Stilus Magistri
OB SAPOREM PATRIAE a Canosa di Puglia
Con i sapori della terra nativa
mercoledì 17 dicembre 2014
22.30
Abbiamo rievocato la "costola" che mi appartiene nel titolo dell'opera "ob amorem patriae", originata nel 2011 e portata nelle mani del Quirinale. Anche se non avessi parlato nei dovuti chiarimenti, omettendo la dignità di un'opera sociale, avrebbero parlato le pietre del web. Infatti digitando la frase nella ricerca di Google, ritroviamo ben sette riferimenti sulle pagine del portale di Canosaweb.
Ma la memoria del progetto suggellato dalla Scuola e dal MIUR, ha rievocato una variante gustosa del motto, già riportata, come indica Google, nell'articolo del 29 settembre 2012, che attesta la presenza qualificata della delegazione di Canosa di Puglia, con il Sindaco La Salvia e l'Assessore Facciolongo al Cortile d'Onore del Quirinale il 25 Settembre 2012 per l'inaugurazione dell'anno scolastico 2012-2013:
"A lezione del maestro Peppino Di Nunno, referente del progetto "ob amorem patriae" (per amore della Patria)". Ma nello scambio dei doni tra Canosa e Pederobba (TV), ricevendo i Marroni del Monfenera, nell'eco delle trincee della Grande Guerra e del sangue canosino, così scrivo: "abbiamo ricevuto, ob saporem patriae, uno scrigno….".
In fondo, dopo la stretta di mano al Presidente Napolitano l'11 maggio 2011, era stato bello ritrovarsi a gustare la torta d'Italia ed i sapori della patria italiana nella Sala degli Specchi.
Con l'approssimarsi del Natale porgo questo augurio, che ci fa incontrare in famiglia, tra amici, con i figli canosini emigranti, intorno ai sapori della terra nativa, ob saporem patriae, a gustare in particolare i dolci casarecci delle sfogliatelle e delle cartellate.
Quel gusto di vino cotto in casa e quell'aroma di garofano e cannella si diffondevano nella strada di Agnello Moscatelli del forno di Gino Masotina, come di tanti forni di Canosa, pieni di tegami di ferro di sfogliatelle, con i biglietti dei nomi cui appartenevano.
Mentre il consumismo ha preso piede, restano ancora nella nostra terra nativa i sapori di "sfegghjète e 'ngarteddète", che richiedevano tanta passione, fatica e abilità delle nostre mamme a stendere e lavorare la 'lagana' dell'impasto di farina.
I sapori e l'aroma, si concludevano con gioia della festa con la focaccia ripiena, con sponsali, per la vigilia del Natale: "u calzàune", con l'invito del fornaio nella filastrocca natalizia, che ho riportato nel mio saggio letterario sul Dialetto canosino, che volge finalmente al termine.
Nel ricordo di mia madre oggi novantenne, che si svegliava di notte, in anteprima, ho piacere di porgere qui la filastrocca cantata per strada: "Jalzàteve peccerélle / pigliàte la caldarélle, / pigliàte u laganatùre e trumbàte u calzùne, calzùne !" ( Alzatevi signorinelle, prendete la caldaietta, prendete il matterello e preparate il 'calzone').
Vogliate voi Studenti del Liceo e della Sezione del Classico di Canosa, scrivere questo motto a Natale sotto l'Albero; vogliate, cari Canosini, offrire sfogliatelle e cartellate canosine con un biglietto scritto "ob saporem patriae". Invito in via propositiva, Nunzio Margiotta, dell'Associazione Imprenditori d'Arte e Cultura, ad allestire, nelle tradizioni popolari, una vetrina dei nostri prodotti tipici pugliesi con il titolo "OB SAPOREM PATRIAE", che riguarda il Natale, la Pasqua, Ognissanti e San Sabino.
Non chiedo la mia citazione d'autore ma il ricordo originario che i sapori della terra, nascono anche dall'Amore della Terra e dal lavoro della terra, "ob laborem patriae", che ha radici bibliche nel "sudore delle terra".
Invito le qualificate mani artistiche e poetiche di Canosa a scrivere una poesia in Italiano e a disegnare tre bozzetti congiunti sul cuore (Amorem), sulla fatica (laborem), sui sapori (saporem) della nostra città nativa.
Nel profumo di casa del Natale, Auguri ai Canosini …"OB SAPOREM PATRIAE".
maestro Peppino Di Nunno
Natale 2014
Ma la memoria del progetto suggellato dalla Scuola e dal MIUR, ha rievocato una variante gustosa del motto, già riportata, come indica Google, nell'articolo del 29 settembre 2012, che attesta la presenza qualificata della delegazione di Canosa di Puglia, con il Sindaco La Salvia e l'Assessore Facciolongo al Cortile d'Onore del Quirinale il 25 Settembre 2012 per l'inaugurazione dell'anno scolastico 2012-2013:
"A lezione del maestro Peppino Di Nunno, referente del progetto "ob amorem patriae" (per amore della Patria)". Ma nello scambio dei doni tra Canosa e Pederobba (TV), ricevendo i Marroni del Monfenera, nell'eco delle trincee della Grande Guerra e del sangue canosino, così scrivo: "abbiamo ricevuto, ob saporem patriae, uno scrigno….".
In fondo, dopo la stretta di mano al Presidente Napolitano l'11 maggio 2011, era stato bello ritrovarsi a gustare la torta d'Italia ed i sapori della patria italiana nella Sala degli Specchi.
Con l'approssimarsi del Natale porgo questo augurio, che ci fa incontrare in famiglia, tra amici, con i figli canosini emigranti, intorno ai sapori della terra nativa, ob saporem patriae, a gustare in particolare i dolci casarecci delle sfogliatelle e delle cartellate.
Quel gusto di vino cotto in casa e quell'aroma di garofano e cannella si diffondevano nella strada di Agnello Moscatelli del forno di Gino Masotina, come di tanti forni di Canosa, pieni di tegami di ferro di sfogliatelle, con i biglietti dei nomi cui appartenevano.
Mentre il consumismo ha preso piede, restano ancora nella nostra terra nativa i sapori di "sfegghjète e 'ngarteddète", che richiedevano tanta passione, fatica e abilità delle nostre mamme a stendere e lavorare la 'lagana' dell'impasto di farina.
I sapori e l'aroma, si concludevano con gioia della festa con la focaccia ripiena, con sponsali, per la vigilia del Natale: "u calzàune", con l'invito del fornaio nella filastrocca natalizia, che ho riportato nel mio saggio letterario sul Dialetto canosino, che volge finalmente al termine.
Nel ricordo di mia madre oggi novantenne, che si svegliava di notte, in anteprima, ho piacere di porgere qui la filastrocca cantata per strada: "Jalzàteve peccerélle / pigliàte la caldarélle, / pigliàte u laganatùre e trumbàte u calzùne, calzùne !" ( Alzatevi signorinelle, prendete la caldaietta, prendete il matterello e preparate il 'calzone').
Vogliate voi Studenti del Liceo e della Sezione del Classico di Canosa, scrivere questo motto a Natale sotto l'Albero; vogliate, cari Canosini, offrire sfogliatelle e cartellate canosine con un biglietto scritto "ob saporem patriae". Invito in via propositiva, Nunzio Margiotta, dell'Associazione Imprenditori d'Arte e Cultura, ad allestire, nelle tradizioni popolari, una vetrina dei nostri prodotti tipici pugliesi con il titolo "OB SAPOREM PATRIAE", che riguarda il Natale, la Pasqua, Ognissanti e San Sabino.
Non chiedo la mia citazione d'autore ma il ricordo originario che i sapori della terra, nascono anche dall'Amore della Terra e dal lavoro della terra, "ob laborem patriae", che ha radici bibliche nel "sudore delle terra".
Invito le qualificate mani artistiche e poetiche di Canosa a scrivere una poesia in Italiano e a disegnare tre bozzetti congiunti sul cuore (Amorem), sulla fatica (laborem), sui sapori (saporem) della nostra città nativa.
Nel profumo di casa del Natale, Auguri ai Canosini …"OB SAPOREM PATRIAE".
maestro Peppino Di Nunno
Natale 2014