Stilus Magistri
Una pietra “per dissetar il viandante”
Riscoperta una fontanina del 1942 a Canosa
sabato 4 ottobre 2014
10.04
Sulle vie dello spirito, "L'uomo è un viandante che ha sete di un'acqua viva, zampillante e fresca, capace di dissetare…", diceva Papa Francesco in piazza San Pietro nell'udienza generale dell'8 maggio 2013.
Sulle vie della sete del viandante in Puglia, ritroviamo, con la collaborazione dell'amico Sabino Pirelli, una fontanina in pietra del 1942, che costituisce una pagina di storia del 900, con il nome del committente, con la datazione, con il nome del marmista scalpellino, con il messaggio sociale del manufatto.
Siamo grati all'accoglienza della gentile e sensibile Signora, che custodisce nel giardino privato la fontanina di pietra, salvandola nel passato dall'abbandono e che ci ha consentito la documentazione di questa pagina di storia patria canosina.
L'amico Ignazio, ottantenne, ci dà un riscontro della sua collocazione, sulla via di Andria, di fronte al bacino idrico (u vaciòle) dell'Acquedotto Pugliese, dove un tratturo si immetteva sulla strada principale, corrispondente verosimilmente a via Montecarafa: "era fatta di pietra, con una piccola conca; noi ragazzi passavamo con la bicicletta, ma li vecchiarìdde all'appìte, ca turnévene da fòre, se fermévene a vàve". Anche l'amico Franco D'Ambra, della Fondazione Archeologica, ci è testimone di questa fontanina, posta "sàupe a nu toppecìdde, derembétte o vaciòle", sulla via di Andria. Lo stesso, viene confermato dall'amico falegname Sabino Morea.
Come attesta il blocco di pietra calcarea, siamo grati e riconoscenti a SERAFINO FORTUNATO FU VINCENZO, che POSE A DISSETAR IL VIANDANTE il 30 Aprile 1942, nell'anno XX dell'epoca fascista, come di consuetudine si datavano le opere sociali dal 1922.
Sul fianco destro viene riportato il nome dell'artigiano: P. METTA.
Le lettere sono scalpellate con pregevole fattura e oggi le rileggiamo, le riscopriamo, nella ricorrenza del Centenario della fontanina pubblica del 1914, dell'Acquedotto Pugliese.
Già nell'epoca dell'Antica Roma, nei pressi dell'abitato, come a Laterza, venivano edificate fontanine di acqua sorgiva o abbeveratoi per animali, a mitigare la sete del viandante, "saepe viatoris mitigat ille sitim".
Il poeta latino Orazio rilevò la sete della Puglia, scrivendo negli Epodi (III, vv. 15-16): "nec tantus umquam siderum insedit vapor / siticulosae Apuliae" (né mai calò una così grande arsura delle stagioni, sull'assetata Puglia).
Ma l'onorevole repubblicano Matteo Renato Imbriani all'inizio del 900 portò l'acqua alla Puglia e oggi celebriamo l'approdo dell'Acquedotto Pugliese, con il Centenario della fontanina pubblica del 1914, memori anche del benefattore Serafino Fortunato, che pose una fontanina di pietra… "a dissetar il viandante".
Grazie mia fontanina canosina e pugliese!
Da bambino, sulle mie braccia e poi sulle mie spalle, con una mazza di legno e due secchi zincati, ho fatto l'acquaiolo, portando l'acqua a casa mia… a dissetar l'abitante.
maestro Peppino Di Nunno
Canosa di Puglia, 1° Ottobre 2014
Sulle vie della sete del viandante in Puglia, ritroviamo, con la collaborazione dell'amico Sabino Pirelli, una fontanina in pietra del 1942, che costituisce una pagina di storia del 900, con il nome del committente, con la datazione, con il nome del marmista scalpellino, con il messaggio sociale del manufatto.
Siamo grati all'accoglienza della gentile e sensibile Signora, che custodisce nel giardino privato la fontanina di pietra, salvandola nel passato dall'abbandono e che ci ha consentito la documentazione di questa pagina di storia patria canosina.
L'amico Ignazio, ottantenne, ci dà un riscontro della sua collocazione, sulla via di Andria, di fronte al bacino idrico (u vaciòle) dell'Acquedotto Pugliese, dove un tratturo si immetteva sulla strada principale, corrispondente verosimilmente a via Montecarafa: "era fatta di pietra, con una piccola conca; noi ragazzi passavamo con la bicicletta, ma li vecchiarìdde all'appìte, ca turnévene da fòre, se fermévene a vàve". Anche l'amico Franco D'Ambra, della Fondazione Archeologica, ci è testimone di questa fontanina, posta "sàupe a nu toppecìdde, derembétte o vaciòle", sulla via di Andria. Lo stesso, viene confermato dall'amico falegname Sabino Morea.
Come attesta il blocco di pietra calcarea, siamo grati e riconoscenti a SERAFINO FORTUNATO FU VINCENZO, che POSE A DISSETAR IL VIANDANTE il 30 Aprile 1942, nell'anno XX dell'epoca fascista, come di consuetudine si datavano le opere sociali dal 1922.
Sul fianco destro viene riportato il nome dell'artigiano: P. METTA.
Le lettere sono scalpellate con pregevole fattura e oggi le rileggiamo, le riscopriamo, nella ricorrenza del Centenario della fontanina pubblica del 1914, dell'Acquedotto Pugliese.
Già nell'epoca dell'Antica Roma, nei pressi dell'abitato, come a Laterza, venivano edificate fontanine di acqua sorgiva o abbeveratoi per animali, a mitigare la sete del viandante, "saepe viatoris mitigat ille sitim".
Il poeta latino Orazio rilevò la sete della Puglia, scrivendo negli Epodi (III, vv. 15-16): "nec tantus umquam siderum insedit vapor / siticulosae Apuliae" (né mai calò una così grande arsura delle stagioni, sull'assetata Puglia).
Ma l'onorevole repubblicano Matteo Renato Imbriani all'inizio del 900 portò l'acqua alla Puglia e oggi celebriamo l'approdo dell'Acquedotto Pugliese, con il Centenario della fontanina pubblica del 1914, memori anche del benefattore Serafino Fortunato, che pose una fontanina di pietra… "a dissetar il viandante".
Grazie mia fontanina canosina e pugliese!
Da bambino, sulle mie braccia e poi sulle mie spalle, con una mazza di legno e due secchi zincati, ho fatto l'acquaiolo, portando l'acqua a casa mia… a dissetar l'abitante.
maestro Peppino Di Nunno
Canosa di Puglia, 1° Ottobre 2014