
Il Pensare tra bellezza e verità
Francesco, ma c'è il tuo zampino?
Lettera a San Francesco
venerdì 20 aprile 2018
23.38
Carissimo Francesco,
forse oggi non tantissimi penseranno a te, ma ho intuito che in questo giorno così importante, a Molfetta, c'è il tuo zampino. Morendo infatti hai voluto ascoltare il testo della lavanda dei piedi, dalla cui contemplazione il servo di Dio, Tonino Bello, ha indicato alla chiesa l'icona della stola e del grembiule, indicando in questi simboli l' identità ecclesiale, sacramento di salvezza. Tale icona, il Papa, l'ha portata sia nelle carceri che tra i nostri musulmani durante i giovedì santo, quelli stessi che hai considerato fratelli, andando in terra santa. Tu, che hai abbandonato i profumi dei ricchi per avere l'odore dei poveri, hai ispirato don Tonino a profumare di popolo e Papa Francesco ad essere pastore con l'odore delle pecore.
Carissimo Francesco,
tu hai fatto tuo il vangelo alla lettera, divenendo figura serafica di Gesù, insegnando a vivere alla lettera la Sacra Parola. Don Tonino Bello, più che raccontarlo, lo ha vissuto e usando una sua immagine, applicata al Papa, il Vescovo di Roma, nella chiesa si sta facendo sempre più spazio alla forza dei segni, più che ai segni della forza. Don Tonino che, da giovane prete, aveva il coraggio di firmarsi francescano terziario, viene onorato dal primo Papa della storia chiamato proprio come te. Entrambi non hanno scelto "l'opzione preferenziale per i poveri", come andava di moda dire, ma si sono fatti poveri, come te. Che dire poi dell'amore per la natura, per il coraggio della denuncia e della franchezza nell'andare contro corrente? Tu sei andato a fare il crociato, nella pace, annunciando la croce, quale speranza d'amore. Don Tonino e Papa Francesco portano, non crociate di pace, ma la pace della croce di Cristo che ha abbattuto i muri di divisione. Ma non è che oltre al tuo zampino, c'è lo zampino di Qualcun Altro? Intanto grazie per questi scherzi dal cielo. Grazie Francesco e insieme rendiamo grazie a Dio.
forse oggi non tantissimi penseranno a te, ma ho intuito che in questo giorno così importante, a Molfetta, c'è il tuo zampino. Morendo infatti hai voluto ascoltare il testo della lavanda dei piedi, dalla cui contemplazione il servo di Dio, Tonino Bello, ha indicato alla chiesa l'icona della stola e del grembiule, indicando in questi simboli l' identità ecclesiale, sacramento di salvezza. Tale icona, il Papa, l'ha portata sia nelle carceri che tra i nostri musulmani durante i giovedì santo, quelli stessi che hai considerato fratelli, andando in terra santa. Tu, che hai abbandonato i profumi dei ricchi per avere l'odore dei poveri, hai ispirato don Tonino a profumare di popolo e Papa Francesco ad essere pastore con l'odore delle pecore.
Carissimo Francesco,
tu hai fatto tuo il vangelo alla lettera, divenendo figura serafica di Gesù, insegnando a vivere alla lettera la Sacra Parola. Don Tonino Bello, più che raccontarlo, lo ha vissuto e usando una sua immagine, applicata al Papa, il Vescovo di Roma, nella chiesa si sta facendo sempre più spazio alla forza dei segni, più che ai segni della forza. Don Tonino che, da giovane prete, aveva il coraggio di firmarsi francescano terziario, viene onorato dal primo Papa della storia chiamato proprio come te. Entrambi non hanno scelto "l'opzione preferenziale per i poveri", come andava di moda dire, ma si sono fatti poveri, come te. Che dire poi dell'amore per la natura, per il coraggio della denuncia e della franchezza nell'andare contro corrente? Tu sei andato a fare il crociato, nella pace, annunciando la croce, quale speranza d'amore. Don Tonino e Papa Francesco portano, non crociate di pace, ma la pace della croce di Cristo che ha abbattuto i muri di divisione. Ma non è che oltre al tuo zampino, c'è lo zampino di Qualcun Altro? Intanto grazie per questi scherzi dal cielo. Grazie Francesco e insieme rendiamo grazie a Dio.