Leonardo: Ultima cena
Leonardo: Ultima cena
Il Pensare tra bellezza e verità

Ma cosa è il triduo pasquale?

La Chiesa fa memoria degli ultimi giorni di Cristo

Nel triduo pasquale la Chiesa fa memoria degli ultimi giorni di Cristo, della sua passione, morte, sepoltura e la sua resurrezione. Il mercoledì sera o il giovedì mattina della settimana santa, ricordando l'istituzione del sacerdozio, nella solenne concelebrazione con il Vescovo, vengono consacrati gli oli del crisma, dei catecumeni e degli infermi, come anche c'è il rinnovamento delle promesse sacerdotali. Nella celebrazione del pomeriggio, la Messa in "Coena Domini", si ricorda l'ultima cena di Cristo, con l'istituzione dell'Eucaristia, la lavanda dei piedi e il comandamento dell'amore. Cristo fa il gesto degli schiavi e nel segno del pane e del vino anticipa il suo sacrificio. Come uno schiavo, lavando i piedi agli uomini, chiede ai suoi di amare tutti con la misura del suo amore totale, gratuito ed incondizionato. A conclusione della celebrazione, l'Eucaristia viene portata in un repositorio per l'adorazione, segno di Gesù che esce dal cenacolo e chiede ai suoi di stare con lui nel Getsemani. Si sta con il Signore, lo si adora fino al venerdì, giorno della sua passione e morte. Il Venerdì Santo l'altare è spoglio, l'Eucaristia non è celebrata, c'è la proclamazione della passione di Cristo del Vangelo di Giovanni, c'è la preghiera universale per le necessità del mondo e si adora la croce. Cristo è morto per tutti gli uomini: la Chiesa vive l'assenza del Signore. Il tabernacolo è vuoto e l'altare spoglio; è l'unico giorno nell'anno in cui può essere adorata la croce. "Venite peccatori, Gesù Cristo sta con le braccia aperte ad aspettarvi" (Sant'Alfonso de' Liguori).

Il Sabato santo è il giorno del grande silenzio. Cristo è nel sepolcro. Si vive il dolore guardando a Maria. È il giorno del dolore ma non della disperazione, è il giorno dell'attesa e della speranza. La chiesa guarda alla speranza di Maria, donna del sabato, contemplando il Cristo nel sepolcro. La Veglia pasquale è la madre di tutte le veglie (Sant'Agostino). La Chiesa è nel buio e nel silenzio. Fuori dalla Chiesa è benedetto il fuoco con il quale è acceso il cero pasquale. Il fuoco nuovo è la luce, la grazia e la vita che vincono le tenebre, il peccato e la morte. Il fuoco di Cristo viene partecipato a tutti, accendendo dal cero un lume, mentre si canta per tre volte Cristo luce del mondo; durante la terza proclamazione la chiesa tutta si illumina completamente e viene cantata l'esultanza della resurrezione. Dopo la liturgia del fuoco c'è la liturgia della Parola, con ben nove letture, per ripercorrere il mistero di salvezza celebrato. La terza liturgia della veglia è quella battesimale, sacramento nel quale partecipiamo alla morte e resurrezione di Gesù, rinnovando le promesse battesimali e rivivendo il dono di questo sacramento. L'ultima parte è la liturgia eucaristica, in cui lo incontriamo risorto e Salvatore. Concludendo vorrei fare augurare a tutti, particolarmente ai non credenti, come il buon ladrone e il centurione, di capire prima degli altri, in maniera irrompente e inaspettata, Gesù, per poter vivere il loro singolarissimo privilegio: riconoscerlo vero Salvatore e Figlio di Dio. Il triduo del Signore sia per tutti la vera luce.
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