Stilus Magistri
Sulle vie del vino e dell’olio
I calici di vino nella Festa delle Primizie
domenica 30 aprile 2017
22.50
Nella Domenica in Albis (vestibus), nelle bianche (vesti), mentre si celebra la Divina Misericordia, a Canosa di Puglia(BT) si rivive la Festa della Madonna delle Primizie, recuperata dal '700 nella "solenne festività cittadina" di Aprile , come attesta la Relatio del Prevosto Tortora. Una bambina di Scuola Primaria, Antonia, mi ha chiesto: "cosa sono le primizie?" ed io ho parlato delle fave, dei piselli e di altri frutti della terra di questo tempo di Primavera, mentre la voce del Popolo in dialetto adornava "la Madònne de li gùnghele" con "le strìppele de le fèfe", cioè con la pianta sradicata (dal latino extirpare). E nelle iniziative l'IDAC promuove la cultura del vino e dell'olio della nostra terra con il concorso dei vini premiati nella piazza San Sabino, valorizzando i nostri vitigni e i viticultori, anche tra quelli che coltivano "la vegnarédde", come dice l'amico Sabino Mazzarella, che ha curato il servizio fotografico. Ringraziamo il volontario e diligente Bartolo Carbone, che ha curato la pubblicazione sul sito di Canosaweb, il primo portale cittadino, dando la possibilità di conoscere e di apprezzare i premiati, cui va il nostro plauso. Mi sia consentito di esprimere compiacimento all'amico di famiglia Francesco Casamassima, premiato tra i vini rosati, cultore in proprio anche di uno squisito vino nero, che ci riporta nella memoria dei padri al vino in grotta e di un buon vino bianco, che ci riporta alla memoria dei vini di fine '800, quando l'illustre Ing. Cerletti visitò, studiò e apprezzò la nostra viticoltura, come riporto nelle ricerche storiche del mio libro di dialettologia, "Sulle vie dei ciottoli".
Con l'amico Francesco Facciolongo abbiamo riscoperto il vino bianco "Trezzùle", il "Terrizzuolo", ma occorre recuperare anche il Vino Greco di Canosa, inserendoci sulle vie del vino, rileggendo gli atti del Cerletti, che fondò la Scuola Nazionale di Viticoltura a Conegliano, in provincia di Treviso. Esplorando e studiando le grotte tufacee di Canosa, patrimonio delle nostre cantine sotterranee, osservando l'ingresso murato di una grotta con l'amico premiato Francesco Casamassima e con il figlio universitario Sabino, autore di una tesi di Dottorato sulle "grotte", scoprimmo nel 2015 il fregio in pietra identico a quello della "via della Stazione", che suggella i simboli del nostri vino in grotta: la botte, le funi e gli anelli di ferro, che abbiamo ampiamente illustrato nel libro del dialetto storico citato, al lemma dialettale "gròtte". Opera meritoria quella dell'IDAC, sostenuta da Don Felice Bacco, nella cultura del vino e dell'olio radicata nelle locuzioni romane di Bacco, ma anche nei versi delle Sacre Scritture della Bibbia, che vogliamo porgere alla nostra formazione e comunità con il Salmo 104, al verso 15 che attesta in latino nella Vulgata: "vinum laetificat cor hominis", "il vino allieta il cuore dell'uomo", con moderazione. Lo scrisse anche il pittore canosino Luigi Buonvino, come abbiamo riscoperto nel 2007, anagrammando il suo cognome: "bonum vinun latificat cor hominis". Ma porgiamo la lettura dell'intero verso 15 del Salmo 104 della Bibbia, nella cultura del vino, dell'olio e del pane. Salmo 104, v. 15: «et vinum laetificat cor hominis ut exhilaret faciem in oleo et panis cor hominis confirmat», "Il vino allieta il cuore dell'uomo, l'olio che fa brillare il suo volto e il pane che sostiene il suo vigore". Auguri ai cultori e agli operatori per la prossima edizione del 2018, "sulle vie del vino, dell'olio e del pane".
maestro Peppino Di Nunno
Con l'amico Francesco Facciolongo abbiamo riscoperto il vino bianco "Trezzùle", il "Terrizzuolo", ma occorre recuperare anche il Vino Greco di Canosa, inserendoci sulle vie del vino, rileggendo gli atti del Cerletti, che fondò la Scuola Nazionale di Viticoltura a Conegliano, in provincia di Treviso. Esplorando e studiando le grotte tufacee di Canosa, patrimonio delle nostre cantine sotterranee, osservando l'ingresso murato di una grotta con l'amico premiato Francesco Casamassima e con il figlio universitario Sabino, autore di una tesi di Dottorato sulle "grotte", scoprimmo nel 2015 il fregio in pietra identico a quello della "via della Stazione", che suggella i simboli del nostri vino in grotta: la botte, le funi e gli anelli di ferro, che abbiamo ampiamente illustrato nel libro del dialetto storico citato, al lemma dialettale "gròtte". Opera meritoria quella dell'IDAC, sostenuta da Don Felice Bacco, nella cultura del vino e dell'olio radicata nelle locuzioni romane di Bacco, ma anche nei versi delle Sacre Scritture della Bibbia, che vogliamo porgere alla nostra formazione e comunità con il Salmo 104, al verso 15 che attesta in latino nella Vulgata: "vinum laetificat cor hominis", "il vino allieta il cuore dell'uomo", con moderazione. Lo scrisse anche il pittore canosino Luigi Buonvino, come abbiamo riscoperto nel 2007, anagrammando il suo cognome: "bonum vinun latificat cor hominis". Ma porgiamo la lettura dell'intero verso 15 del Salmo 104 della Bibbia, nella cultura del vino, dell'olio e del pane. Salmo 104, v. 15: «et vinum laetificat cor hominis ut exhilaret faciem in oleo et panis cor hominis confirmat», "Il vino allieta il cuore dell'uomo, l'olio che fa brillare il suo volto e il pane che sostiene il suo vigore". Auguri ai cultori e agli operatori per la prossima edizione del 2018, "sulle vie del vino, dell'olio e del pane".
maestro Peppino Di Nunno