Stilus Magistri
Tutti a Scuola!
Dai bisnonni analfabeti in Guerra ai bambini e giovani “sapienti” di oggi
lunedì 14 settembre 2015
17.54
Se la storia è maestra di vita nelle parole latine "Historia magistra vitae" di Cicerone nel De Oratore (II, 9), la Storia del Centenario della Grande Guerra dal 1915 al 2015, è maestra di vita e ci invita alla riflessione del valore dello studio nell'inizio del nuovo anno scolastico. Abbiamo portato le ricerche storiche di Canosa di Puglia(BT) alla mostra della Prefettura a Barletta con l'epilogo del 2 Giugno e l'attestato di merito del Prefetto, Dottoressa. Clara Minerva, ai testimoni canosini della storia della Grande Guerra, agli studiosi, in cui figuravano anche gli studenti e i Docenti del Liceo Statale "Enrico Fermi" di Canosa. I nostri nonni, nati nella fine '800, lasciarono la Scuola per andare nei campi, poi lasciarono i campi per andare in Guerra. Nei fogli matricolari leggiamo spesso la parola "analfabeta", oppure "se sa scrivere e leggere", in un tempo di 85% di analfabetismo soprattutto nel Sud, dopo l'Unità d'Italia. Dai cinquecento Caduti canosini, fra coloro che ritornarono, alcuni dedicarono il dopolavoro all'istruzione, allo studio, recandosi alle "Scuole serali comunali" dopo il lavoro di contadini, come il fratello di mia nonna Rosinella, Nicola Catalano, che però morì a venti anni nell'epidemia della Spagnola. "La scuola in casa", privata e a pagamento, si fece pubblica, per tutti e la lingua italiana fu innestata nei Dialetti d'Italia, che conobbero il fango delle trincee della Grande Guerra. L'Educazione Nazionale, come era denominato il Ministero nella prima metà del '900, diventò "Pubblica Istruzione" per essere oggi Istruzione, Università e Ricerca, come è istituito il M.I.U.R., per non fermarsi alla Scuola Elementare, come avvenne per mia madre Rosetta, che continuò l'istruzione da sola, ma per proseguire fino all'Università, come abbiamo potuto fare noi quattro figli in famiglia e per fare sempre Ricerca, fondamento del Sapere.
"La Scuola è aperta a tutti", recita l'art. 34 della Costituzione dei nostri padri repubblicani, senza frontiere e confini, nelle regole dello Stato Italiano. Scuola aperta a tutti e al territorio, alle agenzie educative ai beni culturali del nostro patrimonio culturale e spirituale. Era il 21 Settembre 2010, con l'inaugurazione dell'anno scolastico nel Cortile d'Onore del Quirinale, da cui ricevemmo in dono le magliette del Tricolore, con il motto "TUTTI A SCUOLA", custodite ed esposte permanentemente su manichini parlanti nel progetto volontario nella Scuola Primaria De Muro Lomanto, "ob amorem patriae" (per amore della Patria). Oggi, 14 settembre 2015, ho donato una maglietta rossa con la frase "Tutti a Scuola" ad una bambina di sette anni, Antonia Casamassima, che in quella data dell'ottobre 2010, con il grembiulino bianco della Sezione Primavera, mentre l'accompagnavo alla scuola Materna Eugenio Ferrara, diceva entusiasta, cioè studiosa: "tutti còla!".
Buon anno Antonia! Buon anno bambini! Buon anno ragazzi e giovani!
Da quel tempo del Centenario della Grande Guerra, l'istruzione diventò un diritto per tutti e la Scuola, diventò Pubblica, Res Publica; a proseguire gli studi non eravamo tutti, ma pochi, dopo aver sostenuto gli Esami di Ammissione nel 1960 per accedere alla scuola Media Statale "Ugo Foscolo" di Canosa; eravamo pochi, quattordici, nella Classe di Prima Liceo Scientifico, Sezione unica, con le ragazze che indossavno il grembiule nero come in collegio. Ora siamo stupiti e vedere il popolo di studenti che vanno a scuola in via Settembrini all'Einaudi e al Fermi, e le classi che affollano quel Liceo di Canosa, fino alla Sezione "G", con sette lettere in progresso dalla Sezione A. "Settembre, andiamo. È tempo di migrare", scriveva il poeta D'Annunzio con i pastori degli stazzi, che migravano anche in Puglia nella transumanza. Il verso così ci ispira: "settembre, andiamo, è tempo di studiare!", di riprendere il cammino a Scuola, dove la formazione è unica, perché intenzionale, socializzante, sistematica, oggetto di verifica, affidata in maniera interattiva con la figura umana dell'Insegnante, del Professore, nobili figure sociali, che meritano ascolto, valore sociale, gratitudine, promozione. Il maestro è un artista, dove l'educazione nella concezione tomistica è "ars cooperativa naturae" e l'arte è la bellezza d'Italia, nel viaggio delle bellezze d'Italia e del nostro territorio. Mia madre ancora oggi a 90 anni rievoca in dialetto:"la maestra fèce le scòrze 'n gànne", la maestra fa la gola secca di croste, come le mie corde vocali operate chirurgicamente per causa di servizio.
Settembre, andiamo è tempo di studiare, ma, come è nostra consuetudine di ricerca, abbiamo voluto ricercare l'etimologia della parola "studio", a volte inflazionata, per poter rispondere a quella ricorrente e illuminata domanda del bambino di scuola: "maestro, che significa? Lo facciamo seguendo il metodo che abbiamo visto nel Liceo nella II G, nelle sezioni del Classico, come in tutte le scuole, sfogliando il Dizionario con gli studenti, come raccomanda anche il prof. Sabatini. Leggiamo la parola "studium", che significa impegno, diligenza, applicazione, ardore della mente e la ritroviamo, come all'inizio di questo messaggio, in Cicerone, nell'opera Tusculanae Disputationes, al Libro V, par. 8: "deinceps omnes, qui in rerum contemplatione studia ponebant, sapientes et habebantur et nominabantur" (in seguito tutti quelli che ponevano la diligenza nella conoscenza delle cose, erano considerati e chiamati sapienti). Studiare dunque, per diventare sapienti, da quelli evocati da Dio nel libro della Sapienza della Bibbia, ai Sapienti che rievocano l'Homo Sapiens che è in noi e che governa l'io interiore e il mondo. Essere "ignoranti" non preoccupa, come ho detto due volte in un Collegio di Docenti e in una assemblea sindacale a Scuola; il problema è restare "ignoranti", perche ignoriamo sempre le cose nuove, come fuorno scoperte da Galileo, e studiamo, facciamo ricerca per poter dire: "ero ignorante, ma ora so".
Anche le racchette italiane da tennis hanno studiato e conquistato la coppa del mondo. Auguri perciò a quanti quest'anno diventeranno sapienti. Settembre, andiamo è tempo di studiare.
Suona la campanella, Tutti a Scuola! Auguri a studenti e Docenti e Buon Anno Scolastico! Dai banchi di Scuola di paese fino a Roma al Ministero, in cammino sul sentiero.
maestro Peppino Di Nunno, a nome della Redazione di Canosaweb, primo portale cittadino da dieci anni al servizio della scuola.
"La Scuola è aperta a tutti", recita l'art. 34 della Costituzione dei nostri padri repubblicani, senza frontiere e confini, nelle regole dello Stato Italiano. Scuola aperta a tutti e al territorio, alle agenzie educative ai beni culturali del nostro patrimonio culturale e spirituale. Era il 21 Settembre 2010, con l'inaugurazione dell'anno scolastico nel Cortile d'Onore del Quirinale, da cui ricevemmo in dono le magliette del Tricolore, con il motto "TUTTI A SCUOLA", custodite ed esposte permanentemente su manichini parlanti nel progetto volontario nella Scuola Primaria De Muro Lomanto, "ob amorem patriae" (per amore della Patria). Oggi, 14 settembre 2015, ho donato una maglietta rossa con la frase "Tutti a Scuola" ad una bambina di sette anni, Antonia Casamassima, che in quella data dell'ottobre 2010, con il grembiulino bianco della Sezione Primavera, mentre l'accompagnavo alla scuola Materna Eugenio Ferrara, diceva entusiasta, cioè studiosa: "tutti còla!".
Buon anno Antonia! Buon anno bambini! Buon anno ragazzi e giovani!
Da quel tempo del Centenario della Grande Guerra, l'istruzione diventò un diritto per tutti e la Scuola, diventò Pubblica, Res Publica; a proseguire gli studi non eravamo tutti, ma pochi, dopo aver sostenuto gli Esami di Ammissione nel 1960 per accedere alla scuola Media Statale "Ugo Foscolo" di Canosa; eravamo pochi, quattordici, nella Classe di Prima Liceo Scientifico, Sezione unica, con le ragazze che indossavno il grembiule nero come in collegio. Ora siamo stupiti e vedere il popolo di studenti che vanno a scuola in via Settembrini all'Einaudi e al Fermi, e le classi che affollano quel Liceo di Canosa, fino alla Sezione "G", con sette lettere in progresso dalla Sezione A. "Settembre, andiamo. È tempo di migrare", scriveva il poeta D'Annunzio con i pastori degli stazzi, che migravano anche in Puglia nella transumanza. Il verso così ci ispira: "settembre, andiamo, è tempo di studiare!", di riprendere il cammino a Scuola, dove la formazione è unica, perché intenzionale, socializzante, sistematica, oggetto di verifica, affidata in maniera interattiva con la figura umana dell'Insegnante, del Professore, nobili figure sociali, che meritano ascolto, valore sociale, gratitudine, promozione. Il maestro è un artista, dove l'educazione nella concezione tomistica è "ars cooperativa naturae" e l'arte è la bellezza d'Italia, nel viaggio delle bellezze d'Italia e del nostro territorio. Mia madre ancora oggi a 90 anni rievoca in dialetto:"la maestra fèce le scòrze 'n gànne", la maestra fa la gola secca di croste, come le mie corde vocali operate chirurgicamente per causa di servizio.
Settembre, andiamo è tempo di studiare, ma, come è nostra consuetudine di ricerca, abbiamo voluto ricercare l'etimologia della parola "studio", a volte inflazionata, per poter rispondere a quella ricorrente e illuminata domanda del bambino di scuola: "maestro, che significa? Lo facciamo seguendo il metodo che abbiamo visto nel Liceo nella II G, nelle sezioni del Classico, come in tutte le scuole, sfogliando il Dizionario con gli studenti, come raccomanda anche il prof. Sabatini. Leggiamo la parola "studium", che significa impegno, diligenza, applicazione, ardore della mente e la ritroviamo, come all'inizio di questo messaggio, in Cicerone, nell'opera Tusculanae Disputationes, al Libro V, par. 8: "deinceps omnes, qui in rerum contemplatione studia ponebant, sapientes et habebantur et nominabantur" (in seguito tutti quelli che ponevano la diligenza nella conoscenza delle cose, erano considerati e chiamati sapienti). Studiare dunque, per diventare sapienti, da quelli evocati da Dio nel libro della Sapienza della Bibbia, ai Sapienti che rievocano l'Homo Sapiens che è in noi e che governa l'io interiore e il mondo. Essere "ignoranti" non preoccupa, come ho detto due volte in un Collegio di Docenti e in una assemblea sindacale a Scuola; il problema è restare "ignoranti", perche ignoriamo sempre le cose nuove, come fuorno scoperte da Galileo, e studiamo, facciamo ricerca per poter dire: "ero ignorante, ma ora so".
Anche le racchette italiane da tennis hanno studiato e conquistato la coppa del mondo. Auguri perciò a quanti quest'anno diventeranno sapienti. Settembre, andiamo è tempo di studiare.
Suona la campanella, Tutti a Scuola! Auguri a studenti e Docenti e Buon Anno Scolastico! Dai banchi di Scuola di paese fino a Roma al Ministero, in cammino sul sentiero.
maestro Peppino Di Nunno, a nome della Redazione di Canosaweb, primo portale cittadino da dieci anni al servizio della scuola.