Stilus Magistri
Un legno d’Italia da Canosa di Puglia a Pederobba nel Veneto
Sulle vie in amicizia della Grande Guerra.
mercoledì 26 novembre 2014
23.12
Nella ricorrenza del Centenario della Grande Guerra, nella prima Domenica di Agosto del 2014, come ogni anno, gli Alpini di Pederobba si sono ritrovati nella pineta del Monfenera, celebrando una S. Messa ai Caduti.
Nel cimitero di Pederobba, come attesta l'Archivio Storico Comunale di Canosa, fu sepolto nel 1917 il Tenente Medico Francesco Iacobone, per essere in seguito trasferito nel Camposanto di Canosa.
Nel legame di amicizia tra Canosa e Pederobba, portato dai bambini ambasciatori nel 2003 fino al Sacrario del Monte Grappa e suggellato dal "Patto di Amicizia" nel 2011, sul Colle del Quirinale, ho voluto fare dono di un quadro di legno, inciso col pirografo, offertomi gentilmente dalla professoressa Irma Imbrici.
Abbiamo rappresentato il filo spinato della Grande Guerra, da cui stillano gocce di sangue di amor patrio, sovrastato dal cuore di amicizia, da cui spuntano tralci di vite trevigiana e rami d'ulivo di Puglia.
A rappresentare Pederobba svetta il Monfenera con il cappello degli Alpini e i marroni del Monfenera e con il Campanile della Chiesa di Pederobba. A rappresentare Canosa figurano le cinque arcate del Ponte Romano sul fiume Aufidus (Ofanto), sui cui sovrasta la croce bizantina delle nostre radici paleocristiane, riscoperta nella volta giustinianea della Cattedrale di S. Sabino e presente anche nello stemma del 900 di Canosa.
Il sole splende al centro in alto, tra Nord e Sud, mentre il Tricolore sventola in basso, dove i colori sono stati posti da "I Decori di Tania".
Nelle radici storiche abbiamo scritto i nomi delle due città: PETRA RUBRA (TARVISIUM), ad indicare la "Pietra Rossa" (Pederobba) di Treviso e CANVSIVM APVLIAE.
Il quadro è stato accolto "con commozione e riconoscenza" dal Comune e dal Sindaco di Pederobba, che hanno provveduto ad "affiggerlo in bella vista nella Casa Comunale".
Il Sindaco ha trasmesso una lettera alla Direzione della Scuola De Muro Lomanto e al Sindaco, donando un pregevole libro illustrato di storia, scritto per la Grande Guerra: STORIE DI UOMINI E DI ALPINI. La copia indirizzata alla mia persona sarà consegnata alla Biblioteca Comunale di Canosa.
Un componimento letterario ha suggellato il Legno d'Italia, in un'offerta formativa richiesta dalle Classi quinte della Scuola De Muro Lomanto, nella continuità scolastica di quei bambini di Quinta dell'Ottobre 2003, oggi giovani ventenni.
La poesia è stata già pubblicata nel periodico "Comunità Aperta", della Parrocchia di Pederobba.
La gentilissima Segretaria del Comune di Pederobba, Matilde Forlin, ci ha trasmesso le foto del MONUMENTO AL SOLDATO D'ITALIA di Pederobba, in onore ai Caduti della Grande Guerra. Mormora il sacro fiume Piave presso le venti sculture in bronzo a grandezza naturale, che seguono un'unica narrazione di cinque scene, a rappresentare i momenti della Grande Guerra, con la vesti sfilacciate dai dolori della Guerra per civili e militari, con il Crocifisso posto alla base.
È la memoria della storia Patria di una zona nella quale si scontrarono ideologie e uomini e nella
quale riposano, e sono egualmente ricordati ed onorati, i caduti francesi e germanici.
Il Monumento si apre ad un segno di "speranza", "ad un avvenire senza guerre, ad un avvenire di pace": "ecco, dunque, dopo le figure dei vecchi, delle donne, dei soldati, quella di un ragazzo che libera un volo di colombe".
La storia non si dimentica, ma si riscopre nei versi e nelle tracce incise con una punta arroventata nel legno d'Italia, in un ponte gettato tra Canosa di Puglia e Pederobba.
Ob amorem patriae
maestro Peppino Di Nunno
Il legno d'Italia
Il legno vive e nasce dall'erba,
il legno è l'albero della terra,
il legno ha gli anni della vita,
il legno è una colonna al cielo.
Il legno secca,
non muore mai,
si fa tavola e sedia,
porta e armadio,
scrigno dell'uomo,
dalla culla alle sue spoglie,
banco compagno di scuola,
carretto laborioso dei campi.
Il legno,
manufatto e scultura,
tavola d'icona d'arte,
e gioco dei bambini.
Si è fatto arca
e ha solcato i mari,
il legno è povertà e ricchezza,
cattura il sole e diventa fuoco.
Legno,
storico ulivo di Puglia
e ceppo di vite trevigiana,
antica matita per scrivere,
ombroso bosco dei monti.
Il legno,
si fa Croce,
segno sacro del Signore,
sul dolore della terra,
ed elevato all'eterno.
Sul nudo legno
ho scritto col fuoco,
i nostri nomi amici,
le tracce di storia,
i frutti della terra.
Legno d'Italia,
sulle tracce di storia delle "pietre rosse",
dalla cima del Monfenera al Campanile,
ove cantano le penne nere degli Alpini,
nell'eco di quel filo spinato delle trincee,
intrise di patria e sangue anche canosino,
oggi "memoria collettiva" di cento anni.
Legno d'Italia,
sulle tracce della via Traiana in Puglia,
sul Regio Tratturo del Ponte Romano,
ove scorre Áufido vedendo il Gargano,
sui passi della via Francigena del Sud,
qui, a Canosa, dove la croce bizantina
approdò da Oriente fra la nostra gente.
Gente di Puglia, gente trevigiana,
in un cuore rosso amico italiano,
dove nascono operosi e virtuosi
i tralci della vite briosa trevigiana,
i rami dorati dell'ulivo di Puglia,
in festa sul Colle del Quirinale
nel Cortile di una Scuola vitale.
A te Pederobba,
Pietra Rossa trevigiana,
da Canosa di Puglia,
figli italiani della madre terra,
scritta da eroi, poeti e santi,
pietra benedetta dal Signore
nel palpito infinito dell'Amore.
maestro Giuseppe Di Nunno
4 Ottobre 2014
Nel cimitero di Pederobba, come attesta l'Archivio Storico Comunale di Canosa, fu sepolto nel 1917 il Tenente Medico Francesco Iacobone, per essere in seguito trasferito nel Camposanto di Canosa.
Nel legame di amicizia tra Canosa e Pederobba, portato dai bambini ambasciatori nel 2003 fino al Sacrario del Monte Grappa e suggellato dal "Patto di Amicizia" nel 2011, sul Colle del Quirinale, ho voluto fare dono di un quadro di legno, inciso col pirografo, offertomi gentilmente dalla professoressa Irma Imbrici.
Abbiamo rappresentato il filo spinato della Grande Guerra, da cui stillano gocce di sangue di amor patrio, sovrastato dal cuore di amicizia, da cui spuntano tralci di vite trevigiana e rami d'ulivo di Puglia.
A rappresentare Pederobba svetta il Monfenera con il cappello degli Alpini e i marroni del Monfenera e con il Campanile della Chiesa di Pederobba. A rappresentare Canosa figurano le cinque arcate del Ponte Romano sul fiume Aufidus (Ofanto), sui cui sovrasta la croce bizantina delle nostre radici paleocristiane, riscoperta nella volta giustinianea della Cattedrale di S. Sabino e presente anche nello stemma del 900 di Canosa.
Il sole splende al centro in alto, tra Nord e Sud, mentre il Tricolore sventola in basso, dove i colori sono stati posti da "I Decori di Tania".
Nelle radici storiche abbiamo scritto i nomi delle due città: PETRA RUBRA (TARVISIUM), ad indicare la "Pietra Rossa" (Pederobba) di Treviso e CANVSIVM APVLIAE.
Il quadro è stato accolto "con commozione e riconoscenza" dal Comune e dal Sindaco di Pederobba, che hanno provveduto ad "affiggerlo in bella vista nella Casa Comunale".
Il Sindaco ha trasmesso una lettera alla Direzione della Scuola De Muro Lomanto e al Sindaco, donando un pregevole libro illustrato di storia, scritto per la Grande Guerra: STORIE DI UOMINI E DI ALPINI. La copia indirizzata alla mia persona sarà consegnata alla Biblioteca Comunale di Canosa.
Un componimento letterario ha suggellato il Legno d'Italia, in un'offerta formativa richiesta dalle Classi quinte della Scuola De Muro Lomanto, nella continuità scolastica di quei bambini di Quinta dell'Ottobre 2003, oggi giovani ventenni.
La poesia è stata già pubblicata nel periodico "Comunità Aperta", della Parrocchia di Pederobba.
La gentilissima Segretaria del Comune di Pederobba, Matilde Forlin, ci ha trasmesso le foto del MONUMENTO AL SOLDATO D'ITALIA di Pederobba, in onore ai Caduti della Grande Guerra. Mormora il sacro fiume Piave presso le venti sculture in bronzo a grandezza naturale, che seguono un'unica narrazione di cinque scene, a rappresentare i momenti della Grande Guerra, con la vesti sfilacciate dai dolori della Guerra per civili e militari, con il Crocifisso posto alla base.
È la memoria della storia Patria di una zona nella quale si scontrarono ideologie e uomini e nella
quale riposano, e sono egualmente ricordati ed onorati, i caduti francesi e germanici.
Il Monumento si apre ad un segno di "speranza", "ad un avvenire senza guerre, ad un avvenire di pace": "ecco, dunque, dopo le figure dei vecchi, delle donne, dei soldati, quella di un ragazzo che libera un volo di colombe".
La storia non si dimentica, ma si riscopre nei versi e nelle tracce incise con una punta arroventata nel legno d'Italia, in un ponte gettato tra Canosa di Puglia e Pederobba.
Ob amorem patriae
maestro Peppino Di Nunno
Il legno d'Italia
Il legno vive e nasce dall'erba,
il legno è l'albero della terra,
il legno ha gli anni della vita,
il legno è una colonna al cielo.
Il legno secca,
non muore mai,
si fa tavola e sedia,
porta e armadio,
scrigno dell'uomo,
dalla culla alle sue spoglie,
banco compagno di scuola,
carretto laborioso dei campi.
Il legno,
manufatto e scultura,
tavola d'icona d'arte,
e gioco dei bambini.
Si è fatto arca
e ha solcato i mari,
il legno è povertà e ricchezza,
cattura il sole e diventa fuoco.
Legno,
storico ulivo di Puglia
e ceppo di vite trevigiana,
antica matita per scrivere,
ombroso bosco dei monti.
Il legno,
si fa Croce,
segno sacro del Signore,
sul dolore della terra,
ed elevato all'eterno.
Sul nudo legno
ho scritto col fuoco,
i nostri nomi amici,
le tracce di storia,
i frutti della terra.
Legno d'Italia,
sulle tracce di storia delle "pietre rosse",
dalla cima del Monfenera al Campanile,
ove cantano le penne nere degli Alpini,
nell'eco di quel filo spinato delle trincee,
intrise di patria e sangue anche canosino,
oggi "memoria collettiva" di cento anni.
Legno d'Italia,
sulle tracce della via Traiana in Puglia,
sul Regio Tratturo del Ponte Romano,
ove scorre Áufido vedendo il Gargano,
sui passi della via Francigena del Sud,
qui, a Canosa, dove la croce bizantina
approdò da Oriente fra la nostra gente.
Gente di Puglia, gente trevigiana,
in un cuore rosso amico italiano,
dove nascono operosi e virtuosi
i tralci della vite briosa trevigiana,
i rami dorati dell'ulivo di Puglia,
in festa sul Colle del Quirinale
nel Cortile di una Scuola vitale.
A te Pederobba,
Pietra Rossa trevigiana,
da Canosa di Puglia,
figli italiani della madre terra,
scritta da eroi, poeti e santi,
pietra benedetta dal Signore
nel palpito infinito dell'Amore.
maestro Giuseppe Di Nunno
4 Ottobre 2014