Il Pensare tra bellezza e verità
La Croce di Cristo
Dalla Croce gemmata al Cristus triumphans, patiens e dormiens
sabato 24 marzo 2018
16.12
Al centro del venerdì santo c'è la Croce. La Croce nei primi secoli era vietata da rappresentare, perché segno di maledizione. Ma già dopo non molto inizia ad essere figurata con le gemme, ad indicare il sacrificio di Gesù, ma anche la luce del suo ritorno glorioso. Il primo modo di rappresentare il crocifisso invece è quello del Christus triumphans; Gesù sulla croce è eretto, inchiodato ad occhi aperti. In questa rappresentazione si mostra insieme la sua morte e resurrezione. È messa in risalto la vittoria sulla morte e la speranza, in chi guarda, della vita nuova. Le mani spalancate indicano la preghiera, Gesù è il vero orante. Con il tempo Gesù viene presentato, sulla croce, come sacerdote, in posizione dritta, con la tunica, i quattro chiodi, pregando e intercedendo. L'aspetto unitivo della morte e resurrezione di Gesù viene scisso tra il 1100 e il 1200, preferendo la sofferenza e la morte nelle figurazioni. Nasce una nuova mistica della sofferenza con il Christus patiens. Il Cristo sofferente è di impatto visivo ed altamente emozionale. Il crocifisso ha la testa declinata sulle spalle e, per lo spasimo del dolore, il suo corpo è incurvato; diviene più forte la presa emotiva, poiché c'è una profonda umanizzazione con la sofferenza. Entrambi i tipi di rappresentazione, ispirati al mondo orientale, contribuiscono ad approfondire il mistero della morte di Gesù. Ci sono poi alcuni crocifissi definiti "Christus dormiens", i quali richiamano, guardando al sonno di Adamo, la morte come sonno. Dal costato di Cristo nasce la Chiesa, come dal fianco di Adamo è nata Eva. Il Christus dormiens richiama il grande silenzio del sabato santo, il lutto della chiesa che piange il suo sposo e lo attende nella speranza, risorto dal sepolcro. Credo che questi elementi debbano essere tenuti insieme, poiché il rischio di teatralizzare il dolore, dimenticando la luce del crocifisso, la sua regalità, l'offerta orante e sacerdotale sull'altare della croce, il senso dell'attesa e la croce come luogo di gloria, come ci ricorda il Vangelo di Giovanni, lascerebbe monchi della profondità del mistero che celebriamo. Cristo sulla croce, apparentemente sconfitto, è il dominatore, Signore e vincitore del male e della morte. Egli vittima, altare e sacerdote è il vittorioso sul peccato e sulla morte. Il Crocifisso è il Risorto ed il Risorto è il Crocifisso.
Salvatore Sciannamea
Salvatore Sciannamea