Stilus Magistri
Nel ricordo del Vescovo Mons. Lanave
La sua visita alla Grotta del Crocifisso del 1985
domenica 18 dicembre 2016
23.31
A 20 anni di distanza della morte del Vescovo, Mons. Giuseppe Lanave, vogliamo pubblicare le foto della Sua visita nel mondo tufaceo sotterraneo di Canosa, nella scoperta della grotta del Crocifisso. Nella rischiosa e perseguitata esplorazione delle cento cavità tufacee di Canosa, relatate al Ministero Zamberletti nel 1985 e consegnate negli atti del Comune di Canosa dalla mia persona di Consigliere Comunale nelle file della Democrazia Cristiana, il Vescovo della Diocesi di Andria, Mons. Giuseppe Lanave, volle scendere nella cavità di via Abate Fornari con molta fatica per lo stato del tempo della cavità.Nella foto lo rivediamo insieme all'Arciprete della Cattedrale, Don Antonio Piattone e alla mia persona, oltre al caro Don Nicola Fortunato, non ancora Sacerdote. Dopo la Sua lettura artistica e religiosa, in cui sottolineava le fattezze del mondo contadino con la regalità dei capelli, abbiamo recitato il Padre Nostro sotto terra. Condividendo e apprezzando la Sua sensibilità e partecipazione al Patrimonio del bene comune, siamo testimoni della Sua attenzione alla vita socio-politica nella formazione dei Cattolici nel sociale, mentre a Canosa realizzavamo con amici incontri nella sede AIMC sulla "Città degli Uomini" di Lazzati, per testimoniare una "presenza dei Cristiani nel sociale" (CEI - 1982- Milano).
Conservo, rileggo e porgo una sua lettera del 15 giugno 1986, attuale ancora oggi nella crisi dei valori socio-politici, in cui scriveva di suo pugno: "Ho letto la tua del 10 giugno. Condivido. Sei chiaro. Andiamo verso tempi nuovi e cioè. la gente deve maturare, deve uscire dall'analfabetismo politico-sociale. I politici devono aiutarla a uscire. I politici non devono trattare la gente da massa di manovra, da pecore da sfruttare. La devono istruire, la devono servire, aiutandola a raggiungere le sue mete di crescita e di sistemazione. Perciò non più politica di manovre, ma di piani chiari su cui convergere da far conoscere, da attuare. Auguri. Con affetto. † Giuseppe Lanave". Dopo dieci anni dalla Sua visita sotterranea, il concittadino Marcello Lagrasta, emigrato in Francia, discese con me nella stessa grotta tufacea riportandola nella tesi di laurea nel novembre del 1996 all'Università di Strasburgo, con lo studio del folletto popolare "Munecacìdde" pugliese presente nella stessa cavità insieme al Crocifisso. Con la consacrazione del sottosuolo tufaceo del Vescovo Lanave nella grotta del Crocifisso, oggi in memoria riscopriamo il Suo magistero di fede e di formazione al bene comune del Paese.
Rendiamo omaggio alla Sua memoria in particolare per il restauro dell'icona di Maria SS. della Fonte, Patrona di Canosa. Il restauro, di cui sono testimone, consentì nel 1984 di "scoprire" e riscoprire l'icona coperta dai fregi argentei nel restauro avvenuto nell'Episcopio di Andria con cura teologica, spirituale e artistica di Mons. Lanave. Cultore, custode e Vescovo ebbe cura della Cattedrale di San Sabino approdando con Don Antonio Piattone e con la mia persona a Roma intorno al 1986, ricevuti ufficialmente dal Ministro dei Beni Culturali Antonino Gullotti, dopo la sua visita a Canosa e in Cattedrale nella primavera del 1986. Fu posta a livello nazionale la tematica del restauro della Cattedrale, "monumento nazionale", compiuto in seguito sapientemente da Mons. Felice Bacco. Un preghiera al cielo in memoria di Mons. Giuseppe Lanave.
Maestro Peppino Di Nunno
N.B. Custode e testimone di questo lavoro, utilizzato in bene in seguito dal Comune nel risanamento geologico di Canosa, faccio appello, prima della mia dipartita nell'oltretomba dinanzi a Dio, a salvare e recuperare le numerose diapositive di documentazione, le relazioni di censimento delle cento cavità esplorate e soprattutto la memoria della travagliata testimonianza della gestione della cosa pubblica delle cavità tufacee di Canosa, tra Comune, Prefettura di Bari e Ministero con il benemerito Sindaco defunto Raffaele Rizzi.
Conservo, rileggo e porgo una sua lettera del 15 giugno 1986, attuale ancora oggi nella crisi dei valori socio-politici, in cui scriveva di suo pugno: "Ho letto la tua del 10 giugno. Condivido. Sei chiaro. Andiamo verso tempi nuovi e cioè. la gente deve maturare, deve uscire dall'analfabetismo politico-sociale. I politici devono aiutarla a uscire. I politici non devono trattare la gente da massa di manovra, da pecore da sfruttare. La devono istruire, la devono servire, aiutandola a raggiungere le sue mete di crescita e di sistemazione. Perciò non più politica di manovre, ma di piani chiari su cui convergere da far conoscere, da attuare. Auguri. Con affetto. † Giuseppe Lanave". Dopo dieci anni dalla Sua visita sotterranea, il concittadino Marcello Lagrasta, emigrato in Francia, discese con me nella stessa grotta tufacea riportandola nella tesi di laurea nel novembre del 1996 all'Università di Strasburgo, con lo studio del folletto popolare "Munecacìdde" pugliese presente nella stessa cavità insieme al Crocifisso. Con la consacrazione del sottosuolo tufaceo del Vescovo Lanave nella grotta del Crocifisso, oggi in memoria riscopriamo il Suo magistero di fede e di formazione al bene comune del Paese.
Rendiamo omaggio alla Sua memoria in particolare per il restauro dell'icona di Maria SS. della Fonte, Patrona di Canosa. Il restauro, di cui sono testimone, consentì nel 1984 di "scoprire" e riscoprire l'icona coperta dai fregi argentei nel restauro avvenuto nell'Episcopio di Andria con cura teologica, spirituale e artistica di Mons. Lanave. Cultore, custode e Vescovo ebbe cura della Cattedrale di San Sabino approdando con Don Antonio Piattone e con la mia persona a Roma intorno al 1986, ricevuti ufficialmente dal Ministro dei Beni Culturali Antonino Gullotti, dopo la sua visita a Canosa e in Cattedrale nella primavera del 1986. Fu posta a livello nazionale la tematica del restauro della Cattedrale, "monumento nazionale", compiuto in seguito sapientemente da Mons. Felice Bacco. Un preghiera al cielo in memoria di Mons. Giuseppe Lanave.
Maestro Peppino Di Nunno
N.B. Custode e testimone di questo lavoro, utilizzato in bene in seguito dal Comune nel risanamento geologico di Canosa, faccio appello, prima della mia dipartita nell'oltretomba dinanzi a Dio, a salvare e recuperare le numerose diapositive di documentazione, le relazioni di censimento delle cento cavità esplorate e soprattutto la memoria della travagliata testimonianza della gestione della cosa pubblica delle cavità tufacee di Canosa, tra Comune, Prefettura di Bari e Ministero con il benemerito Sindaco defunto Raffaele Rizzi.