Stilus Magistri
Un santo Vescovo dell’Armenia a Canosa di Puglia
Il culto di S. Biagio
martedì 4 febbraio 2014
15.18
Il 3 febbraio ricorre la memoria liturgica di San Biagio, Vescovo di Sebaste in Armenia e martire nel 316, tre anni dopo l'editto della "pax" costantiniana.
Nell'VIII secolo alcuni Armeni portarono le reliquie a Maratea, in provincia di Potenza, ma il suo culto si diffuse in Italia, in Europa e a Canosa di Puglia, frontiera affacciata all'Oriente.
Il Vescovo Santo rappresenta un legame con la Chiesa d'Oriente, in quanto viene venerato nella Chiesa Cattolica e nella Chiesa Ortodossa, come in Croazia. Questo ponte di santità costituisce quindi ancora oggi un tassello di dialogo tra Cattolici e Ortodossi.
Una statua di S. Biagio svetta anche su una guglia del Duomo di Milano.
Il 3 febbraio la Chiesa dei Santi Biagio e Francesco, guidata dal Parroco don Raffaele Biancolillo, diviene meta di tutta la città, nella cultura, nella storia, nella fede del martire, la cui figura è stata presentata nell'omelia della santa Messa da don Raffaele.
Il Parroco ha sottolineato la testimonianza del martire, che ravviva il nostro pudore a volte celato della fede cristiana, mentre ancora oggi molti Cristiani martiri offrono il sangue della fede al Signore.
Viviamo tempi difficili, nelle coscienze morali svuotate dagli idoli del danaro e del potere, fagocitate nelle radici civili da propagande di potere, rattristate da fragilità umane, oppresse da precarietà socio-economiche.
In questi tempi travagliati, è bello vivere in comunità, in Chiesa, nelle devozione ad un Santo Martire, nella fede cristiana, a Canosa nella Chiesa che invoca San Biagio e San Francesco, come riporta il vocativo in latino nell'iscrizione dell'abside: S. BLASI ET S. FRANCISCE ORATE PRO NOBIS.
Nella preghiera, nei canti della corale, nella benedizione, si è svolta la cerimonia della benedizione dei pani e della gola con le due candele incrociate, in un rito diffuso nella devozione a San Biagio, protettore della gola.
A Canosa la devozione a San Biagio si lega all'antica Chiesa di San Biagio, che si affacciava su Piazza Colonna, alla Confraternita di S. Biagio, al Campanile di San Biagio, distrutto nel bombardamento dai Tedeschi nella Guerra mondiale. In quel campanile storico fu collocato dal Comune l'Orologio pubblico della città, mentre ancora oggi alcune campane con l'effigie di S. Biagio, sono collocate nell'impianto dell'orologio pubblico del Palazzo di Città, a rappresentare il legame tra Ecclesia e Civitas, tra Chiesa e Città, dove il tempo scandito è il tempo dell'uomo, nei valori civili e religiosi.
Il nome Biagio a Canosa va scomparendo, mentre evochiamo la memoria del Parroco don Biagio Saraceno della Parrocchia di Gesù e Maria, ma la devozione al Santo continua ed è viva, nelle radici cristiane e nella fede in Cristo.
mastro Peppino Di Nunno
Nell'VIII secolo alcuni Armeni portarono le reliquie a Maratea, in provincia di Potenza, ma il suo culto si diffuse in Italia, in Europa e a Canosa di Puglia, frontiera affacciata all'Oriente.
Il Vescovo Santo rappresenta un legame con la Chiesa d'Oriente, in quanto viene venerato nella Chiesa Cattolica e nella Chiesa Ortodossa, come in Croazia. Questo ponte di santità costituisce quindi ancora oggi un tassello di dialogo tra Cattolici e Ortodossi.
Una statua di S. Biagio svetta anche su una guglia del Duomo di Milano.
Il 3 febbraio la Chiesa dei Santi Biagio e Francesco, guidata dal Parroco don Raffaele Biancolillo, diviene meta di tutta la città, nella cultura, nella storia, nella fede del martire, la cui figura è stata presentata nell'omelia della santa Messa da don Raffaele.
Il Parroco ha sottolineato la testimonianza del martire, che ravviva il nostro pudore a volte celato della fede cristiana, mentre ancora oggi molti Cristiani martiri offrono il sangue della fede al Signore.
Viviamo tempi difficili, nelle coscienze morali svuotate dagli idoli del danaro e del potere, fagocitate nelle radici civili da propagande di potere, rattristate da fragilità umane, oppresse da precarietà socio-economiche.
In questi tempi travagliati, è bello vivere in comunità, in Chiesa, nelle devozione ad un Santo Martire, nella fede cristiana, a Canosa nella Chiesa che invoca San Biagio e San Francesco, come riporta il vocativo in latino nell'iscrizione dell'abside: S. BLASI ET S. FRANCISCE ORATE PRO NOBIS.
Nella preghiera, nei canti della corale, nella benedizione, si è svolta la cerimonia della benedizione dei pani e della gola con le due candele incrociate, in un rito diffuso nella devozione a San Biagio, protettore della gola.
A Canosa la devozione a San Biagio si lega all'antica Chiesa di San Biagio, che si affacciava su Piazza Colonna, alla Confraternita di S. Biagio, al Campanile di San Biagio, distrutto nel bombardamento dai Tedeschi nella Guerra mondiale. In quel campanile storico fu collocato dal Comune l'Orologio pubblico della città, mentre ancora oggi alcune campane con l'effigie di S. Biagio, sono collocate nell'impianto dell'orologio pubblico del Palazzo di Città, a rappresentare il legame tra Ecclesia e Civitas, tra Chiesa e Città, dove il tempo scandito è il tempo dell'uomo, nei valori civili e religiosi.
Il nome Biagio a Canosa va scomparendo, mentre evochiamo la memoria del Parroco don Biagio Saraceno della Parrocchia di Gesù e Maria, ma la devozione al Santo continua ed è viva, nelle radici cristiane e nella fede in Cristo.
mastro Peppino Di Nunno