Stilus Magistri
Un monumento in piazza a San Sabino
Storia e scultura in mezzo a noi
martedì 30 aprile 2013
11.13
L'idea di erigere una statua in onore di San Sabino sul Sagrato della Cattedrale o nella Piazza antistante, emerge da tempo nell'animo della Chiesa e del popolo canosino.
Esprimiamo il nostro plauso all'iniziativa promossa dal Presidente della Società Storia Patria, riportata nel n.1 del Campanile del 2013, che ricopre il ruolo di sensibilizzare e aggregare le coscienze intorno al progetto .
Esprimiamo, nei convincimenti di criteri consolidati, disappunto nella fattura del monumento, riportando le seguenti proposte, rivenienti da ricerche e obiettivi storici, artistici e culturali.
• Un monumento in mezzo a noi
Premesso che dal punto di vista statico una statua su colonna comporta, come insegna il monumento di Piazza Colonna, problemi di staticità nel tempo e negli avversi fenomeni atmosferici che sradicano anche gli alberi, è inopportuno collocare la statua del Santo Patrono su una colonna.
Dal punto di vista della raffigurazione agiografica, solo la Madre Santissima viene collocata nei pubblici monumenti su una colonna, come avviene nel monumento dell'Immacolata a Canosa.
Lei, la Santissima Madre, apparve in cielo, mentre i Santi vengono collocati su un piedistallo.
Il riferimento a Canosa viene attestato dal monumento a San Pio e al Servo di Dio Padre A. Losito nella zona della Chiesa di Gesù Liberatore.
Gli stesi monumenti indicano una linea architettonica ed un linguaggio da seguire anche per San Sabino, che collocato su un piedistallo al centro della Piazza, diventerebbe un 'San Sabino in mezzo a noi', cui potersi accostare in una dimensione a misura d'uomo, da parte dei fedeli, dei cittadini e dei visitatori.
L'idea del Sagrato, più complessa, ricalca la scultura di San Sabino sulla facciata della Cattedrale dell'Odegitria a Bari, ma la collocazione in piazza diventa più pubblica e cittadina e più significativa per un concittadino insigne di Canosa di Puglia.
• Una scultura pregevole
Non conosciamo le indicazioni della fattura della statua, ma a scopo indicativo è opportuno evitare materiale di gesso o resina e prevedere dignitosamente il marmo, come a Bari, o il bronzo, che resiste all'usura. Peraltro le altre statue a Canosa di Padre Pio, di Padre Losito, di Imbriani, risultano di bronzo, e la statua bronzea di San Sabino va anche ad evocare i Sacri Bronzi del Campanile della Cattedrale e delle antiche Chiese. La Statua potrebbe ispirarsi alle statue della Parrocchia di San Sabino di Bari, di Lecce o di Torremaggiore (molto eloquente) o ad altre fonti e comunque dovrebbe riportare il Pastorale e la Bibbia a Sinistra e la mano destra benedicente, come PATER URBIS.
• Il linguaggio figurativo della scultura
La creatività artistica sottolinei il ruolo essenziale del Vescovo evangelizzatore, da rappresentare con il Pastorale, la Mitra e con il Vangelo, come viene raffigurato a Bari, nella tela antica esposta in Cattedrale, nei simulacri della Parrocchia di Lecce e della Parrocchia nuova di Bari.
Lasciamo ormai la tazza del veleno, che avrebbe bisogno poi del serpentello del maligno e valorizziamo il Vangelo, la Novella dell'Evangelizzatore, come ebbe a innovare e indicare con autorità, nel rifacimento del busto, il Vescovo mons. Giuseppe Lanave, cui ero presente in Commissione dopo il furto.
• L'epigrafia sabiniana
Noi docenti di Scuola valorizziamo sempre il testo accanto all'immagine, la parola che evoca l'identità e la storia. Non ammiriamo e amiamo solo la scultura, ma il monumento sia anche da leggere nelle epigrafi incise sui quattro lati del piedistallo e che evocano il nome, il Vescovo santo, l'Ambasciatore, il Restauratore, nei quattro appellativi fondamentali.
Le epigrafi sabiniane sono riportate anche sull'antica tela del 700, sul libro sacro della statua settecentesca, sulle architravi del ciborio dell'altare nella Cattedrale di San Sabino.
Le epigrafi proposte attingono alle fonti storiche ed educano il visitatore alla lettura e alla conoscenza.
Le lapidi epigrafiche sono sempre presenti nei monumenti ad attestare l'identità culturale e la storicità della pietra scolpita.
• La Commissione
Il monumento sia, come avvenne per il rifacimento del busto, il frutto di una Commissione ufficiale presieduta dal Vescovo della Diocesi e dal Parroco della Cattedrale e costituita da storici, artisti, Sindaco, Associazione Storia Patria, Fondazione Archeologica, Pro Loco, Comitato Feste patronali, benefattori. Si conferirà così una collegialità all'opera che sarà condivisa e supportata nell'attuazione, evitando di "rispondere a domanda". Concorriamo tutti ad erigere un monumento al più illustre cittadino canosino, che da 15 secoli è l'unico ancora Vivente nel suo patrimonio storico, spirituale, civile ed ecclesiale.
Rimetto le suddette idee e proposte alla Cattedrale San Sabino, che svelando le radici sabiniane del VI secolo, merita oggi una pregevole statua ed un monumento "di pubblico ossequio".
maestro Peppino Di Nunno
Riproduzione Vietata.
Esprimiamo il nostro plauso all'iniziativa promossa dal Presidente della Società Storia Patria, riportata nel n.1 del Campanile del 2013, che ricopre il ruolo di sensibilizzare e aggregare le coscienze intorno al progetto .
Esprimiamo, nei convincimenti di criteri consolidati, disappunto nella fattura del monumento, riportando le seguenti proposte, rivenienti da ricerche e obiettivi storici, artistici e culturali.
• Un monumento in mezzo a noi
Premesso che dal punto di vista statico una statua su colonna comporta, come insegna il monumento di Piazza Colonna, problemi di staticità nel tempo e negli avversi fenomeni atmosferici che sradicano anche gli alberi, è inopportuno collocare la statua del Santo Patrono su una colonna.
Dal punto di vista della raffigurazione agiografica, solo la Madre Santissima viene collocata nei pubblici monumenti su una colonna, come avviene nel monumento dell'Immacolata a Canosa.
Lei, la Santissima Madre, apparve in cielo, mentre i Santi vengono collocati su un piedistallo.
Il riferimento a Canosa viene attestato dal monumento a San Pio e al Servo di Dio Padre A. Losito nella zona della Chiesa di Gesù Liberatore.
Gli stesi monumenti indicano una linea architettonica ed un linguaggio da seguire anche per San Sabino, che collocato su un piedistallo al centro della Piazza, diventerebbe un 'San Sabino in mezzo a noi', cui potersi accostare in una dimensione a misura d'uomo, da parte dei fedeli, dei cittadini e dei visitatori.
L'idea del Sagrato, più complessa, ricalca la scultura di San Sabino sulla facciata della Cattedrale dell'Odegitria a Bari, ma la collocazione in piazza diventa più pubblica e cittadina e più significativa per un concittadino insigne di Canosa di Puglia.
• Una scultura pregevole
Non conosciamo le indicazioni della fattura della statua, ma a scopo indicativo è opportuno evitare materiale di gesso o resina e prevedere dignitosamente il marmo, come a Bari, o il bronzo, che resiste all'usura. Peraltro le altre statue a Canosa di Padre Pio, di Padre Losito, di Imbriani, risultano di bronzo, e la statua bronzea di San Sabino va anche ad evocare i Sacri Bronzi del Campanile della Cattedrale e delle antiche Chiese. La Statua potrebbe ispirarsi alle statue della Parrocchia di San Sabino di Bari, di Lecce o di Torremaggiore (molto eloquente) o ad altre fonti e comunque dovrebbe riportare il Pastorale e la Bibbia a Sinistra e la mano destra benedicente, come PATER URBIS.
• Il linguaggio figurativo della scultura
La creatività artistica sottolinei il ruolo essenziale del Vescovo evangelizzatore, da rappresentare con il Pastorale, la Mitra e con il Vangelo, come viene raffigurato a Bari, nella tela antica esposta in Cattedrale, nei simulacri della Parrocchia di Lecce e della Parrocchia nuova di Bari.
Lasciamo ormai la tazza del veleno, che avrebbe bisogno poi del serpentello del maligno e valorizziamo il Vangelo, la Novella dell'Evangelizzatore, come ebbe a innovare e indicare con autorità, nel rifacimento del busto, il Vescovo mons. Giuseppe Lanave, cui ero presente in Commissione dopo il furto.
• L'epigrafia sabiniana
Noi docenti di Scuola valorizziamo sempre il testo accanto all'immagine, la parola che evoca l'identità e la storia. Non ammiriamo e amiamo solo la scultura, ma il monumento sia anche da leggere nelle epigrafi incise sui quattro lati del piedistallo e che evocano il nome, il Vescovo santo, l'Ambasciatore, il Restauratore, nei quattro appellativi fondamentali.
Le epigrafi sabiniane sono riportate anche sull'antica tela del 700, sul libro sacro della statua settecentesca, sulle architravi del ciborio dell'altare nella Cattedrale di San Sabino.
Le epigrafi proposte attingono alle fonti storiche ed educano il visitatore alla lettura e alla conoscenza.
Le lapidi epigrafiche sono sempre presenti nei monumenti ad attestare l'identità culturale e la storicità della pietra scolpita.
• La Commissione
Il monumento sia, come avvenne per il rifacimento del busto, il frutto di una Commissione ufficiale presieduta dal Vescovo della Diocesi e dal Parroco della Cattedrale e costituita da storici, artisti, Sindaco, Associazione Storia Patria, Fondazione Archeologica, Pro Loco, Comitato Feste patronali, benefattori. Si conferirà così una collegialità all'opera che sarà condivisa e supportata nell'attuazione, evitando di "rispondere a domanda". Concorriamo tutti ad erigere un monumento al più illustre cittadino canosino, che da 15 secoli è l'unico ancora Vivente nel suo patrimonio storico, spirituale, civile ed ecclesiale.
Rimetto le suddette idee e proposte alla Cattedrale San Sabino, che svelando le radici sabiniane del VI secolo, merita oggi una pregevole statua ed un monumento "di pubblico ossequio".
maestro Peppino Di Nunno
Riproduzione Vietata.