
Il Pensare tra bellezza e verità
Giovedì Santo :la lavanda dei piedi
Un gesto compiuto da Gesù nei confronti dei discepoli
mercoledì 28 marzo 2018
23.00
Il giovedì santo si ripresenta un gesto che ha compiuto Gesù nei confronti dei discepoli: la lavanda dei piedi. Lavare i piedi, in un periodo in cui le strade erano polverose, era un gesto umiliante che solo gli schiavi potevano fare. Era vietato a qualunque rabbino farsi lavare i piedi da un ebreo. Eppure Gesù, il vero maestro, lava i piedi ai suoi discepoli. Il Vangelo presenta questo brano facendo, nei primi versi , alludere al mistero dell'Incarnazione. Nel linguaggio originale del testo e nel simbolismo dell'atto, Gesú anticipa l'umiliazione della croce e la sua resurrezione. Gesù è presentato come colui che si svuota, spogliato della sua dignità. L'accoglienza della sua oblativitá divina è però la condizione per partecipare al suo Regno. Nel Vangelo di Giovanni, durante l'ultima cena, non si parla dell'Eucarestia, mettendo in risalto le conseguenze che deve avere: essere servi. Farsi servi, facendo propria una logica di amore che si annulla per il bene del fratello, è ciò che definisce l'identità stessa di Gesù. È in questo contesto, quello del tradimento di Giuda e dell'incomprensione di Pietro, che Gesù dá un nuovo compito: amarsi gli uni gli altri "come" e "perché" lui ha amato, in quella misura che offre tutto senza chiedere niente. Questa sarà la caratteristica della sua appartenenza, il segno di riconoscimento. Il servo di Dio, don Tonino Bello, facendo sua questa icona, coniò la celebre espressione di Chiesa del grembiule, chiamata ad alzarsi ed a spogliarsi degli abiti sacerdotali, segno di forza, come il Signore nell'ultima cena, per vestire il grembiule, forte segno, come serva dell'umanità. L'augurio è che non ci si fermi alla teatralità della rappresentazione, ma si trasformi quel segno esterno in identità ed appartenenza, scritta nella carne e nello spirito, al Signore Gesù.