Stilus Magistri
Sand’Andùne, màscekere e sùne
Proverbio in dialetto in festa
domenica 17 gennaio 2016
10.54
Il 17 gennaio segna la festa di Sant'Antonio Abate, ma anche il primo giorno di Carnevale in Puglia. Infatti ritroviamo a Bari, nella Capitanata a Manfredonia, a Mattinata e Siponto, a Massafra e in altri paesi la voce proverbiale in dialetto, che a Canosa riporta la voce dei nonni: "Sand'Andùne, màscekere e sùne". L'abbiamo voluta presentare in un percorso formativo con i bambini di Classe Prima C, con la collega Nunzia Damiani, nella Scuola Primaria "E. De Muro Lomanto", nell'invito ed accoglienza degli studi che ho portato, che hanno affascinato anche il segretario e gli operatori scolastici.Acquista molto valore un proverbio alla vigilia del 17 gennaio, quando ricorre la Giornata Nazionale del Dialetto e delle lingue locali, promossa dall'UNPLI. Gli stessi bambini hanno tradotto in Italiano il proverbio, con Miki che ha compreso la parola più complessa, "sùne" in "suoni". E con un piccolo laboratorio abbiamo portato una semplice maschera e una trombetta. Ma, nel sorriso intelligente dei bambini con le dita abbiamo simulato la mascherina agli occhi dicendo: "non ci vuole per forza un costume da comprare, spendendo molti soldi; basta una maschera e un fischietto ed è allegria di Carnevale", come mostrano le schede degli alunni di tutte le nostre Scuole. "Anzi fingiamo la mascherina con le dita e il fischietto con la bocca" e così i bambini hanno simulato la mascherina agli occhi e insieme abbiamo emesso un fischietto vocale.
Abbiamo scritto sulla lavagna la data del 17 gennaio e il nome di Sant'Antonio Abate, a cui in un paese della Puglia, a Novoli, ardono un gigantesco falò, fatto di….E nel laboratorio ho mostrato i sarmenti, studiando con i bambini la provenienza della pianta dell'uva, che ha il nome della "vite". Il fuoco di Sant'antonio era un tempo l'infezione virale dell'herpes zoster, ma rimanda ad un rito dall'Antica roma di bruciare i sarmenti recisi, come scrive Virgilio e come annoto nel mio saggio letterario sul dialetto canosino, con le note analoghe in dialetto veneto trasmesse a Pederobba (TV) e a Conegliano, in una ricerca congiunta di dialetti d'Italia sui sarmenti. Oggi non si bruciano i sarmenti, ma la fòcara di Novoli riporta storia, cultura contadina e fede in un Santo il cui culto è molto diffuso nell'Italia meridionale, Protettore anche degli animali domestici.Pur travagliati dalle tristi notizie del momento, ritroviamo il sorriso genuino con i bambini, che insegnano a noi grandi la gioia del cuore ritrovano le radici educative della nostra cultura popolare.É il primo giorno di Carnevale; basta una mascherina e un fischietto per gioire, come brillano gli occhi dei ricciolini di G., che in silenzio commuove anche le pietre della Scuola: "Sand'Andùne, màscekere sùne".
Buona festa!
maestro Peppino Di Nunno
Abbiamo scritto sulla lavagna la data del 17 gennaio e il nome di Sant'Antonio Abate, a cui in un paese della Puglia, a Novoli, ardono un gigantesco falò, fatto di….E nel laboratorio ho mostrato i sarmenti, studiando con i bambini la provenienza della pianta dell'uva, che ha il nome della "vite". Il fuoco di Sant'antonio era un tempo l'infezione virale dell'herpes zoster, ma rimanda ad un rito dall'Antica roma di bruciare i sarmenti recisi, come scrive Virgilio e come annoto nel mio saggio letterario sul dialetto canosino, con le note analoghe in dialetto veneto trasmesse a Pederobba (TV) e a Conegliano, in una ricerca congiunta di dialetti d'Italia sui sarmenti. Oggi non si bruciano i sarmenti, ma la fòcara di Novoli riporta storia, cultura contadina e fede in un Santo il cui culto è molto diffuso nell'Italia meridionale, Protettore anche degli animali domestici.Pur travagliati dalle tristi notizie del momento, ritroviamo il sorriso genuino con i bambini, che insegnano a noi grandi la gioia del cuore ritrovano le radici educative della nostra cultura popolare.É il primo giorno di Carnevale; basta una mascherina e un fischietto per gioire, come brillano gli occhi dei ricciolini di G., che in silenzio commuove anche le pietre della Scuola: "Sand'Andùne, màscekere sùne".
Buona festa!
maestro Peppino Di Nunno