Stilus Magistri

Saluti dalla Svizzera a Canosa di Puglia.

Sulle vie dell’emigrazione della “via della Stazione”

Nell'estate trascorsa, nell'ambito della festa di quartiere di Santa Teresa promossa annualmente dal Comitato Don Peppino Pinnelli di Canosa di Puglia(BT), abbiamo scritto una pagina di storia della "via della Stazione", di Corso Garibaldi, già Via Maneggio nella fine '800, incontrando la testimonianza del nonno di 93 anni, ze' Luigi Mataresse, seduto sul marciapiede sull'uscio di casa, vicino alla fontana di "chianca scritta". Ogni pagina di persona non è solo lo scrigno di storia di famiglia, ma rappresenta anche un tassello dell'archivio storico di paese, specie quando si approda a 90 anni e si evocano vicende della comunità. Nonno Luigi nato dopo la Grande Guerra aveva frequentato la Scuola pubblica Giuseppe Mazzini: "sono andato a Scuola fino alla terza elementare dal maestro Vincenzo Malcangio. Poi, per partecipare al Sindacato, sono tornato alle Scuole serali per avere la Licenza elementare". Un esempio che ci fa comprendere la promozione del Diritto allo studio e la diligenza di un bambino che si fa adulto e torna fra i banchi di scuola per l'istruzione di base: "bravo, nonno Luigi! Promosso!". Ze' Luigi affida il suo stato d'animo, seduto sulle pietre di storia che hanno visto la carrozza portare la gente alla Stazione ferroviaria, riportando una vita di lavoro nei campi a piedi in una frase dialettale che lo suggella sulla sedia di legno e paglia: "dù àme nète e dù stème angòre!" (qui siamo nati e qui stiamo ancora). Lui si muove con disagio, dicendo "stàche stengenète de fatόche", ma anch'io gli dico sedendomi su un cuscino che "stàche scutrezzète" per opere di servizio, aggiungendo col sorriso: "ce m'à fè? Tundène e tundène e u rùtte pòrte o sène!".

Ma incontrando in un pomeriggio d'agosto la figlia Giuseppina accanto al padre sull'uscio di casa, conosciamo che quella via della Stazione, non è rimasta sempre a Canosa, ma sulle vie dell'emigrazione la famiglia ha valicato i confini di paese e d'Italia. E ze' Luigi racconta: "porto il nome di mio nonno, Luigi Matarrese, ma mio padre Michele, quand'ero piccolo andò in America, a Boston per quattro anni". E la figlia Giuseppina racconta l'emigrazione con il fratello in Svizzera, dove conobbe il futuro marito, che incontriamo a Canosa. Oggi sono tornati in estate dalla Svizzera da Vevey, per stare accanto al vegliardo papà, per respirare le radici di paese. Ma lei da bambina, quando eravamo povera gente, ha respirato il fumo del treno merci della Stazione ferroviaria, per guarire dalla tosse convulsiva, dalla pertosse. Restiamo stupiti oggi, ma allora l'aerosol dei fumi di carbone del treno forse erano considerati antisettici, come anche era purificante l'aria della Via di Andria di periferia, come mi racconta mia madre. Chissà oggi, dove dobbiamo recarci per purificarci dai fumi dei gas di scarico delle auto di paese, o da altri fumi maleodoranti che richiedono educazione e tutela ambientale! Ma torniamo sul marciapede d'estate, mentre la figlia Giuseppina ci mostra e poi fa gustare una tavoletta di cioccolato svizzero della Nestle nel nostro paese italiano. La città di Vevey, dove vive con il figlio e il fratello, è una città turistica che si affaccia sul lago di Ginevra, in un paesaggio bello, ma diverso dalla colline di Canosa e della Murgia di Minervino, da cui proviene il marito.

Sfogliando e scrivendo questa pagina di storia canosina senza confini, abbiamo vissuto, con la compresenza dell'amico Sabino Mazzarella e la collaborazione di Bartolo Carbone, un'esperienza straordinaria edificante. La signora Giuseppina, figlia di ze' Luigi nella multicultura delle lingue , passa dal dialetto canosino con suo padre, all'italiano con la mia persona e in francese, in diretta con suo figlio Luigi dalla Svizzera, che mi passa al telefonino in un'emozione canosina ed europea. In seguito dalla città elvetica di Vevey i due nipoti di nonno Luigi della via della Stazione, ci hanno inviato una foto accanto alla statua di Charlie Chaplin, il celebre Charlot del film muto, che visse e morì proprio in quella città. La statua è posata dinanzi all'Alimentarium Food Museum in Vevey on Lake Geneva, con la storia dei verbi cucinare e mangiare, cui inviamo i sapori della cucina mediterranea di Canosa. La sua statua con lo sguardo dei Luigi pugliesi si affaccia sul lago di Ginevra e si protende ora fino alle colline di Canosa di Puglia, fino alla via della Stazione, sedendosi accanto a nonno Luigi, che fa fatica, "stengenète" di lavoro a recarsi alla fontanina di chianca scritta, ma che in rete giunge fino alla Svizzera, portando i saluti da Canosa di Puglia, con i ricordi e i sapori della terra. "Vulève jalzè la chèpe, la bonàneme de ze'Luigi", "se levasse il capo la buonànima di ze' Luigi", il trisavolo dell'800, sarebbe stupito e felice nel rivedere dopo cinque generazioni il suo nome in Svizzera sul Lago di Ginevra. Bisognerebbe recarsi in Svizzera sul lago di Ginevra e condividere con questi cari emigranti un bel piatto di orecchiette e una focaccia di grano arso, con pomodoro e percoche di Loconia e olio d'oliva e con un calice di vino nero di Troia, con l'Alimentarium Food canosino. Venite anche voi dalla Svizzera, come attesta il registro delle firme della Cattedrale di San Sabino, a visitare i tesori e le meraviglie storiche di Canosa di Puglia.

Manca questo tassello associativo che raggruppi gli emigranti canosini, che sono andati più lontano di Roma, di Milano, di Torino e si sono trapiantati in Svizzera, in Francia, a Monaco, a Koln in Germania, in Belgio, in Spagna. Si prenda l'iniziativa di costituire questa associazione di Canosini d'Europa, in questa Città d'Europa, che ha fatto emigrare anche i vasi e i tesori antichi nei musei nazionali d'Europa. Ho incontrato in questi giorni presso l'Ufficio Anagrafe un emigrante canosino a Strasburgo, il sig. Fringuello, cui abbiamo chiesto una bandiera d'Europa; lì, a Straburgo è emigrato anche "u Munecacìdde" della grotta sotterranea da me scoperta nel 1984, approdando all'Università di Strasburgo, ma Diomede dal 1996 non ha dato ancora un attestato a questa tesi di Laurea del dott. Marcello Lagrasta, pur avendo salvato la grotta tufacea a vocazione museale. Indirizzo la proposta al sig. Sindaco, dott. La Salvia, sensibile agli emigranti in Italia, di consegnare tramite gli uffici comunali, un diploma di merito di riconoscimento delle radici canosine agli emigranti negli stati europei; sia un diploma alle radici canosine d'Europa. Ogni canosino emigrato in Europa, nella permanenza a Canosa, potrebbe ritirare il modello, apponendo il proprio nome e la sede di emigrazione, firmandolo con la firma del Sindaco e portandolo oltre confine. Sarà un sigillo della memoria dei padri ed un ponte dal Regio Tratturo del fiume Ofanto oltre la corona delle Alpi che hanno valicato i nostri emigranti.

Un caro saluto da Canosa di Puglia allo sguardo operoso dei due Luigi del Lago di Ginevra. La figlia Giuseppina auspica a ragione la foto del padre, de ze'Luigi nel mio libro sulle vie del Dialetto canosino: se Dio vuole, ci vediamo l'estate prossima, nella festa di quartiere di agosto 2016! Ciao! Dal maestro Peppino, da Sabino Mazzarella, da Bartolo Carbone, dalla Redazione di Canosaweb, il primo portale cittadino, da Canosa di Puglia e… da nonno Luigi della via della Stazione.

maestro Peppino Di Nunno
I nipoti da Vevey-SvizzeraGiuseppina Matarrese e padreZè LuigiStoria di paese
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