu suggellato come "patrimonio artistico".
Nel periodo epidemico, nel 1919, si disponeva di imbiancare con calce viva i monumenti pubblici e privati, ma una nota del Prefetto, a seguito del richiamo del Ministero, chiedeva che "le opere d'arte siano risparmiate, anche nei particolari, da simili brutture" e di accordarsi con i Regi Ispettori alle Antichità. Ma la Guerra mondiale fu peggio dell'epidemia!
Mi chiedo quanto bronzo distruttivo di cannone abbia prodotto la fusione del bronzo costruttivo della statua.
È vero che altri monumenti bronzei d'Italia furono miseramente distrutti e rifusi per strumenti bellici, ma forse il regime politico sfruttò con pregiudizio storico l'occasione per cancellare la figura democratica, repubblicana del patriota Imbriani?
La consegna del monumento fu curata "dall'avv. Sabino Miccoli, di Luigi, quale Presidente del Comitato cittadino". Con la fotografia d'epoca di S. Violante, la tipografia Rossignoli, su disposizioni del Comune, stampò anche delle Cartoline Postali, che hanno inviato i saluti scritti a mano da Canosa di Puglia.
Il canonico don Vito Di Nunno mi mostrò una fotografia dell'angolo del Palazzo Salomone con la lapide "Piazza Erode Attico", la cui toponomastica è rimasta invariata nel tempo: piazza Imbriani è un'accezione popolare di riferimento, generata anche dalla scomparsa della lapide dell'illustre cittadino ateniese di "un innesto greco su tronco latino", riferito a "noi" Pugliesi dal discorso commemorativo del 1907 e di nuovo comparso con apprezzamento nel pannello illustrativo di Piazza Terme, come artefice dell'acquedotto di epoca romana di Canuiusm.
Si collochi anche, come in Piazza Terme, un pannello esplicativo della storia del monumento di Storia Maestra di vita, con la foto della statua originaria. Si collochi anche, con uno scambio, una fontana pubblica che riporti l'iscrizione "ACQUEDOTTO PUGLIESE . 1914", documento dei primi zampilli di Puglia, a cui la mia generazione si è accostata con i secchi di zinco a spalla per portare l'acqua in casa. La Società dell'Acquedotto Pugliese fu istituita nel 1905.
Quella pietra storica di Canusium Apuliae evoca la Res Publica romana, risalendo alle radici di Duemila anni.
Oggi, dopo un secolo dal 1907, come cultore di storia patria, latore del progetto volontario Ob Amorem Patriae, portato al MIUR e al Quirinale, ho iniziato la ricerca storica del monumento nel 2011 con la lettura della pietra sul retro del monumento, che nel basamento ha l'impronta della canosinità, in quanto opera di Nicola Conte, "maestro scalpellino" canosino, che utilizzò la "pietra Porcina di Minervino Murge": sono apprezzabili i rilievi delle foglie di quercia ai quattro angoli del basamento.
Città di Castello ha apprezzato le ricerche storiche, acquisendole nella Biblioteca Comunale, nella cui collezione non figurava l'opera di Imbriani di Canosa di Puglia.
Il sito apprezzato dello storico Alvaro Tacchini di Città di Castello, ci ha concesso le foto dello scultore, consapevoli che all'epoca lo scultore aveva vinto un Concorso di idee a Canosa di Puglia: abbiamo così ricostruito le radici del monumento, riconsegnandolo alla terra che diede i natali "all'arte squisita d'un geniale scultore" (discorso commemorativo d'inaugurazione).
Canosa di Puglia e Città di Castello in Umbria si riscoprono nel legame di arte e di storia del monumento a M. R. Imbriani, memoria storica riscoperta, pagina di Puglia, di cultura educativa e di Democrazia repubblicana.
È stato anche riscoperto il legame con la Biblioteca comunale "M. R. Imbriani" di San Martino Valle Caudina (AV), che custodisce la Casa Giulia, dove Imbriani morì il 12 settembre 1901.
È un pregevole monumento, era una cartolina d'epoca; oggi dopo due anni di studio è una pagina di Storia Patria: vogliate citare le fonti e il mio lavoro volontario di dedizione, nella diffusione delle conoscenze, evitando "rapine culturali", come avvenuto a volte, da alcune parti.
La mano di Imbriani si posa su un libro, sulla cui costola è scritto, I DIRITTI DEGLI ITALIANI, e su cui in origine nel bozzetto era scritto: I DIRITTI DEGLI UMILI.
"Quel libro sopra un frammento di ara dei tempi gloriosi della Repubblica Romana, viene soffocato da un masso che porta ancora le tracce dell'aquila bicipite per la quale Matteo Renato Imbriani" nutrì sempre avversione con la sua testimonianza.
La scultura marmorea con i Fasces Lictoriae e l'iscrizione REIPUBLICAE D. era un'ara, un altare, forse di siti archeologici romani di Canosa, e conferisce unicità al monumento canosino per questa sacralità di altare.
Nelle mie semplici ipotesi quel D. puntato potrebbe corrispondere, come esiste nei testi, Reipublicae Defensor o Reipublicae Dummviri (magistrati della Colonie) o altro.
Sarebbe bello che gli artisti locali e gli studenti liceali si adoperassero ad un disegno o dipinto del monumento marmoreo costituito dall'aquila rovesciata, dal Libro dei Diritti e dall'Ara della Repubblica, con un titolo (es. ob amorem patriae).
Rendiamo onore, educando le nuove generazioni, con l'esempio di un patriota che, come Mameli, a soli 17 anni rischiò la vita per la libertà e l'unità di un'Italia Repubblicana; il suo feretro fu portato a spalla da molti Garibaldini, e ancora oggi la figura evoca i passi della storia democratica in Parlamento: "vengo dalla Puglia assetata d'acqua e di giustizia", accanto ai passi di oggi di una Puglia assetata ancora oggi di acqua di sorgente e di lavoro, fondamentale Diritto della Costituzione Repubblicana.
Ob amorem patriae - maestro Peppino Di Nunno (Canosa di Puglia)
A Città di Castello riscoperte le radici scultoree della statua del 1907.
Le vie della storia scavano nei siti della nostra memoria, riscoprono le radici e promuovono le nostre coscienze. Così si è levata con patrio sentimento la voce del sig. Sabino Silvestri sulla scomparsa della statua originaria di Matteo Renato Imbriani; lo ringrazio per la condivisione civica e culturale, apportando le conoscenze in merito, assunte da testimonianze orali e da fonti archivistiche del Comune di Canosa.
- Era l'anno 1907
- Un monumento dei Democratici di Puglia
Imbriani non vide il progetto dell'Acquedotto Pugliese, evocato dalla testimonianza della terra che lo aveva eletto: "vengo dalla Puglia assetata d'acqua e di giustizia"; i primi zampilli di acqua nelle fontane pubbliche portano la data del 1914, come si può leggere ancora a Canosa davanti alla Scuola Elementare "Giuseppe Mazzini" e in via Aurelio Saffi nel quartiere "Pozzo Nuovo".
Riceviamo grati una foto storica, del 12 maggio 1907 dell'inaugurazione del monumento, da don Mario Porro e dall'Archivio Vice Postulazione Padre Antonio Losito - Museo, in cui sono visibili i drappi (rosso e bianco) del Regno d'Italia, le bandiere delle Associazioni,la banda musicale e, presumibilmente, tre personaggi: Sindaco Sabino Caporale, Raffele Cotugno e il presidente del Comitato Sabino Miccoli: che bella!
- Testimonianze orali popolari della rimozione della statua
"Fùrene li Tedeske a purtarse Embriène. Jò nan tenève facce, ca purtève u distintive. Prevessò, pìgghjeme e prìkeme vòive. Quéra statue jève bélle!".
Non ritroviamo in quegli anni di guerra, atti scritti di questa "rapina bellica", certamente piovuta dall'alto, che il Comune ha dovuto subire, come avvenne in altre località defraudate dei Monumenti ai Caduti.
Nel 1940 siamo agli inizi del conflitto mondiale (1939-45), all'indomani del "Patto di Acciaio" tra il regime di Mussolini e la Germania e questa "rapina bellica" di Imbriani segna una pagina nera della sudditanza italiana al regime nefasto dei Tedeschi di Hitler: è la ragione militare, che in tempi di guerra prevale sulla ragione politica e soffoca la ragione culturale e spirituale di un popolo.
- Il rifacimento della statua del 1955
Per circa una generazione, per 15 anni, si scavò un buco nero a Canosa, con il piedistallo monumentale orfano della statua di Imbriani rifatta nel 1955, come attesta l'epigrafe incisa sul retro del monumento, riconsegnato al "gran patriota". Il 1955 segna la data del "cinquantenario" della Società Acquedotto Pugliese, istituita nel 1905.
Il Comune di Canosa, dopo il conflitto bellico e la povertà del dopoguerra, recupera questo vuoto e con dignità riconsegna alla comunità e alla storia la figura di Imbriani.
La delibera di Consiglio Comunale, C. C. n. 106 del 1954 all'epoca del Sindaco De Salvia Sabino, attesta "il contributo di Lire 200.000 per il ripristino del monumento a M. R. Imbriani", promosso dal Comitato presieduto dal dott. Franco Saccinto" .
La delibera all'unanimità cita la raccolta di fondi da parte del Comitato di £. 558.000 per una spesa prevista di £. 1.500.000, cui concorse anche i Vigli Urbani nel "girare per il paese con una cassettina per riscuotere l'obolo dei cittadini".
La delibera riporta l'intervento del Consigliere Giuseppe Matarrese, che come Consigliere Provinciale chiese un Contributo per Canosa, interprete anche del contributo della Provincia di Bari ad istituire la Biblioteca a Corato intitolata a M. R. Imbriani. Apprezziamo la figura dell'on.le Giuseppe Matarrese, già Sindaco nel 1948, con cui ho condiviso la presenza in Consiglio comunale negli anni 70.
C. C. n.106/1954: "Il Consiglio, premesso che nel 1940, per esigenze di guerra in Canosa venne abbattuto, per essere mutato in strumento bellico, il monumento a M. R. Imbriani, che la cittadinanza di questo Comune aveva eretto a chi si era adoperato perché la Puglia sitibonda avesse il suo acquedotto".
La statua attuale fu fusa nella Fonderia Artigianale Laganà di Napoli, come attesta l'incisione ai piedi del bronzo.
- Il conflitto bellico oscura le pagine della Bibbia e le opere d'arte.
Viene da chiedersi quale sia stato il ruolo dei Regi Ispettori ai Beni Artistici dell'epoca, visto che il monumento fu suggellato come "patrimonio artistico".
Nel periodo epidemico, nel 1919, si disponeva di imbiancare con calce viva i monumenti pubblici e privati, ma una nota del Prefetto, a seguito del richiamo del Ministero, chiedeva che "le opere d'arte siano risparmiate, anche nei particolari, da simili brutture" e di accordarsi con i Regi Ispettori alle Antichità. Ma la Guerra mondiale fu peggio dell'epidemia!
Mi chiedo quanto bronzo distruttivo di cannone abbia prodotto la fusione del bronzo costruttivo della statua.
È vero che altri monumenti bronzei d'Italia furono miseramente distrutti e rifusi per strumenti bellici, ma forse il regime politico sfruttò con pregiudizio storico l'occasione per cancellare la figura democratica, repubblicana del patriota Imbriani?
- La consegna della statua al Comune di Canosa nel 1907
La consegna del monumento fu curata "dall'avv. Sabino Miccoli, di Luigi, quale Presidente del Comitato cittadino". Con la fotografia d'epoca di S. Violante, la tipografia Rossignoli, su disposizioni del Comune, stampò anche delle Cartoline Postali, che hanno inviato i saluti scritti a mano da Canosa di Puglia.
- Proposte per la salvaguardia del monumento
Il canonico don Vito Di Nunno mi mostrò una fotografia dell'angolo del Palazzo Salomone con la lapide "Piazza Erode Attico", la cui toponomastica è rimasta invariata nel tempo: piazza Imbriani è un'accezione popolare di riferimento, generata anche dalla scomparsa della lapide dell'illustre cittadino ateniese di "un innesto greco su tronco latino", riferito a "noi" Pugliesi dal discorso commemorativo del 1907 e di nuovo comparso con apprezzamento nel pannello illustrativo di Piazza Terme, come artefice dell'acquedotto di epoca romana di Canuiusm.
Si collochi anche, come in Piazza Terme, un pannello esplicativo della storia del monumento di Storia Maestra di vita, con la foto della statua originaria. Si collochi anche, con uno scambio, una fontana pubblica che riporti l'iscrizione "ACQUEDOTTO PUGLIESE . 1914", documento dei primi zampilli di Puglia, a cui la mia generazione si è accostata con i secchi di zinco a spalla per portare l'acqua in casa. La Società dell'Acquedotto Pugliese fu istituita nel 1905.
- Appello al Comune di Canosa
Quella pietra storica di Canusium Apuliae evoca la Res Publica romana, risalendo alle radici di Duemila anni.
Oggi, dopo un secolo dal 1907, come cultore di storia patria, latore del progetto volontario Ob Amorem Patriae, portato al MIUR e al Quirinale, ho iniziato la ricerca storica del monumento nel 2011 con la lettura della pietra sul retro del monumento, che nel basamento ha l'impronta della canosinità, in quanto opera di Nicola Conte, "maestro scalpellino" canosino, che utilizzò la "pietra Porcina di Minervino Murge": sono apprezzabili i rilievi delle foglie di quercia ai quattro angoli del basamento.
- Riscoperta la statua a Città di Castello in Umbria
Città di Castello ha apprezzato le ricerche storiche, acquisendole nella Biblioteca Comunale, nella cui collezione non figurava l'opera di Imbriani di Canosa di Puglia.
Il sito apprezzato dello storico Alvaro Tacchini di Città di Castello, ci ha concesso le foto dello scultore, consapevoli che all'epoca lo scultore aveva vinto un Concorso di idee a Canosa di Puglia: abbiamo così ricostruito le radici del monumento, riconsegnandolo alla terra che diede i natali "all'arte squisita d'un geniale scultore" (discorso commemorativo d'inaugurazione).
Canosa di Puglia e Città di Castello in Umbria si riscoprono nel legame di arte e di storia del monumento a M. R. Imbriani, memoria storica riscoperta, pagina di Puglia, di cultura educativa e di Democrazia repubblicana.
È stato anche riscoperto il legame con la Biblioteca comunale "M. R. Imbriani" di San Martino Valle Caudina (AV), che custodisce la Casa Giulia, dove Imbriani morì il 12 settembre 1901.
- Dialogo con le Istituzioni
È un pregevole monumento, era una cartolina d'epoca; oggi dopo due anni di studio è una pagina di Storia Patria: vogliate citare le fonti e il mio lavoro volontario di dedizione, nella diffusione delle conoscenze, evitando "rapine culturali", come avvenuto a volte, da alcune parti.
- La pietra sacra di un'ara, "altare sacro alla Patria"
La mano di Imbriani si posa su un libro, sulla cui costola è scritto, I DIRITTI DEGLI ITALIANI, e su cui in origine nel bozzetto era scritto: I DIRITTI DEGLI UMILI.
"Quel libro sopra un frammento di ara dei tempi gloriosi della Repubblica Romana, viene soffocato da un masso che porta ancora le tracce dell'aquila bicipite per la quale Matteo Renato Imbriani" nutrì sempre avversione con la sua testimonianza.
La scultura marmorea con i Fasces Lictoriae e l'iscrizione REIPUBLICAE D. era un'ara, un altare, forse di siti archeologici romani di Canosa, e conferisce unicità al monumento canosino per questa sacralità di altare.
Nelle mie semplici ipotesi quel D. puntato potrebbe corrispondere, come esiste nei testi, Reipublicae Defensor o Reipublicae Dummviri (magistrati della Colonie) o altro.
Sarebbe bello che gli artisti locali e gli studenti liceali si adoperassero ad un disegno o dipinto del monumento marmoreo costituito dall'aquila rovesciata, dal Libro dei Diritti e dall'Ara della Repubblica, con un titolo (es. ob amorem patriae).
- Noi cittadini eredi e custodi
Rendiamo onore, educando le nuove generazioni, con l'esempio di un patriota che, come Mameli, a soli 17 anni rischiò la vita per la libertà e l'unità di un'Italia Repubblicana; il suo feretro fu portato a spalla da molti Garibaldini, e ancora oggi la figura evoca i passi della storia democratica in Parlamento: "vengo dalla Puglia assetata d'acqua e di giustizia", accanto ai passi di oggi di una Puglia assetata ancora oggi di acqua di sorgente e di lavoro, fondamentale Diritto della Costituzione Repubblicana.
Ob amorem patriae - maestro Peppino Di Nunno (Canosa di Puglia)