Stilus Magistri
S.Sabino di Canosa e di Spoleto: due vescovi diversi!
Il Sabino di Spoleto “spesso confuso con altri personaggi omonimi”
lunedì 20 febbraio 2017
15.07
Nel 2010 abbiamo riportato una ricerca storiografica e agiografica su San Sabino a Fermo e a Spoleto, che dopo l'oblio di sette anni riproponiamo alla nostra lettura. Rileviamo l'esistenza di una scultura e di un culto di San Sabino nella città di Fermo, ma ogni ipotesi per diventare tesi deve essere supportata da una ricerca storica alla luce di fonti bibliografiche, filtrata da impressioni fotografiche fuorvianti. Anch'io personalmente sull'onda emotivo-affettiva ho voluto pensare alla figura del Vescovo canosino, verificando però la diffusione della Sua santità nel territorio compreso tra Fermo, Ascoli Piceno e Spoleto. Ho richiesto e acquisito fotografie della maestosa scultura sul ciglio di una strada pubblica a Fermo, dove saluto con canosinità il sig. Vincenzo Catena. In particolare su suggerimento del Parroco e del Comune mi sono rivolto alla preziosa Biblioteca comunale e all'autorevole Dirigente, dottoressa Luisanna Verdoni, che apprezziamo e ringraziamo per averci trasmesso le "le foto del monumento di San Savino e la riproduzione di alcune pagine tratte da diverse pubblicazioni in cui si desumono notizie sull'origine del culto di San Savino (Vescovo di Spoleto) come compatrono della Città di Fermo".
Sono pagine di "Storia Fermana" e del "Monachesimo nelle Marche" che riportano la figura di un "Vescovo di Spoleto", Martire nel 303, "con la diffusione del culto del santo dal secolo VIII nell'Umbria, a Spoleto, nel Piceno" con la venerazione delle ""sanctuaria" (reliquie) del Vescovo. Le fonti storiche originarie di San Savino di Fermo si ritrovano autorevolmente negli scritti di San Gregorio Magno (590 – 604), il quale riporta la figura di un Vescovo "Martire" del III° secolo, dunque precedente alla figura del Vescovo Savino canosino, vissuto nel VI° secolo. Il Papa Gregorio Magno nel novembre del 598 scriveva al Vescovo di Fermo per la dedicazione di un oratorio al Vescovo Martire Savino: "in fundo Vissiano iuxta muros civitatis Firmanae…in honorem beati martyris Sabini" (Registrum Epistolarum di San Gregorio Magno). E' pur vero che lo stesso papa San Gregorio Magno nei "Dialoghi" riporta la figura del Vescovo canosino San Savino, ma con ben diverse connotazioni nell'incontro con San Benedetto, con la decadenza dell'Impero romano (lungi dal tempo delle persecuzioni cristiane), senza riferimenti al territorio di Fermo e di Spoleto. Soprattutto per il vescovo canosino non si parla di Martirio.
La mia ricerca storica sulla figura di San Savino di Fermo ha attinto poi da Spoleto, dove si venera il Vescovo Martire, raccogliendo l'autorevole voce di mons. Giampiero Ceccarelli, Cancelliere della Curia Arcivescovile di Spoleto-Norcia in una intervista diretta. - "Monsignore, esistono molte documentazioni storiche negli studi sulla figura di San Savino di Spoleto?" - """Forse è deformazione professionale, ma sono stato docente di Storia della Chiesa presso il Seminario di Assisi ed ora curo l'Archivio Storico dell'Arcidiocesi di Spoleto. Mi sono posto da tempo l'ipotesi di una corrispondenza tra San Savino di Fermo e San Savino di Canosa, figura ben nota nell'agiografia, ma il vescovo fermano è Martire sotto le persecuzioni di Diocleziano ed il suo culto è stato vivificato dai Longobardi che lo invocavano. Lo stesso lezionario medievale attribuisce la figura del Vescovo a Spoleto, che oggi lo venera nel 7 dicembre: "Pange Spoletum dulciter…" così canta la Chiesa di Spoleto nel formulario a devozione di San Savino in un inno antico anteriore al 1004. La sua figura è presente nel Martiriologio riportato anche nell'Archivio della Curia.E' un'altra figura nel tempo e nell'area geografica quella del Vescovo Canosino Savino, autorevole vescovo nei suoi rapporti con i Pontefici dell'epoca. Del Martirio del santo si trovano tracce nella Passio Sancti Savini del 1190, mentre il culto si diffuse a Monselice nel Veneto, che custodisce un prezioso reliquiario, e a Siena dove il santo è raffigurato in una delle quattro colonne del Duomo."""
Altre notizie storiche le ritroviamo negli studi storiografici di insigne valore di Martina Carmeli. Un docente canosino di storia ha annotato: "anche se non ci fossero fonti storiche, ci sarebbe da chiedersi come si sia diffuso il culto di San Sabino da Canosa a Spoleto!". Concludiamo che ogni eventuale pubblicazione ed ipotesi di San Sabino Canusinus a Spoleto e dintorni sono da ritenersi infondate ed errate! Il sito "Santi e Beati" richiama che il Vescovo Martire di Spoleto "spesso è confuso con altri personaggi omonimi". Mi ha telefonato da Firenze l'arch. Michele Menduni, studioso sabiniano, preoccupato di non generare errate conoscenze sulla figura del Vescovo Sabino canosino. Lasciamo la Chiesa di San Savino di Spoleto e ritorniamo nella Chiesa di San Savino (così era denominata nell'800) di Canosa rendendo gloria alla santità e alla fede cristiana del Vescovo Sabino di Canosa, che non fu Martire, ma Ambasciatore del Pontefice in Oriente dopo la persecuzione dei Cristiani. Il III Secolo del Martirio di Sabino di Spoleto, sulla linea del tempo non è il VI Secolo di Sabino di Canosa! Onore e gloria ai due Vescovi omonimi di Spoleto e di Canosa.
maestro Peppino Di Nunno (stylus magistri)
Sono pagine di "Storia Fermana" e del "Monachesimo nelle Marche" che riportano la figura di un "Vescovo di Spoleto", Martire nel 303, "con la diffusione del culto del santo dal secolo VIII nell'Umbria, a Spoleto, nel Piceno" con la venerazione delle ""sanctuaria" (reliquie) del Vescovo. Le fonti storiche originarie di San Savino di Fermo si ritrovano autorevolmente negli scritti di San Gregorio Magno (590 – 604), il quale riporta la figura di un Vescovo "Martire" del III° secolo, dunque precedente alla figura del Vescovo Savino canosino, vissuto nel VI° secolo. Il Papa Gregorio Magno nel novembre del 598 scriveva al Vescovo di Fermo per la dedicazione di un oratorio al Vescovo Martire Savino: "in fundo Vissiano iuxta muros civitatis Firmanae…in honorem beati martyris Sabini" (Registrum Epistolarum di San Gregorio Magno). E' pur vero che lo stesso papa San Gregorio Magno nei "Dialoghi" riporta la figura del Vescovo canosino San Savino, ma con ben diverse connotazioni nell'incontro con San Benedetto, con la decadenza dell'Impero romano (lungi dal tempo delle persecuzioni cristiane), senza riferimenti al territorio di Fermo e di Spoleto. Soprattutto per il vescovo canosino non si parla di Martirio.
La mia ricerca storica sulla figura di San Savino di Fermo ha attinto poi da Spoleto, dove si venera il Vescovo Martire, raccogliendo l'autorevole voce di mons. Giampiero Ceccarelli, Cancelliere della Curia Arcivescovile di Spoleto-Norcia in una intervista diretta. - "Monsignore, esistono molte documentazioni storiche negli studi sulla figura di San Savino di Spoleto?" - """Forse è deformazione professionale, ma sono stato docente di Storia della Chiesa presso il Seminario di Assisi ed ora curo l'Archivio Storico dell'Arcidiocesi di Spoleto. Mi sono posto da tempo l'ipotesi di una corrispondenza tra San Savino di Fermo e San Savino di Canosa, figura ben nota nell'agiografia, ma il vescovo fermano è Martire sotto le persecuzioni di Diocleziano ed il suo culto è stato vivificato dai Longobardi che lo invocavano. Lo stesso lezionario medievale attribuisce la figura del Vescovo a Spoleto, che oggi lo venera nel 7 dicembre: "Pange Spoletum dulciter…" così canta la Chiesa di Spoleto nel formulario a devozione di San Savino in un inno antico anteriore al 1004. La sua figura è presente nel Martiriologio riportato anche nell'Archivio della Curia.E' un'altra figura nel tempo e nell'area geografica quella del Vescovo Canosino Savino, autorevole vescovo nei suoi rapporti con i Pontefici dell'epoca. Del Martirio del santo si trovano tracce nella Passio Sancti Savini del 1190, mentre il culto si diffuse a Monselice nel Veneto, che custodisce un prezioso reliquiario, e a Siena dove il santo è raffigurato in una delle quattro colonne del Duomo."""
Altre notizie storiche le ritroviamo negli studi storiografici di insigne valore di Martina Carmeli. Un docente canosino di storia ha annotato: "anche se non ci fossero fonti storiche, ci sarebbe da chiedersi come si sia diffuso il culto di San Sabino da Canosa a Spoleto!". Concludiamo che ogni eventuale pubblicazione ed ipotesi di San Sabino Canusinus a Spoleto e dintorni sono da ritenersi infondate ed errate! Il sito "Santi e Beati" richiama che il Vescovo Martire di Spoleto "spesso è confuso con altri personaggi omonimi". Mi ha telefonato da Firenze l'arch. Michele Menduni, studioso sabiniano, preoccupato di non generare errate conoscenze sulla figura del Vescovo Sabino canosino. Lasciamo la Chiesa di San Savino di Spoleto e ritorniamo nella Chiesa di San Savino (così era denominata nell'800) di Canosa rendendo gloria alla santità e alla fede cristiana del Vescovo Sabino di Canosa, che non fu Martire, ma Ambasciatore del Pontefice in Oriente dopo la persecuzione dei Cristiani. Il III Secolo del Martirio di Sabino di Spoleto, sulla linea del tempo non è il VI Secolo di Sabino di Canosa! Onore e gloria ai due Vescovi omonimi di Spoleto e di Canosa.
maestro Peppino Di Nunno (stylus magistri)