Il Pensare tra bellezza e verità
Le tre "S": silenzio, sofferenza e solitudine
Da una meditazione di Don Tonino Bello
giovedì 23 agosto 2018
14.58
In una meditazione, un giorno, il servo di Dio, don Tonino Bello, riflettendo su Gesù nel Getsemani, parlò del silenzio di Dio, della sofferenza che ha provato, fino a sudar sangue, e della sua solitudine, visto che i suoi amici si erano addormentati. Certo è terribile provare questi sentimenti soprattutto quando si stava per consumare il tradimento di un amico e commensale qual era Giuda. È peggio esser traditi o tradire? Chi è tradito sa perdonare, ma chi tradisce spesso non si perdona. Il bacio, segno di amicizia e di affetto, diviene l'indicazione del tradimento. Eppure chi è tradito continua a guardare con amore. Dolce follia l'amore di chi è solo proprio quando avrebbe bisogno dei suoi migliori amici. Pura pazzia l'amore se anche la preghiera non genera consolazione, lasciando il cuore nell'isolamento più estremo, in un silenzio che non dice più nulla. Degenere patologia l'amore se diviene un tutt'uno con la sofferenza lacerando lo spirito fin nella sua intimità. Ma l'amore, come dice l'apostolo, tutto crede, tutto spera e tutto sopporta. In un suo pensiero don Tonino Bello scriveva che il vero dramma non è non essere amati, ma non amare. I problemi hanno le soluzioni, ma i drammi no. Nonostante i silenzi, le sofferenze e le solitudini possa ognuno continuare ad amare, l'unica forza capace di vincere ogni morte. Se per Israele l'amore era forte come la morte, in Cristo l'amore vince la morte. L'amore per l'amore sostenga ognuno nei silenzi, nella solitudine e nell'oceanica sofferenza da cui il mondo è abitato.
Salvatore Sciannamea
Salvatore Sciannamea