Stilus Magistri
Rievocazione della traslazione di San Sabino
Annotazioni e proposte nelle radici filologiche
sabato 26 agosto 2017
23.26
Nella ricorrenza della festività di San Sabino del 1 Agosto, la traslazione delle spoglie del Vescovo Sabino riveste un posto rilevante nella storia, che attinge ai testi riportati dalla Relatio Ecclesiae Canusinae del Prevosto Tortora.L'abbiamo studiata da quattro anni dalla copia originale in latino custodita in Cattedrale e la rileggiamo e la proponiamo per la rievocazione della traslazione del corpo di San Sabino, giunto alla terza edizione che all'idea sapiente originaria di Mons. Felice Bacco, ha inserito validamente i figuranti di un corteo storico, cui va il nostro vivo apprezzamento, come anche ai Docenti volontari, agli studenti liceali, agli organizzatori impegnati nel servizio oneroso, che conosco di persona avendo ideato e realizzato con la Scuola Media Foscolo nel corteo storico "ab urbe condita", dopo il 2 Agosto, oggi scomparso nella memoria storica canosina della Battaglia di Canne. Le annotazioni che riportiamo di seguito e a distanza del 31 Luglio non sono indirizzate ad personam, ma ad rem, ai criteri progettuali e auspichiamo un esame ed un confronto ad rem, con l'intento di attingere dai testi filologici della traslazione. Non condividiamo la presenza dei gruppi di tamburi assordanti che precedevano il corteo; lo stesso amico M. mi riferiva di mettersi le mani all'orecchio per il forte impatto acustico.
Tamburi o trombe
Nel discernimento oggettivo abbiamo interpellato autorevoli storici e artisti, che hanno espresso contrarietà e perplessità alla presenza dei tamburi assordanti. Sono i tamburi a cornice, profondi, tipici dei cortei storici medievali, del Palio delle contrade, che non sono conformi alla traslazione sacra sabiniana avvenuta nell'anno 800. L'insigne studioso sabiniano M. ritiene che ci debba essere sempre un "linguaggio consono" alla sacra rappresentazione ed esprime disappunto alle percussioni dei tamburi e alla sola denominazione di "corteo storico": "è la traslazione delle spoglie mortali!". L'artista L. valuta che tali gruppi di tamburi annunciano piuttosto momenti ludici nei cortei storici italiani e rispondono piuttosto ai cortei federiciani e di Manfredi del nostro territorio, da Trani e altrove, come anche ai cortei di Boemondo, dei Crociati o dei Templari, che non esistevano al tempo della traslazione e dei Longobardi. Lo storico studioso della Provincia C. esprime amarezza per la presenza di questi gruppi nei cortei storici baresi e ritiene che la gente voglia questo fragore di tamburi! Ma la gente va educata con le fonti storiche. Questi autorevoli studiosi condividono la nostra idea propositiva di sostituire la percussione di tamburi con gruppi storici di trombe: sono le tube, trombe lunghe e dritte che annunciano la gloria celeste e che figurano dall'antica Roma al Medioevo e sono spesso rappresentate con gli Angeli in gloria. Il linguaggio sonoro di musica sacra delle trombe di ottone risponderebbe alla rappresentazione sacra e storica, in quanto figura negli eventi biblici come riporta il Libro Sacro dei Numeri, X, 1-10, nel "suonare le trombe con squilli e acclamare davanti a Dio...". E già nel sec. XII le trombe d'argento figurano nei cortei, ricevute anche in dono dai Papi. Gli stessi testi dell'Anonimo riportati dal Tortora riportano una dimensione che avvolge l'evento della traslazione, avvolta da "caelesti amore" che coinvolge lo stresso Vescovo Presente "Petrus Episcopus caelesti amore agitatus"; tale dimensione dovrebbe estendersi ad ogni fedele, ad ogni cittadino presente nel'annuncio non del fragore dei tamburi ma degli squilli celestiali e solenni delle trombe dritte.
Splendide ac pie (gloriosamente e devotamente).
Un criterio oggettivo che deve ispirare tutta la rievocazione e che deve essere citato nel percorso viene riportato dal Bolland nel commento alla Vita di San Sabino, il quale sottolinea la dimensione della traslazione avvenuta "splendide ac pie", gloriosamente e devotamente.
Processione o corteo storico? Il TITULUS
È importate e fondamentale la connotazione della rievocazione, che certamente non corrisponde ad una processione, ma che non può ridursi ad un corteo storico con apprezzati figuranti. Va rilevato che si tratta di una rievocazione sacra, ecclesiale e cittadina (omni populo). Infatti la sapiente idea originaria di Don Felice inserisce la presenza sacra della reliquia delle ossa di San Sabino in uno scrigno prezioso portato a spalla da devoti e la presenza della Chiesa con Mons. Felice con paramenti sacri, come attestano le fonti: "Episcopo spectante", "sotto lo sguardo del Vescovo". Se togliamo il Canonico con paramenti sacri, che non è un figurante, ma è la Chiesa locale, se togliamo la sacra reliquia devotamente portata a spalle, allora potremmo parlare di "corteo storico", ma questo sarebbe riduttivo e non rispondente all'evento storico ed ecclesiale. Si promuova quindi anche il cammino di fede e di devozione con preghiere e canti dei fedeli invitati dal primo anno al percorso e alla memoria storica nella sacralità della rievocazione che venera la reliquia del "sacrum corpus". Si ponga quindi il riferimento ad un "titulus" della traslazione, che è unica nel suo genere sacro e storico. Si può parlare di "memoria storica", come condivide l'artista L. ma essendo anche vivente, potremmo condensare le connotazioni nello stesso titolo delle fonti: "TRANSLATIO SANCTI SABINI", uno striscione all'inizio del percorso potrebbe annunciare "Traslazione di S. Sabino" A. D. 800". La TRANSLATIO sarebbe un titolo unico e risponderebbe alle fonti.
Il profumo emanante dalla tomba
Le fonti sottolineano il profumo che emanava dalle spoglie mortali, quando fu aperta la tomba per la traslazione. Così scrive il Bolland nel commentare l'inizio della traslazione iniziata il 29 giugno e compiuta il 1 agosto nella nuova Cattedrale: "Postridie .. odorato liquore marmorea e tumba emanante, ad Cathedralem traslatum sacrum corpus". Proponiamo di inserire incenso ed incensiere verso la reliquia all'inizio dell'itinerario a sottolineare questo aspetto della sacra traslazione.
Il Monastero benedettino
Apprezzata risulta la sosta in Piazza Badia San Quirico, nelle radici storiche della traslazione che avviene presso il "Benedictinorum coenobium cuius Ecclesia, in praesens commendata, D. Quirico dicata erat". Abbiamo riscoperto da due anni le radici del Monastero benedettino e la pergamena storica, che inducono a promuovere ulteriormente la sosta in Badia San Quirico da adornare nei testi, nei figuranti dei monaci benedettini, cui estenderei l'invito ad autentici monaci benedettini, magari da Noci se non da Montecassino, nel legame della vita di San Sabino con l'Abate Benedetto, tante volte ben sottolineato da Don Felice.
I testi in latino
Nelle radici linguistiche proponiamo che i testi un latino, citati e riportati dal Tortora o da altre fonti, siano letti e divulgati e seguiti dalla traduzione in italiano. L'università di Oxford da otto secoli promuove questa cultura proposta anche a noi canosini dall'insigne Sociologo canosino Prof. Sabino Acquaviva, Premio Diomede nel 2008. Nella traslazione andrebbero pertanto citate le fonti in latino, anche per promuovere la presenza dei Liceali e degli studi classici: possiamo così riscoprire la datazione delle Kalendae Augusti del 1 Agosto.
La luce celeste di notte
Le fonti storiche del Bolland commentano e descrivono il "traslatum sacrum corpus e luce coelesti noctu illustratum, Episcopo spectante", "la traslazione del sacro corpo illuminata di notte di luce celeste, sotto lo sguardo del Vescovo". Il compimento della traslazione si compie nella Cattedrale: "S. Sabini corpus splendide ac pie reposuit Kalendis Augusti", sotto l'altare dei Santi Giovanni a Paolo, nell'attuale soccorpo. Non con il fragore assordante dei tamburi sul sagrato della Cattedrale, ma con la luce celeste, con fasci di luce, oggi tecnicamente riproducibili, verso la facciata della Cattedrale, verso il Campanile, verso le stelle del cielo, si voglia concludere la traslazione con la musica sacra, che può essere suggerita da Mons. Marco Frisina, con il suono della canne dell'organo della Cattedrale e dei Sacri Bronzi, che annunciano la gloria in cielo di San Sabino e la Festa delle "Kalendis Augusti", della Festa del 1 Agosto nella Chiesa e nella città di Canosa di Puglia, di cui il Vescovo è PATER VRBIS.
Buona festa nelle radici storiche!
Giuseppe Di Nunno, ricercatore storico
Tamburi o trombe
Nel discernimento oggettivo abbiamo interpellato autorevoli storici e artisti, che hanno espresso contrarietà e perplessità alla presenza dei tamburi assordanti. Sono i tamburi a cornice, profondi, tipici dei cortei storici medievali, del Palio delle contrade, che non sono conformi alla traslazione sacra sabiniana avvenuta nell'anno 800. L'insigne studioso sabiniano M. ritiene che ci debba essere sempre un "linguaggio consono" alla sacra rappresentazione ed esprime disappunto alle percussioni dei tamburi e alla sola denominazione di "corteo storico": "è la traslazione delle spoglie mortali!". L'artista L. valuta che tali gruppi di tamburi annunciano piuttosto momenti ludici nei cortei storici italiani e rispondono piuttosto ai cortei federiciani e di Manfredi del nostro territorio, da Trani e altrove, come anche ai cortei di Boemondo, dei Crociati o dei Templari, che non esistevano al tempo della traslazione e dei Longobardi. Lo storico studioso della Provincia C. esprime amarezza per la presenza di questi gruppi nei cortei storici baresi e ritiene che la gente voglia questo fragore di tamburi! Ma la gente va educata con le fonti storiche. Questi autorevoli studiosi condividono la nostra idea propositiva di sostituire la percussione di tamburi con gruppi storici di trombe: sono le tube, trombe lunghe e dritte che annunciano la gloria celeste e che figurano dall'antica Roma al Medioevo e sono spesso rappresentate con gli Angeli in gloria. Il linguaggio sonoro di musica sacra delle trombe di ottone risponderebbe alla rappresentazione sacra e storica, in quanto figura negli eventi biblici come riporta il Libro Sacro dei Numeri, X, 1-10, nel "suonare le trombe con squilli e acclamare davanti a Dio...". E già nel sec. XII le trombe d'argento figurano nei cortei, ricevute anche in dono dai Papi. Gli stessi testi dell'Anonimo riportati dal Tortora riportano una dimensione che avvolge l'evento della traslazione, avvolta da "caelesti amore" che coinvolge lo stresso Vescovo Presente "Petrus Episcopus caelesti amore agitatus"; tale dimensione dovrebbe estendersi ad ogni fedele, ad ogni cittadino presente nel'annuncio non del fragore dei tamburi ma degli squilli celestiali e solenni delle trombe dritte.
Splendide ac pie (gloriosamente e devotamente).
Un criterio oggettivo che deve ispirare tutta la rievocazione e che deve essere citato nel percorso viene riportato dal Bolland nel commento alla Vita di San Sabino, il quale sottolinea la dimensione della traslazione avvenuta "splendide ac pie", gloriosamente e devotamente.
Processione o corteo storico? Il TITULUS
È importate e fondamentale la connotazione della rievocazione, che certamente non corrisponde ad una processione, ma che non può ridursi ad un corteo storico con apprezzati figuranti. Va rilevato che si tratta di una rievocazione sacra, ecclesiale e cittadina (omni populo). Infatti la sapiente idea originaria di Don Felice inserisce la presenza sacra della reliquia delle ossa di San Sabino in uno scrigno prezioso portato a spalla da devoti e la presenza della Chiesa con Mons. Felice con paramenti sacri, come attestano le fonti: "Episcopo spectante", "sotto lo sguardo del Vescovo". Se togliamo il Canonico con paramenti sacri, che non è un figurante, ma è la Chiesa locale, se togliamo la sacra reliquia devotamente portata a spalle, allora potremmo parlare di "corteo storico", ma questo sarebbe riduttivo e non rispondente all'evento storico ed ecclesiale. Si promuova quindi anche il cammino di fede e di devozione con preghiere e canti dei fedeli invitati dal primo anno al percorso e alla memoria storica nella sacralità della rievocazione che venera la reliquia del "sacrum corpus". Si ponga quindi il riferimento ad un "titulus" della traslazione, che è unica nel suo genere sacro e storico. Si può parlare di "memoria storica", come condivide l'artista L. ma essendo anche vivente, potremmo condensare le connotazioni nello stesso titolo delle fonti: "TRANSLATIO SANCTI SABINI", uno striscione all'inizio del percorso potrebbe annunciare "Traslazione di S. Sabino" A. D. 800". La TRANSLATIO sarebbe un titolo unico e risponderebbe alle fonti.
Il profumo emanante dalla tomba
Le fonti sottolineano il profumo che emanava dalle spoglie mortali, quando fu aperta la tomba per la traslazione. Così scrive il Bolland nel commentare l'inizio della traslazione iniziata il 29 giugno e compiuta il 1 agosto nella nuova Cattedrale: "Postridie .. odorato liquore marmorea e tumba emanante, ad Cathedralem traslatum sacrum corpus". Proponiamo di inserire incenso ed incensiere verso la reliquia all'inizio dell'itinerario a sottolineare questo aspetto della sacra traslazione.
Il Monastero benedettino
Apprezzata risulta la sosta in Piazza Badia San Quirico, nelle radici storiche della traslazione che avviene presso il "Benedictinorum coenobium cuius Ecclesia, in praesens commendata, D. Quirico dicata erat". Abbiamo riscoperto da due anni le radici del Monastero benedettino e la pergamena storica, che inducono a promuovere ulteriormente la sosta in Badia San Quirico da adornare nei testi, nei figuranti dei monaci benedettini, cui estenderei l'invito ad autentici monaci benedettini, magari da Noci se non da Montecassino, nel legame della vita di San Sabino con l'Abate Benedetto, tante volte ben sottolineato da Don Felice.
I testi in latino
Nelle radici linguistiche proponiamo che i testi un latino, citati e riportati dal Tortora o da altre fonti, siano letti e divulgati e seguiti dalla traduzione in italiano. L'università di Oxford da otto secoli promuove questa cultura proposta anche a noi canosini dall'insigne Sociologo canosino Prof. Sabino Acquaviva, Premio Diomede nel 2008. Nella traslazione andrebbero pertanto citate le fonti in latino, anche per promuovere la presenza dei Liceali e degli studi classici: possiamo così riscoprire la datazione delle Kalendae Augusti del 1 Agosto.
La luce celeste di notte
Le fonti storiche del Bolland commentano e descrivono il "traslatum sacrum corpus e luce coelesti noctu illustratum, Episcopo spectante", "la traslazione del sacro corpo illuminata di notte di luce celeste, sotto lo sguardo del Vescovo". Il compimento della traslazione si compie nella Cattedrale: "S. Sabini corpus splendide ac pie reposuit Kalendis Augusti", sotto l'altare dei Santi Giovanni a Paolo, nell'attuale soccorpo. Non con il fragore assordante dei tamburi sul sagrato della Cattedrale, ma con la luce celeste, con fasci di luce, oggi tecnicamente riproducibili, verso la facciata della Cattedrale, verso il Campanile, verso le stelle del cielo, si voglia concludere la traslazione con la musica sacra, che può essere suggerita da Mons. Marco Frisina, con il suono della canne dell'organo della Cattedrale e dei Sacri Bronzi, che annunciano la gloria in cielo di San Sabino e la Festa delle "Kalendis Augusti", della Festa del 1 Agosto nella Chiesa e nella città di Canosa di Puglia, di cui il Vescovo è PATER VRBIS.
Buona festa nelle radici storiche!
Giuseppe Di Nunno, ricercatore storico