Stilus Magistri
Ritrovato lo stemma bronzeo del Comune di Canosa
È il sigillo della colonna di Scipione nella Villa Comunale
giovedì 16 luglio 2015
23.30
Nella Villa Comunale di Canosa di Puglia(BT) una colonna romana riporta la storia di Scipione, giovane tribuno rifugiatosi a Canosa ed ospitato dal popolo canosino e dalla matrona Busa dopo l'eccidio di Canne del 2 agosto dell'anno 216 a.C. corripondente all'anno 537 a. U. c. ( ab Urbe condita, dalla fondazione di Roma). Nell'anno MCMLXVIII le cifre bronzee della colonna attestano la dedicazione di una colonna all'evento e al tribuno, di cui cantiamo l'elmo italico nell'inno di Mameli.Negli anni '90 la colonna giaceva depauperata nell'iscrizione per il vandalismo e l'usura del tempo, come scrive Vincenzo Petroni nel Libro "C'era una volta Canosa", che mi ha consentito di ricostruire il testo e di restaurarlo volontariamente nel mese di luglio del 1996. Il 2 agosto dello stesso anno abbiamo inaugurato l'iscrizione ritrovata con gli alunni della Scuola Enzo de Muro Lomanto in un breve e festoso mini-corteo storico dal Palazzo di Città alla Villa comunale con il Commissario Prefettizio dott. Giuseppe Iaculli e con la banda musicale cittadina.In alto ricollocai risanata l'aquila bronzea romana, mentre in basso mancava lo stemma bronzeo municipale, riportato in fotografia.
A distanza di circa venti anni, la Polizia di Stato del Commissariato di Canosa, diretto dal vice questore dott. Maurizio Stefanizzi, nelle indagini cittadine ha ritrovato lo stemma nel vivo apprezzamento per il lavoro mirato svolto. Me lo pone all'attenzione una mattina l'Ispettore Sergio Michele, particolarmente sensibile al patrimonio dei beni culturali di Canosa, chiedendomi della sua storia e me lo affida come custode giudiziario per il suo risanamento. Con l'aiuto dell'amico del condominio Ignazio Di Nunno ho provveduto alla pulitura del bronzo dalle incrostazioni calcaree e dall'ossido di bronzo, come operai nel 1996 con l'aquila romana della colonna, seguendo il suggerimento dell'orafo Petrilli. Ora l'opera è compiuta mentre in questa primavera del 2015 lo stemma è stato consegnato dalla Polizia di Stato al Sindaco del Comune per ritornare nella sua sede monumentale ad evocare la storia ed ammaestrare le genti. Ma oltre a ritrovare lo stemma, dopo 19 anni, abbiamo rintracciato le foto della rappresentazione dei bambini di Scuola nella Villa comunale e nella Sala consiliare, con la Direttrice dell'epoca, dott.ssa Grazia Fiore, con le colleghe docenti Sabina Barbarossa e Clementina Di Biase e alla presenza del Commissario Prefettizio, dott. Giuseppe Iaculli. In costume storico resta suggellata la parola della matrona Busa, rappresentata da Mara Acquaviva, del tribuno Scipione, rappresentato da Danilo Dell'Aere, del senatore romano, rappresentato da Giovanni Azzellino.
Con emozione mi ritrovo da maestro in mezzo a questi alunni di 3 C e 3 D di 9 anni, che oggi hanno circa 29 anni. Nella ricorrenza del 2 agosto 2015 sarebbe bello ritrovarsi nella Villa comunale e nella sala consiliare, con la presenza del Sindaco e dell'Assessore alla Cultura, nella memoria del passato e nella riscoperta dello stemma bronzeo ritrovato. Abbiamo apprezzato la condivisione del Sindaco Ernesto La Salvia ed il vivo apprezzamento dell'Assessore alla Cultura, prof. Sabino Facciolongo, stimato docente e cultore dei beni culturali. Come ricercatore storico riprendo i panni di Tito Livio e rileggo con la Scuola, con i cittadini, l'opera "Ab Urbe Condita" al Libro XXII, 52, che riporta la storia dell'accoglienza di Canosa e dell'elogio del Senato romano al popolo canosino e alla matrona Busa. Canne della Battaglia non fu solo "battaglia" nella storia, ma anche rifugio, ospitalità, salvezza, storia di Roma e del popolo italico a Canosa di Puglia.
maestro Peppino Di Nunno
A distanza di circa venti anni, la Polizia di Stato del Commissariato di Canosa, diretto dal vice questore dott. Maurizio Stefanizzi, nelle indagini cittadine ha ritrovato lo stemma nel vivo apprezzamento per il lavoro mirato svolto. Me lo pone all'attenzione una mattina l'Ispettore Sergio Michele, particolarmente sensibile al patrimonio dei beni culturali di Canosa, chiedendomi della sua storia e me lo affida come custode giudiziario per il suo risanamento. Con l'aiuto dell'amico del condominio Ignazio Di Nunno ho provveduto alla pulitura del bronzo dalle incrostazioni calcaree e dall'ossido di bronzo, come operai nel 1996 con l'aquila romana della colonna, seguendo il suggerimento dell'orafo Petrilli. Ora l'opera è compiuta mentre in questa primavera del 2015 lo stemma è stato consegnato dalla Polizia di Stato al Sindaco del Comune per ritornare nella sua sede monumentale ad evocare la storia ed ammaestrare le genti. Ma oltre a ritrovare lo stemma, dopo 19 anni, abbiamo rintracciato le foto della rappresentazione dei bambini di Scuola nella Villa comunale e nella Sala consiliare, con la Direttrice dell'epoca, dott.ssa Grazia Fiore, con le colleghe docenti Sabina Barbarossa e Clementina Di Biase e alla presenza del Commissario Prefettizio, dott. Giuseppe Iaculli. In costume storico resta suggellata la parola della matrona Busa, rappresentata da Mara Acquaviva, del tribuno Scipione, rappresentato da Danilo Dell'Aere, del senatore romano, rappresentato da Giovanni Azzellino.
Con emozione mi ritrovo da maestro in mezzo a questi alunni di 3 C e 3 D di 9 anni, che oggi hanno circa 29 anni. Nella ricorrenza del 2 agosto 2015 sarebbe bello ritrovarsi nella Villa comunale e nella sala consiliare, con la presenza del Sindaco e dell'Assessore alla Cultura, nella memoria del passato e nella riscoperta dello stemma bronzeo ritrovato. Abbiamo apprezzato la condivisione del Sindaco Ernesto La Salvia ed il vivo apprezzamento dell'Assessore alla Cultura, prof. Sabino Facciolongo, stimato docente e cultore dei beni culturali. Come ricercatore storico riprendo i panni di Tito Livio e rileggo con la Scuola, con i cittadini, l'opera "Ab Urbe Condita" al Libro XXII, 52, che riporta la storia dell'accoglienza di Canosa e dell'elogio del Senato romano al popolo canosino e alla matrona Busa. Canne della Battaglia non fu solo "battaglia" nella storia, ma anche rifugio, ospitalità, salvezza, storia di Roma e del popolo italico a Canosa di Puglia.
maestro Peppino Di Nunno