Il Pensare tra bellezza e verità
L'ultima cena di Cristo Re, Legislatore e Sacerdote
Lettera a Leonardo da Vinci, cantore in immagine del giovedì santo
giovedì 22 marzo 2018
22.49
Carissimo Leonardo,
volevo complimentarmi con te per l'intuizione che hai avuto rappresentando l'ultima cena. Allontanandoti dal modello classico, con il capo di Giovanni posato sul petto di Gesù e Giuda che attingeva il boccone nel piatto del maestro, hai rappresentato il Signore da sacerdote regale che, allargando le braccia, mostra il pane e sta per prendere il vino. Hai voluto rappresentare Gesù invitandoci ad entrare nella sua interiorità. Lo rappresenti come "vir dolorum" (uomo dei dolori), forma devozionale diffusa nel XV sec., profondamente isolato, con la testa inclinata, con un volto che esprime una tristezza accennata. Allo stesso tempo mostri Gesù come Re e Giudice, rifacendoti ad immagini tradizionali del Cristo, come il sommo ed eterno sacerdote. Mi colpisce ancora il fatto che il Signore è da te rappresentato, come nell'arte paleocristiana e medioevale, con le braccia allargate. Nell'offerta che lui fa del pane e del vino è simboleggiata la sua morte, come anche il suo Regno e il nuovo comandamento dell'amore. Rappresenti Gesù con una simbologia che richiama il Re, il Legislatore e il Sacerdote nell'arte tradizionale. La dignità legale, la ieraticità sacerdotale e la maestà regale del tuo Cristo, alludono però anche alla sua "Via Crucis" come uomo dei dolori, insegnandoci che Gesù regna da una croce. I moti interiori, come amavi definirli, ci parlano in quel giovedì santo, di una prima identificazione con il venerdì santo, perché le braccia allargate adombrano quelle del crocifisso. Gesù, nella tua ultima cena, ricorda l'imago pietatis, l'Ecce Homo, che si estende, dalla sua figura di uomo dei dolori, allo spettatore, parlando agli affetti ed ai sentimenti.
Carissimo Leonardo,
Grazie per la profondità spirituale delle tua opera, sopratutto perché ogni apostolo non è isolato, come altre interpretazioni artistiche, ma entra in conflitto interiore con tutto il gruppo, appena dopo che il Signore ha detto: "Uno di voi mi tradirà!". Nei quattro gruppi degli apostoli, divisi per tre, i gesti e gli sguardi parlano da soli, mentre i due discepoli accanto a Gesù sembrano ritirarsi perché sconvolti. Gli apostoli che, nella reazione, agiscono in maniera concorde e un'anime lasciano Gesù solo, maestosamente grande, isolato nel suo drammatico abbandono. Grazie Leonardo, perché sei riuscito a rappresentare, in maniera così sublime, l'obiettivo di Gesù di consumarsi, per amore, in quella cena che ha desiderato ardentemente.
Carissimo Leonardo,
in questa cultura delle immagini, potresti aiutarci a discernere il vero e il bello per ritornare alla vera domanda dell'uomo? Tu che sei il segno di rinnovamento e continuità tra medioevo e rinascimento, potresti suggerirci una nuova rinascita della rappresentazione che, in maniera speculare, possa parlare al cuore di tutti, proprio come facevi tu?
volevo complimentarmi con te per l'intuizione che hai avuto rappresentando l'ultima cena. Allontanandoti dal modello classico, con il capo di Giovanni posato sul petto di Gesù e Giuda che attingeva il boccone nel piatto del maestro, hai rappresentato il Signore da sacerdote regale che, allargando le braccia, mostra il pane e sta per prendere il vino. Hai voluto rappresentare Gesù invitandoci ad entrare nella sua interiorità. Lo rappresenti come "vir dolorum" (uomo dei dolori), forma devozionale diffusa nel XV sec., profondamente isolato, con la testa inclinata, con un volto che esprime una tristezza accennata. Allo stesso tempo mostri Gesù come Re e Giudice, rifacendoti ad immagini tradizionali del Cristo, come il sommo ed eterno sacerdote. Mi colpisce ancora il fatto che il Signore è da te rappresentato, come nell'arte paleocristiana e medioevale, con le braccia allargate. Nell'offerta che lui fa del pane e del vino è simboleggiata la sua morte, come anche il suo Regno e il nuovo comandamento dell'amore. Rappresenti Gesù con una simbologia che richiama il Re, il Legislatore e il Sacerdote nell'arte tradizionale. La dignità legale, la ieraticità sacerdotale e la maestà regale del tuo Cristo, alludono però anche alla sua "Via Crucis" come uomo dei dolori, insegnandoci che Gesù regna da una croce. I moti interiori, come amavi definirli, ci parlano in quel giovedì santo, di una prima identificazione con il venerdì santo, perché le braccia allargate adombrano quelle del crocifisso. Gesù, nella tua ultima cena, ricorda l'imago pietatis, l'Ecce Homo, che si estende, dalla sua figura di uomo dei dolori, allo spettatore, parlando agli affetti ed ai sentimenti.
Carissimo Leonardo,
Grazie per la profondità spirituale delle tua opera, sopratutto perché ogni apostolo non è isolato, come altre interpretazioni artistiche, ma entra in conflitto interiore con tutto il gruppo, appena dopo che il Signore ha detto: "Uno di voi mi tradirà!". Nei quattro gruppi degli apostoli, divisi per tre, i gesti e gli sguardi parlano da soli, mentre i due discepoli accanto a Gesù sembrano ritirarsi perché sconvolti. Gli apostoli che, nella reazione, agiscono in maniera concorde e un'anime lasciano Gesù solo, maestosamente grande, isolato nel suo drammatico abbandono. Grazie Leonardo, perché sei riuscito a rappresentare, in maniera così sublime, l'obiettivo di Gesù di consumarsi, per amore, in quella cena che ha desiderato ardentemente.
Carissimo Leonardo,
in questa cultura delle immagini, potresti aiutarci a discernere il vero e il bello per ritornare alla vera domanda dell'uomo? Tu che sei il segno di rinnovamento e continuità tra medioevo e rinascimento, potresti suggerirci una nuova rinascita della rappresentazione che, in maniera speculare, possa parlare al cuore di tutti, proprio come facevi tu?